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Autore: Something Rotten    12/02/2011    2 recensioni
Camminava, senza meta apparente.
Camminava spedito, come se avesse fretta di arrivare da qualche parte.
Spalleggiava persino i vecchietti che incuranti della sua fretta continuavano la loro estenuante marcia con il loro fottuto treppiedi di merda.
"E che cazzo!" aveva urlato, colpendo l'ennesimo stupido vecchio.
Si era sempre promesso di non diventare così, avrebbe fatto di tutto pur di non invecchiare con poca eleganza e charme come tutti, lui sarebbe rimasto dannatamente perfetto anche durante la vecchiaia, perché lui era Matthew Bellamy e sarebbe stato perfetto anche dentro alla tomba!
Non si curava neanche del continuo borbottio del suo stomaco, erano due giorni che non mangiava niente, non ne aveva voglia o semplicemente era troppo impegnato a trovare una soluzione efficace e pertinente da non pensare minimamente al cibo.
Camminava, ma era stanco.
Si era sporto dal marciapiede con il pollice all'insù per fermare un fottuto taxy.
Al terzo tentativo uno di quei cosi gialli e puzzolenti si era fermato davanti ai suoi piedi.
"Dove la porto?"
"Royal Road, grazie, vicino all'entrata del Kennington Park."
"Agli ordini."
Genere: Erotico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Muse, Placebo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima storia su di loro.
Non ha ne capo ne coda.
La posto prima di cambiare idea e cestinarla.
Non voglio offendere nessuno, l'ho scritto per mio diletto e non perchè ci ricavo qualcosa.
I personaggi non mi appartengono e non è reale quello che ho scritto.
Ringrazio chi arriverà alla fine senza cambiare pagina e chi commenterà
Alla prossima ù.ù

Ashtray Heart.

Cenicero, Cenicero
My ashtray heart
Corazon de Cenicero
My ashtray heart



Camminava, senza meta apparente.
Camminava spedito, come se avesse fretta di arrivare da qualche parte.
Spalleggiava persino i vecchietti che incuranti della sua fretta continuavano la loro estenuante marcia con il loro fottuto treppiedi di merda.
"E che cazzo!" aveva urlato, colpendo l'ennesimo stupido vecchio.
Si era sempre promesso di non diventare così, avrebbe fatto di tutto pur di non invecchiare con poca eleganza e charme come tutti, lui sarebbe rimasto dannatamente perfetto anche durante la vecchiaia, perché lui era Matthew Bellamy e sarebbe stato perfetto anche dentro alla tomba!
Non si curava neanche del continuo borbottio del suo stomaco, erano due giorni che non mangiava niente, non ne aveva voglia o semplicemente era troppo impegnato a trovare una soluzione efficace e pertinente da non pensare minimamente al cibo.
Camminava, ma era stanco.
Si era sporto dal marciapiede con il pollice all'insù per fermare un fottuto taxy.
Al terzo tentativo uno di quei cosi gialli e puzzolenti si era fermato davanti ai suoi piedi.
"Dove la porto?"
"Royal Road, grazie, vicino all'entrata del Kennington Park."
"Agli ordini."
Odiava i tassisti, ma sicuramente quel giorno avrebbe odiato tutti e tutto, partendo dalla causa di tutto quel viaggio e soprattutto del suo mal di testa lacerante.
Erano arrivati in un quarto d'ora, molto di più di quanto aveva pensato Matt.
"Tenga il resto." aveva sospirato lasciando i soldi sul sedile anteriore della macchina.
Era uscito senza neanche salutare e si era diretto verso il parco.
Non ricordava precisamente la strada, ma aveva deciso di affidarsi al suo sesto senso, passeggiando tranquillo per le stradine di quella Londra ancora assopita.
Erano le sei del mattino, gli unici in giro erano gli anziani, quelli che non dormivano mai e quelli che gli impedivano di camminare velocemente.
Aveva una sua teoria in merito, pensava che lo facessero apposta perché invidiosi della sua camminata veloce e fiera, perché erano invidiosi del fatto che fosse giovane, ma se solo avessero saputo quanto sporco e vecchio si sentisse all'interno di quel corpo perfetto lo avrebbero fatto passare senza troppi problemi, anzi gli avrebbero messo a terra un tappeto rosso.
