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Autore: naccho    16/02/2011    10 recensioni
{AU} Arthur Kirkland è l'erede, insieme ai suoi quattro fratelli, dell'impresa commerciale Kirkland, dedita al commercio di spezie e seta dall'India sin dal 1800. A causa dell'imminente matrimonio di una sua cugina con il rampollo di una importante famiglia americana, i Jones, Arthur viene costretto dalla propria zia a rieducare uno dei fratelli minori di quest'ultimo, Alfred, per farlo diventare un perfetto gentiluomo entro la data delle nozze. Ha tempo solo due mesi e nessun aiuto, ce la farà?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Inghilterra/Arthur Kirkland, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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6.

Arthur picchiettò la penna alla scrivania, portandosi le mani tra i capelli. No, no. Non poteva assolutamente continuare così. Lo stupido americano era arrivato da neanche un giorno e già aveva combinato un sacco di guai! Era fuggito dall'aeroporto, aveva strisciato l'asfalto davanti all'azienda, si era permesso di voler scendere a patti infimi con lui, stava provando ad irretire sue fratello minore e ultimo, ma non meno importante, aveva osato... OSATO fare quella... quella cosa!
Arthur si toccò l'orecchio incriminato e aggrottò le sopracciglia furente, sentendo il sangue che gli confluiva in volto. Poco gli mancava di spezzare la penna tra le sue mani, tanta era la pressione che ci stava mettendo a stringerla.
Ma cosa, cosa diamine avrebbe dovuto fare per raddrizzare una piaga del genere? Lui era sempre cresciuto secondo i dettati del galateo, della cortesia, della buona educazione. Come poteva insegnare tutte queste cose in due mesi a quel buono a nulla, rischiando, in caso di fallimento, di rovinare le nozze di sua cugina e di venire per sempre declassato a inetto?
Non amava essere il presidente della società, non si sentiva all'altezza. Ma per la famiglia avrebbe fatto di tutto. Nonostante suo padre fosse un uomo molto... ehm, 'libertino', aveva un gran cuore ed era solo grazie a lui se l'azienda era riuscita ad attutire i colpi e a resistere alla recente crisi finanziaria. Non aveva fatto mancare nulla ai suoi figli, neanche illegittimi. Tanti pezzi grossi nel mondo del business hanno scheletri nell'armadio e figli illegittimi che ignorano o 'aiutano' sottobanco. Suo padre invece si era sempre fatto carico delle sue responsabilità, se così si vogliono chiamare. Per quanto i figli legittimi fossero soltanto lui e Logan, suo padre non aveva mai fatto mancare niente agli altri. Né a Sky, né a Ray e nemmeno a Kain, e neanche alle loro madri... o per lo meno, per quanto ne sapeva Arthur. La mamma di Ray era morta dandolo alla luce, quindi c'era stato poco da... aiutare. Un grande aiuto l'aveva certamente ricevuto la mamma di Sky, prima della sua morte. Della mamma di Kain non aveva mai indagato, infondo. C'era sicuramente qualche motivo particolare se Kain aveva vissuto sempre in casa Kirkland, al contrario di Sky.

