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Autore: Keiko    17/02/2011    0 recensioni
Tutto sta girando in un unico senso, tutto ruota attorno al destino di Watanuki e sta iniziando a muoversi sempre più velocemente su sé stesso come una trottola, che gira e gira e gira sino a creare una forza centrifuga talmente potente da investirli tutti. Quella è la forza di Watanuki. Yuko sorride, portandosi alle labbra la lunga pipa in legno di frassino, Mokona che le precipita ai piedi rotolando su sé stesso. Tutti stanno compiendo cerchi, più o meno grandi, attorno al fulcro: tutti siamo attratti dal centro dell’uragano come cacciatori di tempeste.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Maru & Moro , Mokona, Yūko Ichihara
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A Sweet Revenge © [31/10/2010]
Disclaimer. Tutti i personaggi di XXXHolic appartengono alle Clamp, agli editori nipponici e ai distributori internazionali che detengono i diritti sull'opera. Questa storia è stata redatta per mero diletto personale e per quello di chi vorrà leggerla, ma non ha alcun fine lucrativo, né tenta di stravolgere in alcun modo il profilo dei caratteri noti.
Nessun copyright si ritiene leso.

Note dell'autrice. La storia si colloca dopo il tankoboon n. 13 del manga



La Strega delle Dimensioni le ha cercate per tutto il negozio, scendendo persino nella stanza dei tesori, eppure di Maru e Moro non c’è nessuna traccia in giro.
Fissa il cielo plumbeo sovrastare Tokyo dal portico del negozio, nuvole grevi di pioggia accompagnate da raffiche di vento gelido che si rincorrono veloci sopra di lei.
Tutto sta girando in un unico senso, tutto ruota attorno al destino di Watanuki e sta iniziando a muoversi sempre più velocemente su sé stesso come una trottola, che gira e gira e gira sino a creare una forza centrifuga talmente potente da investirli tutti.
Quella è la forza di Watanuki.
Yuko sorride, portandosi alle labbra la lunga pipa in legno di frassino, Mokona che le precipita ai piedi rotolando su sé stesso.
Tutti stanno compiendo cerchi, più o meno grandi, attorno al fulcro: tutti siamo attratti dal centro dell’uragano come cacciatori di tempeste.
“Ahio! Yuko Mokona ha trovato Maru e Moro!”
La piccola palla di pelo nero abbassa le orecchie all’indietro, indicando con veemenza l’interno buio dell’abitazione.
“Ho setacciato il negozio da capo a piedi, Mokona. Sei sicuro di averle viste?”
“Non ti fidi di Mokona, Yuko?”
La donna sorride, e si china sino a sfiorare il tatami con il dorso della mano per permettere all’esserino di salirvi sopra.
La Strega delle Dimensioni – perché definirla donna sarebbe riduttivo e sbagliato, giacché più vivente non è da tempo – sa perfettamente che le due ragazzine non possono essere lontane, che tutt’al più possono essere nascoste in impensabili luoghi che lei non ha considerato: Maru e Moro non possono allontanarsi dal negozio perché crollerebbe, eppure riesce a preoccuparsi ugualmente della loro scomparsa.
Quelle due bamboline fatate – dono di Clow – non sono altro che i pilastri portanti della sua prigione dorata, una cella che si è autoimposta per porre fine alla follia di Fei Wong e di Clow Reed. Superare la morte, talmente ridicolo da essere un paradosso perfettamente calzante solo su di lei, dopotutto.
Allora perché l’assale quest’inquietudine fastidiosa, come il tarlo che si insinua nella mente di una madre apprensiva alle prese con il ritardo del proprio figlio dal rientro del doposcuola?
Yuko non è mai stata una donna comune, e per suo stesso destino è stata costretta a vivere in un modo che non appartiene ad alcun essere vivente, ma anche lei possiede un cuore e qualcosa sembra sfuggire al controllo della sua freddezza, qualcosa che è un istinto primordiale e antico quanto l’umanità stessa, qualcosa che qualcuno – in tempi che lei non può nemmeno ricordare – le ha trasmesso.
