Storie originali > Azione
Ricorda la storia  |      
Autore: Cucuzza2    06/03/2011    3 recensioni
Billy è un ragazzo patito di videogiochi.
Cosa farebbe una vecchia avida pur di intascare?
Decima al contest "Il labirinto e... L'avida".
Genere: Azione, Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


 

Billy Frakpa viveva in un paesino quasi fiabesco: immerso nella natura, lindo e pulito, fedele alle proprie tradizioni.
Di poco fiabesco in quel paesino c’era solo un negozietto in Via Cabert, che non era né un negozio di spezie – oh, no! – né di vestiti tradizionali.
Si chiamava MegaGames.

Quel negozietto era tutta la vita di Billy Frakpa.
Ci passava dentro i pomeriggi studiando le confezioni dei videogiochi, ammirandole, guardandole controluce, sorridendo con lo sguardo carezzevole tipico dei collezionisti, rammaricandosi del non poterli acquistare.

Aveva cominciato a tormentare i genitori perché ne comprassero qualcuno.
Purché la finisse, i coniugi Frakpa finirono per regalargli un gameboy ultimo modello per Natale, e un gioco da metterci dentro per il suo compleanno.
Billy aveva ringraziato il cielo più di una volta per essere nato il ventotto dicembre.

Billy non era l’unico ragazzino ad essere ossessionato dal MegaGames; anzi, esisteva anche un fan club, del quale aveva finito per diventare Membro Onorario. L’unico membro più in vista di lui era Franz Comesley, il figlio di Mr Comesley, il proprietario di MegaGames.

Le riunioni del club erano ogni giovedì pomeriggio, alle quattro precise.
Tutti i ragazzini del paese partecipavano.
Portavano con se una qualche consolle, o un gioco, e passavano le ore pomeridiane a cercare di battere i propri record o quelli di gruppo, a giocare ai multiplayer, a prendere in giro gli psicologi che parlavano di rischio di dipendenza, a lamentarsi dei genitori che non compravano abbastanza videogiochi, a commentare le nuove uscite, a consigliare i giochi più belli, a sparlare di quelli più brutti, a leccare i piedi ai membri più in vista e, in generale, a giocare, giocare e giocare.

Billy Frakpa aveva ricevuto tre videogiochi nell’ultimo anno. Il suo preferito indiscusso era Green Maze. Adorabile.
Il protagonista del gioco era un omino. L’omino si chiamava Doody.

Lo scopo del gioco era guidare Doody attraverso un labirinto di siepi verdi.
Non c’erano mostri – questo a Billy dispiaceva – ma c’erano trappole e congegni strani da superare, che aumentavano di difficoltà con l’andare dei livelli, anche se solo verso il decimo cominciava ad essere veramente difficile.
Con il tempo e l’esperienza, Billy Frakpa aveva scoperto dell’esistenza di luoghi segreti ricchi di monete d’oro, e aveva rivenduto questo segreto a tutti quelli che leccavano sufficientemente.

Erano le tre e mezza di quel giovedì, ma Billy Frakpa stava già uscendo di casa. Non che la casa di Franz fosse molto lontana – era un piccolo paese, il loro -, ma Billy era un membro di spicco e voleva fare la sua figura.

In strada giocava a Green Maze. Giravano poche macchine e sapeva a memoria la strada. Destra, sinistra, destra, destra, sinistra, destra. Non c’era motivo di guardare.
Girò a destra.
Poi a sinistra.
Poi a destra.
Poi a sinistra.
Poi a sinistra.
Poi a destra.
Fermatosi, si aspettava di vedere l’insegna luminosa del MegaGames.
E invece vide una villetta abbandonata.
Aveva sbagliato strada.

Dopo pochi minuti di riflessione, Billy Frakpa era già in grado di determinare il suo errore. Grazie all’allenamento fatto con i giochi di logica, ovviamente.
Aveva girato a destra, poi a sinistra, poi a sinistra. E invece avrebbe dovuto girare a destra, poi a destra, poi a sinistra.
Oh, nulla di più grave del malcontento di Franz, che detesta i ritardatari.
Avrebbe facilmente ricostruito la strada per andare alla riunione.
Salvò la partita e spense il gameboy, poi lo rimise in tasca.
Non aveva nemmeno girato i tacchi che sentì una voce arcigna chiamarlo.

