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Autore: Isyde    27/02/2011    1 recensioni
E se i Babbani avessero combattuto nella seconda Guerra Magica, anzi una Babbana in particolare?
E se costei, portasse lo stesso cognome di una strega conosciuta.
Ma se questa Babbana, all'inizio, non volesse far altro che distruggere quel mondo così irrazionale?
Cosa le farà cambiare idea?
Buona Lettura, Isy.
Genere: Azione, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred Weasley, George e Fred Weasley, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo, Da Epilogo alternativo
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Impulsivo Risveglio



Se chiudeva gli occhi, il dolore, le sembrava sopportabile.
La fitta al fianco diventava una specie di scia di gonfiore e basta.
Eppure c'era qualcosa che l'aveva sconfitta.
Cleta Granger se ne stava da circa un giorno sdraiata sul letto di una sconosciuta dai capelli rossi, ad osservare due poster che si muovevano.
Si muovevano e già quello gli era costato una crisi respiratoria.
Si alzò sui gomiti e fissò le bende che coprivano la ferita, lentamente con un dito aprì le garze e fissò lo squarcio di carne e sangue.
Non era niente che un ago bollente e un po' di filo non potessero sistemare.
Ma proprio mentre stava cercando di alzarsi, la porta si aprì.
-Che fai? Fuggi?- domandò un ragazzo e solo allora Cleta alzò lo sguardo.
Aveva i capelli rossi e la cosa non la stupì, leggermente più lunghi dietro, una fronte ampia, un sorriso cordiale e degli occhi scuri.
Quel ragazzo aveva il classico aspetto di un adolescente che non vuole crescere e che preferisce il divertimento alla serietà, dati gli abiti sportivi e sporchi di terra.
-Probabile.- rispose solamente alzandosi dal letto e trattenendo un lamento per aver sforzato la ferita.
-Allora dovresti come minimo vestirti, si sa che andare in giro in reggiseno non è proprio il modo più semplice per passare inosservati.- disse ridacchiando.
Cleta scrollò le spalle. -Non ho problemi ad andare in giro in reggiseno.- si voltò ed agguantò una maglietta verde che trovò, la indossò con qualche difficoltà. -Forse sei tu ad avere problemi, no?-
Lui ridacchio ed indicò con un cenno la porta.
-Mia madre mi obbligherebbe a sposarti se ci vedesse ora.-
-Allora fuggo volentieri.- rispose Cleta sorridendo per la prima volta, anche se gli costava uno sforzo.
Scesero le scale ripide e bizzarre della casa, senza parlarsi finchè a metà del percorso, Cleta non si fermò.
C'era un pensiero che la stava torturando e minacciava di farla impazzire.
-Posso chiederti una cosa...- lasciò in sospesa la frase perchè si accorse che non conosceva il suo nome.
-George, George il Bello al suo servizio.- rispose lui inscenando un inchino.
Cleta portò la mano destra alla tempia. -Tenente Granger Cleta, al vostro servizio.- ricambiò lei abbassando la mano per stringerla velocemente.
-Cosa volevi chiedermi, Tenente Granger Cleta?- domandò George.
Cleta rimase in silenzio un attimo perchè i suoi occhi avevano incrociato quelli sollevati di sua sorella che stava salendo con una bacinella.
-Niente, George il Bello.- mormorò al ragazzo.
Hermione li fissò senza capire, ma sorridente fece scomparire la bacinella con un colpo di bacchetta.
-Stai...Bene, ora?- chiesa indicando la ferita.
-Benissimo, direi che dovrò lavorarci sopra un paio di giorni ma tornerò normale.-  stava quasi per abbracciarla, ma la ferita bloccò il suo braccio e la fece tremare dal dolore. -Hai...Dovete darmi delle spiegazioni, sapete?-
-Lo sappiamo.- rispose Hermione infilando le mani in testa. -Lo so.- aggiunse sussurando.
 
 
 
 
 