Un tepore lieve, tra strati di pesanti piumini, che le scaldava il cuore. E non erano le coperte, bensì la voce che le dava la buonanotte e le raccontava qualche fiaba – se ce n’era il tempo e lei non crollava addormentata, sfinita per gli addestramenti subiti durante la giornata – posandole un bacio delicato tra i capelli corvini.
Anche lei aveva avuto una madre?
“Ehi, Yuko, tra poco sarà qui Watanuki, cosa ci facciamo preparare come spuntino? Mokona ha fame!”
Le afferra una ciocca di capelli – invisibili fili neri che diventano un tutt’uno con la sua zampetta tozza – per attirare la sua attenzione e staccarla da quei ricordi nebulosi, così strani e lontani che a Yuko sembrano invece reminescenze di altre vite in altre epoche, forse persino di qualche cliente particolare e non suoi: non sarebbe mai stata certa che le appartenessero realmente.
“Allora andiamo da Maru e Moro e decidiamo insieme cosa farci preparare da Watanuki!”
La donna si sofferma a osservare il giardino del negozio sferzato da violente raffiche di vento e le sembra quasi di poterli vedere, i grattacieli tutt’attorno oscillare sotto quella forza per poi sgretolarsi.
Siamo già così avanti nella storia?
Yuko rientra nel negozio accompagnata da un fruscio di stoffe pesanti, l’obi a forma di farfalla che sembra concederle ali con cui spiccare il volo prima dell’inizio della fine, prima che tutta la follia che ha investito la sua vita sia finalmente cancellata.
Percorre alcuni corridoi, passando di nuovo in rassegna le stanze del negozio e poi di nuovo nel sotterraneo, nella sala dei tesori dove nessuno – a parte lei – può entrare.
Qui dentro sono racchiusi i pegni per la salvezza di ognuna delle vostre vite.
E’ con quel pensiero che Yuko spalanca di nuovo la porta, trovando la stanza immersa nella penombra offerta dalla luce delle lanterne contenenti le Lucciole dell’Eternità, senza tuttavia vedere Maru e Moro da nessuna parte.
“Mokona ti avevo detto che erano sparite, o sbaglio?”
Quel termine le sfugge dalle labbra, e subito si pente della pesantezza di quella parola: sparire, per due esseri fatati come Maru e Moro, è l’equivalente della morte di un essere umano.
Yuko inspira il fumo dalla pipa con più foga, dettata da un nervosismo che lascia cadere la maschera di spensierato entusiasmo che l’accompagna sempre, ma è solo un istante che lascia il posto a una nube grigiastra che si propaga tutt’attorno come nebbia.
Sa che Maru e Moro non sono sparite, altrimenti anche lei e il negozio non sarebbero altro che polvere e lei, finalmente, si troverebbe nel luogo che le spetta di diritto, nel Regno delle Ombre.
Mokona avanza di qualche saltello sino a superarla, indicando con la zampetta il fondo della stanza, verso il lato sinistro.
“Sono là?”
“Si, ma non so proprio come ci siano finite, Yuko.”
La donna sorride e supera l’esserino che viene travolto dalle vesti sontuose, rotolando su sé stesso a causa della forza con cui è stato colpito.
“Ahio, Yuko, oggi sei più manesca del solito”, borbotta mentre si massaggia il muso con la zampa pelosa.
Lei sembra non udirlo e avanza invece sino all’ultimo oggetto della sala: li conosce tutti a memoria, ricorda ogni collocazione, ogni utilità e potere di quegli oggetti fatati, ne rammenta i vecchi padroni e coloro a cui saranno destinati.
E’ anche questo il potere della Strega delle Dimensioni: non lasciare nulla al Caso.
“Benissimo, ora vorrei sapere come siete finite lì dentro voi due.”
Maru e Moro si scambiano un’occhiata complice, osservando poi da dentro uno specchio a parete Yuko, le volute di fumo che sembrano salire dal pavimento anziché uscire dalla sua pipa.
“Abbiamo trovato questo, e volevamo preparare un regalo per Watanuki! Tu non gli fai mai regali, Yuko, dobbiamo sdebitarci anche da parte tua.”
Le voci di Maru e Moro, inevitabilmente all’unisono, sembrano giungere da una distanza senza eguali direttamente alla mente della donna, e viene accompagnata da un’alzata verso il cielo delle mani che subito dopo vengono riportate sul fulcro della loro attenzione.
Maru tiene tra le mani un gomitolo di lana rossa e la compagna ne intreccia gli estremi in quello che sembra un amuleto della buona sorte cinese.
