Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: orual    17/02/2011    6 recensioni
Per chi ha amato "La Strada Per Ritornare"...l'arrivo del Trio, con gli altri prigionieri di Villa Malfoy al seguito, a Villa Conchiglia, visto da occhi diversi da quelli di Harry. Impressioni e azioni di una guerra che è stata combattuta e vissuta da tanti... a cominciare da Ron, Hermione, Bill, Fleur... che abbiamo già visto all'opera in "La strada"!
"Tutti e tre restarono vicini, in silenzio, in quello che pareva l’ultimo momento di normale tranquillità loro concesso, a godere senza parlare dell’affetto reciproco. Vide, nello specchio sopra il cassettone, Harry e Ron scambiarsi, sopra la sua testa, uno sguardo dei loro, uno sguardo da maschi, come diceva lei, che chissà cosa significava, con occhi un po’ malinconici.
-Vi voglio bene- mormorò Hermione, e loro annuirono, in una sincronia quasi perfetta e un po’ ridicola.
Non occorsero altre parole, quella sera.
"
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Thomas, Harry Potter, Luna Lovegood | Coppie: Bill/Fleur, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Cronache della Seconda Guerra'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 Questo è un missing moment, e prosegue idealmente la mia storia precedente La strada per ritornare, nel senso che troviamo gli stessi personaggi, e che ci sono molti accenni a ciò che è successo a Ron durante il soggiorno da Bill e Fleur. E’ quindi consigliabile leggere le due storie in continuità, ma non è obbligatorio. Anche stavolta l’obiettivo è restare il più possibile IC... si fa quel che si può! ;)
Sarà piuttosto breve, più di La strada. Prevedo tre/quattro capitoli, ma staremo a vedere.
 
I personaggi non mi appartengono: sono di J. K. Rowling, ed io li uso solo per divertirmi insieme a voi.
Buona lettura! Ah, naturalmente... le recensioni sono gradite!

