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Autore: JoJo    24/02/2011    1 recensioni
Derek Morgan è un profiler dell'FBI e nel tempo libero ama divertirsi, soprattutto con esemplari dell'altro sesso. Alexandra Coleman è una fotografa, esperta nell'arte di tenere le persone al di fuori della propria vita. Non hanno niente in comune, se non una serata confusa e sfuocata nei ricordi di entrambi. E se, a partire da quella caotica sera di cui nessuno sembra ricordarsi, il destino iniziasse a far scorrere gli eventi in modo del tutto inaspettato?La vita di Derek non sarebbe più la stessa...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Derek Morgan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alexandra Coleman aveva affrontato situazioni che avrebbero sconvolto la maggior parte delle persone. Sapeva resistere a una tempesta tropicale senza battere ciglio, attraversare una tormenta di neve con relativa tranquillità oppure fare immersioni in acque infestate da squali. Erano tutte abilità che aveva sviluppato nel corso degli anni grazie alla sua carriera di fotografa naturalistica e che le avevano scolpito il carattere rendendola capace di affrontare la maggior parte delle situazioni senza scomporsi e avere crisi di panico. Tutte, tranne quella che si stava apprestando ad affrontare.

Prese un grosso respiro e lanciò un'occhiata alla propria immagine riflessa nel vetro della porta che si trovava davanti. Aveva gli occhi stanchi e il volto eccezionalmente pallido. Scosse la testa, infastidita da quell'aspetto vulnerabile, ed entrò in un open space caotico e affollato dove, stando a quanto le aveva riferito una segretaria dalla puzza sotto al naso, avrebbe trovato chi stava cercando.

Fece vagare lo sguardo attento nel dedalo di scrivanie disordinate e i suoi occhi si posarono infine su un gruppetto di tre persone. Non riconobbe il giovane alto e magro, che parlava entusiasticamente agitando le mani lunghe e affusolate, e nemmeno la bella donna dai capelli corvini che gli stava accanto, guardandolo con sguardo indulgente e rassegnato. Invece, l'uomo di colore dai tratti regolari e le braccia muscolose incrociate al petto aveva un'aria decisamente familiare.

Si avvicinò al gruppetto con passo deciso e quando notarono la sua presenza i tre smisero di parlare, per voltarsi verso di lei con sguardo incuriosito.

L'agente Derek Morgan?” domandò, volgendo lo sguardo verso l'uomo di colore.

Derek le rivolse uno dei suoi sorrisi più incoraggianti “Sì.”

Dovrei parlarle.” dichiarò quindi la ragazza, le sopracciglia aggrottate che proiettavano nei suoi occhi verdi un'espressione cupa e pensierosa.

Emily e Spencer si scambiarono un'occhiata incuriosita, mentre Morgan annuì “Va bene, lei è?

Mi chiamo Alexandra Coleman, ma può chiamarmi Lexie.”

D'accordo, allora tu chiamami Derek.- le fece eco l'uomo con un sorriso caldo e voce suadente, atteggiamento che fece roteare gli occhi sia a Prentiss che a Reid- Che cosa posso fare per te, Lexie?”

La ragazza rivolse uno sguardo incerto agli altri due profiler “Potremmo parlare in privato?”

Morgan alzò le sopracciglia, leggermente sorpreso e si voltò per fare un breve cenno dei capo ai due colleghi.

D'accordo.” disse, allungando un braccio verso il proprio ufficio, guidando la giovane nella giusta direzione.

Reid e Prentiss osservarono incuriositi la giovane seguire Derek con un'andatura composta e la faccia scura.

Hai idea di chi possa essere?” domandò quindi Emily, quando i due erano ormai scomparsi dalla loro vista.

Non lo so.- Spencer strinse le labbra e scosse la testa- Chissà che cosa vuole da Morgan.”

Non lo so.- gli fece eco la donna- Ma ho la netta sensazione che, chiunque sia, non sia venuta qui per portargli buone notizie.”

 

...

 

Derek scrutò la giovane donna che si trovava davanti con attenzione. L'aveva seguito in silenzio e, quando si era chiuso la porta alle spalle e le aveva indicato la sedia di fronte alla propria scrivania, invitandola a sedersi, l'aveva fatto senza battere ciglio e, soprattutto, senza accennare a un sorriso di cortesia.

