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Autore: kishal    08/01/2006    11 recensioni
Onestamente, sono una di quelle persone che fuggono dall'amore, perché non tollero la delusione che nasce nel cuore quando esso finisce. Ma.... sono anche consapevole che non è sempre così. Forse non ancora per me, forse neanche ancora per qualcuno di voi... ma l'amore vero esiste. Ed è davvero un'arma molto potente. Molto... molto potente. In fondo, basti pensare che quasi tutte le religioni pongono come nascita della vita l'amore infinito di un Dio.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hermione era esasperata

 

Amor Vincit Omnia

 

 

 

Hermione era esasperata. Proprio, in quell’ultima settimana non gliene andava una: aveva sempre sofferto di insonnia dovuta a stato nervoso, certo, ma una volta ogni tanto, non sette notti di fila! Stare perennemente sveglia era una faticaccia! Senza contare che il sonno le tornava verso le sette-otto del mattino, quando doveva alzarsi e iniziare a prepararsi per andare a colazione.

Manco a dirlo, in classe era uno zombie, e la sua non totale presenza mentale le aveva costato la bellezza di un Eccellente in Trasfigurazione. Ve ne rendete conto?! Lei Eccellente in Trasfigurazione, quand’era solita prendere Oltre Ogni Previsione! Inaccettabile, davvero Inaccettabile! Soprattutto a due sole settimane dall’inizio dei M.A.G.O.!

Ormai, i suoi nervi avevano smesso di stare buoni, e non c’è da immaginarsi cosa sarebbe potuto succedere al povero idiota che si fosse messo nella sua strada, sia che fosse Draco Malfoy o, ancora peggio, Ron Weasley. Grazie a Merlino, però, anche quei due decerebrati avevano capito la gravità della situazione, e le stavano letteralmente alla larga. Draco soprattutto, che non aveva ancora digerito il ceffone ricevuto tre anni prima.

Ma, d’altronde, tutti avevano capito il suo stato, e perfino la piccola Ginny temeva di avvicinarlesi dopo che, due giorni addietro, aveva schiantato una mosca attorno in Sala Comune, solo perché aveva avuto l’orribile idea di girarle attorno.

 

La moretta percorse di fretta la strada dalla Sala Grande alla Sala Comune di Grifondoro, e quando vi arrivò sbatté con violenza tutti i suoi libri sul tavolino di fronte al caminetto, facendo scappare via i pochi che si erano rintanati lì a studiare o chiacchierare con gli amici.

Non era più possibile continuare così: quella sonnolenza le impediva di studiare perfino di pomeriggio, quando solitamente lei era impegnata nel ripasso e nei compiti scritti.

Doveva reagire: prese la pergamena vuota, ed iniziò a scriverci sopra la ricerca per Pozioni sul Sangue degli Unicorni, la cui potenza conosceva già, grazie al Cielo.

 

Aveva appena superato di dieci righe la soglia programmata da Piton, che cadde in un sonno profondo, il viso poggiato sulla pergamena.

 

 

 

Riaprì gli occhi lentamente e contro voglia: aveva ancora sonno, e si trovava così bene lì, al calduccio, con quella pesante coperta addosso… Le piaceva un mondo sentire lo schioppettio del camino di fronte al suo viso!

Si mise seduta, sbadigliando profondamente. Poi si guardò intorno, grattandosi sbadatamente la testa. Non ricordava di essersi sdraiata nel divano, tanto meno con quella coperta sopra.

In un lampo, una piccola ombra sulla destra attirò la sua attenzione.

Harry era lì, seduto sulla poltrona al suo fianco, una pergamena piena di scritti sulle ginocchia e una penna immobile nella mano. La guardava con un dolce sorriso.

“Ciao…” Gli disse, sorridendogli a sua volta. Era da tanto che non si sentiva così riposata.

“Ciao!” Rispose il moretto, ponendo il punto finale alla sua ricerca, e facendola volare via, arrotolata, fino al tavolo. Hermione rimase a fissarlo, appoggiata morbidamente sul bracciolo del divano. Quanto era cambiato Harry!

In quegli ultimi anni, soprattutto dalla morte di Sirius, si era fatto più responsabile, più profondo, ma non solo: dopo il primo periodo passato a travagliarsi l’anima per i dolori che la vita non faceva altro che dargli, sembrava avesse capito che, in fondo, la cosa migliore da fare non era piangersi addosso ma godersi la poca felicità giornaliera. Questa era la spiegazione che tutti davano al fatto che fosse divenuto un tipo perennemente allegro, vivace, simpatico, sempre pronto a fare scherzi a tutto e a tutti.

Una persona magnifica da ogni punto di vista.

Ma nessuno, neanche Ron, si rendeva conto delle ombre che si nascondevano ancora dentro di lui, e da cui lui, perlomeno al momento, cercava disperatamente di scappare.

Hai dormito bene, vedo.” Continuò lui, sedendosi per terra di fronte.

Lei fece cenno di sì col capo. “Sì. Era una settimana che non mi rilassavo in questo modo.

“Nervosa per i M.A.G.O. imminenti?”

“Sì… ma soprattutto per ciò che verrà dopo…. Anche se, effettivamente, dovrei ben più preoccuparmi di quello che accade ora, dato che non ho ancora finito la mia meravigliosa ricerca di Pozioni!” Aggiunse, sbuffando mentre si alzava dal divano per dirigersi al tavolo. Ma Harry la bloccò per una gamba e non la lasciò muovere.

