Title: Memory ( capitolo 5 di 5)
Rating: per tutti
Paring: 104
Disclamer: xxxHOLiC e i suoi personaggi sono
proprietà CLAMP
Note: spoilers vari, ma leggeri
Capitolo 5
Meno di un'ora dopo Watanuki aveva pronti su tavolo da lavoro una
miriade di biscotti e pasticcini dai gusti più diversi,
pronti per essere gustati con dell’ottimo tè ormai
anch’esso pronto fumante davanti all’occhi del
cuoco.
“Insomma possibile che io finisca sempre a spadellare per
quell’ingrato…beh in fondo è per questo
che sono venuto, no?" Concluse lasciandosi sfuggire
quest’ultimo pensiero a bassa voce mentre la sua mano andava
infilandosi in tasca dove teneva una piccola boccetta
dall’aspetto elegantemente elaborato….
^^^^^
“Prendi questo”disse Yuuko mettendogli in
mano una elegante boccetta “ fa bere loro il contenuto di
questa boccetta e in pochi minuti si dimenticheranno di te!”
“…ok” ripose pensieroso Watanuki
osservando la bottiglietta che teneva in mano.
“Ma ricorda…si dimenticheranno di
te…per sempre. Sei davvero deciso?”
Watanuki continuò ad osservare la boccetta finchè
strettala tra le mani rispose “Si!”
^^^^^
Ma ne era davvero convinto? Ora era ad un passo a poter rendere reale
questa convinzione, allora perché non aveva ancora versato
quel liquido nel tè già pronto sul vassoio?
Non si era già posto la domanda se rimanere solo era davvero
quello che voleva? Non si era già riposto che la sicurezza
delle persone che lui riteneva importanti aveva la precedenza? E che
avrebbe cominciato da Doumeki proprio perché era proprio lui
quello di cui gli importava meno e quindi sarebbe stato più
facile allontanarlo per sempre?
E allora perché?...perchè la sua mano tremava
mentre reggeva la boccetta da cui stava facendo scendere il liquido
magico che inevitabilmente andava mescolandosi al tè?
L’aveva fatto…ora doveva solo farlo bere a---
“Allora è pronto?” chiese
all’improvviso Doumeki entrando in cucina.
Watanuki con una velocità degna di un gatto spaventato, fece
sparire la boccetta nella sua tasca e si girò per
fronteggiare il suo “rivale”…
“NON TI AVEVO DETTO DI RIMANE A LETTO?”
“Mi stavo annoiando a stare da solo…”
ripose con la sua solita voce atona il ragazzo mentre si sedeva a
tavola pronto per essere servito.
“…” Watanuki non rispose e si
voltò verso il vassoio per prenderlo e metterlo in tavola,
ma si fermò esitando …
“Bhe allora? È pronto o no?”
“CERTO CHE E’ PRONTO !!! IO NON BATTO LA
FIACCA!!!” e detto questo portò con poca grazia il
vassoio in tavola “PREDI IN TUO STRAMALEDETTO CIBO!”
L’arciere ripose con un semplice rumore di assenso mentre
Watanuki toltosi il grenbiule si sedette sulla sedia vicina ancora con
fare infuriato dando le spalle a Doumeki.
“Tu non bevi un po’ di tè?”
chiese lui, noncurante, mentre cominciava ad assaggiare i dolcetti
preparati dall’amico.
“eh?” – il giovane cuoco si volse e vide
Doumeki che sorseggiava tranquillamente il tè –
“ah, no…io…”
“SHIZUKA!! SIAMO A CASA” la voce della madre del
ragazzo salvò Watanuki dalla ricerca di un'ennesima scusa.
“Oh Watanuki-kun che piacere vederti!”
esordì felice la madre nel vedere il ragazzo in cucina.
“Piacere mio, signora” sorrise il giovane in
riposta.
“Dove è papà?”
“Ah è andato in camera a cambiarsi”
“ah…ecco…”
farfugliò Watanuki cercando le parole giuste.
“Tutto a posto, no?” fu Doumeki però a
dar voce alla domanda che sapeva Watanuki volesse fare ma che non aveva
idea di come formulare per non sembrare un ficcanaso.
“Oh si certo” ripose la donna “per
fortuna non s’è fatto nulla, sarà solo
una seccatura riparare l’auto”
“Capisco” concluse il figlio addentando un nuovo
pasticcino mentre il volto di Watanuki tornava ad essere rilassato per
la buona notizia.
“Oh ma che buoni… dimmi li hai preparati tu questi
dolcetti Watanuki-kun?” chiese all’improvviso la
donna assaggiando una delle delizie poste nel vassoio.
“ah …eh…si” rispose leggente
imbarazzato il cuoco appena prima di rendersi conto che effettivamente
anche la madre di Doumeki lo conosceva quindi era bene anche
lei….
“Prego signora, prenda un po’ di
tè” …si dimenticasse di lui.
“Oh grazie molto gentile” ripose la donna sedendosi
per meglio assaporare la deliziosa bevanda.