Yuko fissa le due bambine, il Filo Rosso del Destino tessuto da due parche che sembrano voler salvare Watanuki, come chiunque abbia avuto a che fare con lui sino ad ora.
Ti vogliono tutti bene, Watanuki: tu non sei destinato a scomparire come vorrebbe Fei Wong.
“Dove l’avete trovato?”
“Nello specchio.”
Moro sembra seria, come se fosse la cosa più naturale del mondo, mentre continua a intrecciare tra loro i fili rossi che le passa Maru, fili spezzati presi da quell’enorme gomitolo costituito da tutti i destini che si sono uniti a quello di Watanuki.
Yuko inspira di nuovo il fumo dalla pipa, Maru e Moro che diventano più sfocate da osservare, oltre quella nebbia magica che sta via via ricoprendo ogni cosa.
Quando non ci sarò più, Watanuki, tutto questo ti apparterrà di diritto.
La donna chiude gli occhi, stringendo tra gli incisivi il bocchino della pipa e aspirandone il fumo con piacere: li vede, lì, stretti gli uni agli altri, intrecciati in quello che è un talismano tra i più potenti.
Domeki e la sua sincera amicizia, non voluta e non richiesta, ma ricambiata con la stessa intensità; l’amore innocente della Zashiki-Warashi; l’amore sincero e riservato di Himawari; l’affetto di Maru e Moro; la fedeltà di Mugetsu e la spensieratezza di Tanpopo; il vecchio Haruka Domeki e i suoi saggi consigli; la piccola Kohane e la sua forza spirituale; l’Ame-Warashi e la sua intrepida ostinazione.
E poi ci sono Shaoran, Sakura, l’altro Watanuki – un altro Shaoran – Clow Reed, il piccolo Mokona e poi, ovviamente, lei: Yuko Ichihara, un nome inventato ma che è la chiave di lettura di tutto il suo essere.
Lei, la bambina che aiuta gli altri, la prima bambina dai poteri straordinari. Lei, morta nel giorno della nascita di Kimihiro Watanuki perché è proprio in quel momento che gli ha infuso la vita che gli è stata sottratta.
Watanuki doveva svanire, eppure è rimasto: grazie a lei, grazie al sacrificio di Shaoran e Sakura, grazie al Destino tracciato da Clow.
La Strega delle Dimensione sente un brivido percorrerle la schiena quando è la sua esistenza a essere legata al talismano per Watanuki, un brivido che sembra salirle dal cuore sino alla gola, ed è costretta a interrompersi nell’arte del fumo per osservare le due bambine intrecciare i fili rossi gli uni altri con aria rapita.
Lo sanno cosa stanno facendo?
Yuko se lo chiede, ma comprende facilmente la risposta alla propria domanda: in un mondo non mondo come quello dello specchio – uno speculare del suo negozio - Maru e Moro attingono potere dalla purezza delle esistenze, da quei destini che si sono incrociati tutti lì, al suo negozio.
Clow avevi previsto anche questo?
Yuko solleva lo sguardo verso il soffitto della stanza, poi torna a osservare le due bambine bisticciare tra loro per un nodo venuto male: sono immerse in una sacralità rituale che non gli appartiene, immerse in un qualcosa di grande per salvare Watanuki.
“Vi lascio al vostro lavoro. Tra poco Watanuki sarà qui, per cui dovrete sbrigarvi a finire il vostro regalo. Lo sottoporremo a una bella caccia al tesoro quando arriverà, che dite?”
“Sii!”
Le due bambine lanciano all’unisono un gridolino di festa, Maru posando il gomitolo sul nulla e battendo le mani tra loro e Moro alzando le mani verso il cielo, il talismano stretto tra le dita.
Yuko sorride, poi in quella nube di fumo che ha ricoperto ogni cosa, scompare in un fruscio di sete e vesti pesanti, l’obi a forma di farfalla che si richiude su sé stesso, ultimo a scomparire alla vista delle due bambine.
Sarete delle ottime aiutanti anche per Watanuki, piccole pesti.




Note dell'autrice (2).
Hitsuzen” in giapponese significa “inevitabile” ed è il concetto di cui è permeato l’intero manga di XX Holic. Ho poi spudoratamente giocato con gli ideogrammi che compongono il nome di Yuko Ichihara. Yuko può significare “bambina che aiuta” e Ichihara è composta dal kanji “Ichi”, che indica il numero uno in giapponese. Lo stesso giorno di nascita di Watanuki.

   
 
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