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Autore: Psyker_    24/02/2011    3 recensioni
[Dal capitolo II]
“Sai perché non sono mai scappato prima d’ora?”
“... perché?”
“Per te”
“Cosa...?”
“Non volevo abbandonarti ma adesso che sei con me, niente mi tiene più legato a Kubara”
Il Luthus, quella stessa sostanza che un tempo aveva reso grandi i Maghi, adesso è il motivo della loro rovina. Valerian, l'unico superstite con poteri magici a questa nuova forma di energia presente ormai in tutto il mondo, si ritroverà costretto a intraprendere un viaggio per comprendere il proprio scopo da ultimo mago del Saar.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il mondo di Saar'
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Sono tornato! E stavolta con una storia del tutto nuova. Un Fantasy con personaggi, luoghi ecc del tutto originali!. Vi auguro una lettura gradevole e spero interessante. Creare originali non è mai facile, per questo vi chiedo di dirmi tutte le vostre perplessità e pareri con recensioni costruttive, sia positive che critiche =).

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“Energia solare: palla di fuoco!!”

Una sfera d’energia contornata da irregolari fiamme ardenti si diresse inesorabile verso una sorta di manichino di legno. L’esplosione fu devastante e ciò che in quella stanza poteva ritenersi almeno lontanamente ancora in funzione finì col rovinarsi del tutto. Un giovane ragazzo dai biondi capelli raccolti in un codino respirava affannosamente dopo l’esecuzione tanto estrema, e con l'aspetto completamente abbandonato a quel circolo di fumi e polvere cercò di asciugarsi il sudore dalla fronte con la propria maglia di stoffa. Poi si preparò ad effettuare un ennesimo incantesimo ma una voce femminile interruppe il suo stato meditativo.

“Valerian? Nostro padre l’aveva detto che non potevi che essere tu!”

“Ha detto qualcosa? L’avevo avvisato che oggi sarei stato tutta la sera ad allenarmi, no?”

“Si ma allenarti non vuol dire distruggere tutti i sotterranei!”

Il giovane si guardò intorno ed effettivamente le mura erano state talmente provate che se quella parte del castello non era ancora crollata lo si doveva soltanto al buon lavoro effettuato dai suoi costruttori.

“Ok, mi regolerò”

La ragazza entrò in quel covo tempestato da incantesimi e lasciandosi illuminare il viso da una fioca luce creata da una sfera lì vicino, rivelò due limpidi e grandi occhi azzurri e dei lunghi capelli neri che decoravano un viso candido e dolce come il rasserenante chiarore dell'alba.

“Prendi questo, è pulito”

Gli porse un asciugamano e dopo avergli sorriso si accinse a tornare ai piani superiori. Prima che potesse varcare la soglia d’uscita, Valerian le rivolse però poche e semplici parole di ringraziamento, sembrava aver apprezzato nonostante tutto.

“Se non altro adesso non dovrò asciugarmi il sudore con la manica”

“Quando hai finito raggiungimi nella mia stanza, devo raccontarti cosa ha detto nostro padre al meeting. Qualcosa riguarda anche te”

“Chissà perché lo sospettavo. E’ solo un opportunista irritante”

“Non parlare così, è sempre tuo padre!”

“Comunque sia devo prima finire qui, ci vediamo stasera, Mera”

La ragazza uscì lentamente e chiudendo dietro di sé una porta grossa e resistente, lasciò suo fratello al resto degli allenamenti. Nella sua mente turbinavano mille pensieri e come se tutto quel caos non fosse ancora bastato per agitare il suo animo saldo, l’incontro con la madre in uno di quei lunghi corridoi del castello completò una giornata che sembrava davvero non volesse finire più. La donna, di mezz’età ma ancora in forma e di bell’aspetto, le si rivolse con tono preoccupato.

“Hai parlato con Valerian? Che cosa ha detto?”

“Non gli ho ancora comunicato la decisione che avete preso ma sono sicura che non la prenderà bene”

“Ti prego di fargli capire che la nostra scelta è dettata da una lunga riflessione… Vogliamo solo il suo bene”

“Come credi che possa accettare di essere allontanato dalla nostra famiglia? Madre vi prego, rivedete la vostra posizione…”

“No, non possiamo farlo. Ormai è questione di tempo prima che il capo dell’esercito arrivi”

Mera si asciugò il viso con la larga manica della veste, proprio come suo fratello poco prima, e dopo aver guardato nuovamente la madre nei suoi occhi scuri, non le rivolse altre parole, dirigendosi velocemente verso le scale. Passò qualche ora e finalmente il giovane mago, dopo una doccia ristoratrice che gli aveva lasciato i capelli umidi, raggiunse la sorella come promesso. Bussò prima di entrare e accolto, si accinse ad aprire la porta senza creare rumori fastidiosi echeggianti nella notte.