ma non era questo il pensiero principale! Il pensiero principale era come liberarsi del fastidioso americano o per lo meno riuscire a trasformarlo anche solo di facciata in quello che sua zia voleva per il matrimonio.
Ma poi, tra tutti, perché proprio lui?! Esistevano tanti di quei maestri nelle arti della cortesia e buona educazione, con tutti i soldi che avevano potevano semplicemente affittarne uno per due mesi ed evitare a lui questa seccatura! Doveva pur portare avanti un'azienda, lui! E vivere la sua vita in modo tranquillo, fino alla fine dei suoi giorni!
La sfortuna di suo padre era stata che, nonostante le sue scappatelle, avesse avuto solo figli maschi. L'azienda era in mano sua, che era il secondo figlio maggiore, ma nella relazione tra Aaron Jones, figlio maggiore dell'industria meccanica Jones e sua cugina Katherine, suo padre aveva visto un'ottima possibilità per allacciare rapporti economici tra le due aziende. Con un accordo del genere avrebbero potuto certamente modernizzare i filatoi in India e renderli sempre più efficienti, con tutti i vantaggi di condividere, ormai, un'unica famiglia.
Arthur sperava che Katherine e questo Aaron potessero avere presto un figlio, che crescesse sano, forte e intelligente per mollargli l'azienda tra le mani e godersi un po' di meritato riposo... o per lo meno per scollarsi di dosso la carica di presidente. Avrebbe fatto di tutto per aiutare l'azienda in ogni suo modo, anche lavare i vetri, se necessario, ma l'impegno di presidente era troppo gravoso per uno come lui. E sapeva che nessuno dei suoi fratelli sarebbe stato capace. Logan era troppo burbero e cinico, menefreghista. L'azienda sarebbe crollata nel giro di due mesi e mezzo. Sky capiva pochissimo di gestione interna ed economia, per questo si occupava con Logan delle relazioni estere e di procedere agli accordi con le aziende oltremare, oltre che svolgere la maggior parte delle business trip, come quella in Nuova Caledonia l'estate scorsa (che poi i due l'avevano presa come una vacanza, era tutt'altra cosa).
Ray aveva un bel cervello, era celere, veloce, puntiglioso, preciso ma troppo timido e pauroso, non sarebbe riuscito a prendere il mano l'azienda neanche sotto un apprendistato lungo dieci anni. Kain era ancora piccolo, ma aveva già manifestato il suo totale disinteresse per l'azienda e tutti i suoi affiliati, preferendo frequentare la London Leiths School of Food and Wine per diventare uno chef d'alta classe. Non aveva voluto assolutamente sentire ragioni, e suo padre si era arreso visto che gli altri suoi figli lavoravano già in azienda.
Avrebbe voluto avere un po' della fermezza di Kain. In realtà non aveva una vera e propria passione da seguire, né una scuola che gli sarebbe piaciuto frequentare, ma avrebbe tanto voluto poter far valere un po' di più le sue opinioni all'interno della famiglia. Logan e Kain erano quelli che, nonostante tutto, si piegavano di meno al volere della famiglia. Logan probabilmente lavorava in azienda perché non aveva di meglio da fare oltre che andarsene il sabato sera in giro per i locali a trovare la sua prossima vittima a letto (e in questo non era poi così differente dall'idiota americano) oppure bere il suo whisky a tutte le ore del giorno.
Vista la parlantina veloce e disarmante di Sky, le relazioni estere erano proprio ciò che sembrava adatto a lui, considerata anche la sua passione per i viaggi e i paesi strani.
Arthur alzò la testa, fissando nel vuoto verso la porta. Ormai aveva ventitré anni, ma non aveva alcuna intenzione di sposarsi. Probabilmente visto il matrimonio di Katherine, i suoi non si erano permessi di uscirsene con cavolate tipo matrimonio combinato o promessi sposi dalla nascita.
E poi lui non aveva alcun interesse in una relazione amorosa, o si sarebbe già trovato una bella ragazza. Troppi problemi, poco tempo per pensarci, un'azienda da gestire. Come avrebbe potuto trovare il tempo per andarsi a cercare una fidanzata?
Probabilmente era ciò che i suoi genitori sospiravano da tempo. Logan era totalmente escluso, probabilmente non si sarebbe mai sistemato in vita sua. Lui stesso non aveva tempo né interesse nel cercarsi una compagna... Sky aveva solo diciannove anni, ma come lui non aveva mai avuto una ragazza, neanche al liceo. Strano, lo charme della famiglia Kirkland sarebbe dovuto far morire le donne dietro quegli occhioni verdi e quei capelli rossi. Forse il fatto che fosse un tantino esuberante bloccava tutto quanto. Come il fatto che Arthur fosse un pochino acido.
Più guardava alla sua famiglia, più si disperava pensando che probabilmente sarebbe stato l'unico a cui avrebbero potuto appioppare un matrimonio di punto in bianco, visto che in casa sua trovavano divertente incaricarlo di cose senza il suo permesso, informandolo solo il giorno prima.


