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Autore: _ L a l a    14/02/2011    2 recensioni
Giulia, Giorgia, Holly e Silvia sono quattro ragazze dei giorni nostri che all'improvviso... PUFF! si ritrovano catapultate a Narnia, un regno magico dove le nostre quattro eroine dovranno dimostrare la loro abilità tra amore, amicizia, guerra, strane creature parlenti, tipi piuttosto scontrosi e avventure mirabolanti... riusciranno a tornare a casa sane e salve? per saperlo non dovete fare altro che leggere la mia storia
Genere: Commedia, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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7.

C’è un cavallo, che mi sta dicendo di correre. Ha una voce strana, somiglia a quella di Byron.

Inizio a correre, ma inciampo, incastrandomi nelle radici di una pianta. Perché sta ridendo?

Sento che la terra trema, come se stessero arrivando al galoppo una trentina di buoi.

Mi guardo intorno, ma il cavallo non c’è più.

Poi, all’improvviso c’è una grande voragine sotto ai miei piedi.

Strillo, cadendo.

Luce.

Spalanco gli occhi di colpo, sentendo la luce ferirmi prepotentemente gli occhi.

- Holly, e che diamine! – sbraito, coprendomi il viso con un braccio, abbassandolo subito dopo per la fitta di dolore che il gesto mi ha causato. – cosa ci fai nella mia stanza? –La fisso, truce, alzando l’altro braccio.  - e, soprattutto, perché diavolo hai aperto quelle tende? -

Lei sorride angelica, lisciandosi con le dita alcune ciocche di capelli.               

- beh, Giu, è tardi. Ci aspettano a colazione –

- ma che vadano a farsi fottere – borbotto poco educatamente. Ma di prima mattina sembro più uno scaricatore di porto che me stessa.

- anche Edmund? – domanda innocentemente, ricevendo per risposta un cuscino in piena faccia.

- taci, infimo essere dalle capacità intellettive di una mosca rincoglionita – le intimo, avvolgendomi poi nelle coperte fin sopra i capelli. – voglio dormire. E, già che ci sei, ridammi quel cazzo di cuscino –

- come siamo delicate, sta mattina, eh? – borbotta risentita, tenendosi stretto il cuscino.

- beh, abituatici. E ora, vuoi ridarmi o no quel fottuto cuscino? Sono scomoda! –

- no. devi scendere a colazione. Dopo, se vuoi, torni a dormire –

- non riesco a dormire con il cibo sullo stomaco, porca miseria. Sono ancora in vacanza, ho appena vinto una guerra e per di più sono ferita! Un minimo di riposto mi è dovuto! –

- oh, tesoro, è quello che ho detto anch’io a Silvia quando è venuta a svegliarmi. Che è la stessa cosa che ha detto lei quando Giorgia è andata a svegliarla e… -

- che è la stessa cosa che Giorgia ha detto quando non-si-sa-chi è andato/a svegliarla? – la interrompo io, prevedendo il resto della frase.

- no – commenta quasi delusa – lei si è alzata allegra e pimpante, e senza che nessuno la svegliasse –

- anch’io mi sarei svegliata allegra e pimpante, se avessi avuto il tempo di riposare del tutto –

- eh, la prossima volta fai meglio a morire, Giu – mi suggerisce Silvia, entrando e lanciandosi su di me, anche se credo che il suo obbiettivo fosse un pezzetto libero di materasso. – così non devi neanche più risvegliarti -

- grazie mille del suggerimento. Provvederò non appena avrò la forza di alzarmi e di buttarmi giù dalla finestra – borbotto torva. Holly ridacchia, poggiando il cuscino sul davanzale della finestra

- chi butta giù chi? – esclama allegramente Giorgia, entrando saltellante nella stanza.

- Giu – fissa l’ammasso informe di coperte in cui sono arrotolata. Cioè. Io penso che stia fissando le coperte, non ne sono sicura perché non la vedo. – che ci fai avvolta lì dentro? –

Si, sta fissando il mio bozzolo di bruco che si trasforma in farfalla. Anche se, credo, io non mi trasformerò proprio in un bel niente.