Dunque- si decise quindi a parlare, notando la sua reticenza, mentre intrecciava le mani sopra il ripiano di legno di fronte a sé- in che cosa posso aiutarti?”

Non mi serve il tuo aiuto, ho semplicemente detto che devo parlarti.” specificò immediatamente Lexie, incrociando le braccia al petto.

Morgan si impose di non fare roteare gli occhi, nonostante quella risposta gli avesse dato la sensazione di parlare con una ragazzina ribelle “Va bene. Dimmi tutto, allora.”

Non ti ricordi di me?” domandò quindi la ragazza, con tono casuale, puntando i suoi brillanti occhi verdi su di lui.

Derek la scrutò meditabondo soffermandosi sui tratti del suo volto. Alexandra Coleman aveva il viso allungato e dai tratti delicati, incorniciato da delle onde di capelli castano chiaro. Le sue sopracciglia scure e ben definite le rendevano lo sguardo affilato, ancor più del verde che decorava le sue iridi chiare. La bocca, larga e stretta in una linea dura, catturava l'attenzione sotto un naso sottile e regolare.

Incredibilmente, più la fissava, più si ricordava di lei. Dovevano essere passati almeno due o tre mesi da quando l'aveva incontrata la prima volta, all'interno di un qualche tipo di bar. Se i ricordi della serata e della notte che avevano passato insieme erano avvolti da una fitta nebbia, non lo erano quelli legati alla mattina successiva, quando l'aveva vista letteralmente scappare da casa sua con l'aria di una persona incapace di ricordare cosa stesse facendo lì.

Certo, certo!- esclamò infine, quando la realizzazione si impadronì di lui- Ci siamo conosciuti qualche mese fa, giusto?”

Già, conosciuti in senso biblico.- sottolineò la ragazza, facendo una piccola smorfia- Senti, puoi anche smetterla di fare finta di ricordarti di me, nemmeno io mi ricordavo di te, è questa la caratteristica fondamentale dei rapporti di una notte, niente di personale.”

Morgan alzò un sopracciglio, scettico “Allora che cosa ci fai qui?”

Te l'ho detto: ti devo parlare di una cosa piuttosto delicata e...- Lexie scrollò le spalle, troncando la frase a metà- E' da un po' di tempo che cercavo di rintracciarti ma ricordando solo a malapena il tuo nome, senza alcun altro riferimento ad un cognome o altro non è stato facile, però ho trovato questo quindi eccomi qui.”

La donna frugò per qualche secondo nella sua grande borsa marrone e ne estrasse infine un piccolo cartoncino bianco, che lasciò cadere sul ripiano della scrivania.

Derek allungò una mano per afferrarlo e si rigirò fra le dita quello che riconobbe essere il proprio biglietto da visita, sul retro del quale troneggiava un Chiamami! scritto chiaramente con la propria calligrafia. Scosse la testa rassegnato: doveva essere stato estremamente ubriaco quella sera!

Non mi hai ancora detto di che cosa mi devi parlare.” disse, dopo aver alzato di nuovo lo sguardo verso di lei.

L'espressione che vide sul volto di Lexie era estremamente seria e poté riconoscere nei suoi occhi verdi una luce di sfida “Ok, la farò breve.- dichiarò, le labbra strette in una linea sottile- Sono incinta.”

Morgan sbattè le palpebre confuso.

Aveva sentito male.

Aveva sicuramente sentito male.

Scusa?” fu tutto quello che riuscì a dire, cercando di darsi un po' di contengo.

Sono incinta e tu sei il padre, garantito al limone.- riepilogò lei senza entusiasmo- Non sono venuta qui per spillarti soldi o qualcosa del genere. Volevo solo che tu lo sapessi e magari contare sul fatto che in caso mi capiti qualcosa tu possa prendere parte delle future decisioni. Tutto qui.”

Derek non prestò ascolto alle sue ultime parole. Tutto ciò che gli vorticava in testa era la frase Sono incinta e tu sei il padre.

Sei...Sei incinta?- domandò esterrefatto, quando fu di nuovo in grado di parlare- Come è possibile?Come è successo?”

Sul volto di Lexie si aprì un ghigno obliquo “Beh, se quello che sai a riguardo prende in considerazione cicogne, cavoli e magie di altro tipo ho una brutta notizia da darti...”

