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Autore: Temari    25/02/2011    2 recensioni
- "Diceva uno scritto tramandato dagli Dèi che abitavano quei luoghi: 'I ciliegi nascono con questo nostro mondo; fintantoché essi saranno in fiore, nel nostro mondo regnerà la pace.'." -
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti :D

Era tantissimo tempo che non scrivevo per Saiyuki - tra blocco, pc rotto, pigrizia e altre cose è passato parecchio - quindi devo dire che non sono molto sicura di questa storia ma il partecipare ad un contest in FB mi ha aiutato (insieme all'aver ritirato fuori i manga del Reload e del Gaiden) a riavvicinarmi a questa fantastica opera.

La fic che segue potrebbe quasi passare per un'originale, se non fosse per la citazione all'inizio e un paio di riferimenti al Gaiden... ^^;

Mah, non ho nulla in più da aggiungere.
Fatemi sapere che ne pensate!

Disclaimer: mi appartiene solo ciò che scrivo.

Ja ne,
Temari



Falling Sakura [*]



["Ma che succede...?!"
"... E' come se questi fiori fossero destinati a cadere tutti..."]

- Soldato, Saiyuki Gaiden -

Nel Mondo Celeste, tutto era sempre uguale. 
Immutabile, perenne, immortale.

Il Palazzo dell'Imperatore era stato edificato in un tempo tanto remoto che nemmeno i più antichi abitanti del Mondo Celeste saprebbero quantificare i secoli di vita del maestoso edificio - le mura di un bianco talmente candido da risultare abbacinante, i tetti e gli infissi di porte e finestre di un rosso scuro che tendeva al perlaceo, enormi corridoi, sfarzosi portoni in oro lavorato minuziosamente con ghirigori e bassorilievi incastonati con pietre preziose, tappeti pregiati e soprammobili di un valore talmente alto da essere incalcolabile - il paesaggio intorno ad esso era a dir poco paradisiaco, con i sontuosi giardini ed i laghetti, adornati elegantemente con splendide ninfee in fiore, che ospitavano le più rare varietà di carpe Koi esistenti.

Di tutto il Mondo Celeste, il Palazzo Imperiale doveva parte della sua fama ai bellissimi alberi di ciliegio che lo circondavano. Essi erano soggetto di reverenza ed incanto, attraevano molti nobili e funzionari di alto rango che, ogni qual volta ne capitava l'occasione, si soffermavano qualche giorno in più a Palazzo proprio per godere della splendida vista e, perchè no, banchettare sotto i rami in fiore dei magnifici alberi.

Diceva uno scritto tramandato dagli Dèi che abitavano quei luoghi: "I ciliegi nascono con questo nostro mondo; fintantoché essi saranno in fiore, nel nostro mondo regnerà la pace.". [**]

Proprio per via di quello scritto, gli Dèi consideravano i fiori di ciliegio un simbolo di buona ventura; erano sicuri che essi sarebbero rimasti lì, ad allietare il giardino del Palazzo, per sempre. Eterni, come molte altre cose in quel mondo, dove il tempo sembra non scorrere mai: i luoghi, le persone, gli oggetti... nulla cambiava nel Mondo Celeste e a nessuno importava, tutti gli Dèi erano felici di lasciar passare gli anni (i secoli) senza nota - quando si è immortali, il concetto di 'tempo' diventava così astratto che ci si dimenticava di quanto flebile fosse la vita.

Per questo, il giorno in cui i ciliegi avevano iniziato a cadere, quella bolla di sapone che rappresentava la sicurezza degli abitanti di quel mondo era scoppiata, provocando un terribile senso di smarrimento ed ansia nelle loro anime. Quel giorno una tempesta invisibile - perchè non c'era in realtà nessun vento che soffiasse - si era abbattuta sul Palazzo Imperiale ed era sembrato che quei fiori rosa pallido avessero deciso di cadere tutti, di abbandonare quel luogo troppo perfetto per essere genuino. I petali avevano una loro volontà e avevano scelto di seguire il cammino delle quattro anime che, solitarie, si erano ribellate all'immobilità di un mondo che in fondo non era mai andato loro a genio - spiriti liberi che avevano capito quali erano le cose veramente importanti nella vita, che avevano deciso di sacrificare la loro vita per vedere quel mondo che si trovava al di là del Portale.

Per comprendere la disperazione che quel giorno aveva portato nelle menti degli abitanti del Mondo Celeste - la maggior parte di essi - bisognava capire che un altro concetto era talmente al di là della loro comprensione, del loro quotidiano, che il sentirlo ed il provarlo sulla loro pelle aveva il potere di terrorizzarli: il 'cambiamento'. Avevano vissuto per innumerevoli anni, o meglio, erano esistiti per innumerevoli anni - la differenza fra le due parole era enorme, benchè esseri divini come loro non si rendessero conto di questa importante distinzione - sempre nello stesso modo, sempre facendo le stesse cose... non percependo il continuo ciclo come un qualcosa di innaturale: per loro non era innaturale, era il loro modo di passare le giornate.

Ed era proprio perchè per gli Dèi del Mondo Celeste tutto era uguale (giorno dopo giorno, anno dopo anno), che la vera bellezza di quei ciliegi a loro tanto cari sfuggiva, passando inosservata al di sotto del velo di indifferenza che costituiva uno sfondo grigio sul candore che circondava quegli esseri superiori: la bellezza e l'incanto dello sbocciare dei fiori era tale perchè quei boccioli avevano una così breve durata, al contrario degli alberi che vivevano in quel mondo stagnante nel suo splendore artificiale.

Solo coloro che sanno apprezzare lo scorrere del tempo, i continui cambiamenti e le nuove esperienze avranno una possibilità di cogliere che la bellezza di quei fiori rosa pallido si trova nella malinconia--essi sbocciano ed appassiscono in un lasso così breve da lasciare un minuto senso di vuoto nel cuore di chi osserva quello spettacolo svanire.

Ma ciò che è flebile acquisisce un valore speciale.
Come i fiori rosa pallido dei ciliegi.
Come la vita stessa.





Note: [*] Per chi non lo sapesse 'sakura' è il nome dell'albero, e dei fiori, di ciliegio.
[**] Inventato di sana pianta. :P
   
 
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