Quella mattina Alfred si svegliò con una particolare voglia di sesso. Beh, erano già tre giorni che non lo faceva, per lui significava abominio, infrazione delle regole. Dondolò la testa stiracchiandosi mentre raggiungeva gli occhiali poggiati sul comodino. Oggi doveva assolutamente fare qualcosa, o sarebbe morto di noia. E non era assolutamente contemplato per il grande Alfred F. Jones la morte per tedio. Al massimo sarebbe morto facendo sesso! Sì, quella sì che sarebbe stata una morte figa.
Andò in bagno a rinfrescarsi e si vestì pronto per un bel giro turistico per Londra. Si ammirò allo specchio, che gran bel pezzo di manzo aveva davanti agli occhi. Alzò le sopracciglia soddisfatto e infilò in tasca i suoi occhiali da sole graduati e il cellulare, con il portafoglio e tutte le carte di credito.
Scese fiero le scale e grazie ad una cameriera riuscì a trovare la sala da pranzo dove due dei fratelli Kirkland stavano facendo colazione, i due più piccoli.
Si sedette salutando rumorosamente i fratelli e ordinando alla cameriera uova, bacon e succo d'arancia.
Kain si girò verso di lui e storse il naso, Ray continuò a bere il suo latte senza scomporsi.
Che famiglia noiosa.

Ehi...” mormorò, allungandosi verso i due con fare circospetto. “Avete da fare? Perché non andiamo un po' a sballarci in giro per Londra?”
A Ray quasi cadde il bicchiere dalle mani, l'espressione schifata di Kain si intensificò.

Io... devo andare a scuola” concluse velocemente Ray, alzandosi e prendendo la sua borsa, mettendola a tracolla sulla sua perfettamente stirata divisa della Westminster School, la scuola più importante e costosa di Londra, con le sue 25mila sterline di tassa annuale.
In pochi secondi Ray si era volatilizzato, e mentre servivano uova e bacon ad Alfred, era rimasto solo Kain.
Il rossino girò lo sguardo verso l'americano con un terribile presentimento.

Anche tu devi andare a scuola?” sorrise Alfred, con uno sguardo che non voleva essere rifiutato.
... no. Ma non ti accompagno in giro per Londra” rispose lui, storcendo le labbra.
In quel momento fece ingresso Thomas, il maggiordomo che era stato affidato ad Alfred. Fece un breve inchino di saluto ai due, mentre Alfred lo fissava mangiando rumorosamente.

Buongiorno signorino Alfred, signorino Kain” disse, alzando finalmente la testa. “Il signorino Arthur ha chiesto di recarsi in ufficio nel più breve tempo possibile”
Oh, che noia. Digli che ho da fare” rispose Alfred, mandando giù le uova che aveva ingurgitato.
Temo che questo non sia possibile, signorino. L'auto l'attende tra dieci minuti fuori dall'abitazione” e detto questo si congedò uscendo dalla stanza.
Alfred aggrottò le sopracciglia e sbuffò, tornando a mangiare il suo bacon. Ecco, neanche un giorno di libertà. Sarebbe diventato un frustrato! Ecco!
Si girò verso Kain che mangiava il suo cornetto e allargò il suo ghigno.

Ehi, Kane” fece, indicandolo con la forchetta.
Mi chiamo Kain” redarguì lui, senza guardarlo.
Sì, come ti pare, tu vieni con me, vero?” continuò, avvicinandosi con il suo sguardo che conquista.
Kain voltò il viso verso di lui con un'espressione sconcertata. “Eh?! Scordatelo.” sputò lui, storcendo il naso nuovamente.