Non scherzare!” sbottò l'uomo, passandosi una mano sulla testa rasata.

La ragazza alzò le mani “Scusa. Credevo avessi bisogno di un piccolo allentamento di tensione: sembravi sul punto di svenire.”

Tu sei...- Derek deglutì a vuoto- Sei davvero sicura di essere incinta?E che sia mio?”

No. Ho avuto un ritardo di venti minuti e ho pensato di cercare l'ultima persona con cui ho fatto sesso per informarlo!- sbottò piccata- Certo che sono sicura! Ho fatto dei test, sette test, e sono risultati tutti positivi. E poi, visto che non volevo ancora crederci, ho deciso di prenotare anche una visita medica e, sorpresa sorpresa!, sono davvero incinta.”

Morgan si ritrovò a boccheggiare, suo malgrado “Oddio. Questo è...questo è...”

Già.- gli diede ragione la ragazza, facendo roteare platealmente gli occhi- La stessa cosa che ho pensato io.”

Puoi smetterla, per favore?” sbottò il profiler, sbattendo le mani sulla scrivania.

Lexie lo guardò con aria fintamente innocente “Di fare cosa?”

Di essere così sarcastica e strafottente!” specificò Derek, infastidito da quell'atteggiamento.

E tu potresti smetterla di fissarmi come se fossi la strega che ha rubato la tua virtù e ti ha trascinato in tutto questo?- ribattè immediatamente lei, per niente scossa dalle sue parole- Insomma, non è certo colpa mia, no?”

L'uomo si ritrovò a spalancare la bocca, esterrefatto “E di chi sarebbe?”

Di un idiota incapace di infilarsi un preservativo prima di un rapporto occasionale!” rispose prontamente Lexie, lanciandogli un'occhiataccia.

Morgan la fulminò con lo sguardo “Senti, sto cercando di mantenere la calma ma se tu...”
“Beato te che puoi farlo, perchè per colpa tua sono diventata un concentrato di ormoni incapace di tenere sotto controllo le proprie emozioni!”

Nella stanza calò un silenzio pesante, lasciando ai due l'occasione di fissarsi intensamente, negli occhi la chiara inquietudine lasciata dal discorso che avevano appena affrontato.

La prima a riprendesi fu Lexie che alzò gli occhi al soffitto prima di prendere un post-it colorato e scribacchiarci sopra il proprio nome e i suoi contatti telefonici “Senti, facciamo così. Io ora me ne vado e ti lascio affrontare da solo questa tua crisi nervosa o di qualsiasi tipo essa sia.”

Derek non potè fare a meno si aggrottare le sopracciglia, confuso, mentre la vedeva alzarsi dalla sedia “Aspetta!Te ne vai così?”

Già, non riesco a pensare a un'uscita di scena teatrale, al momento.- disse con un tono di sarcasmo, per poi prendere un grosso respiro per cercare di rendere la propria voce rassicurante- Ascolta, è tutto a posto per quanto mi riguarda. Abbiamo parlato, ci siamo chiariti, fine della discussione.”

Fine della discussione?- ripetè Morgan scioccato- Stai scherzando?”

Lexie scosse la testa, sinceramente incapace di comprendere la sua reazione “No, per niente.”

Non puoi piombare qui e sganciare una bomba del genere aspettandoti che io non faccia o non dica niente.” gli fece notare l'uomo di colore, cercando di non alzare troppo la voce.

Infatti non mi aspettavo niente del genere.- ammise lei scrollando le spalle- Solo speravo che tu iniziassi ad avere una crisi di nervi dopo che io me ne fossi andata, non prima. Il che riporta al fatto che intendo andarmene al più presto e lasciarti disperare senza la presenza di alcun testimone.”

Derek mosse qualche passo verso la porta dell'ufficio, togliendo alla ragazza ogni via di fuga “Io e te dobbiamo parlare.”

Ma l'abbiamo appena fatto.” gli fece notare, facendo roteare gli occhi.

Parlare di quello che dobbiamo fare d'ora in poi!” precisò Morgan incrociando le braccia muscolose al petto.