Era arrivato al campanello, dimenticandosi come ci fosse realmente arrivato.
"Come cazzo fa di cognome questo cretino?" si era chiesto mentalmente, mentre scorreva gli occhi su tutti i cognomi presenti in quel palazzo.
Alla fine ne aveva tentato uno, confidando sulla sua buona stella.
"Chi è?"
"Bellamy." aveva risposto, stizzito.
"Oh. Che ci fai qui?"
"Aprimi,no? Poi te lo dico.."
L'altro aveva aperto il portone.
"Terzo piano, l'ascensore è rotto."
Matt aveva sbuffato, con tutti i soldi che aveva non poteva scegliere una villa? O magari aggiustarlo quel cazzo d'ascensore?
Aveva corso per le scale, arrivando al terzo piano con un leggero fiatone.
"Che ci fai qui?" aveva chiesto il biondino davanti a lui, stropicciandosi gli occhi ancora rossi di sonno.
Matthew non aveva risposto, attaccandosi alle sue labbra.
L'altro non aveva neanche avuto il tempo di capire o di reagire.
Lo stava baciando, questo era ovvio, ma gli sfuggiva il motivo.
Matt si era staccato solo quando aveva sentito i polmoni cedere.
"Che diamine fai?" aveva chiesto l'altro, ancora scosso e soprattutto rosso.
"Quello che dovevo fare tempo fa." aveva risposto, entrando di forza nell'appartamento e chiudendo la porta alle sue spalle.
"Ovvio, no. Come non ho fatto a non pensarci prima?" aveva risposto ironico l'altro.
"Stai zitto e scopami, ora." aveva esordito l'altro, lasciandolo perplesso.
"Si chiama stupro, Bellamy. Vai a dormire."
"Perché non lo vuoi fare?"
Aveva colto nel segno, quello sguardo ironico e quella voce stridula accompagnate dalla domanda avevano fatto scattare qualcosa nell'altro.
"No, non è quello è che diamine, non possiamo..."
"Perché mai?" aveva chiesto, avvicinandosi troppo velocemente al biondino.
"Non lo so.."
"Allora facciamolo no?"
Il biondino era rimasto inebetito per un po, prima di muovere un passo verso il moro.
"Ne sei sicuro?"
"Non me la sarei fatta a piedi, no?"
Il biondino aveva preso per mano l'altro, accompagnandolo sul letto.
Non sapeva bene come comportarsi, non l'aveva mai fatto con un uomo e lo trovava al contempo eccitante ma spaventoso.
Si leggeva nei suoi occhi la paura  mista alla voglia, Matt aveva sorriso pensando a quanto fosse stato facile.
"Non l'hai mai fatto, vero?" aveva chiesto, togliendo la maglietta dell'altro.
"No.."
"Ti faccio vedere io come si fa, sarò il tuo maestro.."
L'altro aveva sorriso, nascondendo il tremore del suo corpo dietro ad una facciata sicura e sprezzante.
Matt aveva tolto anche i suoi pantaloni, tirando leggermente giù i boxer bianchi dell'altro.
Si era avvicinato alla sua bocca, baciandolo con gusto e con foga, mentre la sua mano scendeva pericolosamente verso il membro dell'altro.
La velocità impressionante con la quale strofinava la sua mano contro al suo pacco, aveva fatto gemere, più volte, il biondo che si sentiva impotente ed in gabbia.
Una volta che aveva sentito l'erezione premere contro al palmo della sua mano, Matt aveva spostato la sua bocca verso i capezzoli del biondino, baciandoli piano e mordendoli ogni tanto.
Non usciva nessun segno dalla bocca del più piccolo, nè di gradimento nè tanto meno di scontento.
Doveva fare qualcosa di più audace e godurioso per avere l'effetto desiderato.
Aveva tracciato una linea immaginaria con la lingua sul corpo dell'altro, passando dal capezzolo al basso ventre.
L'altro si era lasciato scappare un gemito, così aveva deciso di continuare.
Erano passati dei minuti, prima che decidesse di finirla lì e che con un gesto stizzito prendesse il membro dell'altro in bocca, provocando uno scatto nel più piccolo.
Le mani del biondino erano finite tra i capelli del moro, incitandolo a continuare e a non smettere per nessun motivo.
