Anime & Manga > Maiden Rose
Ricorda la storia  |      
Autore: Saruwatari_Asuka    08/03/2011    6 recensioni
[Maiden Rose]
[KlausTaki]
E come i fiori dei ciliegi sbocciano solo in primavera, egli stesso lasciava che la verità del suo animo uscisse solo in quelle serate di pioggia, nascosto.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Sotto una pioggia di petali

 

 

 

-“ il capitano Klaus Von Wolfstadt è stato arrestato alle dieci e quaranta del mattino, nel cortile vicino agli alloggi degli ufficiali”-  
L’annuncio riecheggiò nella mente del cadetto Yamamoto come una crudele litania. Non poteva credere che il capitano Klaus, da lui tanto amato, colui che l’aveva salvato, dopo avergli mostrato il dolore del fronte, colui che sognava di imitare, avesse tradito così il loro paese. Nessuno gli aveva spiegato perché, cos’avesse fatto di preciso, ma lui semplicemente non poteva crederci.
Perché il capitano Klaus poteva sembrare davvero un “cane pazzo” ma era un cavaliere. Era un cavaliere e come tale mostrava fedeltà al suo signore. Il colonnello Taki era il suo padrone, il suo signore, il suo superiore, e non l’avrebbe mai tradito, ne era certo.
E come se tutto questo per lui non fosse sufficiente, girava voce che le condizioni di Taki fossero gravi e che versava ancora in stato di incoscienza.
-“Hai sentito? Pare che quel pazzo di Klaus si sia fatto arrestare senza opporre resistenza!”- sentì dire a uno dei suoi compagni.
-“Meno male, così non correremo più il rischio di un attacco a sorpresa come quello dell’altra volta!”- rispose l’altro.
-“Cosa? Di già?”-
-“Certo che si! Quel sassone che ti piace tanto è solo un traditore, e ora ne hanno addirittura le prove!”-
-“Non è vero! Il capitano Klaus non lo farebbe mai!”- sbottò –“Lui è un cavaliere, è fedele a Taki-sama!”
-“E' solo un cane pazzo e non è stato nemmeno capace di proteggere il colonnello Taki! Anzi, se vuoi saperla tutta, secondo me è colpa sua se Taki-sama è nelle condizioni in cui dicono!”-
-“Non è vero”- mormorò Haruka, correndo via.
Non poteva credere che il capitano Klaus aveva fatto quello di cui si parlava, che fosse un traditore. Era il suo eroe, voleva essere come lui da grande.
Non poteva essere vero e non c’avrebbe creduto.

Klaus fissava il pavimento della cella, legato ad una sedia, dimentico degli uomini che l’avevano arrestato e che adesso si apprestavano a torturarlo, per fargli rivelare il perché di quei documenti che avevano ritrovato dopo il bombardamento.
Era ancora troppo sconvolto per pensare a qualsiasi cosa che non fosse Taki.
Aveva ancora nella mente il volto dell’uomo, apparentemente addormentato. Non poteva dimenticarsi di quel corpo ferito, violato…sanguinante a causa sua.
Cos’aveva fatto? E solo perché non riusciva ne poteva accettare che Taki non lo volesse più. E pensare che Taki aveva sempre e solo tentato di proteggerlo.
Se solo avesse rammentato prima quel ricordo non tanto lontano, la loro prima volta. Il primo bacio, i suoi gemiti, il suo desiderio, il caldo abbraccio in cui si erano stretti, all’apice dell’amplesso.
Se solo fosse stato capace di mettere da parte la rabbia e il desiderio.
E pensare che quel bambino lo considerava davvero un eroe, a discapito di tutti quelli che lo avevano sempre creduto uno sporco traditore.
Ma non era per quello che era venuto in quel paese, non era per quello!
Lui si era ripromesso di seguire Taki, di proteggerlo, di stargli accanto!
Invece l’aveva tradito, l’aveva ferito.
E adesso?
Adesso avrebbe semplicemente avuto la punizione che meritava.
Sentiva le domande dei suoi carcerieri senza prestarci attenzione, rispondeva col suo solito modo strafottente senza pensarci, avvertiva il dolore bruciante delle frustate sulla pelle, sulla sua spalla ferita, in modo distante.
Come se non fossero state procurate a lui.
Come se stesse assistendo a quella scena da osservatore esterno.
Era buffo come in quel momento gli ritornassero alla mente tutti quei ricordi lontani. Tutti quei momenti passati insieme a Taki, anche semplicemente a parlare, sotto la pioggia, l’unico istante in cui un comandante con un simile fardello potesse permettersi d’esser davvero se stesso. Di piangere.
Perché forse Taki-sama poteva apparire bellissimo, fiero, orgoglioso, potente, superbamente violento, pericoloso…ma in realtà aveva un animo fragile che tendeva a tener nascosto.
E come i fiori dei ciliegi sbocciano solo in primavera, egli stesso lasciava che la verità del suo animo uscisse solo in quelle serate di pioggia, nascosto.
Ma Taki sarebbe rimasto il suo fiore delicato per sempre, e qualunque cosa fosse successa non avrebbe mai dimenticato il dolce profumo sentito quel giorno, il loro primo incontro, sotto una pioggia di petali.
-“Sotto gli ordini di chi lavori?”- urlò l’uomo davanti a lui, scoccando la frusta –“Rispondi”-
Il biondo continuò a guardare il pavimento.
Un ghigno si delineò sulle labbra carnose.
Non c’era bisogno di pensare, per rispondere ad una domanda tanto semplice.
-“Io…sono il capitano Klaus von Wolfstadt, appartengo alla quindicesima divisione blindata, Rozen Maiden”- alzò gli occhi, fissandoli deciso in quelli neri e furenti del suo carceriere –“E sono l’unico cavaliere del generale di divisione, Taki Reizen!”-
Un pugno secco e ben piazzato e finì a terra.
Eppure lo strano ghigno sul suo volto non svanì, e questo probabilmente irritò più del dovuto l’uomo.
Ma quella era la sola verità.
Lui era il cavaliere di Taki e non lo avrebbe mai tradito. E se l’aveva fatto, era pronto a riscattarsi.
Lo sentì mormorare un qualcosa di poco conto che non lo interessava, sguainare la spada e alzarla con un furia tale che, ne era certo, sarebbe stato in grado di tagliargli la testa con un colpo solo.
Digrignò i denti quando alzò la lama –“Non ho nient’altro da domandarti”- ululò furioso –“Sei a malapena un soldato, bastardo”- la lama scintillò alla penombra della cella –“Mi occuperò di te con la mia spada!”-
Sgranò gli occhi pensando che quella dovesse essere per forza la sua fine.
Perlomeno sentiva d’aver fatto ciò che poteva.
Era la fine.
Era la fine, forse, ma la sua fedeltà per il suo padrone sarebbe rimasta invariata sempre.
Era la fine, ma se ne sarebbe andato con onore, punito per il male che aveva fatto al suo signore, lo meritava.