Erano già passati alcuni minuti da quando Doumeki aveva
bevuto il tè, Watanuki sapeva bene che doveva sbrigarsi ad
andarsene prima che i due non pensassero di aver accolto in casa un
perfetto sconosciuto.
“Beh, meglio che vada ora” disse mentre velocemente
si avviava verso l’uscita della cucina.
“Oh vai via di già…che
peccato” piagnucolò tristemente la donna.
“Oi…aspetta un attimo” lo
bloccò la voce di Doumeki.
“Che…che c’è?”
chiese.
“Perché sei venuto?”
“Eh, beh…io…”
cominciò…
“Ma che dici Shizuka! Non c’è mica
bisogno di un motivo per voler venire a trovare un caro amico,
soprattutto se è malato, dico bene Watanuki-kun?”
“Eh? …beh…” Watanuki
sembrò pensare qualche secondo poi sorridendo
alzò il viso e con espressione tra il dolce e il triste
ripose “ Già…è proprio
così” e detto questo si affrettò ad
uscire di casa.
Doumeki dal canto suo era rimasto inebetito…era una sua
impressione o Watanuki aveva appena ammesso indirettamente che lo
considerava un CARO AMICO??
C’era qualcosa che non andava…tutto questo era
strano… troppo strano….
L’arciere si alzò con uno scatto così
improvviso che la sedia su cui era seduto cadde a terra, ma quando
questa toccò il suolo lui era già uscito di corsa
dalla cucina.
“Shizuka! Ma dove vai?”
---
Watanuki era veloce , certo, ma Doumeki lo era di più, ed
infatti riuscì presto a raggiungerlo...
“WATANUKI!”
...e a prenderlo per un braccio appena prima che potesse uscire dal
portone del tempio.
“CHE CAVOLO VUOI?” disse l’altro mentre
veniva costretto a voltarsi verso l’arciere.
Doumeki lo guardò per un lungo istante mentre il braccato
tentava di distogliere lo sguardo.
“…perchè piangi?” ruppe il
silenzio ad un certo punto
“Non sto piangendo” ripose con voce rauca il
ragazzo asciugandosi la scia di lacrime che gli rigava il volto.
“Si, come no, è inutile nasconderlo!”
disse sarcasticamente Doumeki nel tentativo di riaccendere
l’ira e le urla tipiche del ragazzo piangente che aveva di
fronte a se.
“Io non nascondo proprio nulla” proclamò
convinto guardando l’amico negl’occhi.
“E allora dimmi perché piangevi” lo
sfidò l’arciere lasciando andare la presa al
braccio.
“Perché…perché…per…quello
che succederà”
“Cosa dovrebbe succede? Yuuko-san ti ha detto qualcosa che
dovrei sapere? ”
“Eh, cosa intendi?”
“Se ti stai per andare a cacciare in qualche guaio io voglio
saperlo, chiaro? Non ho intenzione di dover venire a sapere le cose
quando è troppo tardi. Sarebbe una seccatura!”
“Una seccatura?...già. hai ragione, una vera
seccatura. Sono una vera seccatura…”
“Non tu idiota! La seccatura sarebbe doversi rivolgere a
Yuuko-san perché io non sono stato capace di salvarti con le
mie sole mani.”
“Doumeki…”
“Se non fossi in grado di pagare il
prezzo…”
“…non ce ne sarà più
bisogno…” commentò con un sussurro
Watanuki rivolgendo gli occhi al terreno.
“Uh? Che significa?”
“Niente” ripose evasivo.
“Non accetto una riposta come 'niente', mi stai nascondendo
qualcosa ed esigo sapere cosa”
La voce di Doumeki si era fatta perentoria, ma ancora più
deciso e penetrante era il suo sguardo, sguardo che Watanuki stava
evitando di incrociare…
“TI HO DETTO CHE ESIGO SAPERE!!” Urlò
Doumeki in riposta al silenzio dell’altro scuotendolo per
sottolineare la sua ferma volontà a non lasciarlo fino a che
non avesse avuto la sua riposta.
Watanuki era rimasto perfettamente immobile, anche se la presa di
Doumeki sulle sue braccia si era fatta ancora più intensa,
lui continuava a fissare il terreno senza muovere un muscolo, senza
sapere nè cosa fare nè cosa dire.
“…”
“…”
I due rimasero così per alcuni minuti avvolti nel silenzio
rotto solo da brevi soffiate di vento che alzavano le foglie sparse per
il giardino del tempio, foglie del tutto simile a quelle che
più volte si erano ritrovati a raccogliere insieme tra i
giocosi insulti e assurde richieste di cibo. Foglie che ora, Watanuki
sapeva non avrebbe più raccolto…
“Watanuki, per favore…non voglio che tu
sparisca…”
Anche lui … perché …
“Perché…sei così protettivo
nei miei confronti?”
“Perché non dovrei esserlo? Io sono in grado
aiutarti, perché dovrei negarti un aiuto che solo io posso
darti”
“Ma finisci sempre per rischiare la
vita…”
“Ma sono ancora qui, se io non ci fossi stato tu invece
l’avresti persa un sacco di volte la vita ormai, e scusami,
ma questa è un ipotesi che non voglio veder
realizzarsi…”
“Cosi mi rendi tutto più difficile,
dannazione!”
