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Autore: live in love    27/02/2011    14 recensioni
Tratto dal Primo Capitolo:
-Certo che voglio- ribatto io, forse con fin troppa enfasi
- Meno male,il tuo letto è molto più comodo del mio- scherza, facendomi ridacchiare.
- Quindi mi stai solo sfruttando , eh?- ribatto.
-Ovviamente , baby- ride anche lui appoggiando la guancia sui miei capelli
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Mia prima fanfiction su Ian e Nina.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TRUE LOVE – VERO AMORE



CAPITOLO 1

Fever





Braccia incrociate e gambe mollemente allungate , appoggiata alla testiera del letto con la schiena, guardo disattenta la televisione da ormai più di mezzora.
Annoiata dal film di bassa qualità afferro il telecomando , cambiando programma e facendo zapping nella speranza di trovare qualche telefilm. Magari qualche replica di Grey’s anatomy o Flashforward.

Ora come ora mi andrebbe bene anche una replica di dieci anni fa di Beautiful , probabilmente.

Mi fermo su un talk show , dal buffo nome “
Funny Day”, non trovando niente d’altro di interessante.
Tratta di coppie che si fanno riprendere durante le attività quotidiane per poi finire col litigare per presunti tradimenti.
Se non ricordo male me ne aveva parlato qualche volta Candice , durante una pausa pranzo.

Questi sono decisamente i suoi tipi di programmi.

Sconfortata poso il telecomando al mio fianco, decidendomi a guardare questo programma.
Neanche dieci minuti e la sonnolenza causata dalla noia inizia già a farsi sentire.

Sospiro, sfregandomi gli occhi che hanno preso anche inspiegabilmente a bruciarmi.
Mi piace passare del tempo a non fare niente e guardare la tv, magari sgranocchiando qualcosa però, d’altra parte, odio sentirmi reclusa. Mi sento soffocare.
E non ho neanche un pezzo di cioccolata a consolarmi, penso, mentre lo sconforto mi assale.

Lancio un’occhiata scoraggiata fuori dalla porta finestra, da dove si intravede uno squarcio di cielo cupo e grigio.
Non posso neppure uscire visto che è da ieri sera che non fa altro che piovere e di scendere giù nella hall dell’albergo non ne ho per niente voglia.
Inoltre se mi vedesse qualcuno dello staff mi rispedirebbero subito in camera mia.
Sbuffo nuovamente , focalizzando la mia precaria attenzione sulla televisione.
Visto che non ho nulla di meglio da fare tanto vale cercare di capire qualcosa del programma che mi terrà compagnia per le prossime ore.
Una grassoccia signora dai folti capelli rossi sta inveendo contro quello che presumo essere il marito mentre il pubblico in studio urla divertito e la incita.
Più che un talk show sembra una gabbia di matti.
-
E adesso la pubblicità. Il Funny Day torna tra poco - annuncia il presentatore dal ciuffo ingellato e un sorriso scintillante, degno delle migliori pubblicità sui dentifrici.
Perché poi l’abbiano chiamato “
Giorno di divertimento” quando tutto lo show si basa su litigi e urla, è un totale mistero.

Mentre alla televisione passano spot dalle musichette squillanti allungo il braccio oltre il bordo del letto, prendendo il mio blackburry nero dal comodino.
Schiaccio il tasto centrale facendo illuminare lo schermo, che mi rimanda però solo il menù desolato del telefono.

Con occhi febbrili cerco il disegno di una busta gialla, non trovandola tuttavia.

Nessun messaggio, nessuna chiamata persa o non sentita.
Neanche un misero sms da Paul. Niente di niente.

Sbuffo sconsolata.
Nessuno mi ha cercata, ma d’altronde saranno tutti in giro o impegnati a girare qualche scena sul set. Dove vorrei essere anche io e, invece, sono obbligata a stare rinchiusa in camera.
Scorro la rubrica velocemente.
Mi fermo poi sul numero di mia madre indecisa, soppesando l’idea di chiamarla per fare almeno due chiacchiere per abbandonarla infine del tutto del tutto.
Sono ancora troppo innervosita.
Inoltre non potrei neanche sfogarmi del tutto, raccontandole quello che è accaduto, senza farla preoccupare cosa che decisamente non voglio.
Ansiosa com’è la farei solo impensierire.

- Benissimo, non mi resta altro che restare chiusa qui dentro a morire di noia e solitudine – sbuffo ancora, incrociando le braccia al petto.
Un bussare sommesso alla porta mi distrae, però, dalle mie elucubrazioni qualche secondo dopo.