 
1. Intrusi in giardino
 
Il finire di marzo aveva portato una precoce fioritura nel giardino di Villa Conchiglia, rendendo il luogo persino più bello di quanto fosse. Era la prima primavera che trascorrevano lì, la prima dopo il loro matrimonio: in diverse contingenze, sarebbe stato un periodo davvero incantevole.
Nel salottino il fuoco di legna impregnata di aromi salmastri riscaldava l’ora tarda di riflessi giallo oro, e regnava il silenzio.
I ferri di Fleur, sospesi a mezz’aria, producevano con lieve tintinnio un maglioncino traforato in lana bianca, sotto gli occhi attenti della ragazza, che riprendeva di tanto in tanto con la bacchetta una maglia lasciata cadere dai ferri, ancora inesperti. Aveva fatto progressi da quando la necessità di fornire un minimo di guardaroba a Ron, piombato senza nulla da loro, a Natale, l’aveva spinta a cominciare, ma era la prima volta che tentava col traforo, e sulle ginocchia teneva aperto Maglia Magica per Principianti al capitolo giusto, per consultarlo frequentemente, abbassando lo sguardo quando le sembrava che i ferri non seguissero il giusto schema. Come per tutte le cose a cui Fleur si dedicava, esigeva che il risultato fosse perfetto, senza contare che ormai stava cominciando ad appassionarsi.
-Domani disdico l’abbonamento- commentò Bill seduto accanto a lei, deponendo bruscamente la Gazzetta del Profeta –è inaccettabile leggere queste porcherie.
-Lo disci tute le sere, cheri, ma lo sai ...arrêtez-vous, subito!- intimò Fleur ad uno di due ferri, che si arrestarono tremando leggermente mentre lei scioglieva l’ultima maglia sbagliata -...lo sai che dobiamo tenersci informati su quello che ponsano quei furfonti!
I ferri ripresero, con palese esitazione, a ticchettare piano.
-Almeno fino a dicembre avevamo il Cavillo!- sbuffò Bill, contrariato.
-Ma il buffo editeur... Lovgoùd, quello che alle nostre nozze sombrava un canarino, se ne sa più nulla?
-Azkaban, purtroppo- replicò Bill amaro –l’ho sentito l’altro giorno nell’atrio della Gringott, ormai è sicuro. Almeno sappiamo che non l’hanno ammazzato.
Fleur rabbrividì impercettibilmente, ma mantenne lo sguardo indifferente, concentrata sui ferri.
-Tesoro, stai diventando bravissima- osservò Bill, cercando di cambiare argomento. Non era facile per nessuno quel periodo, e tenere fuori i pensieri cupi sembrava impossibile. Erano sempre attanagliati dalla paura per qualcuno dei loro, dalla consapevolezza di poter essere i prossimi. Quando, la mattina di Natale, avevano trovato la stanza di Ron deserta, erano rimasti sconcertati. Bill aveva una vaga idea che potesse averlo fatto per permettere loro di andare a passare il Natale alla Tana da sua madre (cosa che, per non insospettirla cambiando improvvisamente idea, non avevano fatto comunque) visto la discussione avuta con lui su quell’argomento, ma parlando fra loro lui e Fleur avevano finito per concordare che doveva aver avuto un piano di qualche tipo.
Fleur si era intristita, dopo la partenza del cognato, e Bill aveva capito che era stato una compagnia per lei, durante un periodo in cui era costretta a casa gran parte del tempo. E c’era dell’altro: la presenza di Ron aveva dato loro per un po’ di tempo l’impressione di collaborare ad un progetto che davvero poteva essere risolutivo. Come tutti i membri dell’Ordine, avevano una vaga idea che Harry, Ron ed Hermione stessero perseguendo una missione speciale lasciata loro da Silente. Era stato più brutto di quanto si aspettassero ricadere nella sensazione di impotenza che dava la lotta quotidiana pura e semplice, senza crismi di speciali investiture, contro forze e mentalità soverchianti, in Ufficio come nel lavoro per l’Ordine.
Non era esattamente così che si era immaginato il primo anno di matrimonio con la più bella ragazza vivente.
Lei fece un piccolo, affascinante sorriso sbieco al suo complimento, e lui riprese, lieto di averla distratta per un momento e passandole un braccio intorno alle spalle.
-Tuttavia... ehm, non avrai sbagliato qualcosa nelle misure?
Il golfino sembrava troppo piccolo persino per l’entusiasmante girovita di Fleur, o per un elfo domestico.
-E’ pour le bebè, sciocco!
Ci fu un momento di silenzio, che fece sbiancare letteralmente Bill. Lei si voltò a guardarlo e si fermò, interdetta dalla sua espressione sconvolta. Anche i ferri ristettero, in attesa, troppo vigliacchi per continuare il traforo autonomamente, con così alti rischi di errore.
-Bill... il bambino di Tonks.
Il sangue riaffluì lentamente alle guance del giovane, mentre si dava mentalmente dell’idiota. Sua moglie lo guardava con una curiosa espressione. Non sembrava affatto sul punto di ridere come lui, che ne sentiva invece un irresistibile bisogno.
-Scusa tesoro... per un momento... sarà lo stress, io...ahah...
-Ponsavo che avessimo desciso che i tompi non erano adatti, Bill- lo interruppe lei seria.
-Beh, certo, ma sai, io...
-Abbiomo detto che è meglio aspettare, o no?
Una luce si era insinuata anche negli occhi seri di Fleur, e Bill passò dall’ilarità alla sensazione che a volte lo coglieva ancora in sua presenza, nonostante l’ormai lunga convivenza: quella di stare guardando la bellezza in persona. Lo stomaco fu attraversato da una piacevole vampa di calore. Lei sorrideva, adesso, ma gli occhi erano ancora attenti al suo volto. Sembrava quasi che trattenesse il fiato.
Il pensiero che Fleur desiderasse un figlio lo colpì improvvisamente, e la cosa lo riempì di uno strano orgoglio per il coraggio indomito di lei. Gli parve una specie di risata in faccia a Voldemort.  Non ci aveva mai pensato seriamente, ma l’idea gli parve d’un tratto allettante.
-Beh...- le si fece più vicino, mentre lei continuava a fissarlo –in effetti, amore... al momento mi sento molto propenso a perpetuare la specie delle Veela, non so tu... in fondo abbiamo una responsabilità...
I ferri, del tutto dimenticati, crollarono a terra quando Fleur rise, e Bill la baciò con molto trasporto, ridendo a sua volta.
-Facciamo un bambino?- le chiese infine, in preda ad un autentico slancio d’amore per lei. Fu bello vederla sorridere, irraggiando radiosa la sua stupefacente bellezza. Ma quello che davvero lo rapì fu vedere la lacrima solitaria che le solcò la guancia perfetta.
-Oh, Bill...- cominciò lei, gli occhi splendenti.
Un forte crack fuori dalla porta la interruppe.
Voci, passi. In giardino c’era qualcuno.
Fleur sbarrò gli occhi in quelli di Bill, agghiacciato come lei.
Un attimo dopo erano in piedi, entrambi con le bacchette sguainate.
 
