CAPITOLO REVISIONATO IL 24
OTTOBRE 2012
1.Primo giorno.
Quella
mattina quando la sveglia suonò Marta la spense
all’istante, era
già sveglia da un pezzo, del resto tutta la notte non aveva
chiuso
occhio.
Come posso dormire se oggi è giorno più
bello di
tutta la mia vita?
Si era alzata dal letto con un sorriso
stampato in faccia e si diresse in bagno, aprendo il getto della
doccia.
A Milano la mattina in quel periodo faceva davvero
freddo, ma essendo una ballerina non poteva permettersi una doccia
del tutto bollente, doveva anche tonificare i muscoli, dopo aver
insaponato i capelli e averli risciacquati, chiuse l’acqua
calda.
Rabbrividì quando gli spruzzi di acqua raggiunsero la sua
bianca
pelle ma doveva farlo: per il suo corpo e per i suoi muscoli.
Si
avvolse in un grande telo blu e si posizionò davanti lo
specchio un
po’ appannato, con la mano cercò di togliere il
vapore ma il
risultato non fu dei migliori.
Tornò in camera e accese lo
stereo: viva la vida dei Coldplay. Sorrise, amava
quella
canzone, le metteva allegria, non che fosse triste, anzi, sprizzava
felicità da tutti i pori. Passò la crema
rassodante su tutto il
corpo, indossò le sue culottes color carne porta fortuna e
un
reggiseno abbinato.
Tornò in bagno e sorrise ancora di più,
saltava e cantava insieme a Chris Martin mentre asciugava i capelli
aveva già in mente cosa indossare, doveva dimostrare ai suoi
nuovi
“colleghi” di essere semplice, una ragazza alla
mano e non una di
quelle che se la tira solo perché ha scelto come unica
ragione di
vita la danza classica.
Sciolti? Coda alta? Mentre lo
pensava faceva le prove davanti allo specchio, ogni acconciatura era
accompagnata da una smorfia; quei lunghi capelli rossi quella mattina
non ne volevano sapere di essere acconciati, li lasciò
sciolti
sbuffando per la sua decisione e andò a vestirsi: collant
neri,
jeans stretti scuri, maglietta a maniche corte bianca con sopra un
maglioncino a collo alto e le sue inseparabili scarpe da ginnastica.
Cappotto, sciarpa, cappellino e guanti ed era pronta; il borsone con
il tutù, body, e le scarpette lo aveva preparato la sera
prima.
Chiuse la porta dell’appartamento con due giri di chiave e
scese le scale.
Non appena aprì il portone del palazzo che dava
sulla strada sentì il gelo di Milano insinuarsi nelle sue
ossa.
Non
è giusto. Pensò.
Siamo
all’inizio di febbraio e qui si gela, mentre nella mia terra
c’è
il sole. Dai Marta, pensa al perché stai facendo tutto
ciò.
Il
sorriso le si dipinse nuovamente sul suo volto e salì sul
primo
autobus che vide fermarsi.
Scese
alla fermata più vicina alla School Of Dancing di Milano
dove una
delle più importanti compagnie di danza classica e moderna
l’avevano
appena presa; fece una lunga camminata e quando si trovò
davanti
l’immenso cancello non stava più nella pelle.
– E’ il tuo
primo giorno?
Si voltò ed una ragazza bionda con i capelli corti
era accanto a lei, aveva la sua stessa luce negli occhi.
Marta
annuì e tornò a guardare quel grandissimo
edificio stile
rinascimentale e il prato immenso, verde scuro e perfettamente
curato. Era affascinata e nello stesso tempo un po’ impaurita.
–
Accidenti come è enorme.– Disse quella ragazzetta
bionda mentre si
avviavano verso l’entrata, poi proseguì, Marta
pensò che non
smettesse più di parlare. – Sembra quasi che
già solo con
l’edificio vogliano metterti paura.
La guardò e sorrise, era
carina: gli occhi grandi e castani, i capelli corti e biondi, un
fisico completamente asciutto: era una ballerina e lo si riconosceva
ad occhi chiusi.
– Io sono Marta.
– Alessandra. Sono
davvero contenta di conoscerti, almeno ho un’amica qui. Sai
non
sono di Milano, vengo da più giù.
– Sei di Roma vero?
–
Come hai fatto ad indovinare? Che si sente?
Risero insieme, ed
entrambe sapevano che da quel semplice incontro sarebbe nata una
grande amicizia.
