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Autore: Gipsy Danger    22/02/2011    5 recensioni
48+1.
Quarantotto frammenti di vita e un epilogo. Quarantotto voci (alterne) e una fuori dal coro.
Quarantotto momenti mancanti. Più uno che non sarà mai dimenticato.
[In corso: arc 2Hero - Forever we are].
1# È persa nelle strade di Kyoto, in balia della corrente.
2# Dieci sassolini. Ora sono pietre.
3# Non c'è nome per il fiotto di calore che le sboccia nel petto.
4# La salita è finita. La scalata comincia ora.

Fan fiction partecipante alla challenge "The Four Elements"
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Land of Make-Believe
Part 1: Donten

-Forever we’ve been-

00. Pregare
[The leaden sky is a heavy sign]
Terra#10: Germoglio.


*
“Mi ha sorpreso apprendere che la parola samurai voglia dire: servire.”
Nathan Algren – L’ultimo Samurai

*

Gli fanno male le mani.
Alla prima palata di terra gli si sono riempite di vesciche biancastre e doloranti che, poi, sono scoppiate, lasciandogli i palmi rossi e irritati. Adesso anche la pelle si è ritirata e ha cominciato a sanguinare.
Hijikata Toshizou scruta il reticolo rosso scuro che gli cola tra le dita, indifferente, prima di pulirsi le mani sugli hakama in un gesto sbrigativo. Ha di meglio da fare che piangere.
Torna a scrutare il terreno con l’occhio critico degno di un figlio di contadini.
La buca.
È troppo profonda? Troppo larga? Basterà?

‘Va bene così,’ Si dice infine, sicuro. Lascia cadere la vanga che ha maneggiato con tanta fatica sin'ora: non gli serve più. Si inginocchia e tira a sé il sacco di iuta. Lo apre.

Il germoglio di bambù è giallastro e fiappo; le poche, tenere foglie che lo avvolgono penzolano mestamente da un fusto appena sbozzato. Sembrerebbe morto, non fosse per la protuberanza verde chiaro che balugina in cima.
È per quella che Toshi si è sporcato all’inverosimile e l’ha tolto dai rifiuti prima che potesse sparire, fagocitato dalla dimenticanza.
Lo prende con delicatezza. Il sangue e il sudore formano una patina scivolosa sul mozzicone di pianta, rendendo difficile maneggiarla.
Con cautela, il bambino la sposta nella buchetta che ha scavato per lei. Il legno morto è duro e irto di schegge a contatto con i suoi palmi spellati. Spinge la terra al suo posto, in un monticello scuro e soffice, seppellendo la parte putrescente del bambù, finché non è solo quella minuscola punta di freccia verde pastello.

Fatta. È fatta.

Si asciuga la fronte col dorso della mano, lasciandosi uno sbaffo di fango in faccia. Con uno sbuffo, allontana i capelli dalla faccia. Si alza in piedi, concedendo a sé stesso un istante per ricomporsi.

Uno sguardo al cielo: nuvole basse tingono la volta immensa di un grigio plumbeo, ferroso. Si preannuncia brutto tempo.

Distrattamente, si chiede se qualcuno lo sentirà, attraverso quella cortina di vapore acqueo.

Batte le mani martoriate tre volte, richiamando l’attenzione degli dei. Ha i palmi talmente impastati di sangue e terra che fanno un umido, schifosissimo ciac, ma spera che ai Kami non importi.
Bene così. Ora, inchino.
Poi, anche quel pensiero si dissolve.
"Vi prego."
Non esiste altro che la preghiera. Quella che ha sempre ripetuto tra sé e sé, quasi ogni notte. Quella che ha messo radici dentro di lui da quando ha memoria.
Radici salde e profonde come quelle di un sakura.
Parte esitante. Viene da sola.
Vola.
"Vi prego, o dei, concedetemi la possibilità di realizzare questo mio desiderio.
Permettetemi di diventare un samurai."
È quello che finora ha sempre bisbigliato al vuoto. Questa è la prima volta che chiede davvero a qualcuno di accontentarlo. Che si trova abbastanza coraggio per recitarla ad alta voce.
"Non m’importa di tutto il resto. Non m’importa se dovrò allenarmi fino a non stare più in piedi. Non m’importa quanto farà male. Non importa se nessuno mi ascolterà.
È tutto ciò che voglio. Tutto ciò che desidero."

