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Autore: WriteForLove    12/02/2011    6 recensioni
Come ogni primo del mese andavo in quel dannato appartamento, l'appartamento di quei disadattati dei Sex Pistols.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1 Novembre 1977. Londra.

Come ogni primo del mese, giravo per quel quartiere di disadattati e beoni, cercando quel dannato appartamento. Mi strinsi di più nel cappotto per proteggermi dall'aria fredda di Londra.Un ragazzo vestito di pelle mi si avvicinò
-Hey bambola, vieni con me!- mi disse con l'alito pesante al rum.
Io me ne andai affrettando il passo, quelle strade non erano sicure per una ragazza come me.
Arrivai al portone, entrai e salii.Possibile che per quelle scale ci fosse sempre un'odore di marcio così forte? che schifo. arricciai il naso e arrivai velocemente al piano, avanzai verso la porta aperta dell'appartamento,varcai la soglia e lo squallore mi avvolse,aveva il familiare odore di fumo e alcool. un sospiro mi uscì spontaneo dalle labbra e sentii le gambe che mi cedevano. Mi appoggiai allo stipite e mi chiesi se cel'avrei fatta. Purtroppo non avevo altra scelta, mica potevo tornare indietro e fingere di non essere mai arrivata no? No. Anche se l'idea mi allettava molto. Mi chiusi la porta alle spalle e avanzai nel caos della stanza.Mi levai il cappotto e lo lanciai sull'unica sedia libera che nella penombra riuscii ad intravedere. Mi guardai intorno e poi mi diressi verso la camera da letto. Squallido squallido squallido. tutto tremendamente squallido. Rannicchiata sul materasso c'era una figura esile e immobile.
-Simon?-sussurrai avvicinandomi un po' preoccupata, ma lui non si muoveva.
mi chinai e gli accarezzai il viso con le dita tremanti
-hey..Sid, sono io, sono Lucy, ci sei?- si mosse leggermente sotto il mio tocco e farfugliò qualcosa.
lo schiaffeggiai un po'
-dai Simon, apri gli occhi, guardami, parlami!-
finalmente sollevò le palpebre e mi guardò con occhi vuoti
-che ti è di nuovo successo?- gli sussurrai
-è..è venuta Nancy ieri sera, abbiamo passato la notte insieme.-
-sei di nuovo strafatto vero?-
-Nno- sussurrò.
io allora lanciai uno sguardo sul pavimento e vidi i segni della serata appena trascorsa. le siringhe.
-quella puttana- ringhiai tra i denti.
-no dai piccola non dire così- biascicò con voce lieve e roca
-quella troia ti ammazzerà, Sid!-  gridai esasperata
-no, non dire così lei mi ama! noi ci amiamo!- iniziò a ripetere tappandosi le orecchie,strizzando gli occhi e alzando sempre di più il volume. Sembrava impazzito e anche spaventoso. Non mi lasciai impressionare e lo abbracciai stretto per fermarlo
-no no tesoro shhhhh, shhhh và tutto bene, calmati adesso shhh- gli sussurrai all'orecchio continuando ad abbracciarlo mentre lui lentamente si calmava e tornava a fissarmi con occhi vitrei.
-Sto male .- mugugnò come un bambino spaventato. Io non sapevo cosa fare e cercai di tranquillizzarlo
-Adesso ti copri, riposi un po' e quando ti svegli starai meglio vedrai.-
una voce giunse potente dalle mie spalle
-Non basterà un'ora di sonno a guarire quel drogato. Lucy-
mi voltai di scatto
-oh stai zitto tu! Tranquillo Sid, non ascoltarlo, lo sai che Johnny è solo un coglione.-
mi alzai, andai a recuperare una coperta nell'armadio e la misi con cura addosso al povero Simon tremante.
