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Autore: Simphony    16/02/2011    2 recensioni
[Partecipante al "The Four Elements Challenge"] Sì, questo posto riesce sempre a farmi dimenticare e sistemare i problemi nel mio passato.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Pensieri di un Ragazzo Innamorato'
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Partecipante al “The Fours Elements Challenge” con la tabella Aria (che potete trovare nella mia pagina personale) e che potete raggiungere cliccando sul banner qua sotto.



Anche questa fa parte della serie “Pensieri di un ragazzo innamorato”

Spero vi piaccia


*°*



Raccolta 06

Prompt Brezza



*°*


Cammino senza meta sul lungo mare della Baia di Tokyo. E' scesa la sera e una leggera brezza che sa di mare, di salmastro e di salato, mi circonda completamente.

Osservo la distesa di acqua quasi completamente piatta, appoggiandomi con la schiena ad un muretto di protezione.

Sospiro.

Era veramente tanto tempo che non avevo un po' di tempo per fare pace con i miei pensieri, per stare un po' con me stesso.


L'oscurità è avvolgente. Non si riesce a distinguere il cielo dal male.

E' piacevole.

Anche perché non c'è assolutamente nessuno oltre a me.

Il silenzio e la tranquillità a volte mi manca. Ogni giornata è piena di impegni fra registrazioni, live, impegni personali con i drama o altro ancora.


Il vento mi scompiglia i capelli, sfiorandomi delicatamente la pelle scoperta. Le gambe e le braccia iniziano sentire un po' di freddo, ma non mi va di muovermi.

Si sta troppo bene.

Rimarrei qua per delle ore.


Il silenzio.

Sospiro di piacere, chiudendo gli occhi e piegando la testa all'indietro.


All'improvviso un cappotto si appoggia sulle mie spalle. Sussulto, girandomi di scatto.


Davanti, accovacciato sulle gambe sul muretto accanto a me, Ohno mi saluta sorridendo.


« Ehi. Hai freddo, perché non ti sei portato un giacchetto? »


« Riida! » esclamo ricambiando il sorriso « Non pensavo di rimanere fuori a lungo. » torno di nuovo appoggiato al muro, stringendomi nel suo cappotto caldo.


« E' sempre così. » ride, divertito « Tu esci e non si sa mai quando torni. Sei proprio abitudinario. Sono più di dieci anni che ti conosco e quando vuoi stare da solo vieni sempre in questo punto della Baia di Tokyo. »


Il mio sorriso si fa più amaro, quasi doloroso. Il mio sguardo si perde nell'oscurità del mare, sperando che inghiotti i ricordi spiacevoli.

Non ho mai mai detto perché vengo qua a Riida.


A dir la verità, lui non me lo ha mai chiesto. Io non mai sentito la necessità di dirglielo.

Lui è molto riservato. E gli piace dimostrare verso gli altri la stessa riservatezza. Il suo non chiederti nulla su quello che fai o su quello che provi, è sempre apparso come sintomo di menefreghismo.


Ma noi che lo conosciamo bene, sappiamo invece che è tutt'altro. Anzi, a volte nonostante sia l'ultima persona che lo voglia fare, è il primo a preoccuparsi per noi.

Quando viaggiamo, prima di partire ci chiede sempre se abbiamo dietro tutto quanto, se ci manca qualcosa, se deve far arrivare in fretta un qualche oggetto che abbiamo dimenticato.

Ci chiede se abbiamo tutte le medicine contro il mal di macchina o il mal di mare.

Insomma.
Si preoccupa sempre per noi, forse anche troppo.


Noi quindi sappiamo di poterci sempre fidare di lui, sempre, in ogni momento e in ogni occasione.


Alzo lo sguardo verso di lui. Anche Ohno sta guardando il mare ed è rimasto in silenzio, rispettando la mia necessità di pace.

Ogni volta che vengo qua, i ricordi meno piacevoli si accavallano. E qua riesco comunque a fare sistemazione nella mia mente.


« Qui è stato quando mio padre mi ha detto che avrebbe lasciato mia madre. » esordisco all'improvviso.


Satoshi mi guardando, stupito. Ma rimane comunque in silenzio. Ormai mi conosce. Sa che posso rivelargli tutta la storia, così come posso chiuderla qua.

Quindi mi aspetta.


« Avevo undici anni quando hanno divorziato. Mi ha portato qua perché sono sempre stato affascinato dal mare. A volte, durante l'estate, venivamo qua tutti insieme. Io, lui, mia madre e mia sorella. Sembravamo una famiglia normale visti dall'esterno. Invece i miei genitori litigavano spesso. Non facevano altro. »


Ohno annuisce, lentamente, sedendosi sul muretto. Appoggia un braccio intorno alle mie spalle e stringendomi a sé.

Appoggio la testa sulla sua spalla, sospirando pesantemente.


« Sono felice che tu me l'abbia detto. » dice solo.


« Sì, anche io. » mormoro piano.

Non sono sicuro se mi abbia sentito o meno, ma non m'interessa. Il suo braccio continua a stringermi a sé, come a volermi proteggere da questo passato oltre che dal vento che si è alzato.


« Ah, ti amo troppo. » esclama all'improvviso Satoshi.


Lo guardo, cercando di capire.


« Andiamo a casa. Ti ho comprato un videogioco oggi pomeriggio. Sai, passavo per Shibuya mentre accompagnavo mia sorella e i miei nipoti a comprare dei regali, e appena l'ho visto ho pensato subito a te. »


Rido, all'improvviso.


« Allora dai, andiamo a casa. Domani non dobbiamo lavorare, possiamo finalmente dormire un po' di più. »


Lui annuisce, soddisfatto. Scende dal muretto e mi prende la mano, stringendola fra la sua.

Guardo le nostri mani unite e sorrido.


Sì, questo posto riesce sempre a farmi dimenticare e sistemare i problemi nel mio passato.


Fine

   
 
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