Matt l'aveva accontentato aumentando il ritmo e accarezzando con una mano il corpo dell'altro.
Si sentiva il suo sguardo addosso e non poteva far altro che piacerli ed attizzarlo ancora di più.
Sentiva l'altro tremare, segno che stava per venire.
Pochi minuti dopo, infatti, era venuto nella bocca del cantante emettendo un piccolo grido e lasciandosi andare completamente sul letto.
"Scu..sa. Forse dovevo avvisarti." aveva biscicato ancora ansimante.
"No." aveva risposto l'altro, pulendosi con un fazzoletto i lati della bocca. "Va tutto bene."
Era stranamente calmo, Matt, nonostante l'eccitazione premesse contro la patta dei pantaloni.
"Vuoi lo stesso trattamento?" aveva chiesto, mettendosi a cavalcioni sul moro.
"Ne sarei contento."
Il biondo aveva cominciato a baciarlo, mentre con le mani cercava di aprire la patta dei pantaloni.
Matt si era dato del cretino mentalmente, pensando che forse doveva mettersi un paio di pantaloni meno stretti e scomodi da aprire.
Senza staccarsi dalla bocca dell'altro era riuscito a trovare il bottone e la zip, aprendo i suoi stessi jeans e lasciando campo libero all'altro.
Il biondino gli aveva regalato un'occhiata fugace, prima di toglierli anche la camicia e la collanina che aveva al petto, come se sapesse quello che relamente rappresentava quella collanina per l'altro.
Lo stava baciando sul petto, mentre si muoveva sinuoso sul suo pacco.
Matt non riusciva a comprendere realmente quello che stava accadendo, se quella era realmente la sua prima volta si stava comportando in maniera eneccepibile.
"Porca puttana!" aveva urlato,puntando i suoi occhi in quelli dell'altro, implorandolo di prendere in mano la situazione.
Il biondo aveva sorriso, mentre toglieva i boxer del più grande e lo prendeva in mano.
Non era pronto per riservargli lo stesso trattamento che aveva ricevuto, non si sentiva a suo agio se non guardava negli occhi il partner, era una sua fissa e non poteva farci niente.
Aveva deciso di inziare e finire con la mano, continuando a baciare l'altro.
Voleva osservarlo mentre veniva o godeva, era una cosa maniacale, se ne rendeva conto ma non poteva farci nulla, gli piaceva e non se ne vergognava.
Matt non aveva fatto una piega, lo baciava mentre sentiva l'orgasmo salirgli dallo stomaco, mentre sentiva il cuore battergli dannatamente forte.
Sarebbe diventato pazzo se avesse trattenuto l'orgasmo per altri tre secondi, così era venuto sulla mano dell'altro, tra un gemito ed un sospiro.
"Sei bravo per essere la prima volta. Steve."
Il biondo aveva sorriso, prendendo un fazzoletto dalla sua mano.
Si era ripulito, prima di sdraiarsi sul letto accanto al moro.
"Ora mi dici perché sei qui?" aveva chiesto, accendendosi una sigaretta e offrendone una a Matt, che stranamente non aveva rifiutato.
"avevo voglia di te, Steve." aveva risposto, credendo fermamente nelle sue parole.
"Bellamy non raccontarmi cazzate, ok? Io non ti piaccio."
"E allora perché ti sei fatto scopare?"
"Perché so il reale motivo per il quale sei qui e sono sicuro che a breve entrerà dalla porta.." aveva risposto buttando fuori il fumo dalla sua bocca.
"Ne sei estremamente sicuro?"
"Dannatamente, si."
Matt sapeva che l'altro sapeva il vero motivo per il quale era entrato nel suo letto, quel motivo si chiamava Brian Molko.
Era una cosa controversa ed estremamente intricata.
Il motivo non era così semplice e lineare come poteva esserlo una semplice ripicca.
Lui era lì per fare del male all'altro.
Voleva ripagarlo del male che gli aveva fatto quando lo aveva lasciato, voleva annientare quella losca e sexy figura.
"Tu mi odi Matt, mi odi perché Brian è innamorato di me." aveva detto, semplice e diretto come solo lui riusciva ad essere.