- dormo – rispondo – non si vede? –

- a dir la verità sembra che tu voglia diventare una mummia da esporre al museo. –

Beh, non sarebbe una cattiva idea. Infondo che fatica fa, una mummia? Assolutamente nessuna. Cioè, se ne sta lì, tutto il giorno dentro una teca di vetro a farsi ammirare dagli studenti e dai turisti. E non ti possono neanche fare le foto, perché sennò ti rovini. Una pacchia, insomma.

Si, diventerò una mummia.

È molto meglio che buttarsi giù dalla finestra.

- è un’ottima idea – concordo con lei, stringendomi ancora di più nelle coperte.

- ma non soffochi, così? – domanda Silvia, tappandomi naso e bocca attraverso la coperta.

Mi dimeno, tirandole qualche calcio, finchè non molla la presa.

Emergo dal mio “nascondiglio” boccheggiando.

- ma sei scema? -  e la prima frase che riesco ad articolare. Lei scoppia a ridere, e io ne approfitto per buttarla giù dal letto con un calcio.

- dai Giu. Non vuoi assaggiare il cibo narniano? – mi dice Holly, sperando di convincermi a scendere dal letto.

- e fino ad adesso che cos’ho mangiato, scusa? – le domando, con fare scettico, e lei mi guarda stupita.

- è vero! Abbiamo mangiato cibo narniano! E stiamo parlando in narniano! Ma, Giu, ti rendi conto? – sbotta, aprendosi in un sorriso gigantesco.

Inarco un sopracciglio.

- Beh, me ne sono resa conto molto prima di te, a quanto pare. -

Silvia scoppia a ridere, ancora seduta sul pavimento.

Giorgia ci fissa truce dalla porta.

- Giulia, muoviti. O dico a Edmund che lo tradisci –

- ahah, e con chi? Con un fauno? –

- no. con Peter. –

C’è un attimo di silenzio stupito.  Mi vengono i brividi alla sola idea. Si, ok, ultimamente ha guadagnato diversi punti, ma … BRR.

- ma non è vero! – protesto risentita.

- ovvio, ma Edmund non lo sa –

 

- mi fa male tutto il sedere – sbotta Silvia, per la.. vediamo, trecentesima volta; la parata che si è svolta stamattina è stata un immensa rottura di scatole.  Io non capisco proprio come si possa passare la propria mattinata su un cavallo salutando la gente come la regina Elisabetta. Cioè, che divertimento c’è? Organizza un torneo, piuttosto. Una gara di giavellotto, un combattimento tra minotauri o assumi un comico che intrattenga il pubblico, ma.. la parata! Come può piacere una parata?! A quanto pare, però, i narniani la pensano diversamente e quindi mi sono dovuta sorbire tre ore di vie piene di gente festante che acclamava Caspian la cui corona, detto fra noi, non regge proprio il confronto con quelle che avevano Ed e Peter. Sembra fatta di plastica!  L’unico lato positivo della faccenda è che, visto che non so cavalcare proprio benissimo, mi sono seduta sul cavallo di Edmund dietro di lui, per evitare di investire qualcuno durante il corso del palio, anche se avrebbe effettivamente reso le cose un po’ più movimentate.

Sbuffo, e scuoto i capelli che sfiorano il pavimento. No, non sono improvvisamente cresciuti a dismisura. Sono solo a testa in giù sul letto.  E Giorgia, la testa comodamente adagiata sulla mia pancia, sembra aver l’intenzione di farmi vomitare.

- posso sapere, di grazia, perché siete tutte quante in camera mia? – sbotto irritata.

- perché non sappiamo che altro fare, Giu – commenta Holly, rimirandosi nel grande specchio che sta appeso sulla parete di fronte al letto, poco sopra della cassettiera. Poi tira fuori una rosa dal vaso che è appoggiato lì di fianco e se la infila sui capelli, guardando il proprio riflesso soddisfatta.

Bussano alla porta.

- aaavanti – invita Giorgia.

- permesso? – domanda Caspian, affacciandosi alla porta sorridente.  – vedo che non avete niente da fare – dice poi.

