Presunzione
e Preconcetti
Di
luvnote4u
Capitolo
7
L’aggressività
non era una caratteristica di norma
sfoggiata da nessun membro della famiglia Swan. Quando
Charlie era seccato di qualcosa che veniva fuori a lavoro o frustrato
da
"i pericoli di una grande città", come diceva quando si riferiva a Seattle, raccoglieva la sua
attrezzatura e si avviava verso
il suo punto preferito per pescare e
lasciava rifluire i suoi guai nella serenità della natura.
Renée si rapportava
con lo stress
balzando in nuove attività,
spesso suscitando un’espressione accigliata da parte di due o
tre delle sue
figlie e del marito perplesso. Alice
pareva non provare mai alcun sentimento di
rabbia. Secondo
Bella, era troppo dolce per
consentire alla vita di strapparla dal suo mondo di farfalle e
arcobaleni. Ogni
volta che le venivano rivolte
queste accuse Alice non faceva
altro
che sorridere e scuotere la testa, confermando i pensieri della sorella. Bella
in genere si immergeva in un libro ogni volta
che la vita sembrava intrappolarla. Ai
suoi occhi, le tribolazioni di personaggi fittizi
erano sempre da preferire ai suoi minuscoli problemi. Tra
tutti gli Swan, Jessica era
quella che aveva più probabilità di essere
affetta da un comportamento
aggressivo. Era
notoriamente drammatica ed era sempre la prima a scattare
contro un commento maligno. Eppure,
in quel particolare pomeriggio, non era la più
giovane, più drammatica Swan a cedere
all’aggressività. No,
era Bella che sperimentava gli
artigli della veemenza mentre tornava a casa da La Push.
"Alice", urlò, sbattendo
la porta del suo pick-up dietro di lei. Si
arrampicò su per i gradini del portico, spinse la
porta aperta. E
batté contro il muro, nel fare
ciò, il paravento tremò. Si
tolse gli stivali pieni di pioggia e barcollando
salì su per le scale. Il
pugno stretto e un dolore alla
mano, come ricordo del suo pomeriggio disastroso.
-: -
Le nuvole pesavano sopra
l'oceano mentre Jacob e
Bella passeggiavano lungo il bagnasciuga. Bella guardava la marea
rotolare pigramente
sulla spiaggia, come il respiro di un bambino, che sale e scende
lentamente. Era ipnotico. Era così
assorta a
guardare le onde che quasi non registrò il
silenzio insolito di Jacob.
Il pollice di lui
accarezzava linee sul dorso
della mano di lei, mentre erano seduti su una panchina fatta di pezzi
di legno
sbiancato - la loro panchina di
legno
alla deriva. Solo allora Bella
registrò la strana calma.
Bella volse gli occhi scuri
verso il suo amico. Lui
sorrise dolcemente, ma per motivi sconosciuti a lei, non
incontrò i suoi occhi. Lei posò
la mano libera sulla sua guancia e tentò di tirargli su gli
angoli delle labbra,
sforzandosi per farlo sorridere realmente. Per un breve momento
funzionò. Lui
tirò indietro le
sue labbra in un ghigno lupesco, ma poi caddero
di nuovo. In
risposta, lei scosse la testa.
"Cosa c'è che
non va, Jake?" chiese, le
sopracciglia increspate in segno di preoccupazione.
"Niente," mentì,
guardando l'orizzonte.
Lei scosse la testa e
sospirò. "
Non penserai che me la beva sul serio? Ti conosco meglio di
così." Mise
su il broncio.
Una folata di aria
soffiò via dalla bocca di lui in
un modo troppo frustrato per essere un
sospiro. Bella
sentì
il suo peso spostarsi e il suo sguardo indugiare
sul viso di lei."Che-?"
La sua domanda fu bruscamente interrotta dalle
labbra di lui,
che si schiacciarono e modellarono contro quelle di lei. Gli occhi di
Bella si spalancarono in stato di shock. La mano
di Jacob le afferrò il collo, cercando di tirarla vicino a
lui. Con
rabbia, Bella spinse le mani contro l’ampio petto di lui fino
a quando il
bisogno di aria non lo costrinse a rompere il bacio. Gli occhi
di Jacob erano vivaci mentre cercava il viso di Bella.
"Beh?" chiese,
le sopracciglia si alzarono in attesa.
"Cosa diavolo era?" sputò,
asciugandosi la bocca brutalmente. Al suo rifiuto, Jacob si
allontanò.
"Um ... un bacio?"
" A me sembrava
più un assalto! Perché l'hai
fatto?"
"Mi hai chiesto cosa
c’era che non andava",
cominciò a spiegare. "Stavo cercando di concentrarmi su cosa non fare, quando ho
pensato 'che
diavolo?'"
Gli occhi di Bella uscirono
fuori dall’orbite
dall’esasperazione. "Beh, forse questo ti
ricorderà di trattenerti la prossima
volta", rispose prima di colpirgli la mascella con il suo pugno chiuso. Sibilò dal
dolore nel momento in cui il suo pugno entrò in collisione
con il volto di lui.