 

Lascia stare quella, l’ho finita io.” Le disse, con gli occhi luccicanti di felicità.

“Come, l’hai finita tu?!” Chiese lei allibita, portando il suo sguardo verso il tavolo. Effettivamente la sua roba non cera più, e la pergamena che prima stava scrivendo ora giaceva arrotolata, insieme ad un'altra.

“Ti ho visto molto stanca, e considerando la tua situazione di questi ultimi giorni, ho preferito lasciarti riposare. E, per evitare che questo poco sonno fosse vano visto il risveglio burrascoso, ti ho concluso la ricerca.

Per essere precisi, la ricerca l’avevi già finita tu… mancavano solo le ‘piccole informazioni in più’ che caratterizzano un vero compito di Hermione Granger!”

Harry, ma…” Balbettò lei, allibita, spostando continuamente lo sguardo dalla pergamena all’amico. Poi sorrise, e si sedette al fianco di lui, sul bel tappeto rosso-oro dei Grifoni. “Grazie!”

“Oh, non c’è di che! Era ora che ricambiassi tutto l’aiuto che mi hai dato in questi sette anni! Quello che ho fatto per te questa sera è anche fin troppo poco!”

Mmmmmh… a me basta, però! Nessuno mi aveva mai fatto un favore del genere. Mugugnò lei, appoggiando la testa sulla spalla dell’amico mentre il sonno riprendeva prepotentemente il possesso delle sue membra.

Sbadigliò un paio di volte, mentre Harry la guardava sorridente.

 

“Ancora sonno?!

Nooo!”Disse ironicamente lei, mentre sbadigliava di nuovo. “E tu?”

“No, no…. Sono abituato a stare sveglio la notte, per una cosa o per l’altra.

Lei, scordato subito lo stato di dormiveglia in cui versava, alzò automaticamente il viso, colpita da quella rivelazione. Ora il sorriso con cui la guardava Harry si era fatto più triste, e Hermione non poté fare a meno di inginocchiarsi fra le sue braccia e abbracciarlo.

Il ragazzo ricambiò subito, stringendola forte a se: la sua cara amica era l’unica, fra tutto l’ammasso di idioti che lo circondava, a capirlo davvero. Sapeva che oltre quella sua allegra facciata c’era un oceano in continuo tumulto… un tumulto fatto dai dolori delle perdite avvenute nel passato, e dalla paura di ciò che il futuro – soprattutto la guerra contro Voldemort- gli avrebbe riservato.

“Ti voglio bene Harry, non ti lascerò mai!” Gli disse dunque Hermione, istintivamente. Quando razionalizzò il significato delle sue parole, si scostò in fretta da lui e arrossì violentemente. “Io…. Io… io intendevo non come… solo come… Io…” Iniziò a balbettare, ripetutamente, cercando in ogni modo di non incontrare lo sguardo dell’amico che si sentiva bruciare addosso.

Ma lui non la lasciò finire. Non le diede il tempo di razionalizzare i pensieri, di dare un ordine logico, comprensibile alle parole e di coprirle di contegno. Eliminò la distanza che li separava – molto breve – e la baciò, passionalmente, lasciandola del tutto allibita e tremante.

Quando si staccò da lei, confusa per il proprio turbamento interiore, la fissò con i suoi verdi occhi profondi, e col tono di voce più serio che gli avesse mai sentito, le disse: “Tu intendevi dire che mi ami… mi ami così tanto da non capire come sia possibile che la voce non ti tradisca quando mi sei vicino, e mi riveli tutto quello che hai nel cuore. Intendevi dire… intendevi dire che mi starai sempre al fianco, e che il nostro amore, insieme, riuscirà a dare ai nostri animi la forza per distruggere ciò che li turba.

 Questo… è esattamente ciò che provo anch’io per te.

 

Lei rimase immobile, ancora rossa in viso e tremante, gli occhi spalancati dallo stupore di tutte quelle rivelazioni.

Harry” Riuscì solo a sussurrare, mentre una lacrima le rigava il bel viso. Era riuscito esattamente ad interpretare il messaggio del suo cuore… messaggio che ancora lei non era riuscita a decifrare del tutto.

Gli saltò al collo, stringendolo forte, mentre lui sorrideva mestamente e l’accarezzava.

 

 

“Ho paura Harry… ti amo, ma ho tanta paura. Per me, per te, per noi, per tutto… Ho paura che questa guerra ci distrugga, Harry!” Disse, piangendo sulla sua spalla.

“A me ha distrutto tutto… tutto quello che avevo me l’ha già portato via. Pensavo che avesse spento definitivamente anche il mio cuore, ma il bruciore che provo ogni volta che ti ho vicina mi rivela che esso è ancora vivo. Non permetterò che l’ultima cosa bella che mi rimane quaggiù venga distrutta. E non permetterò che qualcuno mi allontani da essa, in nessun modo… Noi vinceremo, Hermione. Ora che stiamo insieme, sono sicuro che vinceremo.

D’altronde, l’amore ha sempre vinto… ed io ne so qualcosa!”

 

Sorrisero entrambi: era vero…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Siete del mio stesso parere, Amor Vinci Omnia, l’Amore Vince Tutto? Spero di sì. Perché, anche nella nostra realtà, l’amore puro è davvero l’unica cosa che può vincere tutto.

 

 

 

 

Kishal

   
 
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