Ma la spada non arrivò mai a colpirlo.
Un rumore e la lama spezzata si conficcò nel terreno.
-“Allontanati”- un ordine impartito con un filo di voce.
Una voce delicata come i petali di un fiore che avrebbe riconosciuto ovunque.
Taki Reizen.

Sgranò gli occhi incredulo.
Era lì nonostante tutto, e aveva la forza di tenersi in piedi.
Con quell’aria fiera e orgogliosa, rigida e inflessibile, oltrepassò la soglia della porta, la spada regalatagli dal suo maestro lungo il fianco, la lunga giacca poggiata sulle spalle mossa dal vento.
-“Non toccare il mio cavaliere”-

-“T-Taki-sama”- balbettò l’uomo, scioccato –“Perché è qui?”-
-“Taki…ma…il tuo corpo”- Klaus tentò di alzarsi sulle braccia, ma l’averle incatenate dietro la schiena gli rendeva difficile ogni movimento.
Riuscì a mettersi a sedere con fatica.
Taki lo fissava fiero, uno sguardo che gli aveva visto spesso.
Adorava il luccichio di quegli splendidi occhi azzurri, erano bellissimi.
Gli si avvicinò, e Klaus, con un gesto lento e rispettoso, si abbassò ai suoi piedi, poggiando le labbra sulla lama di quella spada che, sapeva, per il suo padrone significava tanto.
Era un segno di rispetto.
D’obbedienza assoluta.
Una fedeltà che nessuno avrebbe potuto spezzare.
Una scusa muta, capace di arrivare dritta al cuore.
Il silenzio fu rotto dall’esclamazione sorpresa dei presenti.
-“P-però, Taki-sama, quest’uomo è stato accusato di spionaggio”-
La risposta arrivò immediata e sicura, senza la minima esitazione.
-“Ho ordinato io a Klaus di investigare in segreto”-  
Klaus per primo sgranò gli occhi a quella semplice frase.
Era una bugia, non aveva mai ricevuto simili ordini da Taki, ma…
Ma l’avevano detto in molti, dopotutto: il colonnello Taki diventava irragionevole quando si parlava di Klaus.
Era il suo cavaliere e nessuno doveva toccarlo.
-“Gli ho ordinato di mantenere le informazioni in maniera confidenziale”- non spostò lo sguardo, fisso su quello di Klaus.
Un brivido percosse la schiena del biondo.
Freddo, fiero.
-“Klaus, compirai fino alla fine…”-
Non poteva reggerlo, non dopo ciò che gli aveva fatto.
-“…ciò che ti ho ordinato”-
Tremò, nonostante la giacca che Taki gli aveva delicatamente poggiato sulle spalle.
Perché non era il gelo di quella stanza a dargli quella sensazione.
No, era solo la bellezza di quegli occhi.
Lentamente lo vide inginocchiarsi davanti a lui e, lente e delicata, le sue mani gli circondarono il collo.
Taki abbassò il viso, fin quasi a toccare la sua spalla con la fronte.
-“Hai resistito bene, mio Cavaliere”-
Klaus mantenne lo sguardo fisso nel nulla, incredulo per quello che stava succedendo.
Non lo meritava.
In fondo, era vero che l’aveva tradito.
-“Taki”-
Delicato sciolse l’abbraccio, prendendo fra le sue la mano guantata del colonnello, poggiandoci sopra le labbra.
Era un nuovo, muto giuramento.
E questa volta aveva intenzione di non infrangerlo per nulla al mondo.
Abbassò il capo, chiudendo gli occhi e lasciandosi andare fra le braccia del ragazzo.

