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Autore: Amebosa Alby    04/03/2011    5 recensioni
Dalla storia:
James pensò di colmare la sua astinenza dal mondo della magia con una bella gita a Diagon Alley. Da quando aveva quasi fatto rissa per prendere l'ultimo modello in vendita della Firebolt 3000, i suoi genitori non gli avevano più permesso di andarci con loro. Chissà quando ci sarebbero tornati. Forse, facendo una faccina da cagnolino cucciolino, sarebbe riuscito a convincerli.
James si annoia terribilmente e convince suo padre Harry a portarlo a fare una gita a Diagon Alley. Non andrà molto bene!
Recensite,per favooooooore ^^ potete anche dirmi che fa schifo xD
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, James Sirius Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Un raggio di sole filtrava tra le tende mezze chiuse della camera di James Sirius Potter. Il ragazzino, di appena 8 anni, era sdraiato a pancia in su, braccia e gambe aperte, fuori dalle lenzuola. I suoi occhi vagavano sul soffitto della stanza. Si era svegliato alle 6.00 quella mattina e non era più riuscito a prendere sonno. In quelle due ore passate a fissare il nulla, il ragazzino aveva pensato al mondo della magia. Giusto il giorno prima, James aveva litigato con suo fratello Albus (che novità). James gli aveva fatto sparire per sbaglio...ok, forse non proprio per sbaglio...il suo libro preferito. Niente di che, lo aveva solo sotterrato in giardino e caso volesse che uno gnomo si volesse dare alla lettura. Albus si era infuriato come una belva e il litigio tra i due fratelli fu udito da tutti gli abitanti di Godric Hallow's. Quando Albus uscì di corsa dalla camera di James per andare in cucina, un gradino della scala da cui stava scendendo, sparì, per magia, sotto i suoi piedi, giusto nello stesso istante in cui Harry entrò in casa dal lavoro. Ciò che vide Harry fu suo figlio James in cima alle scale che si rotolava per terra, tenendosi la pancia per tutte le risate, e Albus, infilato fino alle ascelle nella scala di casa Potter. Quella mattina, James continuava a pensare all'accaduto. Non perchè gli dispiacesse per Albus, si divertiva troppo a provocarlo, quando si arrabbiava cominciava a pulsargli un vena sul collo e gli veniva un tic all'occhio e James si era innamorato di quella vena e di quel tic. No, lui pensava alla sua magia. Non era stata la prima magia che aveva praticato. Prima di quella aveva fatto levitare uno gnomo da giardino, fatto esplodere una decina di vasi e colorato i capelli di una sua compagna di verde. Adorava fare magie, se poi erano a dispetto dei suoi fratelli era ancora meglio! Il brutto era affrontare la furia di sua madre. Harry era molto più buono, non lo puniva mai quando faceva magie, all'incontrario di Ginny, perchè sapeva che erano involontarie...beh, quasi tutte lo erano. James aveva voglia di andare a Hogwarts, ma i suoi genitori gli avevano detto più che volte che era ancora troppo piccolo. Quindi pensò di colmare la sua astinenza dal mondo della magia con una bella gita a Diagon Alley. Da quando aveva quasi fatto rissa per prendere l'ultimo modello in vendita della Firebolt 3000, i suoi genitori non gli avevano più permesso di andarci con loro. Chissà quando ci sarebbero tornati. Forse, facendo una faccina da cagnolino cucciolino, sarebbe riuscito a convincerli. James si lasciò scivolare giù dal letto, si infilò le pantofole e si avviò a passo strascicato in bagno. Si guardò allo specchio, aveva delle occhiaie intorno agli occhi marroni, i capelli più scompigliati del solito e la fronte imperlata di piccole gocce di sudore. Faceva un caldo tremendo, era da anni che non faceva così caldo. James si svestì e si butto sotto l'acqua fresca della doccia, che lo svegliò immediatamente. Si mise dei vestiti puliti, scese in cucina e la prima cosa che vide fu sua madre sbaciucchiare suo padre.
James si schiarì la voce:"ehm...non vorrei interrompere...ma siete davvero disgustosi."
