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Autore: Botan    12/02/2011    1 recensioni
"Tu sei... Sì, semplicemente tu"
Raccolta di storie incentrate sulle vite e sui sentimenti di personaggi che hanno ancora molto da raccontare.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Quando lo vedi ti nascondi dietro ad un sorriso, Jabi

Tu - Jabi

 

 

 

 

 

Quando lo vedi ti nascondi dietro ad un sorriso, Jabi.

Quando ti guarda abbassi gli occhi e fai la risentita perché in realtà vuoi solo che lui non ti rivolga l’attenzione.

E sei sempre dura nei suoi confronti, pungente e spesso anche irritante. Fai l’orgogliosa, la donna che non ha bisogno di avere nessun uomo al proprio fianco perché domini ogni situazione con destrezza e decisione.

Nulla ti può spaventare, nulla può scalfirti, ferirti, tu sei uno spirito indomito.

Eppure, quando lo guardi la luce nei tuoi occhi mostra impietosa ciò che tu sei in realtà.

Abbassi il capo o te ne vai per non mostrare quella fragilità che tu stessa non riesci ad accettare. Ma tu sai che c’è, e allora tenti di combatterla, affrontarla con le tue sole forze, però non c’è magia o incantesimo che riesca ad annientarla.

Provi a darti una risposta a quel perché, ma come sempre non sei in grado di trovarla.

Dovresti scavare più a fondo in quel tuo cuore che neppure ti sforzi di comprendere. E più scavi, più insorgono domande che quasi mai trovano risposta.

Tu sai che per te è difficile accettare la realtà, e proprio per questo non riesci a capire o a capirti.

Non vuoi farlo.

Combatti questo tuo malessere mostrandoti distante, fredda e indisponente.

Anche nei riguardi di colei che, inconsapevolmente, te l’ha portato via ti comporti da donna presuntuosa ed arrogante. Mentre in realtà con quel tuo comportamento dimostri di essere solo una bambina smarrita che ha paura del futuro. Ma tu credi perfino di non avercelo un futuro.

Certo, tu vuoi vivere, ma l’idea di morire non sembra smuoverti.

Infondo pensi che per te è uguale.

Vivresti per adempiere al tuo dovere di sacerdotessa del Makai, e moriresti per volere del fato, o per semplice vecchiaia, o… No, non vuoi dirlo.

Non vuoi dire per chi tu moriresti. Ma lo sai benissimo. Ti riesce solo difficile accettarlo.   

Eppure tu hai già conosciuto la morte, ma hai scelto di non andare con lei, e sei rimasta ad aspettare che qualcuno venisse a portarti via da quel limbo che ti teneva prigioniera. Finché all’improvviso hai riaperto gli occhi, e hai visto il suo volto. Era venuto lì per salvarti. Gli hai sorriso, eri debole, ma viva. Consapevole del fatto che sei rimasta lì a lungo, in attesa. Sospesa tra la vita e la morte. Quasi non sapevi cosa fare, dove andare, che direzione scegliere. Ma hai deciso di aspettare, o meglio, di aspettarlo. Tu hai scelto di restare per lui. Lo hai fatto per non lasciarlo solo, perché tu saresti capace di mettere ancora una volta a repentaglio la tua vita, ma non per uno scopo qualsiasi. Lo faresti per il suo bene, regaleresti il dono più prezioso che hai pur di non vederlo spirare.     

E allora cominci a pensare se quella persona a cui tieni molto morirebbe per te. E quando ti dai una risposta, senti uno strano dolore in petto che ti lacera anche l’animo.  

Abbassi gli occhi stanchi, fuori è notte.

Ha già rischiato una volta la vita, ma non per te, Jabi. E provi rabbia. Sei frustrata, irritata a tal punto che preferisci startene da sola.

Passeggi per quei boschi che tanto ami, e pensi, rifletti. Guardi le fronde degli alberi, sfiori con le mani un tronco di una robusta quercia, al tatto ti sembra forte, stabile. Pensi che nessuno potrà mai sradicarla da lì. E vorresti essere come lei. Solo una forte raffica di vento riuscirebbe a buttarla giù. Paragoni quella brezza impetuosa a colui che tu ami. E ti senti crollare al suolo.  

Tu che non ammetti la sconfitta, sei quasi costretta ad accettare una disfatta che non ti piace. Ma il paradosso è che quando provi ad immaginare il suo volto, tutta la rabbia che hai dentro scema. La tempesta che si scatena nel tuo cuore si placa, al suo posto c’è solo una lieve pioggerellina che inizia a solcare le tue guance. Quelle sono le lacrime di una donna innamorata.

E per te rappresentano la disfatta che non ti piace.

Se piangi, allora significa che stai male. Tu non vuoi, sei fatta così. Un ricordo non può indebolirti. Il suo, poi.

Devi lasciarlo andare via, ci provi tante volte, ma quando lo rivedi capisci che si trova ancora dentro di te.   

E allora fai l’indifferente, ti nascondi dietro ad una risata per fargli vedere che sei sempre la stessa. Lo provochi, spesso ingiustamente, sei l’unica che riesce a tenergli testa, e con le mani poggiate sui fianchi ti diverti a chiamarlo “moccioso”, perché sai che gli darà fastidio.

Ma il tuo cuore piange. In silenzio, solo tu odi quel gemito che si nasconde dietro quell’aria sfrontata che tanto ti piace ostentare. Non fai nulla per fermarlo. Che senso avrebbe?

Un forte sentimento non si può cancellare, e infondo, cara Jabi, tu non vuoi dimenticare.

E continui a farlo gemere, non cerchi di cambiarlo.

Perché con il tempo hai imparato che un cuore innamorato non può smettere di piangere. 

 

 

 

 

___________________________                                 

 

 

 

 

 

Inizialmente questa doveva essere una oneshot dedicata a Jabi, successivamente l’idea di scriverne altre ispirate ad alcuni dei personaggi più importanti di Garo, quelli che avevano più cose da raccontare, mi ha convinta a proseguire.

Si tratta più che altro di brevi racconti introspettivi che descrivono le emozioni ed i sentimenti di personaggi che a mio parere hanno veramente tanto da dire.

La cosa più difficile è stata la scelta del titolo. Siccome quello che avevo stabilito per la oneshot incentrata su Jabi non poteva più combaciare anche con le altre storie, ho dovuto cambiarlo, ma inizialmente non è stato facile trovare diciamo un compromesso.

Finché non mi son detta “Si tratta di storie che raccontano in breve il personaggio, che descrivono una parte di lui, o che raccontano di lui, di quello che pensa o che vorrebbe, della sua vita, insomma” e così è nato questo “tu”, come per dire, “tu sei…” o “questo sei tu”, semplicemente tu!

 

Spero vivamente di aver fatto un lavoro non dico perfetto, ma almeno presentabile!

Ci risentiamo a fine storia! ^__^

E buona lettura!

 

Botan

 

 

   
 
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