- Ragazzino?
Billy si girò. Una vecchietta era uscita sul balcone. Gli sembrava di non aver mai visto qualcuno di più rugoso.
- Sì?
- Con i tuoi luridi passi mi hai consumato il cortile! Entra, devi pagarmi.
- Eh? – esclamò il ragazzo, sbigottito. – Ma io non... Io...
Lei si sporse appena dal balcone.
- Ti ho detto di entrare, ragazzino!
Lui sussultò. Si fece coraggio e spinse piano la porta.
Quella casa sembrava molto antica. Arazzi, pezzi d’antiquariato, polvere fitta ovunque. Penso con nostalgia ai cento schermi del MegaGames.
La vecchietta era seduta ad un tavolo. Prese una teiera e si versò del tè. Del fumo si levò dalla vasca.
La mise da parte. Ingurgitò appena un paio di pasticcini sotto gli occhi di Billy, senza dar segno di volergli offrire qualcosa.
- Il tuo nome.
- Come, scusa?
- Il tuo nome, moccioso.
- Billy... Billy Frakpa.
- Il motivo per cui eri lì.
- Mi sono perso.
- A me non la dai a bere.
- Ma le dico che...
- Hai sostato davanti a casa mia, - s’infervorò - mentre si da il caso ci sia un cartello che dice a chiare lettere: “Sosta vietata”!
Billy trattenne una risata. Sapeva benissimo che non c’era nulla da ridere.
- Ma io pensavo fosse per le macchine!
- Ah, pensavi fosse per le macchine, moccioso? – disse, e si protese verso di lui con fare minaccioso. – Oh, accidenti, dai per scontato troppe cose. “Sosta vietata”, chiaro? Non “Sosta vietata agli autoveicoli”, solo “Sosta vietata”! Alle auto ed anche a te.
Billy cercava disperatamente il modo di controbattere. Non lo trovava.

- In pratica, – disse Billy Frakpa, dopo qualche minuto – dice che io, per pochi minuti passati lì fuori, le dovrei dare il mio Gameboy?
- Finalmente ci sei arrivato!
- Ma non dovrebbe darmi un resto.
- In teoria sì, ma... Sai che alcuni distributori hanno un cartello con su scritto “Non dà resto”? Ecco, se io fossi un distributore, sarei uno di questi.
- Ma lei è una persona, non un distributore.
- Mettila come ti pare, ma sappi una cosa: se non hai altro per saldare quei dieci euro e quattro centesimi che mi devi, il tuo giochetto è mio.
- Piuttosto mi vendo la camicia!
- Grazie, i vestiti però non valgono. Non voglio oscenità fra queste antiche mura.
- ... E se io mi rifiutassi?
- Ti getterei dentro il tuo amato videogioco per cercare di superare i tuoi bei livelli!
Lui rise. – Non posso certo credere a una baggianata simile!
Lei si fregò le mani.
- Proprio sicuro, ragazzino? Accendi quel gameboy!
Lui obbedì tremante.
Tiratolo fuori di tasca, lo guardò, come se si aspettasse qualcosa di grandioso.
Un fascio di luce viola, e Billy Frakpa si ritrovò dietro il suo più amato videogioco.

Lo riconobbe subito: era il livello sette.
Almeno era un livello facile.
Forse.

Cominciò istintivamente a correre, senza badare ad una direzione precisa.
La vecchia è una strega!
Eccolo uno dei marchingegni che doveva affrontare. A tempo.
Ecco un ceppo d’albero. Sapeva cosa fare. Si sedette.
Immediatamente apparve una piattaforma poco lontano.
Scattò in piedi. Aveva solo pochi secon... La piattaforma sparì.
Stupida vecchia!
Guarda che ti sento!
Non era una bella esperienza, doveva dirlo. Era come la voce del punto di controllo: era terribile, non lasciava spazio a nessun altro suono.
Accidenti!
Quando ti deciderai ad accettare la mia offerta, vorrei saperlo!
Mai!
Non poteva parlare. Solo pensare. Ed il pensiero bastava.
Sedette di nuovo sul ceppo.
Try Again.

