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Autore: Kaimy_11    13/02/2011    3 recensioni
Draco Malfoy discendeva da due delle più importanti, e al tempo stesso temute, famiglie di maghi. Per loro la purezza del sangue era tutto, con il denaro si poteva comprare ogni cosa e i Babbani valevano meno degli insetti. Non si lasciavano spaventare dai matrimoni combinati, salvaguardare le loro idee e la loro purezza era tutto, d'altronde. Nessuna incertezza, niente ripensamenti o segni di debolezza, un Purosangue, per di più ricco, deve sempre distinguersi dagli altri e guadagnarsi il rispetto di chi gli sta intorno.
Draco Malfoy era cresciuto in quel mondo e il suo carattere era stato modellato apposta per diventare ciò che ci si aspetta da un Malfoy. Si circondava solo di gente che riteneva degna di lui, otteneva sempre tutto ciò che voleva, nessuno poteva intralciarlo o sfidarlo. A scuola era visto come il più bello e dannato dei ragazzi, ricco, potente, affascinante. Perfetto. Nessuna poteva occupare il suo fianco per più di qualche giorno e, l’unica che c’era riuscita, l’unica che l’erede dei Malfoy avesse scelto e amato, era stata uccisa dai Babbani.
Draco non mostra i suoi sentimenti, nulla può turbarlo.
Ma lui, dannazione, voleva la sua vendetta.
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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Behind the mirror

Behind the mirror

 

 

 

 

 

-Io davvero credevo di poter lasciar correre, di poterti lasciare fare le tue scelte senza interferire. Ma mi sono illuso-

Blaise sedeva comodamente sulla poltroncina bianca nella stanza di Draco, la fronte sul pugno e lo sguardo severo puntato sull’amico.

Il biondo, infatti, era seduto sul proprio letto, circondato da fogli sparsi e tomi pesanti. Teneva la testa china e non smetteva di leggere. Quando Blaise era entrato, a forza, nella stanza, lo aveva trovato perso nelle sue ricerche e non era riuscito a distrarlo.

-Che vuoi? Niente di meglio da fare? Ti stai rammollendo secondo me, la scuola è iniziata da quasi un mese e tu non hai ancora trovato una ragazza che ti faccia compagnia. Mi deludi-

Blaise sbatté i pugni contro la poltrona, con tanta rabbia che perfino Draco fu costretto ad alzare gli occhi dalle sue letture. Come se non bastasse, Blaise prese a calci una scarpa che aveva lì davanti mandandola dritta contro il biondo, che tuttavia la scansò senza scomporsi più di tanto.

-Vuoi piantarla? Cosa hai nella testa? Perché non ammetti di avere un problema e chiudiamo la faccenda? Puoi fare il duro con gli altri ma, a meno che tu non voglia che il tuo malessere ti trascini in un abisso, credo sia ora di darsi una svegliata, cazzo!-

Draco lo fissò in cagnesco, la mascella era contratta e gli occhi ridotti a due fessure. Fece una profonda smorfia e tornò a leggere.

-Io sto benissimo-

-Ma certo!- urlò Blaise alzandosi in piedi e dando un calcio alla seconda scarpa sul pavimento. –Saltare le lezioni, mangiare a stento, passare tutte le tue giornate chiuso da qualche parte con quei fottuti libri, per te è normale! Su quelle pagine non ritroverai Claire, capiscilo dannazione, oppure giuro che...-

Draco alzò la testa con un’espressione talmente nera che Blaise si zittì. Il biondo aveva uno sguardo gelido e profondo, sembrava la morte.

-Non-nominare-Claire- sibilò minaccioso.

Blaise sbuffò e si passò una mano fra i capelli, facendo qualche passo intorno e cercando di calmarsi. Draco era sempre stato un tipo curioso, scendeva nella cantina segreta di villa Malfoy già ad otto anni, leggendo i libri proibiti del padre o cercando oggetti maledetti. Se si metteva in testa di imparare un nuovo incantesimo, non si dava pace finché non ci riusciva. Divorava i libri di magia nera, studiandone uno dopo l’altro.

Ma quello che stava cercando in quel momento era, purtroppo, maledettamente sbagliato e inutile. Come se non bastasse lo stava portando ad un limite; quella ricerca era deleteria. 

