James Potter Likes The Stars

 

 

- Cosa ci fai qua? -

- Guardo le stelle -

Osservo indispettito James Potter. Mi sarei potuto aspettare di tutto da uno come lui, ma non questo.

- Come sarebbe a dire che 'guardi le stelle'? - dico, con un tono leggermente distaccato - Tu non le guarderesti mai, non è da te-

- Come fai a sapere che non è da me? -

- Beh, ormai è un anno che dormo nella tua stessa stanza e frequento le tue stesse classi, e non ti ho mia visto una volta stare fermo. Possibile che ora tu sia immobile? A guardare cose immobili, poi -

Lui non ribatte, ma si chiude in un silenzio meditabondo. Non capisco dove voglia andare a parare e, soprattutto, non capisco perché è venuto a disturbare i miei pensieri.

Mi volto per guardarlo meglio: è un ragazzo strano. Solare, egocentrico, vivace, è una delle poche persone con cui mi trovo a mio agio. Sembra di conoscerlo da sempre.

Appena il mio capo è del tutto girato mi ritrovo i suoi occhi nocciola che mi fissano felici, pieni di vita.

- Perché mi guardi? - chiedo stizzito, ma, in fondo, anche curioso.

- Non sei forse una stella? - ribatte lui, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

- Non capisco... -

- Ho letto su un libro che tutti Black prendono i nomi dalle stelle e tu sei Sirius Black -

- E... quindi? Vuoi dire che ti sei imparato tutto il mio albero genealogico a memoria?- sbuffo divertito - Nel caso, non ti invidio proprio -

- No, voglio solo dire che a me piacciono le stelle -.

 

 

***  

 

 

Le lacrime sgorgano veloci dai miei occhi infiammati, fino a raggiungere le gocce di rugiada posate sui fili d'erba sottostanti a me, e a mischiarsi con loro.

Come ora il mio dolore è una cosa unica con la mia anima.

Piango, mi dispero, mi illudo.

Tu non puoi essere morto, tu dovresti essere qua a vedere questo cielo insieme a me. Perché stasera ci sono troppe stelle per una persona sola.

E a te piacciono le stelle.

Ti piace condividerle con me. 

E lo faremo, guarderemo sempre questi fottuti puntini luccicanti, con l'unica differenza che tu sarai tra quelle, mentre io sarò qua, in questo prato, in basso.

Lontano.

Lontano, quando ti voglio vicino.

Perché le stelle, senza te, hanno un'altro colore. Sono grigie. 

E non è bello un cielo grigio.

 

Chiudo gli occhi disperato. Eri la parte luminosa e felice di me, ora che sei sparito, mi sono eclissato. Mi è rimasto il dolore, la tristezza, l'angoscia.

 

Hai sbagliato ancora una volta i calcoli, James. 

Eri tu la stella, quella più lucente, mentre io la luna.

Ti sei dimenticato che senza il sole, quest'ultima non splende più.

E ora sono spento.

 

Per colpa di Peter, per colpa di un'amico.

Dicono che la vendetta è una cosa stupida, ma è l'unica che potrebbe portare un po' di pace in me.

Un po', solo un un po'.

Perché ora sono spento, e non brillerò mai più. 

La luna è morta insieme al sole. 

 

E mi ritrovo a fissare, di nuovo, questo cielo, sicuro che se ci fossi stato ti sarebbe piaciuto.

 

Perché a James Potter piacevano le stelle.

Perché a James Potter piacevo io.

 

Note Autrice*
L'inizio dell'amicizia tra James e Sirius - non la fine, no, perché il loro legame è eterno - secondo come la vedo io.
Non è nulla di speciale, l'ho scritta di getto, ero anche indecisa se pubblicarla...
Fatemi sapere cosa ne pensate, senza obblighi, ovvio. :D

Alex.