- anche se fosse? – fa Silvia, abbracciata ad un cuscino e seduta a gambe incrociate sul tappeto rotondo che sta in mezzo alla stanza. .

Lui scuote la testa e entra. Dietro di lui c’è Edmund.

- ohya – saluto, alzando la mano e tirandola subito giù quando il braccio urla la sua protesta.  Stupido braccio, stupida ferita e stupido telmarino che me l’ha fatta. Poteva sbagliare la mira, no?

- siete venuti ad invadere la nostra privacy? – domanda Holly, tirando fuori una spazzola dal cassetto e osservandola interessata.

- di’ pure la mia privacy, visto che è la mia  camera –borbotto torva, strofinandomi con l’altra mano il braccio dolorante – e molla la spazzola! Non ho intenzione di passare il mio tempo a pulirla dai tuoi capelli –

Mormora qualche protesta, accompagnata da qualche maledizioni sicuramente rivolte a me, ma rimette la spazzola al suo posto.

- comunque no – continua Caspian. – non siamo venuti ad invadere la vostra privacy, ma ad avvisarvi che stasera c’è la festa. –

- ma tutto oggi dobbiamo fare? – si lagna Silvia, lasciandosi cadere all’indietro sul tappeto.  – abbiamo tutto il tempo del mondo, per festeggiare, lasciatemi almeno riprendere dallo shock di aver combattuto e vinto una guerra –

Giorgia scoppia a ridere, tirandosi finalmente su.  La mia testa torna ad appoggiarsi sul materasso.

- oh – sospiro soddisfatta, sistemandomi meglio.

- beh, ragazze, vi consiglio di trovarvi un cavaliere – suggerisce Caspian, senza un motivo ben preciso, scatenando l’attenzione di tutte e quattro.

- un cavaliere?! – strillano loro tre in coro.

- perché? – faccio io.

Holly mi fulmina.

- zitta tu, che neanche devi fare la fatica di cercarlo –

Afferro il cuscino e glielo lancio in faccia, con uno sbuffo risentito. Oggi, il cuscino e Holly, sono particolarmente attirati l’uno dall’altra.

Edmund ha assunto una tinta rossastra.

- dovete cercare un cavaliere per ballare, ragazze. – continua Caspian, lanciando un’occhiata divertita ad Edmund che lo fulmina. – ma anche per farvi accompagnare in giro: stasera la città sarà addobbata a festa ed dev’essere un bellissimo spettacolo. –

- e dove lo trovo, un cavaliere? – si lamenta Holly.

- fatevi un giro in città, rimorchiate qualcuno e lasciate in pace me – suggerisco.  Il cuscino che ho lanciato prima mi viene restituito non molto gentilmente.

- e cosa dobbiamo metterci, Caspian? – domanda Giorgia.

- beh, quello è il caso di chiederlo a Susan e Lucy. Sono loro, le esperte. –

Mi tiro su di scatto.

- fermofermofermoFERMO! Mi stai dicendo che dovrò mettermi .. un vestito elegante? Di quelli che neanche riesci a capire dove finisce lo strascico e dove inizia il pavimento? –

- è una definizione un po’ esagerata… - inizia Ed.

- .. però si – conclude Caspian e io lancio uno strillo disperato.

- ok, mi dispiace, ma io non ho intenzione di passare la notte ad inciampare nella gonna. Quindi tanti saluti e ciao. E poi, dove lo trovo, un vestito? – nessuno sembra ascoltarmi.  O forse m’ignorano. Perché non mi trasformo seriamente in una mummia? Forse nessuno mi ascolterà, non credo che le mummie possano parlare, ma per lo meno avrei un minimo d’attenzione.

- dici che se lo chiedo a Peter ci viene? – domanda Silvia, rivolta ad Edmund. Lui scuote il capo.

- va con Lucy. –

Altro urlo disperato. Non mio, questa volta.

- e io dovrei chiedere ad un fauno di uscire con me? – fa Holly con fare stizzito.

- non c’è nulla di male.. – intervengo io. – e, diamine, qualcuno sa dirmi dove posso trovare questo benedetto vestito? -

- zitta tu! – è l’educata risposta. Quant’è bella l’amicizia.

