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Autore: summers001    10/01/2006    20 recensioni
E' una fanfiction piccolissima e scritta molto di getto. Tratta le scene del film a partire dal gettare della collana di lei in mare fino alla sua morte.Leggete e recensite!
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un racconto, una storia

Un racconto, una storia. Ecco quello che aveva fatto prima. Aveva dato a tutti la cosa che di più cara aveva. I ricordi di pochi giorni che le avevano lasciato un segno indelebile nel cuore.

 

Jack, del quale non esistevano documentazioni, ma solo ricordi, la aveva salvata in tutti i modi in cui una persona può essere salvata…le aveva donato la sua vita, si era sacrificato per salvare lei, la aveva fatta sentire amata e difesa, le aveva dato fiducia. E di lui, di una persona così buona e importante per lei, non c’era né una foto né uno scritto, ora solo una storia che aveva aperto il cuore a tutti i suoi ascoltatori. Uno sguardo indietro per ricordare, piangere e sorridere pensando a quanto tempo è passato…

 

Era lì, di nuovo, come ottant’anni prima. Arrampicata sulla prua di una imbarcazione, come quando lo aveva conosciuto, e il caso volle che si trovava esattamente sopra quella nave, che mentre affondava si portava con sé tanti sogni e promesse.

 

Sorrideva e pensava quanto accaduto anni fa… Eccola, l’ultima cosa che la legava ancora al passato, quella collana. Ricordava quando l’aveva ritrovata nella giacca con la pioggia che le bagnava i capelli e le rigava il volto, sotto la statua della libertà.

Quanti ricordi erano legati a quel diamante…un disegno, la relegazione di Jack nella parte bassa della nave, forse era stato questa l’arma letale di quell’episodio.

 

Era arrivato il momento di liberarsene. Lo gettava e lo vedeva cadere e affondare, proprio come faceva il corpo senz’anima di Jack.

Ora poteva morire, poteva morire libera, quasi felice.

Aveva adempito a tutte le promesse che aveva fatto a lui. Gli aveva promesso di continuare la sua vita, sposarsi, avere dei figli e quant’altro.

 

Inalava l’aria fresca che tirava, quasi come a cercare qualcosa in essa. Mille ricordi le correvano alla mente in quel momento.

E cullata dai ricordi si trascinò in cabina a piedi scalzi, come a voler sentire meglio la terra sotto di se.

 

Le sue foto, alcune bianche e nere altre a colori, facevano bella mostra sul comò che si trovava accanto al letto.

Delle foto, dei ricordi, delle promesse mantenute.

Insieme avevano deciso di fare una lunga cavalcata in riva al mare - con una gamba su ogni lato - aveva detto a lui. Ed eccola la foto di lei sulla spiaggia, sopra un cavallo. Lo aveva fatto senza di lui, ma gli aveva mantenuto la promessa.

Ogni promessa fatta era stata mantenuta, adempita, come voleva lui. Aveva rispettato il suo volere.

 

Tante erano le cose che dovevano fare insieme e che aveva fatto da sola.

Con se, per ricordare, non aveva portato foto del suo matrimonio o dei suoi figli o dei suoi nipoti. Ma di quei momenti in cui sarebbe dovuta essere con lui. Insieme, felice, come quei tre giorni a bordo della nave dei sogni.

 

 Il letto, eccolo. Piccolo giaciglio di morte, morbido e quasi inutile.

Si distese, chiudeva gli occhi. Quelle foto e il racconto che aveva fatto poco fa le avevano ricordato l’unica promessa, l’unico sogno che non aveva realizzato.

 

Si vedeva giovane sul Titanic, l’unico posto dove nascono e muoiono i sogni. Attraversava il salone grande, quell’atrio con le scalinate e l’orologio. Lo vedeva girarsi, come quando la aspettava per andare insieme a ballare ad una festa per i poveri borghesi che avevano scelto di viaggiare in prima classe.

Tutti attorno a lei, tutte quelle persone che aveva conosciuto là, gli amici di Jack, il capitano della nave, i vari intellettuali e sostenitori della creazione di quel hotel che viaggiava sull’oceano.

 

La madre, le sue amiche, tutti a sostenerla. E avanzava e lo baciava. L’ultimo dei suoi desideri e dei suoi sogni.

 

Rose Dawson, l’ultima sopravvissuta alla tragedia del Titanic, moriva nell’anno 1994, o per pura casualità o per semplice fantasia del destino, proprio sulla nave su cui sognava di essere.

 

 

 

 

Ringrazio tutti coloro che hanno letto, e in particolare coloro che recensiranno questa mia fanfiction, seppur breve, scritta molto repentinamente e tutta in una volta!

Grazie mille!!

Summers

 

  
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