Avanti, sarà spassoso. Se sei con me ci lasceranno andare prima e potrò andare a farmi il giro di Londra! Vedrai che ti divertirai... fidati di me” continuò lui, posandogli una mano sulla spalla.
Tu sei tutto matto...” rispose Kain, spostandogli gentilmente la mano ed alzandosi. Thomas rientrò nella stanza e si inchinò nuovamente.
Dobbiamo andare, signorino” fece, con calma.
Oh! Viene anche Kane!” esclamò Alfred, afferrando il ragazzo per il braccio e trascinandolo fuori dalla stanza, seguito poco dopo dal maggiordomo.
Che... cosa?! No!”

Arthur alzò le sopracciglia e sospirò leggermente massaggiandosi la tempia. Perché toccava a lui caricarsi di tutto il lavoro che bisognava fare per la sua maledetta famiglia?
Erano in una delle sale d'aspetto della ditta, lussuosamente arredata, quella per gli ospiti veramente importanti. Con lui c'era Katherine ed oltre ad aspettare il disastroso americano, attendevano l'arrivo dell'organizzatore di matrimoni e dei suoi assistenti.

Arthur? Va tutto bene?” domandò la cugina, grattandosi una guancia un po' preoccupata.
Arthur scosse velocemente la testa e sospirò, poggiando la testa sulla spalliera del divano. “Da quando è arrivato quell'americano ho un mal di testa nonstop che non vuole passare” lamentò, chiudendo gli occhi.
Katherine aggrottò le sopracciglia sentendosi colpevole e arricciò le labbra. “Mi dispiace”

Non è colpa tua, è lui che è un caso disperato” sospirò Arthur, massaggiandosi la tempia.
In quel momento uno degli assistenti annunciò l'arrivo dell'organizzatore dei matrimoni ed una donna alta e ben vestita fece ingresso nella sala, seguita da un uomo, probabilmente il suo assistente.

Signor Kirkland, è un vero onore fare la vostra conoscenza. Sono Irene Estellenchs, mi occuperò del matrimonio. Lei dev'essere la signorina Katherine, non è vero?” la donna con un marcato accento spagnolo sorrise ad entrambi.
Oh... la prego, mi dia del tu” sbattè gli occhi Katherine, in imbarazzo. La bellezza latina di quella donna era veramente spiazzante.
Prego, accomodatevi” fece Arthur, con un cenno, indicando i divani.
La signora si sedette mentre il suo assistente rimase in piedi e piegò leggermente la testa.

Se non vi crea fastidi ho mandato il mio altro... mh, assistente a prenderci delle tazze di caffè, sempre che ritorni intero...” mormorò a denti stretti l'ultima parte, guardando altrove con aria preoccupata e rassegnata.
Arthur e Katherine sbatterono gli occhi, non capendo.


L'auto si fermò davanti all'impresa commerciale Kirkland, scaricando Alfred, Kain e il maggiordomo.
Non ho mai detto che volessi venire” borbottò Kain furioso, mentre saliva le scale dell'edificio.
Ho detto che ci divertiremo, perché non ti fidi di me?~” rispose Alfred, facendogli l'occhiolino. Kain rabbrividì mentre i portieri spalancavano il portone di vetro della ditta permettendogli di entrare.
Il signorino Arthur vi attende nella sala ospiti numero 4” fece Thomas, cominciando a guidarli verso l'ascensore.
No, io ho altro da fare. Ci vedia--” tentò Kain, girando i tacchi, ma Alfred lo tirò per un braccio e lo fece entrare nell'ascensore.
Daai, non fare così!” sorrise mentre le porte si chiudevano e l'ascensore partiva.
Kain lo fissò in modo sconcertato. Mai nessuno si era permesso di trattarlo in quel modo, nessuno! Assottigliò gli occhi e si scostò in malo modo da lui, fissando contrariato le porte dorate dell'ascensore.
Alfred scosse la testa con un sorrisetto e lasciò correre. Era solo un ragazzino che doveva essere addestrato~. Appena l'ascensore arrivò al piano predestinato, Kain schizzò fuori pestando i piedi, intenzionato ad andarsene.