Era intrappolato nel suo stesso videogioco da una mezz’ora buona, gli sembrava. Lì si perdeva facilmente la cognizione del tempo.
Quando vuoi uscire e pagare, fammi un fischio!, urlava periodicamente la voce della vecchia. Ma lui non desisteva.
Mai!
Aveva appena risolto un marchingegno più complesso del solito.
Ora doveva occuparsi di un minigioco.
Era necessario raccogliere tutti i chicchi d’uva prima dello scadere del tempo.
Semplice con i tasti, difficile in pratica.
Attorno a lui, erba a perdita d’occhio.
Three, two, one... Play!
Apparvero chicchi d’uva ovunque.
Forza.
Cominciò a correre fino a quello più vicino. Lo sfiorò. Quello sparì.
Ecco come funzionava!
Cominciò a correre, centrandone diversi. Poteva superarli in corsa.
Proprio come Doody.
Ma aveva perso troppo tempo all’inizio.
Time out.

Mancava veramente poco alla fine del livello.
Ma ora veniva la parte più complicata.
Il vero labirinto.

Siepi smeraldine, alte più di due metri.
E Billy era sempre stato un ragazzino piuttosto basso.
Nulla su cui arrampicarsi, nulla.
C’erano solo lui... e la siepe.

Davanti a sé vedeva la bellezza di sei strade diverse.
Ma da dove accidenti si andava? Lo aveva dimenticato.
Ne imbroccò una a caso.
Il sentiero era lungo e stretto, e sembrava essere un vicolo cieco.
Corse verso il fondo.
Magari c’è un passaggio segreto!
Aspetta e spera, marmocchio!

Arrivò in fondo.
No, nessun passaggio segreto. In compenso, la strada continuava, curvando.
Magnifico.

Percorse anche quella strada in un’atmosfera irreale.
I colori erano troppo brillanti per essere veri, lo sapeva. Era conscio di trovarsi in una realtà virtuale.
Si guardò le mani.
Normalissime.
Controllò anche più da vicino.
Altro che normalissime!
Erano suddivise in quadratini minuscoli.
Milioni di pixel.

Non poteva essere tutto così semplice?
Non avevi sempre amato quel videogioco?
Sì, ma devo superare anche gli ostacoli?
Se vuoi, puoi arrenderti e dire addio al tuo gameboy, moccioso.
Mai! Mi faccia uscire da qui!
Potrei anche scaraventarti dalla finestra, se volessi.
Va bene, ma non tocchi il videogioco, la prego!
Sei dentro dentro, ricordatelo! Posso buttarti fuori solo insieme al videogioco.
Cavoli.

Si rimboccò le maniche. Le siepi erano di un verde irreale. E poi, davanti a lui, il vuoto. Ed una piattaforma semovente.
Prese la rincorsa, calcolò bene quando si sarebbe avvicinato quel tronco d’albero sospeso che sarebbe stato la sua salvezza.
Aspettò che ondeggiasse una volta, ed un’altra. Sentiva il metallico finto cinguettio degli uccellini. Si concentrò.
Adesso!

Atterrò sul legno con un tonfo. Mai fatto un salto così lungo in vita sua, magari era un potere conferito dal gioco.
La piattaforma andava avanti ed indietro, e lui si mise comodo. Le risatine della vecchia rimbombavano.
La pianti!
Non rompere, marmocchio. E soffiati il naso.
Billy Frakpa si alzò in piedi con una smorfia e prese la rincorsa – non tanta, ma quanta ne permetteva la piattaforma.
Control point, annunciò la voce metallica mentre i suoi piedi toccavano terra.

Tiè, vecchia strega!
Non parlare così a una persona più grande di te! E poi, guarda il contatore di vite!
Oh, mamma...
Il punto di controllo non gli sarebbe servito a nulla. Aveva solo una vita. Cosa sarebbe successo se fosse caduto?

Avanzò. Un altro salto.
Prese la rincorsa, fra i cespugli di un colore irreale, e corse.
Precipitò a pochi pixel dalla salvezza.

Cadeva. Urlava.
Game..., annunciò una voce.
Un’illuminazione. Quella vecchia avida...
Visualizza barra di stato!
Ov...
Oro. Tanto oro. Cinquanta monete. Su sessantotto. Un risultato mica male...

Era seduto sul divano, con in mano un sacchetto di monete d’oro.
Sullo schermo del Gameboy troneggiava una scritta.
Game over.



   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Azione / Vai alla pagina dell'autore: Cucuzza2