Dobbiamo?Noi non dobbiamo fare niente.- specificò Lexie, facendo enfasi sul pronome- Senti, non voglio che tu sia coinvolto. Volevo che tu sapessi di quello che mi sta succedendo ed ora lo sai. Hai qualche mese per abituarti all'idea e poi, quando nascerà il bambino, ti chiamerò e mi dirai se vuoi che lui sappia di te e vederlo ogni tanto oppure se vuoi sparire e essere interpellato solo in caso di problemi. Se già da adesso sai di non volere avere più niente a che fare con lui per me non c'è nessun problema. Anzi, mi risparmieresti una telefonata.”

Derek si ritrovò a sbattere le palpebre, perplesso “Non puoi essere seria.”

Oh, invece lo sono eccome.”confermò la ragazza, alzando un sopracciglio con aria di sfida.

Morgan ignorò volutamente le sue parole e alzò il dito indice nella sua direzione “Aspetta qui un momento.” disse, senza lasciarle il tempo di ribattere, prima di uscire dal piccolo ufficio..

Lexie si ritrovò da sola e imbronciata nella stanza. Aveva sempre saputo di avere qualche problema con il proprio karma e a confermarlo era stato anche il fatto che aveva scoperto che l'unica notte di sesso anonimo che si era concessa in vita sua, per giunta a causa di qualche bicchiere di troppo, avrebbe trascinato dietro di sé delle conseguenze a lungo termine. Sporse il labbro inferiore in una smorfia di disappunto, mentre accarezzava l'idea di svignarsela prima che Derek Morgan potesse fare ritorno.

Perlomeno, nella sfortuna, qualcosa era andato per il verso giusto. L'agente FBI era di certo un bell'uomo, il che le faceva sperare che il piccolo che portava in grembo potesse ereditare da lui un po' della sua avvenenza. E poi, il fatto che fosse un federale, avrebbe dovuto fare di lui una persona buona ed affidabile. Certo, per quanto riguardava la sua attitudine non era stata altrettanto fortunata: Derek Morgan sembrava piuttosto pieno di sé, e il suo tentativo quasi inconscio di flirtare con lei quando si era approcciata per parlargli l'aveva lasciata alquanto perplessa. Non era di certo il suo tipo, per niente. E, sfortunatamente, non sembrava uno di quegli uomini pronti a scappare a gambe levate di fronte a una gravidanza indesiderata. Lexie si passò una mano fra i capelli, frustrata. Ora avrebbe dovuto cercare un modo per scrollarselo di dosso e convincerlo che era perfettamente in grado di affrontare quella situazione da sola.

Stava ancora pesando se fosse più opportuno recuperare il proprio numero di telefono che aveva lasciato abbandonato sulla scrivania dell'uomo e sparire per sempre dalla sua vita, quando la causa delle sue preoccupazioni aprì la porta e si affacciò nella stanza.

Quindi?” domandò, con tono disinteressato, alzando un sopracciglio nella sua direzione.

Ho preso una pausa.- la informò Derek- Io e te ora usciamo di qui e parliamo. Come due adulti. Come due persone razionali che affrontano insieme un problema.”

Lexie sbuffò sonoramente “Tutto questo non è necessario.”

Oh, sì che lo è.” ribattè immediatamente l'uomo.

La ragazza gettò le braccia in aria, vinta “E va bene!Ma ti avverto che non intendo cambiare idea riguardo quello che ti ho già detto!”

 

...

 

Lexie accarezzò con il proprio sguardo attento ogni minimo particolare della grande stanza in cui si trovavano. La sala mensa del palazzo federale dove si trovavano gli uffici del BAU era spaziosa e luminosa e, nonostante fosse metà mattina ed avesse una caffetteria annessa, frequentata da pochissimi avventori. Questo piccolo particolare le fece accantonare presto l'idea di ordinare una bevanda di qualsiasi tipo. Sospirò pesantemente, decidendo di tornare a fissare l'uomo che si trovava di fronte e smettere di perdere tempo inutilmente.

Allora?” iniziò a parlare, stando ben attenta a caricare quell'unica parola del suo tono più spazientito.

Allora...” ripetè Derek, raddrizzandosi sulla sedia.

La giovane fece roteare gli occhi, gesto che sembrava fare spesso, per poi tornare a guardarlo imbronciata “Senti, non ho intenzione di restare qui tutto il giorno. Hai detto che volevi parlare, giusto?Parliamo!”