Iniziai poi con molta calma a raccogliere le siringhe dal pavimento e a gettarle nell'immondizia. Sotto la scrivania trovai anche un preservativo usato, che buttai, trattenendo a stento un conato di vomito. Quando finii di sbarazzarmi anche delle bottiglie vuote la stanza era sempre sporca ma almeno non c'erano più tracce di alcool droga ecc. Chiusi bene le persiane, lasciando l'ambiente nella penombra, diedi un bacio sulla fronte a Sid e tornai verso il cucinino. Il tutto sotto lo sguardo attendo e indagatore di Johnny. Dietro il muro trovai Paul, sdraiato a terra addormentato. Mi avvicinai e notai che puzzava di alcool da far paura. Cercai di sollevarlo, facendo molta fatica visto che il suo corpo gravava su di me a peso morto, e ci riuscii solo quando sentii qualcuno che lo sollevava dalla parte opposta. John mi stava aiutando. Trascinammo il corpo inerme di Paul fino alla camera da letto e lo posammo su un materasso non lontano da quello di Simon, coprii anche lui con una coperta e tornai di là. Con Steve fù più facile visto che era abbastanza cosciente e seguì il mio ordine di andare a riposare  sul materasso ,invece che nella piccola vasca da bagno inutilizzata, senza obbiettare e si prese persino da solo una coperta, mugugnando sul fatto che gli altri due cel'avessero e lui no. Quando tutti e tre furono sistemati chiusi la porta e mi misi a ripulire un po' la casa dalle bottiglie vuote, vetri rotti e mozziconi di sigarette mentre il mio osservatore stava sul divano con uno strano sorriso sornione sulla faccia. Dopo due ore che mi parvero due anni finii di pulire tutto e la casa sembrava un po' meno incline ad infrangere quasi tutte le leggi dello stato. Controllai nuovamente Sid preoccupata, stava male ed io non potevo farci niente. Iniziai a piangere in silenzio e decisi di andarmene da lì. Tutto quello era troppo da sopportare per me. Mentre stavo per infilarmi il cappotto una voce mi fermò
-Perchè piangi?- rideva quello stronzo di Rotten dalla sua postazione sul divano. Io non ce la feci più e iniziai ad urlare
-Perchè piango? mi chiedi perchè piango? Ma cazzo John e pensare che ti consideravo un tipo sveglio! Piango perchè Sid sta male, quella Nancy lo sta uccidendo e tu, grandissimo stronzo, non fai niente per evitarlo!- mentre gli gridavo contro la mia rabbia, le lacrime scendevano più veloci e intense mentre lui, aveva smesso di ridere e si era alzato, trovandosi ormai in piedi davanti a me,sovrastandomi in altezza.
-Non faccio niente? Lucy io ci ho provato! Io, Paul, Steve, tutti abbiamo cercato di farlo stare lontano da quella pazza di Nancy ma lui non ci ha dato retta. è strafatto di eroina e d'amore, una combinazione letale.-
strinsi i pugni e mi appoggiai con la testa al petto di Johnny iniziando a singhiozzare
-Ha solo vent'anni- riuscii a sussurrare tra le lacrime.
Il ragazzo di fronte a me fece una cosa che mai mi sarei aspettata da lui, mi abbracciò. Il calore emanato dal suo corpo era piacevole e io iniziai a calmarmi.
-sì ha vent'anni, e tu ne hai diciannove. Non puoi lasciarti condizionare la vita da lui.- mi sussurrò calmo
-Sta diventando proprio come Anne-
-In fondo è sua madre qualcosa da lei l'avrà preso no?- rise. Io lo guardai in cagnesco
-Non è affatto divertente-
si fece serio in un istante
-Perchè continui a venire qui da lui Lucy?-
mi allontanai di un passo e mi asciugai gli occhi con la mano
-è mio fratello, non posso abbandonarlo.-
eh sì, io sono Lucy Anne Ritchie, figlia di John Ritchie e Fiona Hunt, donna per la quale mio padre aveva lasciato Anne McDonald, madre di Simon, poco dopo la sua nascita. Io e Sid non ci incontrammo mai fino al compimento dei miei diciassette anni quando scappai di casa e iniziai a girare da sola per Londra nel 1975 attirata dal punk e da tutto ciò che rappresentava. Simon mi trovò una sera in un pub affollato e credo provò pena per me. Mi accolse nella casa sua e dei ragazzi per una notte e il mattino dopo, Paul mi chiese chi fossi, oltre a Lucy e quando pronunciai il mio nome completo, Simon si paralizzò e capì che eravamo fratelli, o meglio fratellastri. Iniziai così a vivere con i Sex Pistols, sguazzando