Silenzio. Solo silenzio a rispondere.

Poi, una goccia.
Una goccia che cade dal cielo e gli colpisce il naso.

Toshi spalanca gli occhi, batte le palpebre.

Un’altra lo centra dritto in fronte. E un’altra gli cade sulla spalla. E un’altra ancora…

Un sorriso gli si dipinge in faccia.

Piove.
Piove in piena estate, dopo mesi di siccità. Piove sul villaggio Ishida, nella provincia di Musashi, in un Giappone che - nessuno lo sa, ancora- sta cambiando. Piove sui tetti delle case, sui gatti acciambellati agli angoli delle strade e sui contadini al ritorno dal lavoro.
Piove sui suoi dubbi, sulle sue paure. Piove su di lui, bambino inzaccherato fino ai capelli, stanco e felice.


Piove sul germoglio della speranza, ai suoi piedi.

Non è stato un gran rituale.
Però qualcuno, a quanto pare, l’ha ascoltato.



[632 parole]
#

Note dell'autrice:

Una piccola precisazione storica: Hijikata ha davvero piantato un bambù all'età di otto anni. E ha davvero giurato su di essa di diventare un samurai. La pianta si leva ancora oggi nel giardino di casa Sato, dove Toshizou passò la maggior parte dell'infanzia e dell'adolescenza e dove cominciò a prendere lezioni di kenjutsu da Kondou. Se avete la fortuna di fare una visita a Tokyo e non vi tocca restare chiuse in casa per tutta l'estate come la sottoscritta, fateci una visitina ;].

*sbadiiiiiiiiiiiiglio*

E come si dice? Si finisce una storia, se ne comincia un'altra. Mi pare ovvio ;]. Come avevo accennato nelle note finali di Burning, dunque, eccomi qui - prima del previsto, ma mi premeva postare presto qualcosa.

Dunque. Land of Make-Believe nasce per la Challenge "The Four Elements" di xdxdxdxd, sul forum di EFP. Si tratta di una raccolta di....48 shots, una per ogni prompts delle quattro tabelle su cui è basata questa sfida, ognuna con un POV diverso a seconda del personaggio a cui ho associato il prompt. Inclusi gli improbabili- o forse dovrei dire invisibili, dato che la serie glissa spesso e abbondantemente su di loro.

Eh già. Ne avrò di roba con cui stressarvi.

Per rendere la cosa un po' più agevole, ho deciso di dividere il totale di 48 capitoli  in tre "momenti" della storia della Shinsengumi.  Si parte dal passato, come appunto avrete constatato. Forever we've been, come cantano gli HIM in Nightside of Eden (kudos a Ellie per avermi fatto notare quanto questa canzone sia calzante con i minna-san); dato che solo "passato" mi sembrava banale, ho aggiunto quel "Donten"; significa cielo piovoso, ed è il titolo di una splendida canzone dei Does (nonchè epica opening di Gintama) che ha ispirato questa prima sezione di Land. Qui la potete ascoltare. Quanto ai lyrics...beh, per la fine del passato, li avrete tutti in mano ;] ognuno è stato riportato sotto il titolo della one-shot.

Avviso già da ora che numerose shot prendono spunto dalla storia della vera Shinsengumi (utilissime fonti d'informazione sono stati svariati siti web, libri a tema- tra cui il Moeyo Ken- bloggers che meriterebbero una statua, traduzioni di drama-cd e least but not last, i pochi frammenti tradotti del diario personale di Nagakura Shinpachi, pubblicato nel 1998 e purtroppo irreperibile anche solo in inglese): da qui l'avvertimento di What if.

Che altro dire?  Spero che questa serie possa piacere a persone più disparate. Cercherò di essere più eclittica possibile e di toccare sia argomenti allegri che tristi, in modo da avere un lavoro variegato. Ringrazio fin d'ora chi mi lascerà un commento, chi mi seguirà e chi semplicemente leggera. Buona lettura ^^.

Mata ne,
Kei


four elements
   
 
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