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Autore: Jay Boulders    05/03/2011    5 recensioni
Missing moments di DH.
La storia inizia quando i tre arrivano a Grimmauld Place, per poi snodarsi sulle tappe che porteranno all'evoluzione della storia di Hermione e Ron. Contiene Spoiler dell'ultimo libro.
«Ti interessa veramente che io resti? Tanto da far qualcosa per convincermi a rimanere?»
«Se sapessi che non è una battaglia persa lo farei. Ma come ti ho detto ti conosco, e so che quando ti fissi su qualc-»
«Allora baciami.» lo interruppe lei. Lasciandolo sbigottito ad addentare l’aria.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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«Ron… che diavolo ti è successo?» la sua voce fu quasi un sussurro, ma che venne raggiunto dal ragazzo intento a sistemarsi la bacchetta sotto la maglia.

«Che mi è successo? Si reagisce così quando il proprio migliore amico si mette con… una tua amica e te lo tiene nascosto.»

Gli occhi di lei si colmarono di stupore e incredulità di fronte a quell’affermazione mentre lo guardava intento a smaterializzarsi.

Il ragazzo si smaterializzò, rendendosi conto solo una volta atterrato di essersi trascinato dietro l’amica che l’aveva afferrato per la maglietta un attimo prima di scomparire.

«Ma che-» non ebbe tempo di finire che fu interrotto da una furiosa Hermione.

«Si può sapere che cosa ti stai inventando razza di troll che non sei altro?!» urlò lei puntandogli il dito contro.

«Inventando?! Cos’è adesso vorresti anche negare? Guarda che vi ho visti benissimo, non si tratta di errata interpretazione, quindi evita di cercare di prendermi ulteriormente in giro!»

Detto ciò si voltò diretto non sapeva bene dove, certamente lontano da lei. Cosa che ovviamente gli risultò difficile con la ragazza che lo seguiva infuriata.

«Ronald Bilius Wesley!»

«Si può sapere cosa vuoi ancora? Tornatene dal tuo Harry e lasciami stare!»

Hermione gli prese con forza la maglietta, costringendolo a girarsi e a guardala. «Quante volte ci siamo abbracciati io e te razza di idiota?! E non sto parlando di quello squallido abbraccio con doppio fine di poco fa.»

«Ma che razza di domanda è??»

«Non vuoi rispondere? Bene. Te lo dico io, centinaia di volte! E questo significa forse che io e te stiamo insieme? Certo che no! Quindi mi spieghi per quale dannato motivo l’avermi vista abbracciata ad Harry ti fa pensare questo?!»

La sua frase aveva un senso… lui era certo di ciò che aveva visto ma in fin dei conti… non significava niente, non aveva visto nulla in più di un gesto d’affetto tra amici, senza malizia alcuna.

«Ecco… io, cioè tu… e lui non…?»

«NO! » Urlò carica di rabbia. Che andò via via attenuandosi... «Devo scrivertelo anche?! Come puoi pensare che io ed Harry…»

«Frena un attimo! Ma allora tu di cosa stavi parlando prima che ci smaterializzassimo?»

Il volto di lei si tinse di rosso. Non riuscì a fare altro che distogliere lo sguardo e allentare la presa sulla maglietta del rosso che la guardava disorientato.
Poggio le mani contro il suo petto e lo spinse indietro facendogli quasi perdere l’equilibrio. «Adesso che il malinteso nato dalla tua infinita stupidità è chiarito, possiamo tornare da Harry?»

«Resta il fatto che mi avete mentito entrambi. Ma ciò che non capisco è perché. Se non stavate nascondendomi la vostra storia allora perché ti nascondevi da me? Nel senso… non è per quello che è successo tre settimane fa vero? Come pretendevi che mi scusassi con te se tecnicamente non sapevo tu ci fossi?»

«Ron… ora non è il momento, non ha più importanza. Harry si starà preoccupando e-»

«Harry, Harry, Harry! E quando sarà il momento? Prima dello scontro con Voldemort? Oppure dopo, sempre se sopravvivremo?!»

«Non c’è più nulla da dire ormai. Volevo sapere qualcosa da te in assoluta sincerità, ciò implicava che ne parlassi con me non presente.»

«Di cosa stai parlando? Cosa sai?»

«Non ha più importanza.» le parole di lei risuonarono vuote nella radura, a distanza di pochi minuti, un’altra lacrima solitaria le rigò il volto mostrando stavolta, un’espressione sfinita.

A differenza di prima, il rosso rimase agghiacciato dal vederla in quello stato per non capiva quale dannato motivo.

