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Autore: Writer96    02/03/2011    8 recensioni
"Non so nemmeno io perché ti scrivo.
Ma io non so tante cose.
Non so, ad esempio, perché ancora non sono morto schiacciato da questo dannato peso.
Non so, ad esempio, perché ci provo a parlare con te.
Probabilmente una parte di me verrebbe lì e ti urlerebbe tutto il mio odio.
L’altra tratterrebbe il suo desiderio di farlo.
Quindi, ripetiamo, ciao papà."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Lucius Malfoy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Beh, ciao.

No, non si comincia così una lettera.

A dire il vero, non si dovrebbe cominciare così niente.

Ma pazienza.

Tutto intorno a me è niente.

Io sono niente.

Perciò, un niente in più un niente in meno...

Ma farnetico.

Traccio una riga, dura, severa e scura.

Una riga senza speranze.

La traccio sulle mie parole impacciate.

Beh ciao. Ciao, papà.

Ecco, così va meglio.

Va molto meglio.

Più tranquillo, più normale.

Più normale in quest’accozzaglia di anormalità.

Come stai?

Ma che domanda è?

Come stai... come se potessi stare bene davvero.

Come se la tua risposta potesse fari piacere.

Non so nemmeno io perché ti scrivo.

Ma io non so tante cose.

Non so, ad esempio, perché ancora non sono morto schiacciato da questo dannato peso.

Non so, ad esempio, perché ci provo a parlare con te.

Probabilmente una parte di me verrebbe lì e ti urlerebbe tutto il mio odio.

L’altra tratterrebbe il suo desiderio di farlo.

Quindi, ripetiamo, ciao papà.

È colpa tua.

Tutta colpa tua, dannazione.

No, non è tutta colpa tua.

Se dovessimo dare la colpa a qualcuno forse sarebbe del Big Bang che ha creato l’universo.

Ma sarebbe difficile poi, essere ancora arrabbiati.

Quindi, diciamo che è colpa tua.

Per semplificare le cose, ecco.

Tutta colpa tua se la mia vita deve continuare imperterrita il suo corso infischiandosene allegramente di tutto il resto.

È tutta colpa tua se ormai la mia patina d’argento e oro comincia a sbriciolarsi e a rivelare il vero me.

Uno stupido metallo laccato.

Un inutile metallo laccato.

Ma devo trattenere i miei pezzi altrimenti che cosa ne sarà di me, del mio orgoglio?

Orgoglio, orgoglio, orgoglio.

L’unica cosa importante, per te.

Quel maledetto orgoglio che ora mi impedisce di piangere, qui, su questo pezzetto di carta per paura di essere scoperto.

Paura e orgoglio.

Due elementi che uniti sono la nostra maggior caratteristica.

Ma nessuno deve sapere niente, di questo nostro lato.

Era così importante, l’orgoglio per te, che ti ha spinto a fare cose senza pensare, senza prendere bene la mira.

Ed ora sei caduto fuori dal bersaglio e non c’è più nessuno a raccoglierti.

Così come non c’è più nessuno a raccogliere noi, i superstiti.

I superstiti di che, mi chiedo.

Perché a te è capitato come a tanti altri, a dir la verità.

Ma è proprio questo il punto: può capitare agli altri, ma non a te.

A te, o tutto o niente.

Cosa faremo, dunque?

Aspetteremo in silenzio che il vento cancelli le tracce del nostro passaggio?

Proveremo a rialzarci prima di cadere di più, sempre di più fino a non avere più forze?

Io sono destinato a cadere.

E questa è di nuovo tutta colpa tua.

Cadrò perché in fondo questo è il mio destino.

Così è stato scelto per me da qualcuno più in alto.

Non c’è speranza, per me.

Eppure, non riesco ad odiarti davvero.

Forse perché sei mio padre nonostante a volte io abbia avuto la tentazione di negarlo vivamente.

Forse perché c’è ancora una possibilità, per me.

Forse perché solo chi è caduto una volta può conoscere il dolore degli altri nel cadere.

Ed ora?

La rabbia è sparita, vanificata.

Come se all’improvviso mi avesse consumato dall’interno.

Dovrei fare qualcosa, ora.

Reagire, ad esempio.

Dovrei dirti che ti voglio bene, ora.

Dovrei dirti che mi manchi.

Ma sarebbe difficile.

Sarebbe falso.

Dunque, ti posso dire solo: ti aspetto, papà.

Ti aspetto per rimettere insieme i miei pezzi.

Pezzi che non tarderanno a sfaldarsi.

È dunque questo il mio destino?

Cadere dal mio piedistallo?

Se è così, bene.

Lo affronterò con dignità.

Perché, nonostante tutto, sono io.

Sarò comunque io.

Draco




 

E rieccomi qui, dunque, con la mia ennesima storia... muahaha, non vi libererete di me tanto presto.. comunque, ci tengo a precisare che questa storia è di nali... hai visto che non sono poi tanto in titardo.. si, lo so che è una mezza patacca, ma almeno ci ho provato.. ^^
Si svolge al sesto anno di Draco, quando Lucius è in carcere.
Ho immaginato un'ipotetica lettere che Draco poteva scrivergli.

Che ne pensate? Un bacione, Writer96 

   
 
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