Lanciando un’ultima occhiata disattenta alla grassoccia signora dai capelli rossi che inveisce contro il marito, scendo dal letto.
Spero solo non sia qualche petulante cameriere inviato dagli sceneggiatori per vedere se sono realmente in camera.
O peggio Paul, sbarro leggermente gli occhi.
Gli voglio davvero un bene dell’anima ed è come un fratello, ma si trasforma quando è preoccupato.

Diciamo pure che diventa una sorta di assillante stalker iperprotettivo con improvvise manie compulsive da medico. Tanto per rendere l’idea.
Strisciando stancamente i piedi e starnutendo ripetutamente arrivo fino alla porta, aprendola di malavoglia con una torsione del polso.
Davanti mi ritrovo Ian, un abbraccio appoggiato al muro con seducente nonchalance e il solito look total black a fasciargli armoniosamente il corpo.
Alza lo sguardo cristallino su di me incontrando il mio, vagamente lucido.

- Un uccellino mi ha detto che ti hanno cacciata dal set - esordisce canzonatorio, senza neanche salutarmi. Tipico suo.
Arriccio le labbra contrariata, decisamente non sono per nulla di buon umore per scherzare con lui.
Mi sorride sornione, provocandosi l'attimo dopo uno sguardo torvo da parte mia.
Incrocia le braccia al petto appoggiandosi allo stipite della porta squadrandomi da capo ai piedi.

- Carino - afferma ironico, vedendo che non ribatto come al solito, verso il mio pigiama rosa con stampata sopra la faccia sorridente di Minnie.
Non molto bello, ma decisamente caldo. E poi ho sempre saputo il pessimo gusto di mia cugina nel fare i regali di Natale. Davvero pessimo
Appoggio il fianco alla porta, incrociando le braccia al seno nella sua esatta posizione speculare.

- Cosa ti ha detto Paul? - mormoro svogliatamente, decidendomi finalmente a parlare e percependo la gola andare a fuoco.

- Chi ti dice che sia stato lui? - mi stuzzica subito Ian, un brillio di divertimento a rendere ancora più vivaci gli occhi azzurri.
Ammicca poi verso di me con un altro sorriso, non capendo evidentemente che non ho davvero voglia di scherzare oggi.
Lo fisso cupa, arricciando le labbra in uno sbuffo per quel suo essere così infantile assumendo una posa ostile.
Si morde un labbro - cosa che, se non fossi irritata a morte, mi manderebbe gli ormoni in giubilo - cercando di trattenere le risate.
Un accenno di riso sfugge tuttavia dalle sue labbra serrate a forza, trasformandosi quasi in uno soffio ilare.

Come se poi non sapessi che è stato lui! Phmf.
Paul ha il vizio di essere troppo buono e chiacchierone e basta poco per farlo parlare.
Inoltre Ian è dannatamente bravo a trovare il modo di farsi dire qualcosa, soprattutto se lo incuriosisce.
Continuiamo a fissarci in silenzio, lui divertito e io indispettita.

- Come lo hai corrotto, sta volta? - interrompo il nostro gioco di muti sguardi.

- Non ce ne è stato bisogno, me lo ha raccontato di sua volontà - finge un atteggiamento superiore.
Faccio una smorfia scettica, davvero dubbiosa. Certo come no e io sono Babbo Natale!

- E poi io non corrompo la gente, sono loro che si aprono volontariamente con me - puntualizza piccato agitando un dito davanti al mio naso.

- Cos’altro ti ha detto? – lo fisso malamente e corrucciata.

- Che sei quasi svenuta mentre giravate una scena - svuota il sacco lui, il volto inclinato nella mia direzione e uno sguardo non molto amichevole. Ora non è più divertito, mi mordo le labbra.

- Phmf - sbuffo, per la sua mania di ingrandire le cose, facendo un gesto vago con la mano - Ho solo avuto un piccolo giramento di testa - minimizzo con una alzata di spalle.
Adesso è il suo turno di guardarmi male. Decisamente male.

- Piccolo giramento? - chiede sarcastico, la voce pericolosamente pacata.
Ahia, non è per nulla un buon segno.
Con un’unica falcata entra nella camera, fermandosi al mio fianco e chiudendo la porta con una piccola spinta della mano.

- Mi ha anche detto che ti ha dovuto prendere al volo per non farti finire a faccia a terra - continua, rimproverandomi.
Sbuffo nuovamente. Paul gli ha decisamente detto troppo.
Evidentemente il “ non azzardarti a dirlo a nessuno” che gli ho ringhiato contro mentre marciavo via indiavolata non è stato recepito a dovere.