Ginny e Harry si staccarono e fissarono la loro piccola disgr...ehm...il loro piccolo figlio.
Harry aggrottò la fronte:"perchè sei sveglio adesso? Sono solo le 8.00. Di solito è un miracolo se ti svegli per l'ora di pranzo."
James fece spallucce:"non riuscivo più a dormire."
Entrambi i genitori alzarono un sopraccilio, scettici. Quando James andò ad aprire il frigo per prendere qualcosa da mangiare, i suoi genitori iniziarono a parlare e suo padre prese le chiavi di casa. James si fece attento quando alle sue orecchie giunse la parola "Diagon Alley".
Alzò la testa di scatto, senza pensare che l'aveva infilata nel frigo e sbattè una testata formidabie.
"Diagon Alley?! Dove?! Chi?! Quando?! Perchè?!" chiese, massaggiandosi il bernoccolo che si stava formando.
Suo padre gli fece un piccolo sorriso :"Mi dispiace, Jamie. Non puoi venire. Non vogliamo un'altra rissa."
James fece gli occhioni dolci e abbracciò suo padre, non ci avrebbe nemmeno provato con sua madre:"Papinoooooo!! Ti preeeeeeeeeeeeeeego! Non faccio niente! Promesso! é da troppo tempo che non mi portate con voi e devo sempre andare da zia Hermione che mi fa leggere quintali di tomi troppo pesaaaaaaaaaaaaaaaaanti!"
Harry fece un gran sorriso al figlio e si scambiò un'occhiata complice con la moglie:"E va bene! Puoi venire!"
James si stacco immediatamente dal padre e cominciò saltellare. In men che non si dica era già pronto per partire e si smaterializzò con suo padre nel pub "Il Paiolo Magico". Ohhhhh!! quanto mi sei mancato, vecchio, piccolo e un poco puzzolente pub!
Tom salutò i nuovi arrivati da dietro il banco:"Buon giorno, Signor Potter! Vedo che è venuto con James. è da tanto che non lo vedo! Ciao!"
Harry e James gli fecero un gran sorriso. Harry si avvicinò al bancone, affiancato da James che stava fissando un uomo che parlava da solo (inquietante). Potter Senjor esclamò:"Salve, Tom. James è riuscito a convincermi. E sono SICURO che oggi non farà disastri."
Il barista ridacchiò. Tutti a Diangon Alley sapevano della rissa al negozio "Accessori Di Prima Qualità Per Il Quidditch". James aveva infilato una quantità impressionante di Boccini in bocca a Scorpius Malfoy! Era ovvio che fosse famoso quello che James riteneva un "piccolo ed innocente battibecco". Suo padre si era arrabbiato tantissimo quella volta, eppure il ragazzo era sicuro di averlo visto trattenere una risata. Dopo aver salutato Tom, Harry e James si avviarono verso il retro del locale. Harry tirò fuori la bacchetta e piecchiettò sul muro che pian piano si aprì e rivelò una strada che, nonostante fossero le 9.30, era già piena di maghi e streghe. James rimase affascinato alla vista di Diagon Alley. Gli era mancata un sacco. Suo padre lo guardò sorridendo e gli disse:"Forza. Andiamo alla Gringott.".
Dopo qualche minuto i due si ritrovarono ai piedi di un edificio enorme, con la scritta "Gringott" in oro sopra l'ingresso.
Attraversarono il portone e si avviarono verso un folletto, Harry cosegnò la chiave della camera blindata di famiglia e il brutto esserino li portò ad un carrello.
James sorrise entusiasta. Adorava quei carrelli! La prima volta che ci era salito, era quasi caduto e suo padre lo aveva afferrato appena in tempo. Il carrello partì a tutta velocità e James si senti la pelle della faccia andare indietro e gli occhi piangerli per la velocità. Alzò le braccia e gridò:"WOOOOHHHOOOOOO!!!". Suo padre lo guardò con un' espressione da "Suicidio? Lo stai facendo nel modo giusto" e James si affrettò ad aggrapparsi al carrello prima che suo padre decidesse che era meglio tornare a casa.
