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Autore: Kat Logan    17/02/2011    9 recensioni
Terza parte della mia "saga" sulla coppia Haruka e Michiru.
La morte ritornerà all'attacco, riuscirà a prendersi la piccola Hotaru? Se il dubbio vi attanaglia è qui che troverete le risposte che state cercando!
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Haruka/Heles, Hotaru/Ottavia, Michiru/Milena, Setsuna/Sidia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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- Questa storia fa parte della serie 'Il mio ultimo respiro, per te.'
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Settembre.
Un vento tiepido soffiava al crepuscolo, facendo volteggiare lungo le strade di Francoforte in una piccola danza le prime foglie color ocra cadute dagli alberi.
I colori caldi dell'autunno stavano cominciando a fare la loro comparsa, regalando al paesaggio nuove tonalità.
Haruka e Michiru avevano viaggiato in compagnia della piccola Hotaru e di Haru attraverso l'europa negli ultimi due mesi.
Michiru si era esibita in concerto in grandi città come Roma, Vienna, Parigi, Londra e Berlino.
La sua fama era cresciuta notevolmente e uno stuolo di giornalisti e reporter sembrava inseguire le ragazze in ogni istante della giornata senza lasciare loro tregua.
Un pugno di fotografi accecò con i flash, la ragazza dai lunghi capelli blu che corse al riparo all'interno di un furgoncino nero dai vetri oscurati.
La portierà sbattè violentemente lasciando fuori dall'abitacolo le grida e le domande concitate dei paparazzi, che ora apparivano come un fastidioso brusio.
Tirò un lungo sospiro.
Haruka era seduta accanto a lei sul sedile posteriore dell'auto, sulle sue ginocchia faceva capolino una testolina ricoperta da sottili capelli neri di una bimba che dormiva tranquilla.
La ragazza sfogliò un'altra pagina del quotidiano sbuffando.
"Sei silenziosa..."
"Sono stanca, quella gente mi sfinisce!" sentenziò Michiru portandosi una mano alla fronte e stropicciandosi gli occhi.
Haruka chiuse il giornale nervosamente e lo lanciò ai suoi piedi.
L'altra allungò una una mano facendo una carezza ad Hotaru sulla nuca.
"E' cresciuta ancora..." sospirò.
"Ha cinque anni, in due mesi è cresciuta alla velocità della luce!" 
"Non so più cosa inventarmi, i giornalisti mi assillano con domande su di lei, vogliono sapere di più e l'età che ha!"
"Lo so, numerosi giornali ci hanno mandato anche delle offerte con cifre astronomiche per una sua foto esclusiva..."
Hotaru mugugnò.
Sbadigliò rumorosamente e sbattè le palpebre tre volte prima di aprire i grandi occhi assonnati.
"Mamma!" sorrise indicando Michiru con il ditino.
"Ciao amore!"
"Sei tornata!"
La bimba si alzò, scavalcò impacciata Haruka per mettersi seduta tra le due.
La pelle candida e il vestitino pieno di fiocchetti che indossava la facevano apparire una bambolina di porcellana.
"Certo che sono tornata! Mamma aveva delle cose da fare, porta pazienza, domani dopo l'ultimo concerto torniamo a casa!"
Michiru le sorrise dolcemente tirandola a se e abbracciandola.
"Papà mi ha raccontato la storia della lucciola!"
"Ah ancora una volta? bene!"
"Si è tanto bella!"
Haruka rise alla parola papà.
Fu la prima parola che Hotaru pronunciò indicandola con le manine.
D'altronde non poteva darle torto, di certo non era Michiru quella che poteva assomigliare di più a un papà.
La piccola era un bambina vispa, o almeno lo era stata nelle ultime quarantotto ore quando era cresciuta improvvisamente.
Da neonata qual' era aveva assunto in qualche istante, inspiegabilmente, l'età di una bambina di cinque anni.
Ma nulla ormai poteva sorprendere le due ragazze dopo aver avuto una figlia dai loro cuori.
Il furgone attraversò le strade trafficate della città fino ad arrivare a  Willy Brandt Platz all'hotel dove alloggiavano.
"Ora devi travestirti da cappuccetto rosso!" disse Michiru mettendo una felpa sul vestitino di Hotaru e tirandole sulla testa il cappuccio.
La bambina emise un gridolino di gioia.
"Chi sono i lupi cattivi da cui scappare?" domandò Haruka stando al gioco.
"Gli omoni che fanno le foto e tante domande alla mamma!"
"Bravissima! ti sei meritata una caramella!"
La bionda prese in braccio la bambina nascondendola il più possibile da occhi indiscreti e corse dentro l'hotel.
 