-C’è nessuno?  C’è nessuno qui?- gridò Dean, disorientato dal posto sconosciuto, che nell’oscurità non riusciva neanche a distinguere troppo bene. Teneva ancora la mano di Dobby.
Sembrava il giardino di un cottage, la cui mole si stagliava contro il cielo stellato. Non aveva idea di dove fossero finiti.
-Signorino, signorino, deve aiutare Dobby con il signore e la signorina!- gridò al suo fianco la voce acuta di Dobby, facendolo voltare verso l’elfo. Il signor Olivander si era accasciato a terra, incapace di reggersi in piedi, non appena avevano toccato il suolo. Luna, anche lei pallidissima, cercava di sostenerlo, senza successo.
-Aspetta- disse Dean, passandosi un braccio dell’anziano signore intorno alle spalle, e facendo forza sulle ginocchia per tirarlo in piedi.
-C’è nessuno?- gridò ancora poi, in direzione della casa.
I secondi passavano lenti come anni, e le grida di Hermione echeggiavano ancora nelle sue orecchie. Dopo la morte di Ted e Dirk, tre giorni prima, non aveva fatto altro che scappare, correre e vedere e sentire cose tremende, con la sola compagnia di Unci-Unci, che a volte era peggio della solitudine. Le poche ore di sonno le aveva trascorse tormentato dagli incubi e dalle immagini di quello che avevano fatto all’altro folletto, Gonci, prima di finirlo.
-Vado a cercare qualcuno!- propose Luna, soave.
-Luna, no! Aspetta, nessuno di noi ha la bacchetta, se qualcosa è andato storto... se qui intorno c’è qualcuno... dobbiamo stare vicini a Dobby per poter scappare se...
-Oh, ma di certo a casa del fratello di Ron nessuno ci farà del male... e poi bisogna far presto, Dobby deve tornare da loro!
-Luna...- chiamò ancora Dean, poi imprecò sottovoce. La ragazza correva verso la casa che si trovava davanti a loro, incurante dei suoi richiami. Prima che potesse raggiungere la porta, però, questa si spalancò, ed una figura si stagliò contro la luce che proveniva dall’interno.
-Chi siete? Gettate le bacchette, mia moglie vi tiene tutti sotto tiro!- tuonò l’uomo che era apparso. Dean sentì una finestra del piano superiore aprirsi proprio in quel momento.
-Bill Weasley, siamo amici di Harry Potter! Amici di Ronald!- esclamò Luna.
-Cosa?
-Sono Luna Lovegood, Bill Weasley, mio padre è il direttore...
-...del Cavillo, lo so! Che ci fai qui, Luna?- la interruppe Bill incredulo, senza però abbassare la bacchetta.
Dietro di lei, Dobby si mosse, nervoso, parlando poi con la sua vocetta stridula.
-Dobby deve andare... Dobby non può restare di più, Dobby deve salvare Harry Potter e la signorina e l’amico rosso- interloquì inquieto, ancora per mano a Dean.
Bill spostò repentinamente lo sguardo da Luna all’eterogeneo gruppetto formato dal ragazzo, l’elfo ed il vecchio.
-Sì, vai, Dobby, è meglio. Noi siamo al sicuro, adesso- disse Dean, lasciandogli la mano.
Dobby si inchinò ai presenti e sparì subito, con un sonoro crack identico a quello che li aveva portati tutti lì.
-Siamo tutti senza bacchetta!- esclamò Dean, alzando il braccio che non sorreggeva Olivander e barcollando, -ci faccia entrare, signor Weasley, il signor Olivander qui non si sente bene.
-Olivander? Ma che diavolo...
Protetto dal tiro di Fleur, Bill abbassò la bacchetta e si avvicinò a passo svelto, ferocemente combattuto tra la diffidenza che aveva il dovere di attuare e la necessità di saperne di più. Nelle parole dell’elfo domestico era aleggiato, se non si sbagliava, anche il nome di Ron, e lui e Fleur desideravano disperatamente avere sue notizie.