Signorino Kain? Aspetti” intimò Thomas, con tono preoccupato, mentre sia lui che Alfred cominciavano a seguirlo.
Avanti Kane, non essere così!” ridacchiava l'americano, che evidentemente trovava la cosa, molto, troppo divertente.
Non ho alcuna intenzione di rimanere qui. Non ci volevo venire inizialmente e non ho alcun motivo per restare! Torno a casa, Thomas, chiamami un'auto” rispose Kain, tagliente come la lama di un coltello, mente voltava l'angolo.
Si accorse troppo tardi che qualcuno probabilmente aveva avuto la sua stessa idea. Riuscì solo a vedere che c'era qualcuno prima di finirgli incontro urtandolo e finendo per terra con un goffo lamento, sentendosi poco dopo le mani e il petto bruciare.
Aprì gli occhi e vide tre coppette di carta per terra, svuotate del loro contenuto, caffè, che parzialmente era finito per terra e parzialmente sui suoi abiti e sul povero malcapitato di fronte a lui.
Alzò lo guardo e a terra c'era un ragazzo alto, quasi quanto suo fratello Logan, vestito in modo particolarmente vistoso per una ditta, la pelle olivastra, i tratti ispanici, occhiali dalla montatura spessa e nera, occhi verdi e capelli con uno strano taglio scalato, biondo platino, sicuramente tinto, e un ridicolo ciuffo... rosa sulla parte sinistra della frangia.

Ohi... ohi... mi dispiace, mi dispiace. Non avevo visto qualcuno stesse girando l'angolo” fece il ragazzo, con accento spagnolo. Il caffè era finito sulla sua maglia bianca sporcandola e marcando in modo non proprio casto la sua bellezza latina.
Kain rimase fermo a fissare la maglia ormai color caffè appiccicarsi ai pettorali e al ventre piatto del giovane come se il suo cervello fosse improvvisamente entrato in trance.

V-va tutto bene...? Ti sei scottato?” mormorò il ragazzo, avvicinandosi e raccogliendo le tre tazzine di caffè. “Io... io... scusami, ma mi sono perso” continuava, ma lo sguardo di Kain continuava ad essere fisso sulla maglia e il pantalone bagnati che si appiccicavano a quelle forme.
Deglutì, sentendo le guance che si arrossavano e dei movimenti poco sicuri tra le sue gambe. Per fortuna qualcuno intervenne.

È tutto a posto, signorino?” fece Thomas, aiutandolo ad alzarsi e risvegliandolo dal coma.
Oh... oh. sì. No... cioè, penso di sì.” ora sì che le ustioni del caffè cominciavano a fare leggermente male. “Mi dispiace, è stata colpa mia” fece, cercando di non guardare il ragazzo che nel frattempo si era alzato.
N-no, non è colpa tua. La colpa è mia...”
Ok, ok. La colpa è di entrambi. Ora vogliamo andare?” si intromise Alfred, cercando di liquidare il discorso. Non si poteva mica perdere tempo in questo modo!
Oh, ehm... s-sei nuovo? Non ti ho mai visto qui...” domanda più che lecita, non avrebbero mai assunto in ditta un tipo del genere, la curiosità sul sapere chi fosse lo stava quasi mangiando.
N-no, io non lavoro aquì!” esclamò, concludendo la frase in spagnolo per la fretta. “S-sono il... l'assistente dell'organizzatrice del matrimonio...”
Oh.” mormorò Kain, adesso si spiegava tutto. “E ti sei perso? Stiamo andando giusto lì, ti accompagniamo... ma prima, Thomas? Potresti farci avere un cambio d'abito veloce?”
Il maggiordomo annuì aprendo la chiamata attraverso l'auricolare. “Contatterò la sartoria più vicina. Mi può dire il suo nome, signorino? Cercheremo le sue misure nel nostro database”

Oh. Oh.” database...? Il ragazzo sbattè gli occhi un po' confuso. “Gabriél. Gabriél Estellenchs”
Gabriél... un nome come un altro, ma nelle orecchie di Kain risuonava come il più meraviglioso dei nomi.

oh no.