Quando il carrello giunse a destinazione, Harry scese per primo e oscillò un po' sul posto prima di riacquistare l'equilibrio. Il contrario di James che saltò giù dal carrello e grido:"RIFACCIAMOLO!". Harry fece un sorrisetto imbarazzato al folletto, che in quel momento stava guardando James come se fosse un mostriciattolo delle paludi. Quando la camera blindata si aprì, Harry e James entrarono e il papà afferrò un po' di monete. Anche James cercava di prendere delle monete di nascosto. Non le stava rubando! Si stava solo prendendo i soldi della paghetta che i suoi genitori non gli avevano dato da quando lo avevano messo in punizione. Ma Harry conosceva suo figlio e lo beccò subito. Risalirono sul carrello, ma questa volta James evitò di gridare come un pazzo.
Fuori dalla Gringott, James seguì suo padre. La tappa successiva sarebbe stata la Farmacia. Harry doveva prendere delle pozioni. Al dipartimento Auror cominciavano ad essere a corto di ingredienti e Lily in quei giorni passava più tempo per terra che in piedi con tutte le cadute che faceva in giardino mentre rincorreva gli gnomi.
James fu distratto da una vetrina. James fu distratto DALLA vetrina. Dalla vetrina del negozio sul Quidditch. Lo sport che venerava, lo sport che amava, lo sport che praticava, lo sport che...si, va be...il suo sport preferito. La Firebolt 3000, lo fissava e sembrava dirgli:"Su, Jamie! Vieni a prendermi! So che mi vuoi!".
James non fece nemmeno caso a dove andava ed urtò una gabbia, contenente una civetta. La gabbia, cadendo, ne toccò un'altra nella quale sonnicchiava un pipistrello. Quella del pipistrello sbattè contro a quella di un gatto che rotolò su quella di un serpente. James rimase immobile. Per fortuna le gabbie non si erano aperte. Il suo respiro di sollievo venne interroto dal tocco di una mano sulla sua spalla. Il ragazzo alzò lo sguardo e vide il cipiglio arrabbiato del padre. James emise un gemito. La proprietaria del negozio di animali uscì, urlando tutto il suo disprezzo verso il ragazzino, la gabba della civetta si aprì, James fece per afferrare l'uccello al volo ma l'animale cominciò a beccarlo dopo di che si diede alla fuga. James emise un gemito ancora più forte ed ingoiò la saliva.
Suo padre fece qualche passo avanti e guardò James. Poi si voltò verso la signora e le porse dei galeoni:"Lo scusi. La prossima volta starà attento. Intanto ripaghiamo i danni."
La donna, alla vista del Bambino-Che-è-Sopravvissuto-Non-Più-Molto-Bambino, si addolcì. Prese i soldi e, aiutata da James, alzò le gabbie.
Dopo aver sistemato il casino di James-Svampito-E-Peggio-Di-Un-Terremoto, Harry prese il figlio per il braccio e lo porto alla Farmacia.
In quei dieci minuti, James rimase tranquillo. In piedi dietro a suo padre, aspettando che arrivasse il loro turno.
Quando uscirono suo padre lo trascinò alla Biblioteca. Oh no! La Biblioteca, NOOOOOOOOOOOOOOOOOO!! James doveva già sopportare i lunghi riassunti di libri noiosi di zia Hermione tutte le volte che andava a casa Weasley e in ALCUN modo avrebbe tollerato una visita alla Biblioteca di Diagon Alley. Perciò, quando suo padre gli diede le spalle per prendere un libro su uno scaffale, il ragazzino cominciò ad indietreggiare. Quatto, quatto. Lentamente. Mooolto lentamente. Aprì la porta e sgusciò fuori. LIBEROOOOOO!!
James cominciò a pensare a dove andare e il suo primo pensiero corse alla Firebolt 3000. Scartò l'idea. Se avesse causato un'altra rissa, i suoi genitori lo avrebbero ucciso. Stava pensando se andare da Florian Fortebraccio, quando un'idea subdola gli balenò in mente. NOTTURN ALLEY! James aveva sembre desiderato andarci. Doveva essere un posto forte. Non ci era mai andato ed era curioso di sapere che cosa ci fosse lì. Vide il cartello con la scritta "Notturn Alley" che indicava di andare a destra e seguì le indicazioni.
