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Autore: Astrasi    09/03/2011    1 recensioni
Una ragazza, italiana, trova per strada un piccolo e strano ciondolo, che sembra caduto apposta proprio davanti a lei. Da dove verrà? Nemmeno lei lo sa, ma quando le appare davanti uno strano taxista, spera che avrà una risposta al più presto.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4. You can work it out.

- Ommioddio…ditemi che state scherzando.
- Ti sembra la faccia di uno che scherza, piccola ?
 
Disse John, indicandosi il viso con un dito. Fece un sorriso enorme, mozzafiato…ok, Olivia Janis Astrid: devi superare questa cosa di John Lennon. Non-devi-svenire-più. Semplice, no? E invece è difficilissimo, per la barba di Merlino. Ossignore, Liv ti prego dì qualcosa!
 
- Ehm…in realtà…no, ecco…
- No, non stiamo scherzando, Olivia.
 
Mi rassicurò George. Era un sogno, non scherzo. Avevo sempre amato George Harrison anche per il suo aspetto esteriore, ma vederlo dal vivo…beh, era tutta un’altra cosa. Era più bello di quanto l’avessi mai immaginato, o visto in fotografia, ma la bellezza non c’entrava. Erano gli occhi, a disarmarmi completamente. Mi fissava e io vedevo nel suo sguardo tutta l’arte, tutta la vita che c’erano in quell’uomo. Mi resi conto che se gli occhi sono lo specchio dell’anima, allora lui doveva avere davvero un’anima meravigliosa. E, stranamente, dopo le prime ore mi sentivo decisamente a mio agio, a parlare con loro. Si, ok. Sorrisi di John Lennon a parte.
 
- Wow…Cioè, voi mi state dicendo che…
- Puoi tornare quando vuoi, si.
- …
- Tutto bene?
 
Oh, si…Andava tutto a meraviglia.
 
- Wow…
- Wow…
- Wow…
- No, ma anche se non le fate il coretto non fa niente, sapete?
- Che palle Epps.
 
Povero Brian.
 
- Beh, allora…
 
Tutti si girarono a fissarmi. Sensazione sgradevole, ma continuai.
 
- Perché non mi dite qual è la mia missione?
- Già, perché non le diciamo qual è la sua missione, Harrison?
- Già, perché non le diciamo qual è la sua missione, Brian?
- Non guardate me!
 
Cos’è adesso questa storia che nessuno me lo vuole dire? Continuavano a bisticciare tra di loro, e ormai avevo capito che era una cosa normale, ma…
 
- Mi spiegate questa cavolo di missione, o no?!?
 
Ops. Avevo un tantino alzato la voce, ma almeno avevo ottenuto lo scopo. No, a chi la racconto? Avevo ottenuto soltanto tre paia di occhi puntati addosso, di nuovo.
 
- Scusate…
- Volevi qualcosa, piccola ?
- Beh…Ecco…
 
Uffa…mi trovavo bene con loro e tutto, ma…era possibile che non mi fossi ancora abituata a quel sorriso? E che dire del “piccola” ?
 
- John, tu la mandi nel panico, non c’è storia. Lascia stare, faccio io.
- Ma tu l’hai già baciata!
- Si, e…
- E non lo farà di nuovo!
 
Concluse Brian per lui. Uffa, la prima volta non me ne stavo quasi nemmeno rendendo conto!! Avrebbe potuto lasciarmi un’altra possibilità, non credete?
 
- Uffa Eppy!
- Che palle, Epps!
- …
- Non se ne parla!
- Sei sempre il solito, rompipalle del cavolo.
- Già, sempre il solito!
- Non ricopiarmi, Harrison! Non rubare la mia arte!
- La tua arte ? E chi la vorrebbe???
- Circa un milione di persone, Harrison.
- Mi dispiace per loro, Lennon.
 
Decisi che sarebbe passato molto tempo prima che quei due si stancassero, e anche Brian, rosso di rabbia, sembrava essere d’accordo con me. Così, lui fece apparire un divano, dei pop-corn, un film, e poi ci sedemmo tranquilli a guardare “Ritorno al futuro”. Decisi che si viveva decisamente bene in Paradiso, o in qualunque posto io mi trovassi. Quando alla fine si decisero a fare pace, il film era terminato da poco ed io e Brian stavamo discutendo su quale fase dei Beatles secondo noi fosse migliore. Io sostenevo fermamente che il periodo di Help fosse stato fantastico, ma lui continuava a difendere Please Please Me e i primi anni. Non ce ne saremmo mai più venuti fuori, quindi decidemmo di sprecare le nostre risorse con i due geniacci della musica in questione.
 
