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Autore: DrCox    09/03/2011    1 recensioni
Una storia di bullismo, amore, sacrificio ed esseri senza scrupoli.
Una storia che se amate Federico Moccia, sconsiglio vivamente di leggere.
KEITA HIGH SCHOOL Vive...
Genere: Introspettivo, Mistero, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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CAPITOLO 8: OMBRE

Passarono, da allora, due settimane.
I due ragazzi erano tornati a scuola dopo un paio di giorni, giusto il tempo per riprendersi dallo shock.
Katsura non era più la stessa, ed Ashura se ne era accorto da un pezzo ormai.
Sempre pungente.
Sadica.
Irritante.
Strafottente.
E chi più ne ha, più ne metta.
Era, anche, evidente, che Katsura si era chiusa su se stessa.
Non era più aperta come prima.
Faceva fatica a parlare di se con gli altri, tranne che col Kamizashi.
Lui era speciale.
Lui aveva tentato di difenderla.
Lui era finito K.O. dopo un violento e duro scontro.
Era stata incredibile la volontà del ragazzo.
E lei, alle volte, si bloccava.
Continuava a pensare, a rimuginare su quel fatto.
Ashura era l’unico che aveva tentato un disperato salvataggio.
Fallendo.
E lei si vergognava.
Provava un imbarazzo unico di fronte a tutti.
Perché tutti sapevano.
E la fissavano.
Quando lei camminava per i corridoi, il mondo pareva fermarsi.
Tutti a guardarla, come se fosse stata una regina del pop anglo\americano.
Centinaia di paia di occhi puntati su di lei.
Katsura tentava una debole resistenza, tenendo lo sguardo sempre basso.
Tali volte, se aveva dei libri in mano, tendeva a nascondersi dietro questi.
Sembrava tutto un orrendo incubo.
Si sentiva come in quel sogno che, prima o poi, tutti fanno, cioè quello in cui ti ritrovi a scuola con sole le mutande addosso.
E questo per lei era un incubo.
Un brutto sogno che la seguiva, costantemente.
Come se un ombra oscura le se stringesse attorno.
Facendole perdere di vista la realtà.
Pedinandola in ogni dove.
E tutto questo da quella mattina di due settimane prima, quando era uscita di casa con Ashura.
Ecco come si sentiva lei in questo momento.
Forse fu tutto questo a spingerla a fare quello che fece.
Le cause del suo disperato abbandono alla realtà.
Alla ricerca di qualcosa di meglio.
Una ricerca senza ritorno.

Era ormai il tramonto.
Ashura, messo in punizione, quel pomeriggio, dalla prof di inglese, era stato costretto ad aiutare i bidelli a pulire il proprio piano.
Aveva terminato da poco, ed era già di fronte all’appartamento di Katsura.
Bussò, con decisione.
Nessuna risposta.
-Forse è uscita.- Si disse.
Ma i suoi dubbi morirono quando vide una macchia di sangue che sgorgava, lenta, da sotto la porta.
Ashura spalancò gli occhi.
Non poteva essere vero.
Non voleva crederci.
Era tutto tanto, troppo assurdo.
Con decisione, tentò in un primo momento di sfondare la porta.
Però quello non era un film, e lui non era il poliziotto buono e figo che salva la donna in pericolo.
Lui era Ashura Kamizashi.
Il novellino.
Lo zimbello.
Chi era lui per fare una cosa del genere?
Lui era nessuno.
Il suo nome era nessuno.
Però non poteva arrendersi.
Non anche questa volta.
Poteva, e doveva, salvare Katsura.
Che poi, salvare da cosa?
Non era sicuro, che quello fosse il sangue di lei.
Che ne sapeva.
Poteva essere il sangue di un gatto.
O di un cane.
-Oppure di un idiota come me che sta qui a farsi domande esistenziali.-
Con rinnovata decisione Ashura, finalmente, ebbe l’illuminazione.
Lanciò la cartella contro la finestra sopra la porta, sfondandola.
-Bingo.- Esultò.
Il Kamizashi, con grande agilità, si appese all’infissa della finestra rotta.
La spaccatura era grande e lui ci passava bene.
Portò la testa all’altezza del vetro, ormai in frantumi, e la vide.
Katsura era distesa a terra.
Un fiume di sangue partiva dal suo corpo e sgorgava sino alla porta di casa.
Il suo corpo era bianco cadaverico.
-KATSURA!!!!!!!!!!!!!!!!!!-
L’urlo fu agghiacciante e ben udibile da tutti, ma nessuno si preoccupò di loro.
Con la forza della disperazione, Ashura entrò nell’appartamento.
Spiccò un balzo dalla finestrella, atterrando sui vetri rotti.
Non che gliene fregasse molto, in quel momento, su che cosa sarebbe atterrato.
Velocemente corse verso il corpo di Katsura, freddo.
Era freddo.
Era morta.
E quella parola gli rimbombò in testa.
Morta.
Morta.
Morta.
Come una cantilena, gli martellava le meningi, fino alla radice del cervello.
Si accorse, dopo molto, che sul tavolo c’era un foglio, scritto da cima a fondo.
Dovevano essere le ultime parole di Katsura.
Ashura, tremante, si avviò verso il tavolo.
Barcollò, rischiando di cadere un paio di volte.
Con grande incertezza, afferrò il foglio e lo lesse da cima a fondo.