- Non è assolutamente vero - ribatto ostinata in un ultimo atto eroico di negare l’evidenza, mentre un tremito improvviso mi attraversa facendomi rabbrividire, come a smentirmi.
Tiro le maniche della maglia cercando di coprirmi maggiormente le mani gelide, percependo il suo sguardo infuocato su di me.

- Quindi non è vero che hai avuto un mancamento e che ti hanno dato la giornata libera? - mormora accusatore, pericolosamente vicino a me.
Riesco distintamente a percepire il suo respiro sulla mia guancia.

- Non me l’hanno data, me l’hanno imposta - preciso spazientita , mentre il nervoso torna a farsi sentire per quell’ingiustizia, alzando leggermente il volto per guardarlo orgogliosa.
Non mi è ancora andata giù e, visto quanto sono permalosa, ci vorranno ancora molti giorni.

- Te l’hanno imposta perché tu sei stata così ostinata dal voler rimanere comunque nonostante stessi male , senza dire niente a nessuno!- mi fulmina con gli occhi, arrabbiato, sostenendo il mio sguardo per nulla intimorito.
Mi imbroncio, riservandogli un’occhiata risentita assottigliando lo sguardo.
Forse era meglio Paul e la sua apprensione, a sto punto.
Ci fissiamo torvamente, sfidando l’altro ad abbassarlo per primo.

- Avete entrambi troppe manie di ingrandire le cose….- mormoro immusonita abbandonando momentaneamente il piede di guerra.

- Tu invece sei cocciuta- afferma ammorbidendo leggermente il tono di voce. Ora è meno duro, più carezzevole.
-…. E sei anche melodrammatico- continuo non distogliendo lo sguardo dal suo.

- E tu testarda- non demorde, inclinando il viso di lato e sorridendomi lievemente.- Tremendamente testarda-
Sospira, l’alone del sorriso ancora sulle labbra, togliendosi la giacca e lanciandola sulla poltrona vicino alla porta.
Mi mordo l’interno del labbro, pensando quanto sia lunatico: un attimo prima è arrabbiato quello dopo allegro. In questo tremendamente simile al suo personaggio.
Lo sorpasso e mi avvicino al letto lasciandomici cadere seduta.
Mi sfrego gli occhi con il dorso della mano mentre un senso di spossatezza mi assale improvviso.
La testa ha ripreso a pulsare ,facendomi quasi sentire intontita.

- Come stai? - mi chiede un attimo dopo sedendosi al mio fianco , le nostre spalle a sfiorarsi.

- Seriamente - continua più dolce voltando il viso verso di me.
Mi inchioda con uno sguardo attento a cui non so sfuggire. A cui non voglio sfuggire, probabilmente.

- Bene - alzo le spalle , schiarendomi la gola.
Aggrotta le sopracciglia facendo una smorfia per nulla convinto di quello che ho detto, continuando a sondarmi.
Due labbra fresche e morbide si posano sulla mia fronte, senza quasi che me ne accorga.
Mi irrigidisco a questo contatto inaspettato e quanto mai piacevole mentre sento il sangue affluirmi prepotentemente alle guance. Il battito del mio cuore diventa ancora più accelerato e la testa ora pulsa più forte .
Sento le sue labbra indugiare sulla mia pelle, in netto contrasto con il calore alterato del mio corpo.
Si allontana dopo qualche secondo guardandomi interdetto , quasi preoccupato.

- Sei calda, sicura di non avere la febbre?- mi chiede subito, spostandomi una ciocca di capelli e riportandola dietro l’orecchio.
Mi mordo colpevole il labbro inferiore.

-Ho solo un po’ di temperatura- sussurro , decidendo di dirgli una mezza verità – Devo aver preso un po’ di freddo -. Non voglio si preoccupi per un po’ di semplice
febbre.
Continua a fissarmi per nulla sicuro , sondandomi con lo sguardo .Si volta dopo qualche secondo alla ricerca di non so cosa.
Solo quando punta gli occhi sull’aggeggio colorato sul comodino capisco cosa sta cercando: il termometro.

- Misura- mi ordina senza tanti giri di parole con un’occhiata perentoria , porgendomelo.
Evidentemente non ha capito che oggi non è il giorno giusto per darmi ordini, non sono ne dell’umore per controbattere ne ho le forze fisiche per farlo.

- L’ho già fatto e come ti ho detto ho solo un po’ di temperatura- mi innervosisco, sfidandolo con lo sguardo a ribattere.
Oggi basta niente per farmi innervosire, dev’essere l’influenza.