Jacob si
strofinò la guancia, esterrefatto. Poi registrò
il dolore di lei. "Bella!
Stai bene?" Prese la mano per esaminarla, ma lei la tirò via.
"Non mi toccare",
ringhiò. Si alzò e
si diresse verso il
suo pick-up. Jacob tentò
di seguirla, ma lo sguardo omicida di Bella lo fermò sul
posto. Si alzò in
piedi accanto alla panchina, guardandola allontanarsi guidando con una
mano
sola, chiedendosi esattamente quanti danni avesse fatto …
-:-
"Alice," Bella
chiamò ancora. Aveva
bisogno di sua sorella. Aveva bisogno che la sua calma,
razionale sorella placasse
la sua mente prima che lei rompesse qualcosa. Non le sarebbero
neppure dispiaciute le sue conoscenze
di primo soccorso.
"Alice, non crederai mai-"
La tirata si
fermò sulla sua lingua quando vide sua sorella. Improvvisamente
seppe che i ruoli si erano invertiti. Era Alice che aveva bisogno di lei
per tranquillizzarsi
e calmarsi. I
rimorsi di Bella
con Jacob avrebbero dovuto aspettare.
Alice sedeva sul bordo del
letto con la schiena contro
Bella. Aveva la testa china e le spalle
delicate leggermente accasciate
in avanti in una postura scomposta. Bella rimase sulla soglia,
guardando Alice piegare le dita
sottili insieme, ancora e ancora. Più inquietante di
tutto, Alice era in tuta da
ginnastica. Tuta grigia. E un maglione grumoso che teneva nel retro del suo
armadio perché non aveva
avuto il coraggio di buttarlo via.
Se le avessero chiesto da
quanto tempo se ne stava
lì a guardare la sorella a pezzi, Bella non sarebbe stata in
grado di rispondere. Ogni
secondo di silenzio pulsava dolorosamente per entrambe. Era certa Alice
fosse consapevole
della sua presenza, ma la sorella rimase accasciata, piegando le dita
insieme
in silenzio. Quando per Bella il silenzio da
reggere fu troppo,
gentilmente si schiarì la gola. Alice a malincuore si
voltò verso di lei. I suoi
begli occhi erano gonfi e il bianco era iniettato di sangue, come se
avesse
pianto. Un debole sorriso le tirava su gli
angoli della bocca, era
quasi doloroso.
"Oh, Alice," Bella
soffiò. Il
labbro
inferiore di sua sorella cominciò a tremare. Quella
visuale era
più di quello che Bella
poteva sopportare. In tre lunghi passi,
attraversò la stanza e avvolse
Alice nel suo abbraccio. La facciata attenta che la ragazza
aveva lottato per
mantenere crollò e le lacrime sgorgarono liberamente. Insieme
si dondolavano avanti e indietro dolcemente, Alice pianse le sue
lacrime
silenziose e Bella le zittiva
accarezzandole i capelli in modo materno.
"Hai sbagliato," Alice
soffocò quando le
sue lacrime erano quasi a secco.
Bella si congelò
e si allontanò dalla sorella per esaminare
la sua espressione. Non c'era dolore inciso nel volto
di Alice. C'era una
tristezza luccicante dietro i suoi occhi azzurri. C'era un
vuoto da fantasma dietro il guscio del suo viso. Tuttavia,
non c'era niente nella sua espressione che chiarisse il significato
delle sue
parole, niente che spiegasse perché tale agonia la
tormentava. Infine,
Bella decise che fosse meglio chiedere.
"Che vuoi dire?"
Alice fissò il
soffitto, desiderando che le
lacrime restassero dietro il loro argine. Asciugò quelle
in eccesso e cercò la sua borsetta. Bella la guardò con
occhi confusi. "Alice?" chiese
dolcemente quando sua sorella tirò fuori il suo telefono e
cominciò a selezionare
i suoi messaggi di testo.
Senza dire una parola, le
diede il piccolo
oggetto. Bella corrugò la fronte,
ma prese il telefono abbastanza
volentieri. Rivolse la
sua
attenzione al messaggio sullo schermo e poi improvvisamente
desiderò non averlo
fatto. Il suo sguardo tornò al
viso di Alice, che era ormai una
maschera impressionante di passività. Non passò una parola tra
le due. La
mano
di Bella timidamente si allungò verso quella della sorella
che la prese con
gratitudine.
Non
era nella
natura di Alice
Swan soccombere
all'aggressività. Per
fare ciò avrebbe dovuto biasimare qualcun’altro. Per
quanto fosse ingiusto, Alice addossava solo a se
stessa ogni colpa. Bella
non era così stupida. Vide
su chi far ricadere
le colpe e sperò che la sua mano sarebbe guarita in fretta.
Era sicura che avrebbe
avuto bisogno del suo
gancio destro molto presto.
Traduzione
di jaybree88