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Autore: Lynx__    16/02/2011    4 recensioni
Nella notte di capodanno Isabel, il personaggio creato da me,trova in un cratere un riccio nero molto misterioso. Chi è? E da dove viene? Non avrebbe mai potuto immaginare che quel riccio l'avrebbe aiutata a scoprire il suo destino...
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Shadow the Hedgehog
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Guardavo fuori dalla finestra osservando il cielo stellato. Non potevo crederci. Anche quest’anno era giunto al termine. In pochi secondi la mia mente venne bombardata dai ricordi che quell’anno aveva portato. I miei amici erano seduti su un grande tappeto davanti al camino giocando a quello stupido gioco: “Obbligo o verità”. Roxie adorava umiliarmi in quel gioco. Sapeva tutti i miei più oscuri segreti e li utilizzava contro di me. Sapevo che lo faceva per scherzare, ma odiavo quando faceva così… Guardai di nuovo il cielo. Le stelle brillavano quella notte come non mai. Sembrava quasi che anche loro iniziassero a prepararsi per l’arrivo del nuovo anno. Roxie mi tirò per il colletto della maglia e mi obbligò a sedermi accanto a lei su quel grande tappeto dal motivo floreale. Mi sorrise maliziosa.
“Isabel, obbligo o verità?”
Sapevo che se avessi risposto obbligo lei mi avrebbe ordinato di baciare uno dei ragazzi in sala. Anche se non ero molto convinta ero costretta a scegliere verità. Sospirai.
“Verità…”.
Roxie iniziò a pensare a cosa chiedermi tenendo la mano sotto il mento quasi a formare un’L un po’ storta. Non avrei mai potuto immaginare che in quel momento Britney mi formulasse una semplice ma diabolica domanda.
“ Chi ti piace?”
Ecco una delle domande che odiavo. Britney sapeva benissimo che a me piaceva Ace, il suo ragazzo. Non potevo credere che fosse così perfida. Ace mi guardava interessato. Improvvisamente diventai bordeaux nascondendo la testa tra le spalle come fa una tartaruga quando ritira la testa nel guscio. Britney sorrise maliziosa.
“ Stiamo aspettando”.
Che perfida e diabolica volpe. Roxie, Hacker e Ace sono invece dei porcospini proprio come me. Comunque dovevo rispondere alla domanda che mi era stata posta. Stavo quasi per aprire bocca e farfugliare il nome di Ace quando improvvisamente iniziò il conto alla rovescia. Roxie si precipitò tra le braccia di Hacker.
“ 10,9,8,7,6,5,..”
Salvata dal nuovo anno. Fiuuu… Britney andò ad abbracciare Ace tenendo puntati su di me i suoi occhi maligni. Io mi alzai dal tappeto e ritornai davanti alla finestra pronunciando quei quattro numeri che mi separavano da un nuovo capitolo. Mentre Roxie urlava a squarciagola i numeri accompagnata dalle voci di Hacker, Withney, la coniglietta bianca, e Ramon, il camaleonte blu. Io avvicinai il muso alla finestra pronunciando quei numeri in un unico sospiro.
“ 4,3,2,1…”.
Improvvisamente dallo stereo partì della musica e tutti si misero a ballare e a cantare. Io li osservai per qualche secondo. Sembravano così felici. Perché io invece ero così triste? Perché non riuscivo a divertirmi quella notte? Forse era colpa della vista di Britney e Ace o forse stavo solo accusando qualche cosa fuorchè la mia incapacità di andare avanti. Sospirai ritornando a guardare il cielo. Sembrava quasi che anche io fossi una di quelle stelle. Quella lì. Eccola. Quella che rimane isolata dalle altre che invece sono riunite in un’unica costellazione. Sembrava quasi la mia fotocopia esatta. Era anche quella che brillava di meno, rispetto ad un’altra stella che si trovava al centro della costellazione. Quella doveva essere la stella di Britney. La mia stella non era bella quanto la sua. Improvvisamente nel cielo vidi un fascio di luce. Sembrava una stella cadente. Chiusi subito gli occhi ed espressi un desiderio. Sussurrai quelle parole congiungendo le mani.
“ Desidero… Desidero poter trovare qualcuno che mi ami per ciò che sono, con tutti i pregi ed i difetti”.
Aprii gli occhi, ormai la stella non c’era più. Separai le mani facendole ricadere lungo i fianchi e sospirai. Sospiravo veramente troppe volte. Guardai i miei amici. Roxie si era appena staccata da Hacker, che evidentemente l’aveva baciata, ed era andata in cucina cercando non so cosa. Ritornò dopo pochi secondi urlando come una pazza.