- Ora - allarga leggermente gli occhi azzurri ,assomigliando a una versione stizzita di Damon .
Lo afferro roteando gli occhi al cielo e sbuffando.
Me lo sistemo sotto la maglietta in attesa che suoni sicura che darà ragione a me tanto.
Neanche qualche minuto di silenzio, che il bip acuto ci avvisa che ha finito. Lo tiro fuori ma non faccio neanche in tempo a guardare il display che me lo strappa delle mani.

- Ma si fa pure- mormoro stizzita allargando le braccia.
Non solo mi impone di misurarmela ma poi non me lo fa neanche vedere!

- Solo un po’ di temperatura, eh?- mi fulmina con lo sguardo, inarcando minaccioso un sopracciglio scuro.
Mi fa oscillare davanti al naso il termometro che segna inaspettatamente trentotto e mezzo di febbre.
Quasi sbianco vedendolo. Non mi aspettavo di averla così alta, nemmeno mezz’ora fa era solo poco più di trentasette.

- Mettiti a letto - afferma e questa volta non sembra un ordine ma più un invito.
Senza fare tante storie, anche perché so che se no mi obbligherebbe, mi infilo sotto le coperte che lui tiene alzate.
Mi sistemo meglio al centro del letto ,affondando nel cuscino mentre lui si accomoda al mio fianco sporgendosi leggermente in avanti per sistemarmi delicatamente le coperte fin sotto il mento.

- Bambina cattiva - mi apostrofa malizioso , con un sorriso ammiccante in netto contrasto con la dolcezza del gesto appena compiuto.
Gli sorrido debolmente non trovando nessun altro modo per ringraziarlo. Si appoggia alla testiera del letto con la schiena allungando le gambe e fissando la televisione.
Si volta verso di me sorridendomi

-Cosa stavi guardando?-




*************************






Mi sveglio d’improvviso ritrovandomi seduta al centro del letto, le coperte scalciate in un angolo e un movimento leggero al mio fianco.
Il cuore mi batte furioso nel petto rimbombandomi prepotentemente nelle orecchie con uno fastidioso rombare.
Mi porto d’istinto una mano al collo, massaggiandolo. La sensazione di soffocamento però rimane.
Respirando affannosamente mi guardo intorno con occhi sbarrati e impauriti , cercando di riconoscere i contorni sfocati del luogo in cui mi trovo.


Sbatto un paio di volte le palpebre riconoscendo finalmente il familiare mobilio della mia stanza.
E’ camera mia, mi ripeto mentalmente cercando di calmarmi .
Una fitta lancinante alla testa mi fa socchiudere gli occhi, ricordandomi il movimento troppo brusco e avventato appena fatto. Stringo gli occhi, sperando che quel dannato pulsare scompaia.

Un braccio scivola morbido intorno alla mia vita facendomi sobbalzare bruscamente.
Mi volto allarmata trovando davanti solo il volto di Ian .
Sospiro, socchiudendo un attimo gli occhi ma continuando tuttavia ad avere il respiro affannoso.
Lui mi fissa con le sopracciglia aggrottate, rafforzando la presa sui miei fianchi.

-Era solo un incubo- mormora con la voce roca e i capelli corvini scompigliati.
Doveva essersi addormentato anche lui.
Annuisco lentamente, con ancora il battito furioso.
Mi avvolge ancora di più con le braccia forti avvicinandomi al suo corpo caldo.
E io mi lascio avvolgere dal suo calore così confortante ; appoggio la guancia nell’incavo del suo collo stringendo involontariamente fra le dita il tessuto morbido della sua maglietta.

Quasi completamente appoggiata a lui, chiudo gli occhi deglutendo a fatica per la gola secca.
Sfrego impercettibilmente la guancia contro la sua spalla, inspirando il suo profumo.
È forte, di quel genere che rimane nell’aria anche dopo che lui è passato , ma non è pesante anzi è una fragranza piacevole. Afrodisiaca.
La sua mano fresca si posa sulla mia fronte , scostandomi delicatamente i capelli sudati.
Socchiudo gli occhi godendo del sollievo che questo tocco mi provoca, che il
suo tocco mi provoca.
Il pulsare è scemato miracolosamente in un lieve fastidio.
Lo fisso di sfuggita da sotto le ciglia scure, incontrando il suo sguardo chiaro preoccupato.

- Sei ancora calda - sospira inclinando il volto senza smettere di guardarmi preoccupato.
Le sue dita mi sfiorano la tempia scendendo sulla guancia prima di concludere la loro discesa.
Torna a sdraiarsi trascinandomi lentamente con se.
Mi ritrovo avvolta nel suo abbraccio morbido , la guancia appoggiata sulla sua spalla.
I nostri corpi così piacevolmente vicini. Mi sistema meglio le coperte, senza tuttavia lasciarmi andare.
Nonostante la febbre alta la mia mente non riesce ad esimersi ad avere pensieri poco casti su di lui. E’ più forte di me.

