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Autore: Caillean    27/02/2011    0 recensioni
Erano tante le cose che avrebbe voluto dirgli; anche allora la delusione gliele aveva ricacciate in gola, a bruciare...bruciare, sempre di più.
Non erano più riusciti a parlarsi come lui avrebbe voluto. Era sicuro che anche Albus lo desiderasse. Il tempo traditore è capace di pietrificare difetti come l'orgoglio e la testardaggine, mutandoli in barriere insormontabili.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Tu sei la porta che ci divide e ci unisce



Aberforth salutò con un mezzo sorriso la figura di Ariana, che dall'estremità opposta del corridoio tornava a posizionarsi nel proprio quadro.
Sarebbe sempre rimasta bambina, senza immaginare di avere anche lei aiutato la parte dei “buoni” in una battaglia per la vita e la libertà.
Dannato vecchio, stai diventando troppo sentimentale! - si rimproverò, riprendendo a strofinare con lo straccio un bancone che non avrebbe mai più potuto diventare pulito.
Le parole di Potter e dei suoi amici rimbombavano nelle sue orecchie. Le loro espressioni sorprese nel momento in cui avevano visto il quadro di Ariana, nell'istante in cui avevano capito dove portava il passaggio segreto, lo avevano fatto sorridere. Credevano davvero che non avrebbe più combattuto?
Doveva riconoscerlo, combattere era nella mappa genetica dei Dumbledore e lui non si sarebbe mai fermato. Probabilmente lo avrebbero fermato i maledetti Mangiamorte di Voldemort, ammesso che cominciassero a dimostrare un briciolo di intelligenza – si corresse pensando a come era riuscito a fregarli per coprire il trio di incoscienti, con la storia del patronus.
Era sempre pronto ad uno dei suoi spettacoli, doveva esserlo. Forse una di queste volte avrebbe pagato lo scotto. Finora l'ignoranza delle guardie appostate lì ad Hogsmeade aveva fatto il buono e il cattivo tempo. Ma la situazione peggiorava sempre di più.
Con un sospiro alzò di nuovo lo sguardo al quadro, alla sorella che riposava su una semplice sedia di legno. Il volto era sereno nella brevità di quel sonno, ma lui sapeva che Ariana non sarebbe mai mancata al suo dovere. Molti altri avrebbero cercato riparo nel loro pub sgangherato, molti ragazzi avrebbero percorso il tunnel chiedendo rifornimenti per il loro covo.
Contano anche su di noi, vogliamo deluderli?
Con una punta di rammarico, Aberforth ripensò all'ultima discussione avuta con Albus molti anni prima. Troppi.
Ripensò alla rabbia con la quale gli aveva sbattuto la porta in faccia, a come la collera – montando in lui come un veleno – avesse mandato all'aria ogni precedente ragionamento fatto per cercare di calmarsi.
Erano tante le cose che avrebbe voluto dirgli; anche allora la delusione gliele aveva ricacciate in gola, a bruciare...bruciare, sempre di più.
Non erano più riusciti a parlarsi come lui avrebbe voluto. Era sicuro che anche Albus lo desiderasse. Il tempo traditore è capace di pietrificare difetti come l'orgoglio e la testardaggine, mutandoli in barriere insormontabili.
“Non gliel'ho mai detto, sai?” disse ad Ariana, sotto voce. “Non gli ho mai detto come avevo usato gli ultimi soldi che avevo accettato da lui, quanto fosse stato difficile imparare da solo l'incantesimo per dare vita ai due tuoi ritratti.”
Due quadri, uno dei quali avrebbe voluto donare ad Albus e che invece aveva finito per rintanare nella Stanza delle necessità, proprio il giorno in cui la sua dannata boccaccia aveva parlato al posto della sua mente, portandolo a rinfacciare al fratello tutto il possibile, a usare ogni parola che potesse ferirlo.
Soltanto il sapere che da quella occasione mancata avrebbe potuto ancora nascere qualcosa di buono, soltanto questo era stato un lieve balsamo al dolore e al senso di colpa.
Neville Longbottom non aveva colto con sorpresa le sue indicazioni per trovare la stanza della necessità e il quadro di Ariana. Chissà come aveva scoperto la sua esistenza?
Ignorò la lacrima che sfuggiva alle sue ciglia e si decise a sfamare la sua amica belante.
Alla fine il fratello aveva ottenuto ciò che chiedeva, una volta di più, proprio come se fosse ancora lì tra loro.
Maledetto Albus, tu e le tue pericolose e sacrosante missioni!
L'esplosione di un nuovo incantesimo squarciò per l'ennesima volta l'ingresso del suo locale.
“Perfetto!” gridò al Mangiamorte ora ritto sulla soglia. “La prossima volta che verrete a bere alla Testa di Porco, potrete gelarvi le vostre preziose chiappe, per quel che mi importa!”
Sentì la lingua della capra solleticargli il palmo della mano, ripulendola di cibo.
Mentre il Mangiamorte alzava le spalle e ripeteva l'esasperante ispezione, Aberforth fece attenzione a non guardare troppo a lungo il quadro di Ariana.
La guardiana del loro segreto era immobile, porta tra il suo passato e il suo presente di vecchio incosciente. Porta tra il presente di guerra e il futuro, che complottava e resisteva tra le mura di Hogwarts.

   
 
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