Erano
passate cinque ore da quando Marta era arrivata in accademia e
quattro da quando il direttore della compagnia Barozzi li aveva
divisi in gruppi, classi, sottogruppi e li aveva spediti con i
coreografi; lei era con Micheal Trifone, un bravissimo ex ballerino e
adesso coreografo di danza classica.
Li aveva messi alla sbarra
all’inizio della lezione per ripassare le basi, le posizioni
e poi
avevano proseguito con le diagonali ed esercizi simili. Marta,
ovviamente, metteva se stessa in ogni passo, doveva dimostrare quanto
valeva e quanto fosse brava ad ognuno in quella sala ma soprattutto
al suo nuovo maestro, doveva dimostrarglielo per riuscire ad ottenere
il posto di prima ballerina, non poteva certo restare in seconda fila
e confondersi con le altre. Lei era Marta, lei era bravissima, lei
era arrivata da lontano, aveva fatto tantissimi sacrifici e doveva
primeggiare.
– Ok ragazzi, siete stati tutti bravi per essere il
primo giorno. Ci vediamo domani. Grazie a tutti.
Un lungo e sonoro
applauso risuonò per la sala e, mentre gli altri pian piano
uscivano, lei raccolse le sue cose e andò da Micheal.
– Sig.
Trifone, io sono Marta Fiore e... – le rivolse un sorriso e
si
incamminò verso l’uscita della sala –
volevo dirle che per me è
un onore lavorare con lei. Non voglio essere ruffiana, assolutamente,
ma volevo dirle soprattutto che sono molto contenta di essere entrata
a far parte di questa compagnia di danza e sono convinta della mia
bravura, ma...
– Marta.- Il coreografo si fermò di botto
davanti ad un’altra sala e la guardò divertito poi
continuò. –
E’ solo il primo giorno, rilassati, andrà tutto
bene. Ho visto
quanto sei stata brava, tutti noi vediamo quanto vi impegnate e
quanto siete bravi, ma solo alla fine vi faremo i complimenti.
Quindi, continua a lavorare sodo come hai fatto oggi.
Sollevata lo
salutò e lo guardò allontanarsi; fece per andare
via anche lei ma
si bloccò notando dei ragazzi ballare sulle note di Billionaire.
Posò il borsone per terra e continuò a guardarli
per tutta la
coreografia.
Sono bravi si, ma dove sperano di arrivare? Non hanno
una base classica. Questo è moderno.
– Ehi, Marta,
eccoti qui, ti ho cercata per tutto il piano. - Alessandra la
salutò
trafelata.
– Mi ero messa a fissare questi qui. - Con un gesto
del capo indicò i ragazzi in modo che l'amica li notasse.
–
Sono bravissimi.
– Niente di particolare. - Li snobbò
voltandosi verso la bionda - Come è andata?
Alessandra le sorrise
felice, aveva un entusiasmo come pochi. – Bene, adesso ho la
lezione di contemporanea, tu?
– Non so. – Controllò l’orario
e non appena se ne rese conto sbuffò – Ho moderna
tra un quarto
d’ora esattamente qui dentro; andiamo a mangiare qualcosa?
Le
ragazze si diressero al bar per un caffè ed uscirono a
fumare una
sigaretta; quando finirono dovettero passare dagli spogliatoi per
cambiarsi, soprattutto Marta, perché non poteva di certo
presentarsi
alla lezione di moderna con i capelli raccolti e il body.
– Come
ci si veste in questi casi? Ho solo il tutù e i body rosa o
nero.
–
Metti quello nero e ti presto questi shorts rossi. Di solito io
ballavo in shorts e canotta, qui non so se richiedono un
abbigliamento adatto: guarda quello degli altri.
Sbuffando e
imprecando mentalmente Marta entrò in sala mentre Alessandra
più
allegra rimase ancora in giro per poi andare a contemporanea; dopo 5
minuti erano entrati quasi tutti e per di più vestiti in
modo
assurdo, o almeno lei pensava così: pantaloni di tuta,
shorts,
pinocchietti, davvero improponibili. Non si poteva ballare in quelle
condizioni.
Poi entrò lui.
Alto con un fisico ben impostato,
di carnagione chiara e i capelli castani; indossava un paio di jeans,
converse e canotta bianca, dietro il collo aveva un tatuaggio, lei lo
aveva notato non appena lui si era voltato verso la porta e aveva
salutato il coreografo Marco Pochero.