- da Lucy e Susan – risponde invece Edmund, alla seconda domanda.

Sbuffo sonoramente, alzandomi dal letto e rassettandomi lo stupidissimo vestito viola che ho indosso.  

- beh, fate quello che vi pare. Con tutti i ragazzi di Telmar che ci saranno in giro io dubito  che neanche uno sia disposto ad uscire con voi. Basta che lasciate in pace me, che ho un appuntamento con Lucy per lamentarmi dell’orribile vestito che dovrò mettermi e che lei mi costringerà a mettere. Adieu! –

Esco dalla camera, salutando con un cenno Edmund e Caspian, che mi fissano allibiti sulla porta.

Trotterello per i corridoi, inciampando nel vestito un paio di volte, e raggiungo la camera di Lucy, bussando poi disperata alla sua porta. Niente. Nessuno risponde. Ogni tanto mi chiedo se sono invisibile e inudibile.

- Luuucy –

- sono qui – mi dice, apparendo alle mie spalle e facendomi fare un salto che, se misurato,  batterebbe il record mondiale.

Dietro di lei c’è Susan, che sorride divertita.

- fammi indovinare: non vuoi metterti il vestito stasera –

Arrossisco fino alle punte dei capelli.

Lucy sospira, sorridendo. Poi mi prende sottobraccio.

- beh, andiamo dalle sarte di corte a trovarne uno che almeno ti piaccia. –

- il fatto non è se mi piace o no il vestito! Il problema è il vestito stesso! –

Susan ride, mentre ci precede scendendo le scale.

Prevedo un luuungo, luuungo pomeriggio.

E, se c’è una cosa positiva, è che non devo preoccuparmi di trovarmi il cavaliere. Almeno quello.

 

- è orribile. – mi lagno. – cioè. È orribile addosso a me  -

- non è vero. – risponde Lucy, aprendo la porta della mia camera. – ti sta molto bene –

Appoggia delicatamente il vestito piegato sul mio letto.

- non me lo metterò mai – sostengo, sedendomici accanto.  È color pesca, ed è un colore che mi piace tantissimo. Ha dei deliziosi ricami dorati ai bordi della scollatura e delle maniche, ma la gonna è troppo lunga, e ci inciampo continuamente. Mentre lo provavo prima, per poco, non mi sono fatta un volo fuori dalla finestra. Non smetterò mai di ringraziare chiunque abbia chiuso i vetri.

Come farò, ad andare in giro tutta sera?

- e invece si. – ribatte lei.

- oh, uffa. Perché non vanno bene i jeans? – sbuffo, incorciando le braccia e lasciandomi cadere all’indietro.

Lucy neanche mi ascolta, e sta guardando fuori.

- ehi, io vado. Ci vediamo sta sera in giro per la città o nella sala da ballo. Edmund ha detto che passa per le otto a prenderti. –

Esce tranquillamente, chiudendosi la porta alle spalle e lasciando la mia mente a sbrigarsela con un black out totale delle funzioni intellettive.

Sala da ballo..  io non so ballare!

Che diamine gli dico, a Edmund? Ommioddio, perché a me? Non so neanche dove mettere i piedi!

Aiuto.  No, sul serio. Aiuto.

Non so ballare! Perché non sono andata a fare un corso? Perché?

Senza contare il vestito!

Oh, sant’Iddio! Con il vestito sarà solo peggio.

Dov’è la mia botola?

 

- non so ballare – esordisco con aria cupa, quando apro la porta a Edmund. È vestito con una camicia blu e dei pantaloni dello stesso colore. Io ho provato ad infilarmi decentemente il vestito, e dopo dieci tentativi ci sono riuscita. Non sembra, ma è difficile mettere su un vestito così elegante senza incastrarsi.

Comunque. Dopo il mio fantastico modo di avviare la serata, lui mi fissa prima stranito, forse pensando che sto scherzando, e poi scoppia a ridere, facendomi diventare rossa come un pomodoro.