«Hemione…» la chiamò flebilmente avvicinandosi di qualche passo. Ricevette lo sguardo basso di lei, che tentava inutilmente di celare il volto rigato dal pianto.

«Perfavore, torniamo.» fu l’unica cosa che riuscì a dire. Quasi una supplica, una preghiera silenziosa quella che gli rivolse.

Per alcuni istanti il ragazzo la fissò statico, poi le sia avvicinò ulteriormente. «Allora baciami.»

Hermione spalancò gli occhi incredula, e seppur quello era un chiaro richiamo a ciò che era successo tra loro tre settimane prima, non riuscì a fare a meno di mostrare il suo stupore. «Co-cosa?... Ron non… non mi pare il momento di rinfacciare cose che non… non portano da nessuna parte. Inizia a fare freddo e-» il rosso le toccò il braccio, facendola azzittire di colpo e guardandola con un’espressione indecifrabile sul viso, che la ragazza non aveva mai visto.

«Se non lo fai tu, posso farlo io?» per quanto la domanda fu chiara e candida, non riuscì a non provocare ulteriore subbuglio interiore in lei che continuava a sentirsi mozzare il respiro.

La ragazza non ebbe il tempo di formulare una frase sensata che un rumore secco li fece voltare entrambi, pur rimanendo nella stessa posizione.

Harry comparve e dopo una rapida occhiata li individuò. Vicini, con le mani di lui sulle sue braccia, poco al di sotto delle spalle e un’atmosfera che gli diceva in tutti i modi che si era smaterializzato nel momento meno opportuno.

«Ehm… non vi vedevo tornare e…» si giustificò con imbarazzo estremo.

La ragazza colse l’arrivo dell’amico come diversivo per uscire da quell’assurda situazione, ma non fece in tempo a voltarsi nuovamente verso il suo interlocutore che sentì le labbra di lui premute contro le proprie.

Da quell’instante tutto il resto scomparve. Nelle orecchie udiva un eco in lontananza che la isolava da tutto ciò che la circondava, che li circondava.
Vedeva solo lui, con gli occhi chiusi che la stava… Oh Merlino! Ron Wesley stava baciando Hermione Granger!

Di certo non era come il freddo scontro di labbra delle settimane addietro, seppur ancora non stava partecipando attivamente, partendo dal presupposto che ancora non sapeva se lo avrebbe fatto, stavolta sentiva una dolcezza e un trasporto così forte provenire da lui, che non riuscì minimamente a pensare che lo stava facendo probabilmente per i motivi sbagliati, per punirla, per rinfacciarle ciò che era successo, il tutto davanti ad Harry.

E fece qualcosa che Hermione Granger fa veramente poche volte da quando è nata: staccò la spina lasciandosi completamente andare.

Rispose al bacio contagiata dal trasporto di lui, che rispose a sua volta con altrettanto entusiasmo. Non fu chiaro chi per primo dei due dischiuse le labbra, cosa certa è che il bacio si approfondì arricchendosi di passione e desideri nascosti trattenuti per così tanti anni da sembrare secoli.

Harry da parte sua, era totalmente sconvolto dinnanzi alla scena a cui stava assistendo. Completamente a disagio e impacciato vedeva i suoi due migliori amici dar sfogo ai loro impulsi senza freni di nessun tipo. Presi talmente tanto da quel bacio da fregarsene totalmente della sua presenza.

Improvvisamente, un fulmine squarciò il cielo notturno illuminando una folta coltre di nubi che li sovrastava.
Neanche quell’inaspettato fenomeno naturale servì a distrarli. Il ragazzo li guardava senza saper bene cosa fare o se fare qualcosa.

Le prime gocce di pioggia iniziarono a cadere, con un andamento via via sempre maggiore, sempre più incessante.

Ron, completamente preso da quel bacio, la teneva stretta a se, come con la paura di perderla per sempre.
Lei dal canto suo, sembrava non rendersi minimante conto di ciò che stava succedendo, tanto era coinvolta dal ragazzo.

Scie di pioggia si formavano su di loro, ormai con i vestiti fradici e i capelli altrettanto bagnati. Sembrava che niente o nessuno potesse separarli, rovinare quel momento tanto atteso da entrambi.

Tutto tranne… il rumore causato  dalla caduta di un albero poco lontano dalla radura.
Si staccarono sincronicamente quasi come svegliati da un bel sogno. Guardandosi con un misto di profondo imbarazzo e iniziando a realizzare cosa era appena successo.