Morgan annuì, decidendo di partire da una delle prime domande che gli erano iniziate a vorticare in testa da quando quella donna era entrata nella sua vita portandogli una notizia che l'avrebbe totalmente sconvolta “Lo fai spesso, quello che hai fatto la sera in cui ci siamo conosciuti?”

Le sue parole parvero sconvolgere Lexie, che aggrottò la fronte “Scusa?”

Andartene in un bar da sola, scolarti una quantità eccessiva di superalcolici e poi andartene a letto con un perfetto sconosciuto.- specificò l'uomo, assumendo inconsapevolmente il proprio tono da profiler- Perchè, se lo fai, credo che tu abbia un problema.”

La voce di Lexie assunse una nota indignata “Per chi mi hai preso?”

L'ultima volta che ti ho visto eri così ubriaca da non ricordarti che cosa avevi fatto la notte precedente.” le ricordò Derek con un'occhiata ammonitrice.

Anche tu eri ubriaco!” lo rimbeccò immediatamente lei.

Non così.- continuò a dire Morgan- Mi ricordavo di te, di come siamo tornati a casa e di quello che abbiamo fatto...”

Lexie non gli diede la possibilità di continuare a parlare “Ok, senti, avevo avuto una pessima giornata. Non ho problemi con alcool e non sono una ragazza che si risveglia in un letto diverso ogni mattina: sono una persona che impara dai propri errori. Tequila?Mai più, grazie.”

Bene. Mi fa piacere saperlo.”

Lo dici per una sorta di senso del dovere personale o perchè hai paura che io ti abbia trasmesso qualche malattia sessualmente trasmissibile?” chiese la giovane, alzando un sopracciglio.

Derek scosse la testa, esasperato “Togli mai questa barriera di ostilità che ti circonda?”

No, se posso evitarlo.” gli rispose lei con un ghigno.

Forse dovresti.- propose il profiler cercando di essere confortante- In fondo, voglio solo esserti d'aiuto: siamo entrambi nella stessa situazione.”

Lexie dissentì immediatamente “Direi di no, a meno che tu non abbia in mente un'esperienza come quella avuta da Schwarzenegger in Junior.”

Tu vuoi tenere questo bambino.” mormorò Morgan meditabondo, ignorando l'ultimo commento della ragazza.

Questo mi sembra di avertelo già detto. Perchè mi stai tartassando in questo modo?”

Sono solo curioso.- ammise, squadrandola meditabondo- Non mi sembri semplicemente il tipo per fare una cosa del genere. Intendo, tenere un bambino che non vuoi.”

Non è vero che non lo voglio.” protestò subito Lexie, una strana nota accorata nella voce.

Quel cambio di tono catturò immediatamente l'attenzione dell'uomo “Ah, no?”

Insomma, è stato inaspettato, questo sì.- spiegò la ragazza, incerta- E di certo non era nei miei piani di avere un figlio in questo modo. Ma prima o poi ne avrei voluto uno, giusto?E poi io sono contro l'aborto e mi sembrerebbe ipocrita se decidessi che nel mio caso...”

Derek le sorrise, dentro di sé soddisfatto del fatto che avesse deciso di abbassare la guardia “Quindi lo vuoi davvero tenere.”

Io davvero non capisco perchè perdo tempo a parlarne con te, nemmeno ti conosco.” sbottò Lexie, riassumendo il proprio atteggiamento ostile.

Come non detto pensò rassegnato il profiler, prima di domandare “Ma quanti anni hai?”

Ventisette.”

Perfetto, pensò fra sé trattenendo una smorfia, l'età di Reid.

Lexie lo guardò di sottecchi, un piccolo broncio già presente a incresparle le labbra “Sta partendo un interrogatorio in stile FBI?”

Voglio solo sapere alcune cose di te.- ammise quindi Morgan- Suppongo che anche tu ne voglia sapere qualcuna di me.”

Supponi male.” lo contraddisse la ragazza.

Come?” domandò stupito Derek, aggrottando le sopracciglia.

La giovane si sporse verso di lui, appoggiando i gomiti sul tavolino e assumendo un tono accondiscendente “Senti, io capisco che tu probabilmente hai questa sindrome dell'uomo responsabile, forse per deformazione professionale o chissà quale altro motivo, ma io non sto cercando una spalla su cui piangere, o un amico con cui condividere questa esperienza.”

A no?- ribattè alzando un sopracciglio- E che cosa cerchi, allora?”