- non c’è niente da ridere! – sbotto, sentendomi le guancie che scottano e trattenendo a stento la voglia di passarmi le mani fra i capelli, che Holly ha tanto faticato ad intrecciare in una strana capigliatura.  

Ecco, forse l’unica parte in cui mi sono divertita oggi è stata la seduta dal “parrucchiere” che Holly ha messo in piedi per me e le altre (ovviamente nella mia stanza).

- se.. ahah! se non vuoi ballare basta dirlo, sai? Ahah! – mi dice, sempre ridendo.

- ma io non so ballare sul serio! – protesto, incrociando le braccia al petto e mettendo su un broncio offeso. Prende un respiro profondo, spegnendo lentamente la risata, anche se il sorriso divertito rimane sulle sue labbra.

- ok, va bene.  Vorrà dire che andremo a fare un giro. – mi guarda divertito, porgendomi il braccio destro.  – ti va bene? -

Posso morire dalla vergogna o dite che è chiedere troppo?                              

Annuisco confusamente, e afferro il suo braccio.

Ci avviamo lungo il corridoio.

- ehi – dice.

- mm? – è la mia risposta intelligente.

- comunque, quel vestito, ti sta bene – borbotta, guardando dall’altra parte.

Arrossisco fino alla punta delle orecchie, sperando di non inciamparci dentro proprio ora.

Scendiamo le scale, mentre la musica proveniente dalla sala da ballo rimbomba lungo tutti i corridoi.

Mi affaccio alla porta della sala, sbirciando alla ricerca di facce conosciute: c’è Caspian, che sta invitando con un grande inchino Susan a ballare, e c’è Holly, davanti al tavolo del buffet, intenta a flirtare con un ragazzo decisamente più grande di noi e con una folta zazzera rossa in testa.

Ridacchio divertita per poi raggiungere Edmund, che mi aspetta in fondo al corridoio.

Usciamo da un cortile interno, e ci ritroviamo nella cittadella.

Ci sono tantissime lanterne colorate appese ai balconi delle case che mandano ombre danzanti sui muri e sui passanti, che sono tantissimi e tutti vestiti a festa.

Un ragazzo vestito da giullare distribuisce volantini. Edmund ne prende uno.

- fanno i fuochi d’artificio – dice, leggendolo. 

- davvero? – chiedo, sporgendomi verso il foglio. Lui annuisce.

- fanno anche un falò, nella piazza centrale.  E ci sono un sacco di spettacoli teatrali e simili nelle varie piazzette. – legge un altro po’, mentre mi perdo ad osservare una lanterna rossa con un disegno dorato sopra. Sembra quasi fatta di glitter, tanto brilla. Anche se dubito che abbiano già inventato i glitter, qua a Narnia. Ne voglio anch’io una così.

- allora – dice Ed, voltandosi verso di me. – che vuoi fare? –

Sempre guardando la lanterna, ci penso su.

- voglio vedere i fuochi  d’artificio. – decido, stringendomi un po’ di più al suo braccio.

- li fanno stasera tardi. Che ne dici se, nel frattempo, giriamo per i negozi? –

Annuisco, sorridendogli. Mi sorride di rimando.

Riprendiamo a camminare lentamente per le stradine affollate di gente che ride, scherza e, dentro ai locali illuminati, balla. È una sensazione strana, camminare normalmente tra quelli che fino a qualche giorno fa erano il nemico. Ed è ancor più strano pensare che in questo momento non stanno facendo caso a noi, né stanno pensando che siamo narniani. Siamo semplici persone, tra altre semplici persone.

Sorrido felice, mentre il fiato mi si condensa in tante nuvolette davanti al viso.

L’aria della sera è fredda, ma c’è uno strano senso di soddisfazione e felicità che mi pervade il corpo e che m’impedisce di sentire il freddo. Ok, ho tanta voglia di mettermi a saltellare felice ma penso che mi tratterrò: non è il caso di farsi riconoscere anche qui.

Passeggiamo per le vie, e ogni tanto ci fermiamo a qualche negozio, per osservare le vetrine. Davanti ad una gioielleria c’è Giorgia, che fissa una collanina dorata.

- ho deciso che me la compro – esordisce, rivolgendosi a noi.

