Distruttori di Profezie.
Esecutori di Profezie.
Profeti.
A questo mondo
esistono delle persone che giocano col destino. Ne intrecciano i
fili, li sconvolgono, tessono nuove trame e tagliano legami.
E’ una corsa
contro il tempo che vince solo chi arriva prima.
Rimanere a guardarli
senza poter far niente di concreto mi distrugge. Non posso
fare altro che parlare loro, dare consigli.
Riunirli.
Il mio potere
è limitato a ciò. Devo e posso fare solo questo.
Non mi è
concesso altro, in questo crudele gioco di inganni e tempo che fugge.
Mi siedo stanco su
questo trono di marmo, fra stoffe impolverate e ricordi
stantii.
Accavallo le gambe,
mentre lo specchio davanti a me riflette
un’immagine sempre diversa, ma in fondo ancora la stessa.
Mi basta socchiudere
gli occhi e concentrarmi, per vedere oltre il riflesso di
questo mio corpo ospite.
Per vedere
ciò che sono stato, ciò che non sarò
più.
Per lei. Per colpa sua.
Entrambi legati, gioco
e pedine di una maledizione che ritorna nei secoli e che
non si esaurirà mai del tutto.
Le mie dita sfiorano
il vetro freddo, e una nuova immagine appare.
Una maschera nera
ghignante.
Una lacrima di sangue
che scorre lungo la pietra.
<< Mia Cassandra …
Perché hai
voluto tutto questo?
>>
UnCassandra
<<
Senpai dietro di te!
>>
Il
furgone alle loro spalle ruggisce, minaccioso, scontrandosi con una
bancarella
ambulante di frutta e verdura che non ne rallenta però la
corsa.
Il
ragazzo sulla bicicletta scassata, che ha “preso in
prestito” circa una decina
di minuti prima da un povero ciclista sbalordito dal trovarsi davanti
quella
stramba coppia scarmigliata e affaticata, accelera come può
facendo forza sui
pedali, mentre la giovane aggrappata alla meno peggio alle sue spalle
per non
cadere dal portapacchi che le fa da sellino continua a guardarsi
nervosamente
dietro.
<<
Dov’è finita Chiasa? >>
Le parole di Banjo si sentono appena fra il frastuono del motore e le
ruote
contro l’asfalto.
La ragazza si guarda attorno, come a cercare la risposta a quella
domanda. Il
furgone senza conducente sembra essere più veloce del
previsto, e la compagna
non si vede ancora.
Si aggrappa più forte all’amico quando questo
sterza bruscamente, cadendo giù
con la bici e scivolando sull’asfalto, poco lontano dal mezzo
pesante che si
schianta contro una gru spuntata appena in tempo a fermare la sua folle
corsa.
Chiude
gli occhi, aspettandosi di vedere il furgone andare in fiamme o,
peggio,
esplodere davanti ai loro occhi ma non succede nulla nemmeno quando la
gru si
sposta leggermente in avanti con un cigolio sinistro, facendo muovere
anche l’altro
mezzo, ma bloccandosi appena in tempo.
<<
Predizione distrutta! >>
Bekku
sospira, lasciandosi cadere stirata a terra, le braccia larghe e il
petto che s’alza
e s’abbassa freneticamente.
I
suoi capelli saranno sicuramente un disastro, per non parlare degli
abiti e
delle varie escoriazioni che bruciano sulle porzioni di pelle che hanno
sfregato
contro la strada nell’impatto.
Sorride
nervosamente quando Banjo si sporge su di lei, gli occhiali storti sul
naso e
le lenti incrinate, facendole ombra e rivolgendole uno dei suoi sorrisi
innocenti e allegri oltre ogni dire.
E
che le danno un’immane fastidio, soprattutto dopo che hanno
rischiato per l’ennesima
volta la pelle.
<<
Ahia! >>
Kizaki
sbuffa, seduto a gambe incrociate, tenendosi la guancia su cui spicca
rosso il
segno della mano della compagna.
Non
capirà mai Becky. Dovrebbe essere contenta per aver
distrutto l’ennesima
profezia con successo!
<< Così impari a essere così
sconsiderato. E allegro. Dannazione, ma non
lo senti il dolore tu? >>
Lei a momenti sviene. Dev’essersi slogata un polso cadendo
male.
E di nuovo dannazione al senpai!
<< Fammi vedere Bekku. Mi sa che dovremmo andare
all’ospedale >>
Fa quello, pensieroso, tastandole delicatamente il polso.