Nella stanza ad accoglierle c'era Haru, che abbaiò felice al loro arrivo.
Hotaru lo inseguì di corsa per tutta la suite cercando di prenderlo.
"Forse dovremmo chiamare Setsuna!" disse chiudendo la porta Michiru.
"Magari sa qualcosa..." continuò, togliendosi il soprabito.
"Aveva detto sarebbe venuta lei, se avesse visto qualcosa di strano ci avrebbe avvisate, anche se non può dirci più di tanto riguardo al futuro..."
"Non è abbastanza strana la crescita improvvisa di nostra figlia?!" 
Il mare era agitato.
La voce dal tono alto si frantumò come un'onda da cavalcare con il surf su di Haruka.
"Sono preoccupata anche io ok? però dobbiamo cercare di mantenere la calma, se non altro per lei..." disse la bionda moderando la voce per non farsi sentire da Hotaru che stava giocando con il cucciolo nell'altra stanza.
Michiru abbassò lo sguardo.
Non era da lei comportarsi in quel modo, ma era stanca per via di quel tour, per lo stress subito ogni giorno dai giornalisti e per l'incessante pensiero che sua figlia appartenesse secondo un contratto alla morte.
Un contratto che avevano firmato loro.
Non c'era notte che quel pensiero non la tormentava.
Ormai aveva perso il conto delle notti in cui non aveva chiuso occhio.
Si sentì dispiaciuta nell'essersela presa con la propria compagna.
"Scusami, hai ragione!"
Haruka le si avvicinò abbracciandola.
"Non preoccuparti lo so che sei stressata, domani sera saremo in viaggio verso casa però, andrà meglio!"
"Si! sono d'accordo!" Michiru sorrise, passando le dita tra i capelli dorati della ragazza.
"Diamo la cena alla demonietta e la mettiamo a letto, così possiamo fare pace come si deve!" aggiunse con aria maliziosa.
Haruka sentiva il cuore rimbalzarle nel petto.
Ogni volta che la guardava provava la stessa emozione della prima volta in cui l'aveva vista.
Annuì con il capo sorridente.
"Vado io che faccio prima!" disse ridendo tra se e se.
Anche Michiru rise.
La sua famiglia per quanto stramba riusciva a tirarle su il morale anche dopo una giornata d'inferno, non avrebbe mai fatto a cambio con nessuno. Avrebbe affrontato qualunque malumore e qualunque cosa per loro.
Erano unite da un'amore che nessuno poteva spezzare. 
Quella era una vera e propria certezza.
 
 
Note dell'autrice:
 
Eccomi qui con la nuova ff!  Avevo detto l'avrei postato domani, ma l'ansia per l'esame di domani mattina mi sta uccidendo e allora per distrarmi la posto adesso.Tanto non manca poi molto a mezzanotte!
 
Premetto che la crescita veloce di Hotaru non ha nessun mistero da essere svelato. Cresce saltando varie fasce d'età per motivi di comodità. Se lasciavo passare anni Michiru e Haruka sarebbero invecchiate e la cosa non mi va XP In più ai fini della storia serve che Hotaru cresca velocemente, quindi non ponetevi strani interrogativi! ^_^
Ho mantenuto la scelta di Naoko di far chiamare con la parola "papà"  Haruka da Hotaru.
Non avevo idea che la storia iniziasse così, con una certa tensione tra la nostra coppia sempre stra unita, il tutto è venuto da se. Penso che poi un pò di tensione ci debba essere più che altro come conseguenza di quello che è successo a Michiru nella storia precedente. Insomma è tornata in vita, mica una passeggiata! Detto questo...spero che la vicenda possa prendervi quanto la precedente! 
Many Kisses
 
Kat
 
 
 
   
 
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