-Quello che voglio dire è che…-

-D’accordo!- sbottò Draco, chiudendo di scatto un libro. –Come spieghi il fatto che non ci sia alcun legame di parentela fra loro? Non c’è niente, neppure un lontanissimo parente in comune, niente!-

-Oh santo cielo Draco tu hai perso la ragione!- Gli rispose Blaise. –Hai passato l’ultima settimana sugli alberi genealogici dei maghi, cercando cosa, poi? Pensavi che fossero sorelle gemelle separate alla nascita? Ti saresti dato pace, a quel punto?-

-Blaise, tutti i maghi purosangue sono in qualche modo imparentati. Ho addirittura una parentela con i Weasley e i Potter, ti rendi conto? Perché i Robinson e i King hanno origini totalmente diverse? Ho studiato la loro storia e…-

-Basta! Non aggiungere altro, ti prego!- Blaise si voltò  tornando a sedersi sulla poltrona. –Non avevi detto che questa King non è propriamente una purosangue?-

-Ma non c’entra! I King…-

-Certo Draco, certo! Rigira le carte come e quando vuoi tu! La devi smettere, giuro che se domani non ti vedo a lezione vengo qui e ti spacco la faccia-

Draco afferrò il libro che aveva davanti e lo scagliò contro il muro.

-E allora- iniziò urlando. –Come spieghi il fatto che nessuno in tutta Hogwarts abbia mai notato la somiglianza fra loro due? Come?-

Blaise rimase in silenzio, si appoggiò allo schienale e guardò Draco quasi spaventato.

-Lo vedi?- continuò il biondo. –Questa King non è spuntata fuori dal nulla, è qui da tre anni, e perché nessuno ha notato quanto lei e Claire fossero identiche?-

Blaise chiuse gli occhi e non rispose.

-Sono uguali, Blaise, uguali. L’unica diversità, a parte gli occhi e i capelli, è la cicatrice che Samantha King ha sullo zigomo destro-

Blaise lo guardò disgustato. –Cosa significa questo? Pensi che gli alieni le abbiamo attaccato la faccia di Claire lasciando quella piccola cicatrice come prova?-

-No, ma allora perché nessuno ha mai visto niente?-

Il moro scosse il capo. –Sono troppo diverse, Draco-

-Che vuoi dire?-

-Una era una Serpeverde, l’altra una Grifondoro. Frequentavano corsi e soprattutto amici diversi, chi avrebbe dovuto accorgersi della somiglianza? Stiamo parlando di due persone opposte che, se anche si fossero trovate nella stessa stanza, non si sarebbero prese il disturbo di guardarsi in faccia, figuriamoci chi le conosceva! E poi ci sono due anni di differenza, quando Claire era già cresciuta la King appariva ancora come una bambina-

Draco nascose una smorfia per imporsi la calma. Guardò l’amico seriamente e serrò la mascella. –E i professori?-

-Forse loro vedevano solamente quello che le due ragazze erano dentro, ovvero una Serpeverde bionda e autoritari ed una Grifondoro rossa e timida. Non hanno mai badato ai loro profili, si sono concentrati sul carattere e sui modi di fare-

Draco si alzò in piedi e scese dal letto con un unico salto, come una tigre. Le spalle si alzavano talmente tanto quando respirava, che chiunque sarebbe scappato via terrorizzato, ma ovviamente non Blaise che lo conosceva da sempre.

Il biondo avanzò, si sistemò la divisa e si rimise le scarpe, sibilando:

-Quindi io sarei solo un povero pazzo visionario, giusto? Bene!-

Detto ciò abbandonò la stanza sbattendo la porta con forza, lasciando Blaise da solo che scuoteva il capo contrariato e avvilito.

 

Samantha camminava lentamente per uno dei grandi corridoi del castello, l’ora d’incantesimi era finalmente finita e lei non vedeva l’ora di godersi le sue ore buche prima delle lezioni pomeridiane             per ripassare e rilassarsi un po’. Quel giorno c’era un sole incantevole e neppure una nuvola in cielo, era uno di quei rari giorni che ricordavano l’estate e quei bei pomeriggi a correre spensierata.

Raggiunse l’aula di studio, salutò due ragazze di Tassorosso del suo stesso anno e si sedette  ad un tavolino da sola, occupando anche il posto per Leila. Prese il libro di Trasfigurazione ed iniziò a ripassare un vecchio argomento che proprio non capiva e che, sicuramente, Leila sarebbe stata felice di spiegarle.

Alzò gli occhi verdi dal manuale per un solo istante e se ne pentì. Sul muro di fronte a lei una sagoma nera sfrecciò rapida verso la porta e sparì così come era apparsa.

Le si chiuse lo stomaco.