– Buon pomeriggio a tutti,
spero per voi che non siate stanchi perché abbiamo molto da
fare
oggi. Lui è Giorgio: è al suo secondo anno,
è molto bravo ed è
nostra disposizione, vi aiuterà con le coreografie e inoltre
sto
cercando una partner per lui.
Un mormorio femminile si era
sollevato: tutte le ragazze parlavano tra di loro, tutte tranne Marta
che se ne stava in disparte, pregando che in qualche modo quella
lezione potesse saltare.
Un incendio, o magari un alluvione. Adesso. “RAGAZZI LA LEZIONE E’ SOSPESA”. Oh ma ti prego; sarà una lunga giornata.
Era
così assorta nei suoi pensieri che non si accorse che tutti
la
fissavano perché il Signor Pochero la stava indicando.
– Ehi,
dico a te. - Si guardò le spalle e quando capii di essere
lei la
prescelta voleva morire. – Tu saresti la partner ideale, se
non
fosse per il body. Vieni un po’ qui. Sei una ballerina
classica?
–
Ovviamente. Cioè, sì.
Il suo “ovviamente” era suonato troppo
dispregiativo, come se volesse dire “ovviamente ballo la
danza
classica perché esiste solo quella, tutte le altre cose che
ballate
voi non sono neanche da considerare danza”. Ecco
perché il
coreografo aveva riso e Giorgio si era infastidito.
–
Tranquilla, imparerai ad amare anche il mio tipo di danza –
Le si
avvicinò girandole intorno, come se lei fosse un'animale da
macello
o una bestia da circo.- Ho un asso nella manica. - Glielo disse quasi
all'orecchio e poi fece un cenno al ballerino, posizionò
Marta al
centro della sala e una musica partì: Mannish boy dei
Rolling
Stones.
Giorgio aveva cominciato a ballare facendo una piroette
mentre toglieva la canotta e la lanciava in aria; Lentamente si era
avvicinato a Marta iniziando a ballare in modo sensuale intorno a lei
e con lei.
E dopo che questo qui mi balla così, cosa dovrei impar... O MAMMA! Ehi, se mi prendi e ti strusci così però non è leale.
Quando
la canzone finì Marta era sdraiata a terra con Giorgio su di
lei; la
guardò dritto negli occhi e le regalò un sorriso
sghembo: il suo
cuore perse qualche battito perché quel ragazzo, doveva
ammetterlo,
era un ben di Dio; era fatto davvero bene: muscoli, addominali, carne
e ossa messi al punto giusto e le urla delle ragazze in sala lo
dimostravano la sua ipotesi. Quando si alzò da lei le tese
la mano
per aiutarla.
– Davvero un bellissimo spettacolo. Come ti chiami
ragazza? - Le chiese Micheal contento e soddisfatto della
performance.
Marta riuscì a balbettare il suo nome: aveva il
fiatone pur non avendo ballato.
– Lo so cara Marta, il mio asso
della manica fa sempre questo effetto. Ragazzi tutti in fila,
iniziamo la lezione.
Immediatamente si riprese e, con la scusa di
bere, si posizionò nelle ultime file sperando che nessuno la
notasse
più di tanto; non sapeva però che ormai era stata
adocchiata, che
il suo destino era segnato.
Loro due erano destinati a ballare
insieme, volente o nolente.
********
Ciao
a tutti, per chi non mi conoscesse sono Alessia, per tutti gli altri:
ben trovati.
Questa
è nata un po' così, dal nulla, ero in camera
nella mia (ormai ex) casa universitaria e ho avuto l'ispirazione
ascoltando la canzone di Kyle Minouge “All the
lovers”.
Già
nel primo capitolo avete conosciuto i protagonisti (Marta Giorgio) e
Alessandra (pur se velocemente).
Ho
ben chiaro i loro volti in
mente e cercando su internet ho associato Ashley Simpson a Marta e
Milo Ventimiglia a Giorgio, ci sono anche altri personaggi minori ma
non credo sia il caso di parlarne adesso.
Su
facebook esiste un
mio gruppo dove potete fare richiesta di iscrizione, se volete e dove
potete trovare un video-trailer su questa storia.
Grazie
per aver
letto, alla prossima.
CAPITOLO REVISIONATO IL 24
OTTOBRE 2012
(NOTE EDITATE)