-Identificatevi. Mi dispiace, ma di questi tempi...
-Sono Dean Thomas, un compagno di Harry e Ron...- cominciò disperatamente Dean. Non conosceva Bill e non sapeva che dire. Il peso di Olivander diventò eccessivo, nonostante la magrezza dell’anziano signore, quando questi con un gemito perse definitivamente i sensi, tanto da sfuggire dalle braccia di Dean, accasciandosi a terra.
-Bill Weasley, è lui, lo garantisco io. Io ero al tuo matrimonio, te lo ricordi? Avevo un vestito giallo, come mio padre. Facci entrare, il signor Olivander sta male, e poi stanno per arrivare gli altri!
-Chi sono con esattezza “gli altri”?- chiese Bill, ormai convinto, avvicinandosi ed aiutando Dean a sollevare Olivander.
-Io, Harry, Ron ed Hermione siamo stati arrestati questa sera... ci hanno portati a... mi è sembrato di capire che fossimo alla Villa dei Malfoy, giusto, Luna?
-Che cosa? Eravate insieme? E dove sono loro?- chiese ansiosamente Bill, mentre Luna annuiva. Fleur, che aveva sceso le scale del cottage, tenne aperta la porta mentre entravano nel grazioso ingresso, e senza parlare fece strada verso il soggiorno, dove i ferri col lavoro a maglia giacevano dimenticati in un angolo, sul pavimento vicino al divano.
-N-no, ci hanno arrestati separatamente. Dobby doveva tornare a prenderli... Harry ci ha detto di andare per primi... lui e Ron dovevano...- Dean si fermò e deglutì.
Bill, aiutato da Fleur, adagiò Olivander sul divano, poi lo guardò.
-Cosa dovevano fare?
-Loro... loro avevano preso Hermione.
-Loro chi? I Malfoy?- incalzò Bill, scambiando una rapidissima occhiata con la moglie.
-C...  credo di sì. Stavano... la stavano torturando.
Fleur gemette sommessamente.
Bill rimase immobile per un momento, incapace di interpretare gli avvenimenti. Come avevano fatto a farsi soccorrere da Dobby a Villa Malfoy? Cosa c’entravano Luna e Olivander? E tra le domande saliva, a lente ondate, l’orrore per quello che aveva ascoltato. Avevano torturato Hermione?
-Come ha fatto l’elfo ad entrore in quella maison?- riuscì a chiedere Fleur, pratica come sempre, anche se mortalmente pallida.
-Si è Materializzato- affermò Luna. Bill ebbe un moto di impazienza, ma Dean annuiva serio alle parole della ragazza.
-Ma come avete fatto a chiamarlo in soccorso?
-Non lo so, Harry ha parlato ad un pezzo di vetro, credo... non so.
-Dovrebbero essere già arrivati, piuttosto, non trovate?- cambiò repentinamente argomento Luna, guardando fuori dalla finestra, prima che Bill potesse fare altre domande.
Tutti si voltarono con un sussulto verso di lei, rendendosi conto che aveva ragione.
-Devo contattare l’Ordine... dobbiamo andare a cercarli...- cominciò Bill.
-Erano disarmati...- gracchiò Dean. Tutti si guardarono sconvolti.
-Mon Dieu... Bill, dobbiamo assolutamonte...
Fuori, in quel momento, echeggiarono delle voci.
 
 
PS: So che la prima figlia di Bill e Fleur è nata due anni dopo la fine della guerra. Ma ho pensato che nel mese successivo i due avranno avuto altro per la testa, e subito dopo c’è stata la battaglia finale, col suo strascico di dolore, lutti (Fred!), rovine, shock da ripresa e ritorno lento alla normalità... almeno un annetto ci sarà voluto. E ad agosto dell’anno dopo, Fleur infatti sarà già incinta... :).
 
 
 

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: orual