Taki aveva intenzione di scoprire cos’avesse in realtà fatto Klaus, se le accuse a suo carico fossero o meno fondate. Ma era una cosa che spettava a lui e solo a lui, in quanto suo padrone.
Klaus era il suo cavaliere e nessuno, eccetto lui, poteva toccarlo.
Su questo era intransigente.

La voce di ciò che era successo si sparse velocemente fra i soldati e i cadetti che, increduli e ben poco convinti, non poterono che chinare il capo agli ordini del colonnello.
Era solo un cane pazzo, e per di più pericoloso. Non aveva messo in pericolo solo la vita di Taki, ma anche di tutte quelle persone che vivevano nell’accampamento.
Suguri scosse la testa, rientrando nella sua stanza.
Dopotutto nessuno di loro poteva farci assolutamente nulla.
Taki diventava irragionevole quando si parlava di Klaus, quello era il suo unico punto debole e dubitava fortemente che qualcuno sarebbe mai riuscito a cancellarlo.

Sentì i suoi compagni sbuffare e ritirarsi nelle loro stanze per la notte ormai giunta. Per un momento avevano davvero creduto di potersi liberare di quell’uomo, ma non era stato così.
Anche se nessuno gli aveva dato i dettagli su ciò che era avvenuto, Yamamoto era certo che fosse stato Taki-sama a salvare Klaus, e sorrise di cuore di questo.
D’altronde, anche se forse era l’unico a sostenerlo, Klaus non era un traditore e Taki lo sapeva.

Perché era un cavaliere, e non avrebbe mai tradito il suo signore.
Perché era il suo cavaliere, e non avrebbe mai permesso a nessuno che non fosse lui stesso di giudicarlo.

Sotto quella pioggia di petali, sfondo del loro incontro e del loro patto.
Una pioggia che col suo profumo avrebbe portato via ogni peccato.
Delicati petali che, come quelle rosee labbra, sbocciavano nascosti da sguardi indiscreti.


       

L'Angolo dell'Autrice:

Ed eccomi qui, a scrivere su Maiden Rose.
Ma dopo aver letto il manga non potevo far diversamente, è troppo bello e giuro, mi ha catturato *-*
A questo proposito chiarirei che i dialoghi fra Klaus e il tizio che lo teneva incarcerato e quelli all'arrivo di Taki sono ripresi quasi interamente dal terzo OVA e dal manga stesso v.v
Inoltre non potevo non mettere Yamamoto. Io adoro quel piccoletto, mi fa una tenerezza infinita ed è l'unico insieme a Taki e al biondino che non mi ricordo come si chiama che è dalla parte di Klaus <3
Io in questa shot ho cercato di mantenermi sul vago, riguardo la colpevolezza o meno di Klaus sul tradimento verso la fazione nemica, ma ho una mia teoria, sisi v.v
Secondo me Klaus ha davvero fatto quello di cui l'accusano, ci sono troppe cose contro di lui perché non sia così, ma sono più che convinta che l'abbia fatto per Taki comunque. Oh, sarà anche un povero cane pazzo ma a Taki lui a modo suo ci tiene checché dicano tutti gli altri. Io credo, almeno v.v
Chissà che magari quel geniaccio dell'autrice la smetta di fare l'indecisa e si decida ad aggiornare <.<
Coooomunque, tornando alla shot. E' stata scritta in un momento di pura ispirazione davanti a Klaus e Taki in quello stato e non è nulla di che, me ne rendo conto. Ma dovevo farlo *-*
Per cui spero comunque di poter ricevere vostri commenti/critiche/consigli costruttivi e quant'altro.
Spero possa piacere almeno un po'.
Con affetto, un bacione,
Asuka

Oh, E buona festa delle donne a tutte!! =)
   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Maiden Rose / Vai alla pagina dell'autore: Saruwatari_Asuka