“Ancora sveglia?”

“Ti aspettavo”

Il ragazzo le si sedette accanto nel grande letto a baldacchino e con calma la invitò a raccontare tutto quello che aveva da dire. Mera fece dunque un sospiro e accolto il coraggio necessario cominciò a parlare.

“Come ben sai, Vera minaccia nuovamente la nostra terra a causa dell’enorme ricchezza che celano le nostre miniere”

“Si, l’ho sentito dire”

“Hanno già disintegrato le campagne a Nord della cittadina di Kairi ed entro l’anno si teme un assedio dritto alla capitale”

“E allora? Se vuole la mia conferma per la battaglia non c’è problema. Ne prenderò parte senz’altro”

“Ecco, a questo proposito... credo tu sappia la situazione dei maghi, qui a Kubara”

“… Sono scomparsi, per il Luthus”

“Esattamente. Proprio l’elemento che per tante generazioni ha dato vita ai poteri dei maghi, adesso sta risultando essere l’unica arma capace di uccidervi. Le miniere di Luthus rimaste sono poche a causa dei continui scavi ma le sue fuoriuscite sembrano essere diventate nocive per voi”

“Sì, ma tutto questo cosa c’entra con la guerra?”

“Il capo dell’esercito, Gradeth Tanarin, ha riferito a nostro padre che a breve ti avrebbe rilevato per addestrarti alla base delle forze armate”

“E allora?”

“La base di Tanarin è proprio sopra una delle ultime riserve più grandi di Luthus in tutto il mondo!”

A quell’affermazione seguì un attimo di silenzio, Valerian abbassò lo sguardo intuendo la situazione ma nonostante il suo spiccato acume non riusciva a capire quale potesse essere la richiesta del padre.

“Cosa vogliono che faccia allora?”

“Vogliono che scappi dalla capitale, da Kubara, dalla guerra…”

Il giovane si alzò dal letto sperando di aver capito male. Non riusciva a credere alle sue orecchie: stava davvero per essere cacciato dalla sua famiglia?

“Come possono credere che io faccia una cosa del genere? Io non vi abbandonerò mai come non abbandonerò mai il nostro paese alla guerra!”

“Devi farlo Val! E’ l’unico modo per continuare a vivere e continuare ad allenarti. Se rimani qui non potrai sottrarti al volere di Tanarin. Lo sai, in periodo di guerra assume i pieni poteri”

“Diamine, sono figlio del Re o no? Come è possibile che non abbia un minimo di potere decisionale sulla vita di suo figlio?!”

“Non sai quanto sia stato difficile per loro arrivare ad una tale scelta…”

“Difficile?! No! Hanno solo trovato un pretesto per allontanare l’unico mago rimasto da Kubara in modo che possano tornare ad essere i gloriosi guerrieri della storia epica. Ma questa volta non vinceranno la guerra, Vera si è troppo rafforzata negli ultimi decenni. Non posso andarmene, non posso abbandonarvi!”

“Se davvero vuoi fare qualcosa per il tuo regno e per la tua famiglia, segui il volere di nostro padre: viaggia per il mondo e dimentica Kubara”

Valerian si chinò sulle ginocchia per portarsi all’altezza del viso di Mera, le si avvicinò fino a toccarle il naso con il proprio e trattenendo una lacrima che minacciava di rigargli la guancia, parlò come se tra le mani della donna che aveva davanti non avesse più la forza di pensare, reagire, rispondere.

“Perché mi dici questo…?”

“Io… io non voglio perderti Val, non posso perderti!”

La giovane lo abbracciò con forza scoppiando in lacrime disperate. Il mago era senza parole ed evidentemente senza scelta. Lasciò che il silenzio colmasse la camera con la sua fredda esistenza seppur i singhiozzi della fanciulla regale continuavano a disturbarne il corso imperterrite.

“Vieni con me…”

Mera sgranò gli occhi incredula di quelle parole: si asciugò le lacrime e dopo aver pensato alcuni secondi rispose quasi spaventata, come se in una manciata di istante avesse pensato alla sconfinata distesa di terre che fuori dal castello sapeva bene esistere proprio come Kubara, se non più gloriose, potenti.

“Venire… con te?”

“Esploriamo il mondo, il Saar è vasto e noi non ne conosciamo che solo una parte. Diventiamo più forti, immuni al Luthus e poi torniamo a Kubara per affrontare la guerra come i nuovi assi del regno”

“… Val… Io sono la principessa”

“Esaudiamo i loro desideri per una volta, dovremmo solo... sparire da questo castello”

“Io.. non so che dire”

“Se Kubara crede di non aver bisogno di me allora mettiamola alla prova. Vedrai che prima o poi tornerà a cercarci”

“Ma la mia vita … tutti i miei amici sono qui”

“Sei sicura Mera? Sei sicura che la tua vita sia tra queste mura? Che quelli che frequenti siano DAVVERO tuoi amici?”

