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Autore: Black_Eyeliner    13/02/2011    6 recensioni
A Tyki Mikk piacerebbe contare ciascuno dei battiti per minuto di quel cuore piccolo e intrepido, perché ciascuno dei battiti di Allen gli appartiene e gli apparterrà per sempre.
E’ lui che ha il privilegio di manipolare ogni cosa del Creato. Ed è lui che –s’illude- decide fino a quando quei battiti dureranno, fino a quando saranno liberi di sciogliersi da sistole e diastole, scollegarsi da quel semplice e muto meccanismo per diventare musica.
[Rewriting]
[Spoiler Night #203]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Allen Walker, Tyki Mikk
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Nd. Spoiler Night # 203 – Tavola 26  - BPM – Beats Per Minute

 

 

 

BPM ● You Don’t Even Call My Name

Poker Pair

 

 

 

 

 

“Amore.
Amicizia.
Tristezza.
Disperazione.

 Sei cresciuto per diventare proprio un bellissimo esorcista, Allen Walker.”

 

 

Le parole giungono ovattate, lontane, appena percettibili.
Suoni disgiunti. Rumore bianco, anzi. Incolore.
Allen è a terra, supino, ha paura; la testa gettata all’indietro, gli occhi sgranati: quell’uomo sta facendo qualcosa alla sua Innocence, e lui no, non vuole gli venga sottratta.  Non di nuovo.

Il dolore è concentrato, denso, gli appanna le iridi d’argento come un respiro caldo su di uno specchio oltre la cui superficie le immagini si smarriscono, vaporizzando in molecole invisibili, trasparenti.

 E’ la fine?

No.
Non può esserlo.

 
D’improvviso, una luce.
D’improvviso, una porta.
Farfalle meccaniche.
Picche, cuori, fiori e quadri. Alati.
Colori traslucidi nel buio.

 -Sei nei guai… Ragazzo?

Viola, Nero.
Così. Commuoventi.
E c’è di nuovo rumore.
Suono.
Musica.

 E’ il Piacere che la sente, quella musica che non sentiva da tanto, la ascolta. Ne gode e ne spasima, ne impazzisce.
Gli piace, da morire.

Forse, forse, la ama.
Certamente, non riesce a farne a meno.
E’ la voce del suo esorcista, è il suo esorcista che geme.

Sono i suoi battiti.

 

Thump…

 

Thump…

 

Thump.

 

A Tyki Mikk piacerebbe contare ciascuno dei battiti per minuto di quel cuore piccolo e intrepido, perché ciascuno dei battiti di Allen gli appartiene e gli apparterrà per sempre.
E’ lui che ha il privilegio di manipolare ogni cosa del Creato. Ed è lui che –s’illude- decide  fino a quando quei battiti dureranno, fino a quando saranno liberi di sciogliersi da sistole e diastole, scollegarsi da quel semplice e muto meccanismo per diventare musica.

Tyki si volta verso di lui, le iridi ambrate si colmano di  quell’immagine, la retina ne trabocca, accecata.
Allen ansima, trema fra le braccia di Road Kamelot, un adorabile, lieve rossore gli imporpora il dorso del piccolo naso all’insù, le lunghe ciglia albine fluttuano per impedire alle lacrime di districarsi bagnando inutilmente il dolore, il respiro decelera poco alla volta.

I battiti per minuto diminuiscono, ma il Piacere non riesce proprio a contarli.

E’ troppo impegnato a contare i propri, stranamente accelerati, selvaggi, folli.
Si da dello stupido da solo quando uno sciocco pensiero gli balena di colpo in testa: il pensiero che gli sarebbe piaciuto, in fondo, essere lui a consolare –abbracciare- il suo ragazzino. Che adesso ricambia il suo sguardo, scosso, stremato, spaurito.
Coi suoi occhi argentati. Il viso arrossato. Le labbra tremule. Le catene ancora attorno alle piccole caviglie pallide.

 In fondo è stato lui ora a salvarlo, magari si è guadagnato il suo perdono per quella volta, pensa ironicamente Tyki, smarrendosi nel suo sguardo innocente, irresistibile, inconsapevolmente provocante.

E ‘fanculo.

 Allen, stavolta, non ha neppure chiamato il suo nome.

Non sa perché, né lo vuole sapere.
Ma la cosa lo scazza alquanto, mentre pensa ai mille modi in cui potrebbe costringere il suo piccolo esorcista ad urlare dieci, cento, altre mille volte il proprio nome.

 Uno di quei modi, però, scopre gli piace, molto più degli altri novecentonovantanove, quanti devono essere ora i battiti del suo cuore in un minuto al pensiero di Allen, sotto di sè.

 

 

 

 

 

Owari ●

   
 
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