“ Isabel! Ho scordato di comprare la panna! Puoi andarne a prendere un po’ a casa tua?”
Io sbuffai.
“ Ma perché proprio io?”
Witney uscì dalla cucina. Era così piccola,carina e ingenua. Faceva veramente tenerezza.
“ Perché la tua casa è la più vicina, e perché altrimenti non possiamo decorare la torta alle fragole… Per favore Isabel”.
Sospirai, un’altra volta, e sorrisi.
“ Va bene. Vado subito”.
Ace si alzò dalla poltrona sulla quale era seduto.
“ Vuoi che ti accompagno?” Io lo guardai sorpreso. “Può essere pericoloso fuori”.
Britney gli afferrò un braccio. “ Non penso che ce ne sia bisogno, con quelle sciabole che si porta dietro…” disse lei alludendo ai Sai che mi portavo sempre dietro.
Feci finta di non aver sentito e rivolsi un sorriso ad Ace.
“ Vado da sola, ho bisogno di schiarirmi un po’ le idee…”.
Avvolsi attorno al collo la mia sciarpa azzurra ed indossai il cappotto blu. Aprii la porta ed uscii dalla casa di Roxie. Fuori faceva molto freddo. Mi strinsi nel cappotto e mi avventurai fuori nella neve. La strada per casa mia non era molto lunga. Meno male! Camminavo a fatica sulla neve soffice e bianca. Le mie gambe sprofondavano fino alla caviglia nello strato di neve. Procedevo a tentoni e faticavo ad accennare ogni singolo passo. Mentre cercavo di camminare pensavo. Pensavo a cosa avrei fatto quest’anno. Ai buoni propositi che mi sarei imposta ma che tanto non avrei mantenuto. Alle promesse che mi faranno e che non saranno mantenute. Ai miei amici che mi sosterranno, ognuno a modo suo. Improvvisamente mi ritrovai al cospetto di un cratere. Al centro di questo buco c’era un riccio nero con striature rosse sui capelli. Senza l’ostacolo della neve riuscii a correre verso il riccio, privo di sensi. Lo osservai per qualche decimo di secondo. Era ferito. Non potevo abbandonarlo lì alla mercè del freddo e della neve. Misi le mani sotto alle sue braccia e lo trascinai fino a casa mia. Il percorso, con il riccio tra le mani, risultava ancora più difficile a causa della neve. Finalmente, quando io arrivai allo stremo delle forze, vidi la mia casa a pochi metri da noi. Con un ultimo sforzo trascinai il riccio fino alla porta che aprii sferrando un calcio. Ce l’avevo quasi fatta. L’ultima cosa da fare era distendere il corpo del riccio sul divano. Dopo andai in bagno e presi il kit del pronto soccorso. Presi delle bende piuttosto spesse e fasciai la vita del riccio facendo molta attenzione alla sua ferita. Era veramente bello. Tirai fuori da un cassetto una coperta di lana e la distesi sul riccio. Chissà cosa ci faceva in quel posto… doveva essergli capitato qualcosa di strano per farlo finire al centro di un cratere. Mi sedetti su un angolino del divano beige non occupato dal corpo del riccio. Tirai fuori dalla tasca dei jeans il mio cellulare e velocemente digitai il numero di Roxie. Aspettai qualche minuto, poi mi rispose l’inconfondibile voce di Roxie.
“ Isabel cosa è successo? Ti sei persa?” disse sarcasticamente. Io alzai gli occhi al cielo.
“ Non mi sono persa. Comunque sono a casa mia ma non posso tornare alla festa…”
“Perché?! È successo qualcosa?”
“ Ti spiegherò tutto domani, quando tutti se ne saranno andati da casa tua. Dici agli altri che non mi sentivo molto bene”.
“ Va bene”.
Terminai la telefonata e appoggiai il telefono sul tavolino da caffè in legno. Guardai di nuovo il riccio. Notai che tra i capelli aveva qualcosa che luccicava ed emetteva una luce rossa. Con molta cautela mi avvicinai e tirai fuori dai suoi capelli una grande gemma rossa. Sembrava più un rubino. Brillava di luce propria. Era tutto molto strano. Come faceva una gemma a brillare da sola? La rigirai tra le mani e poi sospirando la appoggiai delicatamente sul tavolino da caffè. Purtroppo per sapere qualcosa di certo su questa situazione dovevo aspettare il risveglio del riccio misterioso. Arrivai fino all’interruttore. Guardai per un altro secondo il mio salotto ed il riccio addormentato.
“ Spero che non ti sia successo niente di grave. Rimettiti presto…”
Con queste parole spensi la luce e mi diressi su per le scale, in camera mia.
  
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