Se c'era una cosa che odiava era non avere il controllo, completo o parziale, degli eventi e degli oggetti intorno a lei.
Non riusciva a distogliere gli occhi dal coltello che sbucciava, da solo, una patata.
Le persone intorno a lei la stavano osservando perplessi, ma a Cleta non importava.
Era come se stesse seduta nel suo piccolo appartamento con Clarence, a guardare David Copperfield che faceva scomparire gli oggetti e cercavano in tutti i modi di capire come ci riusciva.
Ma quello che stava vedendo era fin troppo realistico.
Abbassò gli sguardi ai tre piatti di roba che la signora gli aveva appena preparato e si sentì male.
Una pila di fette biscottate, uova, carne, torte, biscotti, latte.
Tutte cose che aveva smesso di mangiare anni fa, era un miracolo se al Campo gli servivano del thè caldo e qualche brioche.
Era veramente un miracolo.
E lei si era abituata a sopravvivere con noccioline, barrette energetiche e acqua frizzante.
Ormai, dopo quasi tre anni, non consceva altri sapori.
-Grazie...Ma non ho fame.- disse alla signora Weasley che la fissò un po' sbigottita.
-Cara, hai perso molto sangue, credo che ti serva un po' di energia.-
Cleta scosse la testa. -Ci sono state occasioni dove ho perso molto più sangue, signora. E poi devo andare, ho delle faccende da sbrigare.- disse scattando in piedi ed osservando Hermione.
Lei si alzò e le indicò la porta che dava sul giardino.
Fu Cleta a chiudera la porta bruscamente e camminare verso una specie di capanno.
-Non hai freddo?- chiese Hermione.
Quel mattino di fine agosto tirava un forte vento e le previsioni parlavano di pioggia e temporali in tutta l'Inghilterra del sud.
-Nah, ho patito temperature peggiori.- rispose Cleta.
Solo allora le due sorelle si guardarono negli occhi.
Come fecero tre anni fa, in quella pista per gli aerei militari, quando Cleta partì per le terre mediorientali.
-E quindi, ti hanno fatto tornare a casa.- sussurrò Hermione.
-Diciamo che per ora non sono utile alla causa.- rispose Cleta sorridendole.
-Ti starai domandando...-
-Cosa sia successo ai nostri genitori e in generale nel tuo pazzo mondo?-concluse Cleta. -Sì me lo sto chiedendo da un bel po'.-
Hermione prese fiato e cominciò a parlare velocemente, soffermandosi su quanto fosse difficile la situazione del Mondo Magico e sulla sua, terribile e angosciosa decisione.
Attese una qualunque risposta, ma Cleta sclese di risponderle con un silenzio incredulo.



-Dimmi che ho capito male, Hermione.- disse sommessamente Cleta. -Ti prego dimmi che è solo...Solo fantasia.-
Hermione tirò su il naso e scosse la testa. -Io...No, è tutto vero.-
-Io non ci riesco ancora a credere.- rispose solamente Cleta sedendosi a terra.
Se lo sgomento iniziale e l'incrudelità l'aveva quasi paralizzata, ora era a dir poco sconvolta.
Non avrebbe mai pensato a sua sorella come una capace di prendere decisioni del genere.
Si considerava la pecora nera, la pazza, l'unica in grado di fare quel tipo di scelte e ne andava fiera.
Ed ora alla sola idea di convididere quel podio con sua sorella minore, quella sorellina che non riteneva in grado di fare nulla se non studiare e impuntarsi su certi ideali retrò, le sconvolgeva la giornata dicendole che aveva cancellato ogni ricordo dalla testa dei suoi, loro, genitori.
All'improvviso, Cleta scoppiò a ridere.
Una risata incontrollabile e fresca che la fece piegare e poi piangere per le fitte al fianco.
-Non sei arrabbiata?- domandò confusa la Grifondoro.
-No, ma a cosa pensi? E solo che non me l'aspettavo.- rispose Cleta ridacchiando. -Semplicemente non ti credevo capace di fare scelte del genere. Ma se l'hai fatto per la loro sicurezza, ti comprendo.-
La sorella si aprì in un sorriso e si sedette accanto a lei.
-E' strano sai? Non avrei mai pensato che ci saremmo trovate sedute per terra a casa di Ron insieme.- disse Hermione.
-Non ho ben chiaro chi sia Ron, si assomigliano tutti, ma concordo con te.-
-Lo sai che non sei costretta a rimanere, ma fuori nulla, nessuno è al sicuro.-
Cleta ridacchiò. -Basta melodrammi dell'ultimo minuto, Herm. Sai benissimo che io vivo nella costante insicurezza, non noto nessun cambiamento.-
-E con questo cosa vorresti dire?-
-Che forse c'è bisogno di un buon soldato addestrato e un ottimo cecchino, non pensi?-
Cleta chiuse gli occhi a causa delle prime gocce di pioggia che cominciavano a scendere violentemente.
Impulsiva, ecco cos'era. Difficilmente pensava razionalmente a cosa dire o fare, lei si buttava a capofitto e stava a vedere.
Così decise di punto in bianco che avrebbe aiutato Hermion.

E avrebbe scoperto quel'è il modo per sconfiggerli, questi maghi.







_________


Non aggiorno da un bel po' e mi dispiace, l'ispirazione va e viene e ultimamente mi sta facendo incazzare nel vero e proprio senso della parola. Mi girano i marons, ma almeno stasera sono riuscita ad avere la lucidità necessaria per sistemare il capitolo e servendolo freddo.
C'è qualcosa che però mi piace in questo capitolo, è l'incontro fugace fra George e Cleta, ed anche il quasi scontro fra Hermione e Cleta.
Ricordatevi che non si "volevano" bene, o meglio, non si sono mai preoccupate di farlo sapere all'altra ed ognuna ha condotto la propria vita in modo separato e distinto.
Ed infatti hanno due obiettivi differenti.
Un bacione,
Isyde
 
 
 


   
 
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