Era notte inoltrata quando Itoshi Gurashi si trovava all’entrata del “Tokyo drift pub”.
Aveva ricevuto una telefonata da un novellino di sua conoscenza, al quale aveva proposto di comprare un po’ di roba, tempo addietro.
Il ragazzo aveva rifiutato, sicuro.
Non lo aveva sentito per un paio di mesi, ed eccolo che lo richiamava, con una richiesta, assurda.
Però, si sa, gli affari sono affari.
Ed Itoshi era disposto a tutto pur di soddisfare un cliente.
Esattamente alle due spaccate, Ashura fece la sua comparsa all’entrata del pub.
-Sei in ritardo.- Sibilò duro, Itoshi.
-Lo so, ho avuto un contrattempo.- Rispose Ashura con lo stesso tono del suo interlocutore.
-Vuoi da bere?- Si premurò di domandare il losco figuro.
-Voglio il mio ordine.- Ashura lo disse con una freddezza agghiacciante, tanto da far gelare l’aria attorno a se.
Il Gurashi lo fissava, divertito.
Quel ragazzo aveva tanta di quella rabbia in corpo che sarebbe bastata per riempire un lago.
-Ed io i miei 75.000 yen.- Disse calmo, Itoshi.
-Ecco i tuoi stupidi settantacinquemila!- Gridò Itoshi, sprezzante, gettandogli addosso una busta gialla dal grande spessore.
Itoshi ne controllò il contenuto, trovando i suoi 75.000 yen tutti in banconote di piccolo taglio.
-Ottimo lavoro ragazzo, ecco il tuo ordine.- Disse gentile Itoshi, porgendo un pacco ad Ashura.
-E mi raccomando: non coinvolgere me.- Sibilò a denti stretti il contrabbandiere.
-Oh, sta tranquillo.- Rispose Ashura. –La tua identità verrà con me nella tomba.-


Angolo della sclero:
Non c’è limite al peggio.
E quando avete pensato che, nel capitolo 5, avessi toccato i massimi livelli di sadismo, vi siete sbagliati di grosso.
E il meglio deve ancora arrivare.
Lascio, sta volta, a voi il commento.
E mi raccomando.
Non fermatevi alle apparenze.
Perché c’è molto più sotto di quello che sembra.
Tanto per la cronaca, 75.000 yen sono circa 500€.
Ci sentiamo al prossimo, e penultimo, capitolo.
Un saluto a tutti.
Reds92


Anticipazioni.
Capitolo 9:
Nel ruolo di Dio.

Finalmente sua madre trovava tempo per lui.
Peccato che fosse troppo tardi, ormai.



ANGOLO RECENSIONI:
JJMaoriheart: sono davvero lusingato per i tuoi complimenti, sul serio. Non credevo di risultare così gradito a qualcuno ^_^. Sulla lunghezza dei capitoli hai perfettamente ragione, molto corti e ben mirati ad esprimere pochi concetti, ma in modo chiaro. Nella prossima storia (in fase di scrittura) vedrò di correggere questo difetto, visto che questa ormai è ammuffita a forza di aspettare di essere pubblicata xD. Anche per i consigli di stile ti ringrazio, tenterò di metterli in atto (nuovamente, purtroppo, nella prossima pubblicazione).
Grazie mille rella recensione.
Reds92
  
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