Nessun’altro nella sala sembrava aver notato nulla di strano, neppure i ragazzi seduti vicino alla porta. Prese un respiro profondò e tornò a studiare, sicura di essersi sbagliati, a volte la vista faceva strani scherzi.

Passarono pochi secondi prima che un rumore la costringesse a sollevare la testa e, ciò che vide, per poco non la fece morire di paura.

Una sagoma vagamente umana era ferma sul soffitto come una semplice ombra, peccato che, sotto di lei, il lampadario cigolasse sinistro e minacciasse di staccarsi dal soffitto per cadere dritto su Samantha.

Si alzò in piedi di scatto e tutti si voltarono a guardarla, qualcuno annoiato e altri stupiti. Forse credevano che fosse impazzita.

-Quel lampadario è davvero vecchio ma sta tranquilla, non cadrà- Le disse un ragazzo di Corvonero, lanciando una brave occhiata al lampadario cigolante per poi tornare a scrivere la sua relazione.

Sammi sollevò il capo verso il soffitto e la vide ancora lì, quell’ombra ferma sul lampadario che non si muoveva di un millimetro ma che sicuramente la stava fissando.

Perché quel ragazzo non l’aveva notata?

Improvvisamente l’ombra strisciò contro un muro e si fermò alle sue spalle, costringendo la giovane a voltarsi. Nella sala qualcuno la stava fissando in modo strano ma nessuno aveva visto quell’ombra minacciosa a forma d’uomo che ancora torturava la piccola Grifondoro.

La sagoma si spostò nuovamente iniziando a sfrecciare da un muro all’altro, salendo sul soffitto e strisciando sul pavimento.

A quel punto, prima di scoppiare a piangere, Samantha raccolse le proprie cose e scappò via infischiandosene dei ragazzi che la guardavano credendola pazza.

Forse era impazzita sul serio.

Durante la sua corsa e testa basta si scontrò con Laila che le chiese spiegazioni ma lei la ignorò.

Continuò a correre fino a raggiungere il cortile luminoso, tornando a desiderare che arrivasse la calda estate. Desiderò che tornassero i pomeriggi spensierati che, magari, avrebbero portato via quelle ombre oscure che tanto la terrorizzavano.

Corse ancora e, quando sollevò gli occhi verso il sole, si ritrovò di fronte un sagoma in ombra. Stava quasi pur urlare dalla paura quando, fermandosi, riuscì a mettere a fuoco i contorni di quella persona.

O meglio, di quel ragazzo.

Era alto e magro, biondo, il viso dai lineamenti rudi e mascolini, la fronte ampia accarezzata da ciuffi biondi e gli occhi ghiacciati che la fissavano con attenzione. Teneva le mani in tasca e le sue labbra erano piegate da uno strano e misterioso sorriso.

-Perché correvi?- le chiese tranquillo.

Samantha riprese fiato ma non riuscì ad articolare alcun suono.

Draco le sorrise e avanzò di un passo fermandosi ad un palmo da lei, sollevò un braccio e le accarezzò dolcemente una guancia con il dorso della mano.

-Sembri spaventata. Ogni volta che mi vedi perdi il fiato? Non sapevo di farti questo effetto!-

Mentre Draco sogghignava divertito, Samantha abbassò gli occhi e sorrise.

Perché vedere quel ragazzo Serpeverde le faceva sempre quell’effetto? Il cuore le batteva forte e non riusciva più a parlare. Aveva paura di lui, dei suoi modi serpenteschi e di quel suo sorriso maligno, eppure, per la seconda volta, se lo ritrovava di fronte dopo essere fuggita via dalle ombre che la inseguivano.

Forse, questo particolare, avrebbe dovuto farla riflettere. Ma non fu così.

La ragazza lo guardò negli occhi e sorrise raggiante, infondo, in quel momento, non poteva che considerare quel bel ragazzo come il suo salvatore.

Come il suo raggio di luce.

Un raggio di luce

Draco guardò altrove, incapace di continuare ad ammirare quel volto splendido illuminato da quel sorriso dolce e dagli occhi verdi e sinceri.

Non era degno di lei.

-Vieni con me- le disse freddamente, con un sorriso spento.

A lei era sembrato di vedere il più bello dei ragazzi tramite quel sorriso, senza accorgersi delle verità nascoste in quello sguardo di ghiaccio così abile a schermare i propri sentimenti e i propri pensieri.

Passeggiavano sul prato di Hogwarts sotto quel caldo sole di inizio novembre, diretti alla riva del lago. Era proprio una giornata strana, una aggiornata assolata d’inverno.

Un contro senso.