Si ritrovò in un vicolo buio. Si addentrò di più. Un tremito gli percorse la schiena quando vide un uomo curvo e pieno di macchie rosse avvicinarsi con un ghigno stampato in faccia. I denti dell'uomo erano completamente neri e appuntiti. James indietreggiò. Non gli piaceva quella situazione. L'uomo si bloccò e il sorriso si spense. James si voltò velocemente e ringraziò Merlino, Morgana, Silente e tutti i grandi maghi, quando vide Neville dietro di lui con la bacchetta sguainata e puntata sull'uomo. Quando l'uomo si allontanò, Neville abbassò la bacchetta e si avvicinò a James.
"Che cosa ci fai qui?!" gli chiese guardandolo con preoccupazione negli occhi.
James fece un gran sospiro prima di raccontare quello che aveva fatto.
Neville aprì la bocca, sconcertato:"Tuo padre ti ucciderà. Stanne certo. Fortuna che sono venuto a comprare fertilizzante per le piante di Hogwarts. "
Neville mise un braccio intorno alle spalle di James e, con la mano sempre sulla bacchetta, lo condusse fuori da Notturn Alley giusto in tempo per sentire la voce non arrabbiata, ma peggio, di Harry Potter.
"SONORUS! JAMES SIRIUS POTTER! SE NON ESCI SUBITO FUORI, RIMARRAI CHIUSO IN CASA A VITA!"
 Neville gli sussurrò all'orecchio:"L'hai fatta grossa questa volta, James".
Quando James si ritrovò vicino a suo padre gli venne da chiedersi quando fosse diventato così alto e grosso.
Harry ringraziò Neville, che gli raccontò l'accaduto. Quando i due amici si salutarono e Neville se ne andò, Harry rivolse il suo sguardo carico di delusione e rabbia su James. Il ragazzino si fece piccolo piccolo. Harry afferrò il Potter colpevole per la maglietta e lo trascinò dentro al Paiolo Magico. Non salutò nemmeno Tom e si smaterializzò.
In casa, Harry raccontò tutto alla moglie. I due coniugi fecero sedere James sul divano.
La prima a gridare fu Giiny:"SEI COMPLETAMENTE IMPAZZITO?! NOTTURN ALLEY! QUEL POSTO è PIENO DI MAGIA OSCURA! NON DEVI MAI PIù, MAI, ENTRARE Lì DENTRO! POTEVEVANO FARTI DEL MALE!"
La ramanzina di sua madre parve durare ore. Quando la donna si fermò per riprendere fiato, rossa in viso, Harry parlò:"Noi ci siamo fidati di te. Avevi detto che saresti stato bravo. Niente Diagon Alley se non per quando dovrai prendere gli accessori per Hogwarts. Niente uscite di casa. Nemmeno per cacciare gnomi in giardino. E ora fila in camera tua."
Le parole del padre fecero vergognare James da morire. Si era fidato di lui e lo aveva deluso. Non riusciva nemmeno a sostenere il suo sguardo. Ad un tratto i lacci delle sue scarpe diventarono interessanti. James si alzò lentamente e fece per andarsene, ma suo padre gli mise una mano sulla spalla. Si avvicinò e gli sussurrò all'orecchio:"Settimana prossima, vado a Hogsmeade. Forse convinco tua madre."
James lo guardò e i suoi occhi cominciarono a brillare. Suo padre gli sorrise e gli fece l'occhiolino. James corse in camera e si buttò sul letto, ricominciando a fissare il soffitto.
 
 
Harry si lasciò cadere sul divano e Ginny si sedette di fianco a lui, cominciando a massaggiargli le spalle
Il marito le sorrise e sospirò:"Quelo ragazzino mi sta facendo impazzire. Sta facendo concorrenza a Voldemort!" 
  
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