Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
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Autore: RosaBuo    28/02/2011    4 recensioni
...è calato il gelo in aula e Shannon ha detto
-Non ho mai visto una cosa del genere. Non dimenticherò molto facilmente questa ragazza.

E' la storia di una ragazza che non crede tanto in se stessa e nei suoi sogni, ma riesce ad arrivare dall'altra parte del mondo per studiare e trovare lavoro...e troverà anche qualcos'altro!
Genere: Commedia, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Jared Leto, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Premessa
I 30 Seconds To Mars non mi appartengono, come tutti gli altri personaggi noti o famosi citati.
 
Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, nè offenderle in alcun modo.

Prima di cominciare a raccontare questa storia vi rubo due minuti per spiegare un paio di cose. Quello che mi preme dire è che, come forse vi accorgerete, la storia è priva di capitoli (che inserirò per una questione tecnica di pubblicazione periodica). Ho deciso di scrivere con la forma di diario accostato alla lettera. I due elementi li distinguerete con facilità. Quando parlerò in forma di diario userò l'incipit riferito a momenti specifici della giornata (notte, tramonto, pomeriggio, sera..); quando invece parlerò in forma di lettera userò la data precisa (GG/MM).
Vi sono alcune citazioni letterarie e musicali, di cui ho inserito le fonti nella narrazione stessa per non creare problemi con le note a piè pagina. Se vi saranno delle note a piè pagina inserirò degli asterischi che vi rimanderanno alla lettura delle note sottostanti. La presenza di nomi puntati è data dal fatto che non mi andava di cambiare i nomi dei miei amici, ma non mi sembrava adatto inserirli per intero. I nomi segnalati per intero sono di persone famose o completamente inventate.
 


1. here we are at the start.

3.00 a.m. Notte
 

...io, io devo partire! Non dovrebbe essere difficile, eppure fa terrore a due giorni dalla partenza non aver ancora avuto dei consensi dai miei cosiddetti migliori amici. Vado via. "Io parto, me ne vado in America! Non so quando torno, non so se torno!" come fai a dirlo a due giorni dalla partenza a chi sai che penserà che lo stai facendo solo per andare a cercare dei musicisti? Crederci così fermamente da convincersi che possa accadere. Non fa parte del mio essere. Non ho mai creduto in me stessa e neanche tanto nei miei sogni da poter credere in una svolta del genere. Ma il coraggio non mi è mai mancato. Io vado in America. Io...dall'altra parte del mondo, secondo alcuni per cercare qualcuno che non c'è, secondo la realtà per studiare, lavorare e farmi una vita, io penso che ci vado per trovare me stessa. E' questo quello che ho provato di spiegare con tutta me stessa ai miei amici e a tutti quelli che mi hanno chiesto cose a riguardo. Per fortuna gli unici a capire questa cosa sin dal principio sono stati mio padre e mio fratello che così hanno potuto convincere la mamma che non credo mi perdonerà molto facilmente per questa scelta. Gli amici di sempre sono scettici...dicono che tornerò dopo massimo due mesi, ma A. e C. mi hanno supportata e sopportata nel vero senso della parola ed è per questo che ho deciso di partire da Firenze per poter salutare anche loro.
 

3 Settembre

Sono qui e non ci credo amica mia! Non dimenticherò mai le tue lacrime e quelle di C. E' passata solo una settimana e mi sembra una vita. Sembra facile, ma non lo è...non conosco nessuno, non so dove andare e mi sento spaesata. Qui è tutto quadriplicato. Strade enormi, persone? Tante. Tantissime. Palazzi enormi. Locali assurdi. Negozi fantastici. Abito in un bel posticino. Ti avevo detto che avrei alloggiato in un monolocale per studenti stranieri, ma nessuno mi aveva detto che mi sarebbe parso di vivere in uno spot Ikea "e così hai una casa vivibile in 50m quadri" è questo quello che ho esclamato appena entrata in casa, sui mobili mancano sono i cartellini con i prezzi. Ma è tanto carina la mia casetta. Tra due giorni cominciano i corsi, sono stata al campus e ho conosciuto alcuni ragazzi che seguiranno i corsi con me. E' tutto come nei telefilm, solo più caotico e più reale e senza colonne sonore mielose in sottofondo. L'America non è un racconto di Hollywood e, no, non incontri persone famosissime al supermercato. Sarà che c'ho la sfiga che mi perseguita, ma io Omarion o Justin Timberlake come M. non li incontro sul Sunset Boulevard. Qualcuno è entusiasta quando mi presento e dico di essere italiana, ma comunque qui sono messi male a tolleranza. Ci sono i classici fighetti stile Gossip Girl o gli sfigati di turno. Non credo di appartenere a nessuno dei due gruppi, per ora. Giorni fa sono stata in spiaggia e per strada ho visto un gruppo di ragazzi con Triad e Glyphics sulle magliette, sono rimasta a guardarli e uno di loro si è avvicinato lasciadomi un volantino. Non ho avuto il coraggio di dirgli che sono una di loro, che idiota, avrei potuto trovare degli amici. Comunque in spiaggia ho incontrato uno dei tipi che avevo conosciuto al campus, mi ha riconosciuta e mi ha portata tra i suoi amici. Josh. 25 anni, classico figo Californiano. E' di Santa Monica. Nato e cresciuto qui. Baciato dal sole, simpatico, chiacchierone, tatuaggi in vista, capelli più curati dei miei, tavola da surf sempre pronta e un sorriso illegale per quanto è bello. A differenza di quello che si possa pensare di questi ricchi Californiani tipi da spiaggia, sono umili, semplici e hanno le mie stesse passioni tra musica e cinema. Josh mi chiama spesso e ha paura che mi possa perdere. Scott dice che ci prova, io dico di no. E' come parlare con la mia versione maschile, solo più americana e...più ricca dai! Mi ha mostrato un luogo fantastico, dice che è il suo luogo per pensare. Si vede tutta la contea e la costa, anche il molo di Santa Monica. Guardandomi mi ha detto "laggiù i 30 Seconds To Mars hanno fatto la corsa in bibicletta per il video di Kings & Queens, c'ero anche io sai?!". Ti ho Allegato uno scatto.
 

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