Draco guardò Samantha e pensò che quella giornata rispecchiava proprio lei. I capelli rossi fiammeggianti, la pelle chiara e gli occhi di smeraldo che, quando guardavano il cielo, si illuminavano come se possedessero luce propria.

Sorrideva e quel sorriso era incantevole e dolce, quasi capace di sciogliere il gelo del suo cuore. Proprio in quel momento la ragazza si chinò per raccogliere un fiore e sorrise ancora accarezzando con le dita esili i petali delicati. Le lunghe ciglia sfiorarono gli zigomi e le guance si imporporarono, quando, per puro sbaglio, Samantha sollevò le sguardo e si ritrovò sotto quello attento di Draco. 

Il ragazzo serrò la mascella e inarcò le sopracciglia. Teneva le mani in tasca, i muscoli erano tesi, inginocchiata davanti a lui c’era la peggiore delle minaccia mai viste prima.

C’era un demone.

Un demone bellissimo dai capelli rossi e con il viso da fata. Un demone dal sorriso dolce e dallo sguardo magnetico.

Era proprio come quella giornata.

Calda e fredda.

Dolce e amara.

Un ossimoro.

-Ti sei imbambolato?-

Draco si riscosse e rimase ad osservare Samantha che si rialzava e correva spensierata più vicina al fiume.

-Non vengo mai da questa parte del castello, non avevo mai visto tutti questi fiori!- spiegò lei, tutta contenta, mentre si inginocchiava a raccogliere altri fiori.

Draco avanzò e si appoggiò con la schiena contro un albero incrociando le braccia al petto ed osservando la ragazza senza mostrare alcuna espressione.

-Perché non vieni mai qui?-

-Non mi piace il lago nero-

-Hai paura?- ghignò lui.

Draco nascose il viso sotto l’ombra delle fronde dell’albero, il sole lo infastidiva arrivandogli sugli occhi. Pensò che avrebbe dovuto tenere a mente quel particolare e ricordare che la ragazzina infernale che aveva davanti temeva il lago nero.

-Ti piacciono i fiori?- chiese incuriosito, dato che rimaneva ancora seduta fra l’erba.

-Sì- gli rispose semplicemente.

Draco scosse il capo. –Ti piace il Quidditch e i fiori. Che strano accoppiamento!-

Samantha lo guardò e, in quel momento, per un solo istante, Draco si sentì per davvero al cospetto di un angelo ammaliatore.

Un angelo dannato.

La ragazza aveva fra le labbra un sorriso tenue, i suoi occhi lo fissavano con serietà e, poco lontano da lei, il lago rispecchiava i raggi del sole diffondendo una luce arancio che accentuava il colore dei suoi capelli, il candore della sua pelle e la lucentezza del suo sguardo.

Un angelo fra le fiamme.

-Forse io sono strana- gli disse, abbassando poi lo sguardo imbarazzata e tornando ad osservare i fiori che le stavano intorno con un sorriso nascosto.

Draco prese un profondo respiro e chiuse gli occhi, cercando di riordinare i pensieri e di calmare il suo cuore, ormai corroso dalla rabbia, dal dolore e da qualcos’altro. Qualcosa che avrebbe dovuto essere piacevole, ma che non lo era.

-E tu? Si può sapere che intenzioni hai?-

Draco spalancò gli occhi ed osservò la ragazza voltata verso di lui.

-Di che parli?- le chiese, con un sorriso affascinante per fingersi disinvolto.

Lei sospirò e tornò a guardare il lago. –Ti presenti, passeggiamo insieme ad Hogsmeade e poi… poi sparisci per un mese!- detto ciò tornò a guardarlo dritto negli occhi.

Draco non disse nulla, rimaneva appoggiato all’albero con le braccia incrociate. Sammi lo trovò bello e tenebroso come sempre, senza sapere mai cosa stesse realmente passando per la testa del ragazzo in quel momento.

Il Serpeverde, infatti, la fissava con le sopracciglia contratte, sembrava un serpente davanti ad una preda. Sembrava perfino spaventato da lei, da lei e dal suo sorriso. Odiava quel modo che aveva di guardarlo e l’effetto che gli facevano quegli occhi non proprio sconosciuti.

Quel viso

-E poi, magicamente, ricompari e mi porti qui senza un vero motivo. Cosa vuoi da me?- gli chiese senza paura, fronteggiandolo apertamente con lo sguardo.

Sembrava incuriosita e decisa al tempo stesso, non si aspettava nulla, non si mostrava né furba né maliziosa.

Deliziosamente ingenua e forte al tempo stesso.

