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Autore: luvnote4u    14/02/2011    0 recensioni
Forks è tutta un chiacchiericcio sulla nuova ricca famiglia in città. Cosa vorrà dire questo per le tre sorelle Swan – Alice, Bella e Jessica? La storia di Orgoglio e pregiudizio con un salto in Twilight. Ah, leggete e commentate per favore!
Genere: Commedia, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, Cross-over, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Presunzione e Preconcetti

Di luvnote4u

Capitolo 7

L’aggressività non era una caratteristica di norma sfoggiata da nessun membro della famiglia Swan. Quando Charlie era seccato di qualcosa che veniva fuori a lavoro o frustrato da "i pericoli di una grande città", come diceva quando  si riferiva a Seattle,  raccoglieva la sua attrezzatura e si avviava  verso il suo punto preferito per pescare e lasciava rifluire i suoi guai nella serenità della natura. Renée si rapportava con lo  stress balzando in nuove attività, spesso suscitando un’espressione accigliata da parte di due o tre delle sue figlie e del marito perplesso. 
Alice pareva non provare mai alcun sentimento di rabbia. Secondo Bella, era troppo dolce per consentire alla vita di strapparla dal suo mondo di farfalle e arcobaleni. Ogni volta che le venivano rivolte queste accuse Alice non faceva altro che sorridere e scuotere la testa, confermando i pensieri della sorella. Bella in genere si immergeva in un libro ogni volta che la vita sembrava intrappolarla. Ai suoi occhi, le tribolazioni di personaggi fittizi erano sempre da preferire ai suoi minuscoli problemi. Tra tutti gli Swan, Jessica era quella che aveva più probabilità di essere affetta da un comportamento aggressivo. Era notoriamente drammatica ed era sempre la prima a scattare contro un commento maligno. Eppure, in quel particolare pomeriggio, non era la più giovane, più drammatica Swan a cedere all’aggressività. No, era Bella che sperimentava gli artigli della veemenza mentre tornava a casa da La Push. 

"Alice", urlò, sbattendo la porta del suo pick-up dietro di lei. Si arrampicò su per i gradini del portico, spinse la porta aperta. E batté contro il muro, nel fare ciò, il paravento tremò. Si tolse gli stivali pieni di pioggia e barcollando salì su per le  scale. Il pugno stretto e un dolore alla mano, come ricordo del suo pomeriggio disastroso. 

-: - 

Le nuvole pesavano sopra l'oceano mentre Jacob e Bella passeggiavano lungo il bagnasciuga. Bella guardava la marea rotolare pigramente sulla spiaggia, come il respiro di un bambino, che sale e scende lentamente. Era ipnotico. Era così assorta a guardare le onde che quasi non registrò  il silenzio insolito di Jacob. 

Il pollice di lui accarezzava linee sul dorso della mano di lei, mentre erano seduti su una panchina fatta di pezzi di legno sbiancato - la loro panchina di legno alla deriva. Solo allora Bella registrò la strana calma.

Bella volse gli occhi scuri verso il suo amico. Lui sorrise dolcemente, ma per motivi sconosciuti a lei, non incontrò i suoi occhi. Lei posò la mano libera sulla sua guancia e tentò di tirargli su gli angoli delle labbra, sforzandosi per farlo sorridere realmente. Per un breve momento funzionò. Lui tirò indietro le sue labbra in un ghigno lupesco, ma poi  caddero di nuovo. In risposta, lei scosse la testa. 

"Cosa c'è che non va, Jake?" chiese, le sopracciglia increspate in segno di preoccupazione. 

"Niente," mentì, guardando l'orizzonte. 

Lei scosse la testa e sospirò. " Non penserai che me la beva sul serio? Ti conosco meglio di così." Mise su il broncio.
Una folata di aria soffiò via dalla bocca di lui  in un modo troppo frustrato per essere un sospiro. Bella sentì il suo peso spostarsi e il suo sguardo indugiare sul viso di lei."Che-?" 

La sua domanda fu  bruscamente interrotta dalle labbra di lui, che si schiacciarono e modellarono contro quelle di lei. Gli occhi di Bella si spalancarono in stato di shock. La mano di Jacob le afferrò il collo, cercando di tirarla vicino a lui. Con rabbia, Bella spinse le mani contro l’ampio petto di lui fino a quando il bisogno di aria non lo costrinse a rompere il bacio. Gli occhi di Jacob erano vivaci mentre cercava il viso di Bella.

"Beh?" chiese, le sopracciglia si alzarono in attesa. 

"Cosa diavolo era?" sputò, asciugandosi la bocca brutalmente. Al suo rifiuto, Jacob si allontanò. 

"Um ... un bacio?" 

" A me sembrava più un assalto! Perché l'hai fatto?" 

"Mi hai chiesto cosa c’era che non andava", cominciò a spiegare. "Stavo cercando di concentrarmi  su cosa non fare, quando ho pensato 'che diavolo?'" 