Niente.- esalò Lexie scuotendo piano la testa, pur senza mai staccare il suo sguardo determinato da quello dell'uomo- Credevo fosse la cosa più sensata da fare quella di avvertirti della mia situazione, tutto qui. Io non ho una famiglia particolarmente unita, quindi quando questo bambino nascerà avrà solo una persona su cui contare. Ho pensato che sarebbe stato meglio per lui se ci fosse stata anche una seconda scelta.”

D'accordo. Ho capito il tuo punto di vista.- disse Derek, annuendo comprensivo, per poi rivolgerle un ghigno obliquo- Posso far partire l'interrogatorio, ora?”

Lexie inclinò la testa di lato, scrutandolo pensierosa “Tu vuoi davvero conoscermi?”

Morgan non rispose, ma sostenne il suo sguardo con espressione determinata. La vide stringere gli occhi e inclinare la testa di lato, scrutandolo inquisitoria. Alla fine scosse la testa, sospirò esasperata e cominciò a parlare.

Alexandra Coleman, ventisette anni, razza caucasica. Sono texana, come avrai già notato dal mio accento ingombrante, ho vissuto ad Houston per la maggior parte della mia vita. Sono una fotografa freelance, mi occupo per lo più dei servizi all'estero di riviste di divulgazione scientifico naturalistica e dirigo anche la fotografia per diversi documentari. Ho smesso di fumare da un paio d'anni, bevo occasionalmente, non mi sono mai drogata. Una volta ho passato una notte in cella, ma hanno considerato il reato una semplice bravata da ragazzina e quindi la mia fedina penale è immacolata.”

Che tipo di reato?” domandò il profiler, interessato.

La ragazza scrollò le spalle “Ho aggredito una cheerleader, il che non dovrebbe nemmeno essere considerato un reato di per sé.”

Derek non potè fare a meno di sorridere “E perchè l'hai fatto?”

Non ricordo, ma non sono sociopatica, se è questo che stai pensando.”

Non era quello che stavo pensando.- le assicurò- Che altro mi racconti di te?”

Direi che ti ho già rivelato abbastanza.- tagliò corto Lexie, muovendosi innervosita sulla propria sedia- Quello che ti ho detto è già più che sufficiente, a mio parere.”

Come preferisci.- acconsentì Morgan, prima di tornare a farle qualche domanda- Sei sicura di non volere sapere assolutamente niente di me?Nessuna curiosità?Niente di niente?”

La giovane strinse gli occhi pensierosa, prima di parlare “Forse potresti farmi avere la tua anamnesi.”

Derek alzò le sopracciglia, sorpreso “Come?”

E' l'unica cosa che mi interessa su di te che mi è venuta in mente.” spiegò Lexie, stringendosi nelle spalle.

Sul serio?- si ritrovò a ridere lui-La mia anamnesi?”

Già.- confermò la ragazza, guardandolo di sottecchi- Spero che tu non abbia un DNA difettoso, o roba del genere.”

Il mio DNA è perfetto.” le garantì l'uomo, incrociando le braccia.

Quella risposta sembrò soddisfare la giovane fotografa “Bene. Non c'è nient'altro che mi occorre sapere di te, allora.”

Davvero?” domandò incredulo Morgan. Non poteva credere che quella ragazza non volesse sapere assolutamente nulla su di lui.

Davvero. E poi, credo di averti già inquadrato perfettamente.”

Ah, sì?” chiese, divertito dal fatto che la giovane non sembrava consapevole di trovarsi di fronte ad un profiler.

Sono una fotografa, te l'ho detto. Guardando le persone da dietro un obiettivo si capiscono un mucchio di cose, senza aver bisogno di un corso di psicologia avanzata.”

Derek non potè a un sorriso divertito di comparirgli sulle labbra carnose “Quindi tu sai già qualcosa di me.”

So quello che vedo.” specificò Lexie, seria.

E che cosa vedi?” indagò l'uomo, incuriosito.

Che sei spavaldo, eccessivamente sicuro di te e particolarmente portato a prendere in mano la situazione. Da come ti guardano le donne e dal tuo atteggiamento quasi inconsapevole verso di loro, direi anche che sei un latin lover, il che spiega anche la facilità con cui sono caduta fra le tue braccia quella sera.”