-Conoscerti- disse Draco, con una nota arrogante nella voce.

-Conoscermi?-

-Conoscerti!- concluse con un sorriso ammaliatore.

Samantha parve pensarci su e poi si voltò ad osservare il lago con una strana espressione. Giocò distrattamente con un fiore che aveva in mano e si portò dietro l’orecchio un ciuffo di capelli che le era finito davanti agli occhi.

-Perché?- gli chiese con quel suo sguardo intenso che tanto contrastava con i suoi sorrisi spensierati e solari.

Draco la fissò a lungo senza distogliere gli occhi da quelli di lei. Era ancora seduta fra i fiori con il sole che illuminava la sua figura donandole quasi un’aura luminosa e non aveva cambiato espressione, rimaneva seria con le labbra appena dischiuse e un fiore stretto fra le mani.

Un fiore rosso.

-Non lo so- le rispose gelido.

Samantha piegò il collo di lato e corrugò la fronte. –Davvero non lo sai?- gli chiese.

Aveva sorriso a quella domanda, eppure, nei suoi occhi, c’era qualcosa di terribile.

Lo sguardo di un demone indagatore.

Un demone che legge i pensieri.

Draco guardò altrove, furibondo.

Non importavano i suoi piani originali, non importava quanto quella ragazza somigliasse alla sua Claire.

Perché non era Claire.

Mentre stava con quella piccola Grifondoro non riusciva a pensare alla sua defunta amata, erano su mondi opposti. Samantha era un fiore troppo delicato nelle sue spire da serpente, un piccolo bocciolo di rosa che riusciva a stregarlo.

Oltretutto adesso Draco sapeva che non sarebbe mai stato in grado di fare del male a quella ragazzina così fragile, dolce, tenera, indifesa.

A quella ragazza dal sorriso tanto caldo da intenerirlo.

Era un veleno travestito da dolce miele che scendeva dritto verso il suo cuore e nessuno poteva dire se lo avrebbe stretto in una morsa mortale o se invece lo avrebbe curato.

Ma lui non voleva essere curato!

Non poteva aver fallito, non poteva fermarsi ad un passo dal traguardo. Non avrebbe mai accettato che quella ragazza lo rammollisse o che scatenasse sentimenti tanto contrastanti dentro di lui.

Sentimenti che non gli appartenevano.

Era una bugia.

Una bellissima bugia, ma pur sempre un inganno.

Non poteva fare quello a Claire, doveva farla pagare a quella mocciosa che le aveva rubato la faccia senza farsi ammaliare.

Draco la guardò un’ultima volta e, quasi come se si fosse scottato anche solo vedendola, si staccò dall’albero di tutta fretta e si avviò a grandi passi verso il castello.

-Dove vai adesso?- urlò lei.

-Ci vediamo domani. Promesso- Le rispose.

Non sapeva nemmeno lui perché le aveva fatto quella promessa ma di sicuro non voleva allontanarla del tutto da lui. Avrebbe trovato il modo per capire cosa rappresentasse realmente quella Samantha King per lui oppure avrebbe trovato il modo per ferirla.

 

Quando Draco se ne andò Sammi rimase ferma dov’era stendendosi sul prato e beandosi del calore che le riscaldava la pelle e del profumo dei fiore che la rilassava.

Le parve di chiudere gli occhi solo per qualche minuto ma in realtà restò lì a riflettere a lungo. Si riscosse solo quando il sole scese dietro le montagne e il freddo si posò su di lei ricordandole che era ora di rientrare nel castello.

Si mise a sedere e pensò che già una volta era rimasta fuori per troppo tempo, rientrando con il calar del sole, e se ne era pentita.

Sperò di non doversene pentire ancora

Ma, si sa, a volte le nostre paure si avverano ancora prima dei nostri sogni.

Mentre si rialzava Samantha si accorse che c’era qualcosa di strano sulla superficie del lago nero e, infatti, una testa nera e tonda fuoriusciva e due grandi occhi bianchi e vuoti emergevano dal pelo dell’acqua fissandola con insistenza.

Quando la sagoma riemerse piano, rivelando un corpo umano, nero e spaventoso, Samantha si alzò e corse via urlando e in lacrime.

 

 

 

 

 

 

 

Continua…

 

Grazie a chi ha letto ma in particolare a:

Ravenwood

Alex91

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Per la recensione, vi ringrazio infinitamente.

 

Spero che il capitolo sia piaciuto, lasciate pure un commento e mi farete felice ^^

 

Grazie ancora, a presto.

   
 
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