Ad interrompere l’idillio, la voce di Harry che li intimava a seguirlo.
Gli corsero incontro, prendendogli la mano e smaterializzandosi poco distanti dalla baita.

Il tragitto verso essa, per quanto breve in realtà fosse, parve non finire mai a nessuno dei tre. Pesanti e disagianti silenzi regnavano.

«Ehi amico, senti mi dispiace per… beh per quello che ti ho detto» fu il rosso il primo a parlare.

«E’ acqua passata ormai, anche io ho le mie colpe. Non avrei dovuto tenerti nascosto di… Hermione.»

Sentire quel nome gli ricatapultò alla mente per l’ennesima volta la scena di poco prima, impedendogli di trattenersi dall’arrossire vistosamente.

 

A notte inoltrata i tre erano accampati sullo scricchiolante pavimento della baita.
Ron ed Hermione si erano ben visti dallo stendersi ad una distanza tale da permettere al buio di celare le proprie figure.

La ragazza dopo svariati tentativi volti a prendere sonno, si risvegliò seccata per l’ennesima volta.
Decise che era una battaglia persa, e alzandosi notò che il giaciglio di Ron era vuoto.
Dopo una veloce panoramica della piccola abitazione, si diresse alla ricerca di qualcosa di pesante da mettersi prima di uscire.
L’unica cosa che trovò fu un grande maglione blu a righe, ovviamente non suo in quanto da uomo.
A prima vista, non riconobbe quale dei suoi due amici fosse il proprietario, ma una volta indossato, l’odore di Lui fu indistinguibile.

Aprì lentamente la porta in modo da non farla scricchiolare eccessivamente, e mentre era intenta a richiuderla vide il padrone del maglione seduto su una panca adagiata contro una delle mura della baita.

Lo raggiunse, con le mani conserte cercando di scaldarsi il più possibile e arrivatagli vicino i loro sguardi si incontrarono.

«Posso sedermi?»

Un cenno d’assenso arrivò in risposta alla ragazza che prese posto accanto al ragazzo facendo bene attenzione a non sfiorarlo, ma neanche a tenersi ad una distanza eccessivamente ampia.

Passarono svariati minuti prima che il silenzio fu interrotto, ad opera di lei.

«Ho preso il tuo maglione in prestito, avrei dovuto chiedertelo ma non sapevo se fosse tuo o di Harry.»

Il rosso si voltò, guardandola dolcemente con uno sguardo che riservava solo a lei. «Se vuoi puoi tenerlo, sta meglio a te.»

Hermione arrossì, sorpresa da un tale complimento.

«Ehm intendo dire… come pigiama, oppure non so come vestito per girare per casa. Beh si intendo dire… quando si è a casa di solito si sta comodi no? Niente cose attillate o scomode. Però, cioè se vuoi metterlo anche per uscire ti starebbe bene lo stesso. Nel senso non solo se lo indossi a casa ti starebbe bene, ma tipo dappertutto… Voglio dire-»

La risata cristallina di lei lo interruppe. Era veramente da troppo tempo che non sentiva quel suono così rincuorante.

«Ho capito Ron, hai reso bene l’idea. Alla perfezione direi!» gli disse sinceramente, sorridendogli.

Calo nuovamente il silenzio, misto ad un imbarazzo che sarebbe a breve aumentato.

«Perfavore, perdonami Hermione.»

«Per… riguardo cosa di preciso?»

«Per le ultime settimane, ho detto e fatto cose talmente brutte nei tuoi confronti… ti ho ferito e ne ero consapevole. Non ho giustificazioni anche se l’ultima cosa che avrei voluto era farti stare male. Mi dispiace ti chiedo scusa…»

Da lei si sarebbe aspettato tutto, tranne la domanda che ne conseguì. «Ti scusi anche per…»

I loro sguardi si incontrarono pieni di paure, ansie, angosce. «…per avermi baciata?»

Lui la fissò intensamente, indeciso sul cosa dire. «Se mi scusassi per… ‘quello’ sarei un’ipocrita.»

«Cosa vuoi dire? Che intendi?»

«Intendo dire che… non posso scusarmi per qualcosa che se potessi tornare indietro rifarei milioni di volte.» Ecco, l’aveva detto. Ronald Wesley aveva finalmente vuotato il sacco. E dio solo sa il grande peso che si era finalmente tolto.

«E se non potessi, Ron?»

«Se… se non potessi cosa??»

«Se non potessi tornare indietro e rifarlo.»