Erano già passati venti minuti da quando la signora Estellenchs aveva fatto ingresso e del suo assistente nemmeno l'ombra.
La signora sembrava inquieta e ogni tanto sospirava, come a voler dire 'lo sapevo, perché l'ho fatto'. Arthur e Katherine si guardavano interrogativi senza sapere cosa dire o fare, ma non potevano passare la giornata aspettando che quell'assistente si facesse vivo. Lui aveva del lavoro da fare!

Signora Estellenchs... possiamo cominciare se vuole”
La donna scosse un secondo la testa e guardò Arthur per un secondo, alzando le sopracciglia. “Oh. Oh, certo signor Kirkland, mi chiami pure Irene. Mi dispiace per il tempo che le sto facendo perdere... come al solito, affidarmi a lui è sempre un errore” sospirò con un amaro sorriso rassegnato.

Vuole che vada a cercarlo?” fece l'assistente con gli occhiali da sole e lo sguardo truce.
No, non ce n'è bisogno. Lo raccatteremo quando avremo finito” ripose lei con nonchalance agitando una mano.
Ma che...?
Arthur alzò le sopracciglia e lasciò correre, infondo non erano problemi suoi.
Proprio in quel momento la porta si aprì e Arthur vide fare ingresso l'odioso americano, Thomas, un tipo dai capelli strani e suoi fratello Kain.

Kain? Cosa ci fai qui?” domandò, ma non fece in tempo a ricevere risposta.
Gabriél, ma insomma quanto ci hai messo? E che diavolo è successo ai tuoi vestiti, dove sono finiti? E dove sono i caffè?!” sbottò la donna, alzandosi in piedi.
Ehm, è successo un piccolo incidente...” mormorò il ragazzo, giocherellando con le dita. La donna si passò la mano nei capelli castani raccolti in uno chignon lento e poi la posò sugli occhi, con un grosso sorriso.
Sono stato io. Mentre girava l'angolo gli sono finito addosso e i caffè sono caduti, la colpa è mia” rispose Kain, con la sua solita aria seria.
... Kain, ma tu che ci vai qui?” mormorò Arthur.
L'ho portato io!” esclamò Alfred, con un sorriso giocondo.
E questa libertà da dove te la sei presa?” rispose Arthur, fulminandolo con lo sguardo.
Mi pareva si stesse annoiando” ribattè Alfred.
A te paiono troppe cose che non dovrebbero parerti.” continuò Arthur, aggrottando le sopracciglia.
Tutti sembravano parecchio interessati alla loro improvvisa discussione.
Gabriél ridacchiò nascondendosi le labbra con un pugno. “Sembrano marito e moglie che battibeccano”
Kain si girò verso di lui e non gli piacque per niente il batticuore che gli stava salendo dal cuore fino alle orecchie, coprendo con il suo rumore persino il litigio tra quei due.

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Questo capitolo è un capitolo di passaggio, mi dispiace °_° nel prossimo succederanno cose più interessanti... spero XD ad ogni modo, Gabriél è anch'egli una nazione e rappresenta le Isole Baleari<3 Eccolo qui ->  Gabriél. Anche se sembra bassino, qui, in realtà è alto 178 cm! Se vi interessa scoprirete di più su di lui più avanti nella storia :3 ecco qui invece Kain e Katherine (qui in realtà sono stati disegnati in veste di fratelli come Irlanda del Nord e Repubblica di Irlanda, ecco perché Kain sembra così piccolo e basso qui. In realtà Katherine è una nanetta e Kain sta crescendo quindi tra un po' la supererà XD)
Spero vi sia piaciuto e che continuiate a seguire questo sclero! Le parti UsaUk arriveranno, pazientate. Fate evolvere la storia ç_ç non siate impazienti!

  
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