nel punk e nei suoi piaceri eccessivi fino a quando mia madre morì e mio padre mi supplicò di tornare a casa. Sid non ne era stato per niente contento, odiava nostro padre e non voleva tornassi da lui. Purtroppo ero ancora minorenne e per evitare una denincia a mio fratello tornai a casa dove venni praticamente rinchiusa. Il primo periodo fù infernale per mio padre, gli rivolgevo a stento la parola, gridavo in continuazione e non mi toglievo il chiodo regalato da Sid nemmeno per andare a dormire sperando che prima o poi mi avrebbe lasciata andare e aspettando con ansia i 18 anni per poter essere libera. Tutto questo durò fino a quando non trovai mio padre che piangeva, nella solitudine del suo studio, su una foto di mia madre, chiedendole scusa per non riuscire a farmi felice. Qualcosa in me si sciolse e da quel momento iniziai pian piano a calmarmi, a trattarlo meglio ed infine, ad abbandonare il mio giubbotto di pelle nell'armadio. Avevo chiuso con il punk. Quando i tanto attesi diciotto anni arrivarono, ormai appartenevo alla mia nuova vita, avevo nuove amiche, andavo a scuola e avevo persino un ragazzo. Quando il giorno del mio compleanno i Sex Pistols vennero a prendermi per riportarmi a "casa" cercai di spiegargli come stavano le cose ma si infuriarono con me e non mi rivolsero la parola per mesi. Poi con calma, il mio rapporto con mio fratello si ricucì e ogni primo del mese andavo nel loro appartamento per vedere come stavano, dare una pulita e dargli i soldi dell'affitto che mio padre, nonostante in passato fosse stato uno stronzo, voleva a tutti i costi pagare.
Johnny mi guardò negli occhi e posò le mani sui miei fianchi
-Torna con noi Lucy- mi disse piano
-Non posso,- risposi
mi strinse leggermente di più a lui dicendo -torna per me- sussurrò
io esitai e lui se ne accorse
-Johnny io, io sono fidanzata adesso-
Già, Daniel doveva essere a casa mia in quel momento, nel nostro tranquillo quartiere, a chiacchierare con mio padre e ad aspettarmi, come un perfetto fidanzato, perchè lui era così, studioso, tranquillo, fedele, già proiettato nel mondo del lavoro e noioso, terribilmente noioso. Sì ma io allora non volevo ammetterlo e fingevo di tenere a lui.
Purtroppo John mi conosceva bene e mi baciò senza darmi troppo tempo di pensare e com'era prevedibile agii d'istinto rispondendo al bacio. Beh poi una cosa tira l'altra,ci ritrovammo a fare sesso sul divano ammaccato e prima che potesso accorgeremene il mio corpo era in preda del suo profumo e del suo calore. Johnny, ribelle, pazzo e sensibile Johnny.
Quando tutto fù finito mi liberai da lui a malincuore, mi rivestii e indossai il cappotto
-Dove stai andando?- mi chiese lui prendendo una boccata dalla sua sigaretta
-A casa, questo non è il mio posto, Rotten, e tu lo sai.-
lasciai la busta con i soldi dell'affitto sul tavolo e uscii dall'appartamento.
Per le scale incontrai Nancy che mi salutò con un sorriso falso. Lei mi odiava, mi odiava perchè Sid mi voleva bene e perchè due anni prima Johnny aveva scelto me e non lei. In replica al suo sorrisetto da stronza la sbattei contro il muro, tirai fuori il mio coltellino che portavo sempre con me da quasi tre anni e glielo puntai alla gola
-Smettila di uccidere mio fratello, puttana.-
detto questo la lasciai andare e andai per la mia strada.
Un'ora dopo arrivai a casa, entrai e non salutai nè mio padre, nè Daniel che mi fissavano sconcertati e andai a chiudermi in camera mia. Aprii l'armadio e iniziai a smontare il doppiofondo di un cassetto dal quale estrassi il mio vecchio chiodo.
lo tenni stretto al petto piangendo per non sò quanto tempo e poi, lo riposi nel suo nascondiglio.
Guardando la prefezione della mia stanza mi mancò il respiro, ed ebbi un'insensata nostalgia di quel sudicio appartamento.
Di Paul, di Steve, del mio amato fratello e di Johnny. Alzai gli occhi incrociando il mio stesso sguardo nello specchio.
Lo sguardo di una ragazza dei quartieri alti. Mi venne voglia di prendermi a schiaffi, mentre una voce a me familiare mi ripeteva nella testa: "avete mai avuto l'impressione di essere stati fregati?"

   
 
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