"Non è così semplice, Steve. Io ti odio perché hai preso il mio posto e non te lo meriti. Tu non lo ami e non lo meriti, sennò non saresti venuto con me per ferirlo."
"Oh, hai colto nel segno." aveva risposto ironico, sorridendo.
"E allora spiegami il motivo."
Steve si era messo seduto di fronte a lui, guardandolo negli occhi.
"Vedi, io e Brian non stiamo insieme, perché non si è semplicemente dichiarato e perché quella era una scusa per lasciarti. Se sono venuto a letto con te è solo per dimostrarti, ancora una volta, quanto lui  sia migliore di te. Credevi di ferire Brian venendo a letto con me? Pensi davvero che lui si lasci ferire così? L'hai trattato come un fottuto posacenere per tutto questo tempo!"
"Che stai dicendo tu sei un pazzo."
"Semplice, Matt, lo vedi questo posacenere? Sono tre anni che è in questa casa, vedi qualche segno di sigaretta?"
"No."
"Eppure ne ho spente così tante qua dentro! Dieci al giorno, eppure nessuna di queste ha lasciato il segno, ma se io cominciassi a premere questa sigaretta con tutta la forza lo sai cosa succede?"
"Si spegne?"
"No, lascia un segno permanente che non andrà mai via. Metti che questo sia il cuore di Brian e metti che le sigarette siano le tue numerose scappatelle, nessuna di esse ha lasciato il segno fino a poco tempo fa, giusto? Non è stata la scappatella con Dom, con Kate o con quell'altra a lasciare il segno. Il cuore di Brian ne è sempre uscito indenne, dando la colpa all'alcol o alla persona con la quale andavi a letto tu."
"E quale sarebbe stata la sigaretta che ha lasciato il segno?"
"Possibile che non ci arrivi?"
"No, non ci arrivo."
Steve aveva sbuffato, pensando seriamente a come quel coso senza cervello che occupava il lato sinistro del letto fosse arrivato a diventare famoso, chi diavolo gli scriveva i testi a quel decerebrato?
"Con chi sei andato a letto qualche mese fa?"
Matt aveva fatto mente locale, cercando di capire chi fosse quella persona.
Poi una lampadina gli si era accesa nella testa.
"Hewitt..."
"Bingo, Matt, non sei poi così stupido. Sei andato a letto con quel coso, nonostante eri a conoscenza di quello che il tuo ex ragazzo aveva passato con lui, non te ne è fregato assolutamente nulla! Oggi non hai fatto niente che tu non avessi già fatto. Non hai ferito oggi il tuo prezioso Brian, l'hai fatto tempo fa, svuotandoti le tue palle con l'ex ragazzo di Brian. Sei una merda Matt e non credo che cambierai mai."
Quella sensazione di vuoto che sentiva dentro era paragonabile soltanto all'odio che provava nei confronti di quel biondino.
Aveva girato tutta Londra per ferire il suo ex ragazzo, che secondo lui lo aveva lasciato senza avere una motivazione giusta per farlo, e, invece, si era ritrovato ad essere ferito da un ragazzino.
"Non potevi trovare parole migliori, Steve. " aveva commentato Brian che si trovava nell'ingresso della camera con un sorriso gelido ed apatico da far paura.
"La ringrazio, Molko."
"Fai il piacere di tornartene nella tua Cydonia." aveva commentato Molko "Nella prossima canzone, potresti rivenderti l'idea del cuore posacenere, se vuoi..."
Matt era rimasto in silenzio, mentre si rivestiva e se ne andava da quell'appartamento.
Era stato così coglione da ferire l'altro senza neanche accorgersene, vuoi per l'alcol o per la sua, ormai conosciuta, stupidità.
L'aveva ferito ed era stato così stronzo da tornare a ferirlo.
Ma aveva preferito non pensarci, e mentre scendeva le scale del palazzo di Steve, aveva composto sul suo telefonino il numero di Dom.
"Hey, ci divertiamo sta sera?" aveva chiesto, sorridente.
Tutto questo perché Matt non era capace di considerare gli altri come persone, tutto questo perché lui non aveva la voglia di impegnarsi..
Tutto questo per le promesse non mantenute, tutto questo per la fiducia non ripagata.
Tutto questo perché era un ragazzino viziato.


   
 
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