Non è stato per il fatto che eri ubriaca?” chiese Derek, alzando le sopracciglia sorpreso per quel ritratto impietoso.

Lexie gli rivolse un sorriso stiracchiato “E' stato decisamente per quello, solo che probabilmente non ci sarei cascata se tu non fossi stato dannatamente bravo.”

Era un complimento?”

Speravo che uscisse più come un'offesa, in realtà.”

Devi per forza essere così acida?”

Dote naturale.” ribattè la ragazza alzando le spalle.

Immagino.- sospirò Morgan, passandosi una mano sulla nuca- Senti, se stai cercando di farmi scappare con questo tuo comportamento, sappi che il tuo piano è destinato a fallire.”

Lexie non rispose, ma a Derek non sfuggì lo stringersi delle sue labbra in una linea dritta e tesa.

Quello che voglio dire è che voglio davvero esserci per questo bambino. È anche mio figlio, dopotutto, non voglio essere tagliato fuori.”

Quindi vuoi dividere con me le nausee mattutine e le crisi ormonali?- domandò la ragazza alzando un sopracciglio- Non vorrei sottolineare l'ovvio ma la tua utilità nei mesi della gravidanza sarà pari al due di picche. Il bambino non si accorgerà certo di te prima del parto.”

Beh, io non voglio avere un figlio con una sconosciuta, ho bisogno di conoscerti e capire che tipo sei.- gli rilevò quindi Derek con tono risoluto- Credo che approfittare dei mesi che ci separano dalla nascita del bambino sarà un ottimo modo per farlo, e ciò mi darà inoltre la possibilità di essere costantemente aggiornato sulla situazione bebè. Ti chiedo solo di incontrarci una volta alla settimana. Tutto qui.”

La bocca di Lexie si spalancò per lo shock e dovette aprirla e chiuderla un paio di volte prima di essere di nuovo in grado di parlare “Tu mi stai davvero dicendo che vuoi che ci vediamo una volta alla settimana per essere aggiornato sulla situazione bebè?”

Gli occhi scuri di Morgan ostentavano sicurezza e la sua voce una pacata fermezza “Sì.”

Potrei aprire un account Twitter e tu potresti seguire l'evoluzione della gravidanza da lì.- propose quindi la giovane- Non trovi che sia meglio?”

Andiamo, sono un agente federale, di che cosa hai paura?” cercò di tranquillizzarla il profiler, abbozzando un sorriso caloroso.

Assolutamente di niente, solo che non credo sia una buona idea.” ribattè immediatamente Lexie, piccata.

Derek sospirò pesantemente, conscio che batterla al suo stesso gioco gli sarebbe risultato impossibile “Senti, non mi importa se non mi sopporti, ma sono il padre del bambino e non intendo essere lasciato fuori da tutto: non voglio che questo bambino viva senza suo padre. Siamo adulti, dopotutto, credo che possiamo vivere civilmente senza problemi anche condividendo una cosa del genere, non trovi?”

Tu credi davvero a quello che hai appena detto, non è vero?- chiese scettica Lexie, alzando un sopracciglio- Vuoi essere coinvolto attivamente nella gravidanza?”

Il venerdì ti va bene?- continuò a parlare l'uomo, ignorando la sua domanda- Dovrebbe essere una buona giornata, al massimo se dovessi essere via per dei casi con la squadra potremmo organizzarci di volta in volta.”

Come ti pare.- sbottò vinta Lexie incrociando le braccia al petto in un gesto stizzito- Dio, non posso credere che mio figlio abbia dentro di sé i geni di un maniaco del controllo.”

Morgan sostenne il suo sguardo mentre lo scrutava con astio e pensò che, di tutte le donne del pianeta, lei era decisamente l'ultima con cui avrebbe voluto avere un figlio.

 

 

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Aggiornamento inatteso. La realtà è che avevo il capitolo già pronto e mi sto prendendo una pausa che decisamente non dovrei concedermi dalla stesura della tesi...Ma avevo voglia di pubblicare qualcosa, quindi ecco qua il primo capitolo 'ufficiale' di questa storia.

Allora, cosa ne pensate della mia idea?Ce lo vedete Derek Morgan diventare padre?

Fatemi sapere che cosa pensate del capitolo e della storia, se vi va. :) Mi piacerebbe sapere la vostra opinione.

Besos, JoJo

   
 
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