- Mi dispiace di averti svegliato - mormoro rompendo il silenzio.

- Non fa niente - risponde poco prima di sbadigliare.

- Cos’hai sognato? - mi domanda Ian, curioso.

- Non me lo ricordo - mento.
Non voglio sembrare certo una bambina che si spaventa per un incubo infantile.

- Che ore sono?- chiedo ,cambiando discorso.

-Le dieci meno venti- allunga il collo verso il comodino guardando la radio sveglia.
Annuisco socchiudendo gli occhi, godendo della beatitudine di questo contatto.

- Hai fame ? Ti ho preso qualcosa da mangiare giù- mi chiede premuroso , io scuoto la testa in segno di diniego.

– Ah, Paul ti manda questo – afferra qualcosa dal pavimento mostrandomi qualche istante dopo un sacchettino bianco con il logo della farmacia – La farmacista gli ha detto che questo sciroppo fa miracoli- mi riporta con tono scettico, crede molto di più nei metodi naturali lui.
Ridacchio lieve per la sua smorfia dubbiosa, rabbrividendo per un improvviso brivido.
Ed evidentemente se ne accorge anche Ian.

- Hai freddo? -mi chiede infatti.

- Un po’- ammetto in un sussurro imbarazzato.
Mi tira di più verso il suo corpo caldo, facendo aderire completamente il mio petto al suo fianco.
Afferra poi le mie mani gelide fra le sue sfregandole lievemente nel dolce tentativo di scaldarle.
Con il pollice disegna cerchi concentrici ed immaginari sull’interno del mio polso, facendomi rabbrividire , sta volta decisamente per altri motivi.
Chissà come devono essere le sue carezze in altri punti del corpo, è il pensiero immediato che attraverso la mia mente.
Arrossisco subito, imbarazzata dal mio stesso pensiero dandomi mentalmente della stupida.
Come diavolo è possibile che un secondo prima io abbia dei pensieri assolutamente spinti su di lui e quello dopo io mi imbarazzi per una semplice carezza?
Lui continua a disegnare figure inesistenti sul palmo della mia mano.

- Vuoi che accenda la televisione?- rompe il silenzio.

- No, comunque se vuoi puoi anche andare- affermo mentre l’improvviso pensiero che lui si stia annoiando mi assale.
Non voglio certo obbligarlo a restare.

- Mi stai forse cacciando?- ridacchia scherzoso , fingendosi offeso

- Intendevo che se hai di meglio da fare non voglio certo trattenerti- mi spiego meglio.

In questo momento vorrei tutto tranne che se ne andasse ma non voglio certo annoiarlo, d’altronde stare con una malata non è certo il massimo della gioia.
- Non ti preoccupare , non mi sto annoiando. Mi fa piacere restare.- afferma leggendomi quasi nel pensiero. – Certo , sempre che tu voglia-
-Certo che voglio- ribatto io, forse con fin troppa enfasi

- Meno male,il tuo letto è molto più comodo del mio- scherza, facendomi ridacchiare.

- Quindi mi stai solo sfruttando , eh?- ribatto.

-Ovviamente , baby- ride anche lui appoggiando la guancia sui miei capelli.

Restiamo in quella posizione , avvolti nel buio della camra mentre fuori la pioggia ticchetta sui vetri della portafinestra.

-Guarda che così ti prenderai anche tu la febbre- mormoro mentre il sonno torna a farsi sentire.

-Vorrà dire che allora tu mi farai da infermiera- dice malizioso.
Già con gli occhi chiusi e un semi sorriso sulle labbra , gli tiro un debole pugno fra le costole provocando la sua risata.
Sospiro lasciando che Morfeo mi accolga fra le sue braccia,con la consapevolezza che il battere furioso del mio cuore non è dovuto solo alla febbre.




Note:


Salve a tutti!!
Come va?
Allora questa è in assoluto la prima storia che scrivo su questa coppia fantastica e, sinceramente, non so neanche come mi sia uscita. Spero che però vi sia piaciuta .
Direi non c’è molto da dire se non che spero di leggere al più presto i vostri commenti.. alla prossima.
Besos, Live in Love


Per chiarimenti o domande mi trovate qui : Twitter Salve! Vi lascio il link di una mia storia originale che ho iniziato, fateci un salto se vi va! ci terrei molto a sapere il vostro parere;) RITRATTO DI TE
   
 
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