Nanaki arrossisce, ritirando con malagrazia la mano e massaggiandosela
a sua
volta.
<<
Certo che dobbiamo andare all’ospedale! Cosa avevi intenzione
di fare,
tornartene a casa? >>
Per
fortuna che a salvarlo ci pensa Chiasa, che corre verso di loro
agitando le
braccia e facendo segno d’ok, il cappello sbilenco sulle
lunghe code bionde che
le ondeggiano impeccabili sulle spalle.
Bekku
pensa che detesta anche lei. Non ha mai un capello fuori posto, forse
perché
tutto il lavoro sporco tocca a lei e quell’idiota del suo
compare.
Però
non può fare a meno di sorridere alla ragazzina, ricambiando
con un cenno di
vittoria.
<<
Brava Chiasa! Però la prossima volta non aspettare
così tanto per salvarci, ne
>>
La giovane volta il viso, rossa di imbarazzo, le braccia dietro la
schiena.
<< Mpf, non è colpa mia. Scusa se non sono
brava come te a guidare le
gru! >>
Evidentemente
Banjo deve pensare che non ha tutti i torti, perché si
astiene dal commentare
ulteriormente alzandosi
da terra e
passando distrattamente le mani sui pantaloni rovinati, come se potesse
aggiustarli cacciando via un po’ di polvere.
Una
volta aiutata Nanaki a rimettersi impiedi, con un braccio alla vita e
uno
dietro le sue spalle a sostenerla, le due ragazze si voltano verso il
più grande
che si sistema con nonchalance gli occhiali rotti sul viso.
<<
E adesso? >>
Chiasa e Bekku si voltano, guardandosi con aria depressa.
<<
Dobbiamo andare all’ospedale, baka!
>>
Ma
all’improvviso Banjo scatta sull’attenti, guardando
qualcosa lontano, per poi
darsi alla fuga sorpassandole velocemente.
<< Eh? >>
Le ragazze si voltano a guardarlo, mentre Kizaki agita una mano
all’aria come a
salutarle.
<<
Ci vediamo all’ospedale!
Mi raccomando!
>>
E solo quando una folla inferocita composta dal tizio della bicicletta,
il
proprietario del carretto e altri vari passanti si nota avvicinarsi
all’orizzonte
le due capiscono.
E
si danno velocemente alla fuga anche loro.
°°°
<<
Mh >>
Una nuvola di fumo, mentre la sigaretta appena accesa viene accolta
dalle rosse
labbra schiuse, e gli occhi si chiudono quasi pigramente sulla scenetta.
I
tre ragazzi corrono ancora, inseguiti da chi dovrebbe essere loro grato.
<<
E così sono loro >>
La
figura appoggiata al lato opposto della colonna guarda curiosa la
più piccola
inciampare ed essere subito recuperata dai due compagni fra sbuffi e
rimproveri
volanti.
Il
sorriso sul suo volto si amplia, divenendo quasi infantile.
<<
Come sono kawaii >>
Un
pugno colpisce dritto sul capo quello che si rivela essere un ragazzo,
mentre la
ragazza ancora appoggiata di spalle al cemento rigira nervosamente la
sigaretta
fra due dita.
<<
Non devono esserlo. Sono “distruttori di profezie”!
>>
Quello che sembra il più grande fra i due piagnucola
qualcosa, le mani fra i
capelli e le lacrimucce agli occhi.
<<
Sei sempre così violenta sorellina! >>
La ragazza getta la sigaretta a terra, voltando le spalle alla strada
ormai
deserta e infilando le mani nelle tasche dei pantaloni, dirigendosi
verso le
due moto nere parcheggiate lì vicino.
<<
Mpf. Smettila di dire cretinate e andiamo. Non dobbiamo perderli
>>
Angolino
di R e d_V a m p i
r e
Sì, io
infetto tutto. Sono peggio di una malattia. E da brava malata mentale
non
potevo non cimentarmi con un fandom quantomeno sconosciuto. Se si
può chiamare
fandom. Suppongo che non siano in molti a conoscere UnCassandra.
Peccato. Potete
leggere comunque *trollface*
Che dire? Essendo una
miniserie composta da sole due uscite, è naturale che mi
sia venuta voglia di vedere
nel futuro.
Nel mio caso
modificarlo. Embé, non sono una distruttrice di profezie, ma
solo
una povera piccola autrice baka.
Perdonatemi se potete.
See you, al prossimo
capitolo Darling <3