- e con quali soldi? – la canzono io. Lei mi fa la linguaccia.

- guarda che mica mi sono scelta il cavaliere per niente – mi risponde, con un sorrisetto furbo. Poi si guarda intorno, alla ricerca del sopracitato cavaliere.

- a proposito, chissà dov’è finito.. –  mormora pensosa.

- è fuggito per evitare di doverti comprare la collana? – propone Edmund divertito, e scoppio a ridere di fronte alla faccia di Giorgia.

- non lo farebbe mai – sostiene, mettendosi dritta. Rido ancora più forte, mentre decido che è ora di ricominciare a girare. Quindi afferro saldamente la mano di Edmund e lo trascino via tra le risate, salutando Giorgia con un : - quando si fa vivo, fammi uno squillo! –

La sento urlare qualcosa in risposta, ma ormai siamo lontani.

Sbuchiamo nella piazza centrale, al cui centro si erge un falò. Attorno ci sono fauni e ninfe che ballano e suonano, mentre gente di Telmar tiene il ritmo battendo le mani e coppia balla.

Intravedo Lucy, che sta ballando con Peter e le faccio un segno con la mano. Lei ricambia, sorridendo.

Edmund si china verso il mio orecchio.

- sicura di non voler ballare? –

Gnè. Questo è mettere in difficoltà la gente.

Guardo il falò, e tutta la gente che ci balla intorno, chiedendomi perché devo essere così impedita a ballare mentre i riflessi rossastri del fuoco proiettano ombre danzanti sul pavimento di pietra della piazza, creando un incredibile effetto, simile ad un incantesimo.

Sospiro, sconfitta.

- se proprio ci tieni a farti pestare i piedi – rispondo, con un sorrisino mesto.

Edmund ride, prendendomi la mano, e portandomi vicino al falò.

- non è difficile – mi dice sorridendo e mettendomi le braccia attorno ai fianchi.  Gli appoggi una mano sulla spalla e l’altra la faccio passare dietro il suo collo.

- questo lo dici tu che non hai un vestito in cui potresti inciampare da un momento all’altro – gli faccio notare, mentre inizio a mettere un piede davanti all’altro a ritmo della musica, seguendola. – o che, magari, potrebbe avvicinarsi un po’ troppo al fuoco e bruciare –  continuo, e scoppia a ridere.

- ma figurati! –

- uh. Guarda che potrebbe succedere! – ribatto, mentre mi fa fare una giravolta.

Ride ancora, e mi sembra veramente tutto perfetto, in questo momento.

Troppo perfetto, in effetti. Quanto ci scommettiamo, che adesso inciampo?

Balliamo ancora per un po’, senza incidenti di percorso, per fortuna. Si, beh. Forse i piedi di Edmund non la pensano così, ma sono dettagli. Poi ci allontaniamo dal fuoco,mentre sento i miei di piedi che urlano di dolore come se un elefante li avesse schiacciati ripetutamente.

- stupide scarpe  - borbotto, contrariata e Edmund sorride, mentre saluta Peter e Lucy, che sembrano non avere intenzione di andarsene.

- a che ora fanno, i fuochi, Ed? – domando, sistemandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

- tra poco, penso. – si guarda intorno. Poi si volta, sorridendomi. – conosco un posto da cui si vedo benissimo. Ci andiamo? – propone.

- come fai a conoscerlo, se siamo qui da neanche un giorno? – domando perplessa.  Edmund ride.

- l’ho visto dall’alto, quando eravamo su Byron. E poi ho chiesto a Caspian come arrivarci – mi spiega.

Lo guardo stupita.

- ok, allora. Andiamoci –

Mi sorride esultante e, prendendomi per mano, inizia a guidarmi per un labirinto di stradine e vicoli che neanche so come fa a ricordarseli se li ha percorsi una sola volta. Appesi ai muri ci sono bandiere narniane e grandi torce.

- Ehi, Giu! – strilla Silvia, seduta ad un tavolo di legno e con un piatto vuoto davanti, accanto ad un ragazzo dai capelli biondi e l’aria tranquilla. – dove andate di bello? –

- a vedere i fuochi! – le urlo in risposta, sventolando la mano libera. – non ingozzarti troppo! – le consiglio poi, prima che la folla mi copra la visuale. Però, la sento che ride.

