Quanti problemi per un vestito!
 
 
 
Le cose non andavano come al solito al 221B di Baker Street. John Watson se ne rendeva conto dallo strano comportamento del suo coinquilino Sherlock Holmes. Non fraintendetemi, lui era sempre strano, ma mai come quella volta.
Il detective girava inquieto per casa cercando chissà cosa e cambiandosi i vestiti continuamente da almeno un’ora e mezza.
Se John non l’avesse conosciuto avrebbe detto che si trattava di un appuntamento. Ma l’ex-soldato si rendeva conto che era impossibile, Sherlock non sarebbe mai andato ad un incontro romantico con un’altra persona, perché “sarebbe una cosa troppo normale e le cose normali sono assolutamente noiose”.
Il dottore rimase seduto sulla sua poltrona bevendo il tè e osservando il suo coinquilino continuare a cambiarsi, e poi ad imprecare salendo al piano superiore, imperterrito nella sua assurda ricerca (di vestiti). Andò avanti allo stesso modo per altri 20 minuti prima che John potesse sentire un’esclamazione di vittoria. Con la vittoria di Sherlock  sui vestiti, in John cresceva la speranza che il suo coinquilino avesse finito di comportarsi in quel modo, non si fa così, dio, stava iniziando a preoccuparsi.
Ma le speranze dell’ex-soldato furono infrante, quando il famoso consulente investigativo si mise davanti a lui facendogli la fatidica domanda.
-Come sto?-
……….
“Ok!” pensò il dottore “gli alieni hanno conquistato il mondo e in questo momento stanno manipolando la sua mente per non essere scoperti! Certo che devono essere una razza davvero avanzata per poterci riuscire, ed avere anche molto tempo libero, sicuro, trovano divertenti questi giochetti”, ma i suoi pensieri furono interrotti da un infastidito Sherlock che aspettava ancora una risposta.
John si affrettò a vedere in cosa consisteva la vittoria dell’amico contro i vestiti, notando che alla fine Sherlock aveva optato per una semplice camicia azzurra e dei pantaloni neri.
-Molto bene, ma come mai questa domanda?-
- é per un caso ovvio.-
Detto questo prese il cappotto e se ne andò.
John rimase seduto pensando  a cosa il suo coinquilino doveva veramente fare visto che non stava seguendo nessun tipo di caso.
 
 
Sherlock era in ritardo, ma non se ne preoccupava, per queste occasioni lo era sempre.
Alle volte si divertiva ad immaginarlo mentre andava in giro per la casa cercando qualcosa da indossare, ma si rendeva conto che era impossibile, lui non era il tipo.
 In ogni caso non gli dispiaceva rimanere all’area aperta ad aspettarlo, non dopo il caso che aveva, che Sherlock aveva risolto.
-Lestrade!-
L’ispettore si voltò verso la voce che lo aveva chiamato e vide il detective farsi sempre più vicino.
-Ciao Sherlock, hai fame?-
Sherlock, ormai al suo fianco, fece per mettersi le mani nelle tasche del cappotto,
-Non sarei qui altrimenti-
Mentre entravano nel loro locale continuò
-Offri tu naturalmente-
Lestrade sorrise, mentre gli apriva la porta.
-Come sempre-
 
                 
                                                                                                                          FINE
 
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Salve!! Spero che questa fic vi sia piaciuta!!! Ringrazio tutte quelle persone che la leggeranno   *me si inchina a loro* , ma più di tutti ringrazio la mia beta Hippie  che è stata veramente   straordinaria!!!! fatto