«Beh… è ovvio che non è possibile. Dicevo retoricamente… nel senso se avessi un giratempo potrei ma-»

«Non è ciò che intendevo.» Riprese lei, in evidente disagio. «…visto che siamo entrambi d’accordo sul fatto che tornare indietro nel tempo è impossibile, e che non possiedi un giratempo che ti permetta di… ‘rifarlo’…» dire chi tra i due era più rosso, sarebbe stata una vera impresa in quel momento. Ma ormai il vaso di pandora era stato aperto. «…quindi tu pensi che… vorresti ‘rifarlo’ anche in futuro visto che nel passato non puoi tornare per… ‘rifarlo’?»

Gli occhi del ragazzo si spalancarono riuscendo finalmente a capire ciò che le stava dicendo. «Ah…. B-beh… e-ecco io… io… cioè credo che…ehm…»

La ragazza tirò un mesto sospiro e si adagiò con la schiena contro la panca, guardando in avanti e non più il suo interlocutore. «Va tutto bene, Ron. È acqua passata ormai, non c’era più bisogno di scusarsi.» probabilmente non era ancora pronto. O forse quel che aveva detto ad Harry sul fatto che non provasse niente per lei che andasse oltre la semplice amicizia era vero. L’aveva baciata per… forse non lo sapeva neanche lui per cosa.

Stava per alzarsi, impossibilitata nel riuscire ancora a trattenere le lacrime, che stavano insistentemente minacciando di scendere copiose quando la voce di lui la interruppe. Una… risata?

Si voltò verso di lui vedendolo tentare inutilmente di nascondere il riso. «Ma che…?»

«Ti ho baciata!» disse lui, non riuscendo ancora a coprire del tutto la risata che lo percuoteva.

La ragazza di rimando lo guardò con fare sconvolto. «E questo ti fa ridere Ronald? L’aver baciato me, Hermione la “so-tutto-io” ti diverte tanto?» le domandò lei, quasi retoricamente. Cercando di celare l’immenso dolore che stava man mano aumentando in lei.

Lo sguardo di lui diventò serio per un attimo, guardandola intensamente, per poi riprendere una facciata allegra. «No, mi fa ridere tutto. Io che ho baciato te. Tu che hai risposto al bacio…» il volto di lei si arrossì vistosamente «…anche con un certo slancio oserei dire.»

Hermione si ritrovò a masticare l’aria, indecisa su cosa dire, continuando a mostrarsi totalmente rossa in viso. Il ragazzo vedendola in quello stato scoppiò in una risata ancora più fragorosa della precedente.

«Se avessi saputo che era questo il segreto per far azzittire Hermione Granger, di certo l’avrei usato prima!» declamò, non fermandosi dal dar sfogo alla sua ilarità.

La ragazza a metà tra lo sconcertato e l’offeso, non riuscì a non essere trascinata dalla risata del rosso seguendolo anche lei in un mal riuscito tentativo di trattenersi dal farlo.

Dopo diversi istanti in cui i due diedero sfogo a quello strano momento di allegria, si guardarono. Lui la osservò, diventando serio tutto d’un tratto. «Ron Wesley che bacia la sua amica di infanzia…» mostrandosi impacciato, avvicinò la propria mano esitante a quella di lei, che a metà tragitto vide venirle incontro intrecciandole tra loro. Fu lei a riprendere «…e lei che ricambia il bacio con… ‘slancio’.» le disse sorridendo.

Rimasero in quella posizione, seduti sulla panca e voltati ognuno verso l’altro, con le dita della mano intrecciate.

«Come hai fatto a capire che il maglione era il mio se non lo avevi mai visto?» chiese lui, quasi in un sussurro.

Hermione non seppe bene cosa rispondere. Di certo non poteva dirgli che adorava l’odore della sua pelle, e che lo avrebbe distinto tra altri mille.

Fu così che la cosa giusta da fare era cedere all’irrazionalità. Cosa che la portò a dargli un bacio. Che come tutti immagineranno, seguì l’andamento dell’ultimo, ma senza temporale e alberi.

E dopo un tempo indefinito, quando a malincuore si separarono appena per riprendere fiato.

«Non mi hai ancora detto come hai capito che il maglione era il mio.» le chiese con una strana luce degli occhi.

Lei gli strinse le braccia intorno al collo e lo guardò sorridendo.

«Non ha più importanza. Tanto ormai è mio.» rispose con aria divertita.

Il rosso la guardò con un’espressione tenera in volto, come raggiunto da una strana consapevolezza. «Si, tuo.»



FINE
   
 
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