All’improvviso sbuchiamo su un piccolo belvedere, che dà sul bosco. Non ci sono negozi né spettacoli qui, ed è completamente vuoto, quasi ci sia un confine tra le strade della cittadella e la piazzetta.

Mi stacco da Edmund e corro a vedere giù di sotto, sporgendomi.

- attenta a non cadere – mi dice lui, avvicinandosi.  Rido, allontanandomi di poco dal bordo.

- c’è una bellissima vista, da qui! – gli dico, indicando il paesaggio davanti a noi. Il bosco visto dall’alto e con la luce della luna sembra quasi uscito da una fiaba.

- lo so – mi risponde, appoggiandosi al parapetto con i gomiti. – ti ci ho portato apposta –

- ah-ah! – esulto io – dillo che avevi in mente questo fin dall’inizio! – lo punzecchio su una guancia.

- può darsi – risponde con un sorriso e un’alzata di spalle, tirandosi su e avvicinandosi ancora di più.

Deglutisco.

Concentrati sulla respirazione, Giu.

Mi dico, cercando di ignorare il fatto che siamo ad una distanza praticamente nulla e che sta per baciarmi.

Un botto improvviso mi fa fare un salto di mezzo metro e lanciare uno strilletto di spavento.

- ommioddio che colpo! – esclamo, mettendomi una mano sul cuore, mentre Edmund ride.

Intanto anche lui ha sobbalzato.

Alzo lo sguardo verso il cielo, dove fuochi d’artificio dai mille colori s’intrecciano in cielo.

- uau – mormoro, fissandoli incantata.

- già – risponde Edmund.

Mi volto verso di lui, sorridendo.

 E, stavolta, mi bacia sul serio.

 

Questo capitolo è uno spezzatino unico, che se lo vedesse la mia migliore amica mi spezzerebbe a me, ma pace amen.

In più dev’essere una schifezza, perché, proprio, non sapevo che scrivere.

In qualsiasi caso, il merito va tutto a Lils_ che m’ha costretta a continuarlo. Sennò, oggi, saremo ancora al punto di partenza.

Non te lo dedico, cara, perché ti ho già dedicato fin troppe cose e perché non penso sia all’altezza. Comunque, grazie mille.

* si sente fiera perché ha onorato il patto *

Beh, il prossimo (che verrà postato chissà quando) sarà il capitolo conclusivo, e penso che sarà anche il più corto. Pace amen.

Passo ai ringraziamenti, perché ho sonno e non vedo l’ora d’infilarmi sotto le mie copertine e sognare Edmund *__* e quindi, sappia telo, vi risponderò con due frasi in croce, perché per il mio cervello è già tanto aver elaborato la conclusione di questo capitolo:

Lola_Elric: sono felice che ti piaccia e che ti ritrovi nel testo^^ mi scuso per averti fatto aspettare tanto. Perdono ç___ç

AlexJimenz: mia cara, sono felice che ti sia piaciuto ^^ non so cosa scriverti, quindi ti scrivo ”Grazie:D”. spero ti basti, per questa volta. ^^

Niji_Shoku no Yume: (l’ho scritto giusto senza guardare sulla pagina di internet! Faccio sempre più progressi *fiera di sé*) Grazie mille anche a te, sul serio. Per il finale temo che dovrai aspettare il prossimo capitolo (e quindi un bel po’ di tempo XD) e spero di non averti delusa con questo^^

Lils_: tu sei la mia maledizione, lo sai? Mi sono ridotta a scrivere questo capitolo in due giorni per onorare quello stupido patto, e spero ne sia valsa la pena ù.ù (appena finisco di scrivere corro a leggere *___* per quello, il mio cervello è ancora sveglio) no  Giorgia e Caspian non stanno assieme. Era per darle qualcosa da fare XD bene, ora lo sai come continua. E, ti prego, dimmi che non è una schifezza assurda ç___ç

Au Revoir, gente.

_ L a l a

   
 
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