Non aggiunse altro, Valerian aveva ragione su tutto e lei lo sapeva. Troppo tempo aveva passato in quella corte che di lei voleva solo il nome. Era l’occasione per ripartire, per iniziare una nuova esistenza all’esterno, nel vasto mondo oltre Kubara. Si asciugò le ultime lacrime di un’era e sorridendo al suo prezioso fratello sembrava aver finalmente preso una decisione con negli occhi la luce della curiosità.

“Ok, d’accordo”

“Solo se è quello che vuoi”

“E’ la mia scelta, ed hai ragione, l’hai sempre avuta…”

La notte si rese un fattore determinante fra quelle parole, celando gli spostamenti dei due fratelli. La fuga di Mera non sarebbe mai stata perdonata e questo lo sapevano bene. La ragazza si fermò poi improvvisamente proprio prima di uscire nel giardino reale.

“Aspetta! Non posso lasciare Ruphis qui”

“C-cosa? No, aspetta, Mera!”

Non stette a sentire il fratello e rientrando nel castello si diresse velocemente verso le scale e quindi al primo piano. Avanzò circospetta e giunta finalmente alla porta interessata la aprì senza provocare il minimo rumore. Sporse la testa per osservare l’interno di una cuccetta ma con sua sorpresa sembrava essere vuota.

“Ruphis, dove sei?”

Bisbigliò appena ma quelle parole furono udite come fossero state un grido. Dal fondo della stanza si avvicinò un animaletto volante che arrivando a pochi metri dalla ragazza le si rivolse con aria assonnata ed un velo d'irritazione.

“Mera? Non c’è bisogno di gridare così…”

“Scusa Ruphis ma dobbiamo scappare!”

Era un piccolo draghetto volante di colore rosso che con le sue modeste ali si manteneva a mezz’aria senza troppa fatica.

“Eh? Scappare?”

“Su non fare storie, sbrighiamoci!”

La buffa creatura non replicò più di tanto e seguendo gli ordini della padrona optò per un’idea più ingegnosa.

“Usciamo dalla finestra, i miei istinti mi dicono che non vuoi farti scoprire, vero?”

“Già, sei sicuro? È tanto che non mi porti giù da qui”

“Forza, prima che cambi idea!”

La giovane si aggrappò alla coda dell’animaletto che non senza fatica volò via dalla finestra della sua camera. Il fondo sembrava essere più alto di quanto i due ricordassero ma essendo ormai in ballo riuscirono ad atterrare con la pura forza di volontà. Ruphis a quel punto stiracchiò le squame e sofferente si lamentò per il peso della ragazza che ancora per terra avrebbe probabilmente replicato se non fosse stata interrotta da Valerian. Il giovane attirò l’attenzione dei presenti incitandoli a muoversi.

“Forza! All’alba non avremo più nessuna possibilità”

Il gruppo giunse ai cancelli del castello, facilmente aperti dal mago con un incantesimo particolare. In seguito passarono per i grandi giardini reali e arrivando alla fine della proprietà del Re, si sentirono come investiti da un’aria differente: il vento soffiava sui loro animi adesso liberi da un passato imprigionante, ciò che gli si prospettava davanti era un orizzonte ignoto celante i più grandi misteri del mondo di Saar, in un istante di benessere, felicità... ma a che costo?

“Varcata questa soglia non si torna più indietro. Siete davvero disposti ad abbandonare tutto?”

Mera sorrise a quelle parole e portandosi una mano sui capelli per tenerli fermi da una folata vigorosa di vento, rispose con un sorriso sicuro e determinato, per quanto maledettamente ingenuo:

“Ho fatto la mia scelta”

Valerian chiuse gli occhi e allargò le braccia come per afferrare l’intero mondo.

“Non mi hanno dato la possibilità di scegliere come io l’ho offerta a te, eppure sei qui al mio fianco. Renderò questo viaggio oro e quando tornerò a Kubara sarà tutto diverso”

Ruphis scosse intanto il capo confuso.

“Mi dovete delle spiegazioni voi due!”

I ragazzi risposero in coro:

“Zitto e osserva!”

“… Un viaggio con voi? Che incubo!”

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Beh ragazzi che dire, spero che questo primo capitolo di presentazione possa aver suscitato il vostro interesse. Al prossimo aggiornamento! ^^

PS. Avrete modo di comprendere la geografia di Saar con l’avanzare dei capitoli. Più avanti potrei anche mettere una mappa disegnata da me!

  
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