“Cosa ti rendo difficile?” Doumeki sentiva di
essere vicino alla verità, a ciò che Watanuki
stava disperatamente tentando di celargli.
“Il dimenticarmi di te…” ripose il
ragazzo sempre mantenendo caparbiamente gli occhi rivolti in basso.
“Vuoi dimenticarti di me?” chiese con autentica
curiosità, ma che forse assomigliava più a
tristezza.
“Ora non ci riuscirò più…ma
tu ci riuscirai benissimo…almeno tu…”
“Cosa? Io dovrei riuscire a
dimenticarmi…”
“…di me” concluse Watanuki riuscendo
finalmente a divincolarsi dalla stretta dell’arciere. Ma la
sua libertà non durò molto, Doumeki infatti dopo
qualche secondo di smarrimento ri-guadagnò il braccio
dell’amico costringendolo nuovamente a fronteggiarlo.
“Perché? Perché dovrei dimenticarti?
Non potrà mai succedere”
“E invece si perché hai bevuto quel
tè”
Sentendosi dire questo a Doumeki tutto fu subito chiaro…solo
una persona poteva fargli dimenticare Watanuki.
“Dov’è ora quella donna?”
“eh?”
“Dov’è Yuuko-san? Non so cosa tu abbia
mischiato a quel tè, ma qualsiasi cosa fosse te
l’avrà dato di sicuro lei! Voglio sapere
dov’è ora!”
“Non lo so, mi ha detto che se ne sarebbe andata per qualche
giorno”
“Tra quanto dovrei dimenticarmi di te?”
“Cosa?”
“Ti ho chiesto quanto tempo ho prima di dimenticarmi di
te!”
“Beh Yuuko-san diceva che sarebbero bastati non
più di 10 minuti…”
Doumeki voltò subito gli occhi all’orologio e dopo
un rapido sguardo sembrò rilassarsi di colpo, tanto da
lasciare andare anche il braccio di Watanuki…
“Doumeki?”
L’arciere non rispose, alzò gli occhi verso il
ragazzo guardandolo senza che il suo volto lasciasse trasparire alcuna
emozione…
L’aveva dunque dimenticato sul serio…se
così fosse doveva andarsene, doveva scappare il
più lontano possibile per impedire che si ritornasse a
commettere lo stesso “errore” di
conoscersi…Si, doveva andarsene…doveva farlo ora,
subito…ma perché mai le sue gambe rifiutavano di
muoversi? Perché si sentiva come piantato al terreno neanche
fosse un albero secolare dalle radici lunghe un
chilometro…Perché tutto all’improvviso
si sentiva …solo…?
“Sei uno stupido!”
“Eh?”
“Il più stupido imbecille che io
conosca” per mia fortuna …aggiunse
solo nella sua testa.
“Tu…ti ricordi ancora di me?”
"Si, idiota, ed è già passata quasi
mezz’ora da quando ho bevuto quel tè!”
“Eh? Ma come? Yuuko-san aveva detto che…”
“Se non ci arrivi ancora sei proprio
tonto…”
“TU! Come osi?” urlò alzando le braccia,
agitandosi come suo solito.
“Ti ha fregato!”
Watanuki si fermò con le braccia a mezz’aria.
“Fregato?” ripete incredulo.
“Esatto…Fregato! Ingannato, preso per i fondelli,
raggirato, preso per il cu…”
“SO BENISSIMO COSA VUOL DIRE!!! Non occorre essere
scurrili!”
“Ok , era per essere chiari…”
Nessuno dei due lo avrebbe mai ammesso di fronte all’altro,
ma entrambi si erano trovati a provare di colpo un gran
sollievo…
“Questa Yuuko-san me la paga alla grande! Non gliela
perdono!!”
“Dovresti ringraziarla invece, se non ci fossi più
io a salvarti la pelle ci rimarresti secco in meno di un
minuto”
“Non osare! Si da il caso che io non abbia affatto bisogno di
te!”
“Si si certo, a proposito, domani torno a scuola, preparami
dei tamagoyaki, l’altra volta non li ho gustati come si
deve”
“COOOOOOSAAAA?” ecco il solito, caro e vecchio
Watanuki tornare a galla…per Doumeki vedere il suo amico
comportarsi come al solito era la migliore medicina “NON
PRENDO ORDINI! E poi oggi è domenica e non ho uova fresche
in casa, quindi te li sogni i tamagoyaki!” concluse urlando a
tutto spiano e uscendo fumante di rabbia dal portone del tempio.
Doumeki non potè evitare di farsi sfuggire un sorriso
divertito nel guardare la figura dell’amico che si
allontanava.
La madre del giovane arciere che aveva assistito alla scena da lontano,
si era ora avvicinata al figlio con fare preoccupato.
“Shizuka che è successo? Avete litigato?”
“No…abbiamo fatto pace” rispose.