Gli occhi di Bella uscirono fuori dall’orbite dall’esasperazione. "Beh, forse questo ti ricorderà di trattenerti la prossima volta", rispose prima di colpirgli la mascella con il suo pugno chiuso. Sibilò dal dolore nel momento in cui il suo pugno entrò in collisione con il volto di lui. 

Jacob si strofinò la guancia, esterrefatto. Poi  registrò il dolore di lei. "Bella! Stai bene?" Prese la mano per esaminarla, ma lei la tirò via. 

"Non mi toccare", ringhiò. Si alzò e  si diresse verso il suo pick-up. Jacob tentò di seguirla, ma lo sguardo omicida di Bella lo fermò sul posto. Si alzò in piedi accanto alla panchina, guardandola allontanarsi guidando con una mano sola, chiedendosi esattamente quanti danni avesse fatto … 

-:- 

"Alice," Bella chiamò ancora. Aveva bisogno di sua sorella. Aveva bisogno che la sua calma, razionale sorella placasse la sua mente prima che lei rompesse qualcosa.  Non le sarebbero neppure dispiaciute le sue conoscenze di primo soccorso.

"Alice, non crederai mai-" La tirata si fermò sulla sua lingua quando vide sua sorella. Improvvisamente seppe che i ruoli si erano invertiti.  Era Alice che aveva bisogno di lei per tranquillizzarsi e calmarsi. I rimorsi di Bella con Jacob avrebbero dovuto aspettare. 

Alice sedeva sul bordo del letto con la schiena contro Bella. Aveva la testa china e le spalle delicate leggermente accasciate in avanti in una postura scomposta. Bella rimase sulla soglia, guardando Alice piegare le dita sottili insieme, ancora e ancora. Più inquietante di tutto, Alice era in tuta da ginnastica. Tuta grigia. E un maglione grumoso che  teneva nel retro del suo armadio perché non aveva avuto il coraggio di buttarlo via. 

Se le avessero chiesto da quanto tempo se ne stava lì a guardare la sorella a pezzi, Bella non sarebbe stata in grado di rispondere. Ogni secondo di silenzio pulsava dolorosamente per entrambe. Era certa Alice fosse consapevole della sua presenza, ma la sorella rimase accasciata, piegando le dita insieme in silenzio. Quando per Bella il silenzio da reggere fu troppo, gentilmente si schiarì la gola. Alice a malincuore si voltò verso di lei. I suoi begli occhi erano gonfi e il bianco era iniettato di sangue, come se avesse pianto. Un debole sorriso le tirava su gli angoli della bocca, era quasi doloroso. 

"Oh, Alice," Bella soffiò. Il labbro inferiore di sua sorella cominciò a tremare. Quella visuale  era più di quello che Bella poteva sopportare. In tre lunghi passi, attraversò la stanza e avvolse Alice nel suo abbraccio. La facciata attenta che la ragazza aveva lottato per mantenere crollò e le lacrime sgorgarono liberamente. Insieme si dondolavano avanti e indietro dolcemente, Alice pianse le sue lacrime silenziose e Bella le zittiva  accarezzandole i capelli in modo materno. 

"Hai sbagliato," Alice soffocò quando le sue lacrime erano quasi a secco. 

Bella si congelò e si allontanò dalla sorella per esaminare la sua espressione. Non c'era dolore inciso nel volto di Alice. C'era una tristezza luccicante dietro i suoi occhi azzurri. C'era un vuoto da fantasma dietro il guscio del suo viso. Tuttavia, non c'era niente nella sua espressione che chiarisse il significato delle sue parole, niente che spiegasse perché tale agonia la tormentava. Infine, Bella decise che fosse meglio chiedere. 

"Che vuoi dire?" 

Alice fissò il soffitto, desiderando che le lacrime restassero dietro il loro argine. Asciugò quelle in eccesso e cercò la sua borsetta. Bella la guardò con occhi confusi. "Alice?" chiese dolcemente quando sua sorella tirò fuori il suo telefono e cominciò a selezionare i suoi messaggi di testo. 

Senza dire una parola, le diede il piccolo oggetto. Bella corrugò la fronte, ma prese il telefono abbastanza volentieri.  Rivolse  la sua attenzione al messaggio sullo schermo e poi improvvisamente desiderò non averlo fatto. Il suo sguardo tornò al viso di Alice, che era ormai una maschera impressionante di passività. Non passò una parola tra le due. La mano di Bella timidamente si allungò verso quella della sorella che la prese con gratitudine. 

Non era nella natura  di Alice Swan soccombere all'aggressività. Per fare ciò avrebbe dovuto biasimare qualcun’altro. Per quanto fosse ingiusto, Alice addossava solo a se stessa ogni colpa. Bella non era così stupida. Vide su chi far ricadere le colpe e sperò che la sua mano sarebbe guarita in fretta. 

Era sicura che avrebbe avuto bisogno del suo gancio destro molto presto.

Traduzione di jaybree88

   
 
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