- Ecco, ragazzi, non vorrei rovinarvi il bel momento, ma non è che cortesemente, mi spieghereste la mia missione?
- E cosa aspettavi a chiederlo, piccola?
 
Stavo per ribattere impacciatamente, ma il mio sguardo fu catturato da Brian che mi fece segno di lasciar perdere. Continuai:
 
- Allora?
- Okay, okay. Allora…da dove possiamo incominciare Harrison?
- Dall’inizio direi, Lennon.
- Perfetto. Bene, sai che noi siamo qui da molto tempo…anche se io sono mortamente parlando il più vecchio…no, ok a parte Brian, ma comunque più o meno siamo tutti assenti dal mondo in cui vivi da tanti anni.
- E ci manca, dobbiamo ammetterlo. Manca a tutti noi…le persone, gli amici, i nostri cari…vorremmo in qualche modo metterci in contatto con loro, per far sapere a tutti coloro a cui abbiamo voluto bene che vegliamo su di loro da quassù.
- Ecco, qui entri in gioco tu, piccola.
- Io cosa?
- Tu ci aiuterai…sempre che tu sia d’accordo.
- E cosa dovrei fare…esattamente?
- Dire loro tutto questo.
 
Lennon, oh, Lennon…come potrei dire di no al tuo sorriso?
 
- No.
 
Ops, in effetti, l’avevo appena fatto.
 
- Come nooo???
 
Chiese una scatola di biscotti con la voce dell’ex chitarrista dei Beatles.
 
- Non ce la potrei mai fare, non sarei capace, nonnono…insomma…IO?
- Ma cara, ti abbiamo scelta solo perché non ci sarebbe nessun altro più adatto di te.
- No, no, no e poi no. Mi vergogno troppo…e manderei tutto il vostro piano a quel paese, ve deluderei troppo.
- Ma…piccola – Ok, da quando anche Harrison mi chiamava così? – Se io decidessi di darti un altro piccolo bacetto?
- Quando inizia la missione???
 
Odio la gente che mi corrompe con l’inganno.
 
- Anche subito!
 
Come non detto..
 
- Ditemi tutto…
 
Sospirai sconfitta.
 
- Allora, piccola, comincerai da…
- Già, da chi?
- Non lo so, Harrison, hai qualche idea?
- Forse…
- Per farle venire più voglia di aiutarci…
- Lennon, sei un tesoro.
- Preferirei genio, Harrison.
- Poco importa, Liv, tesoro caro, abbiamo deciso.
- Inizierai con…
- Mio figlio!!
 
No…vi prego…ditemi che ho sentito male…
Dhani Harrison, QUEL Dhani Harrison…stavo per sentirmi male.
 
- Tutto ok, cara?
- Ehm…si, certo!
 
Se, BOOM. Una balla più grossa non potevi tirarla fuori, vero?
(“Io ci avevo creduto davvero…”
“Si, era quello il mio scopo, Brian.”)
 
- Perfetto! Si parte allora!
- Ehi, un momento!
 
Lennon mi stava già trascinando verso un punto a me sconosciuto ed invisibile.
 
- Cosa?
- Ma come faccio??
- Usa la testa, Liv. Ce la puoi fare.
- Già, YOU CAN WORK IT OUT, cara!
 
Ululò Harrison da lontano. Uffa, mi avevano fregata.
 
- E ricordati di non perdere la medaglietta! E torna ogni vota che vuoi.
- Contaci, John.
- NON VEDO L’ORA!
 
Ancora George che urlava dal prato, mentre io venivo condotta fuori da Strawberry Fields. Uscita dalla porta improvvisamente comparsa dal nulla, mi ritrovai sotto il diluvio universale, a kilometri da casa mia.
Che teneri, mi avevano lasciato dove ero stata rapita.
Ma in quel momento, avevo un problema più grosso a cui pensare: DHANI HARRISON.
Non solo dovevo trovarlo, ma anche riuscire in qualche modo a parlargli. E come se non bastasse, dovevo anche fare in modo che non mi prendesse per una pazza che lo vuole prendere per il culo. Niente di più semplice, non trovate?
Forse non è un caso, quello che vidi appeso al muro di fronte a me. Forse invece è soltanto destino, o pura fortuna. Sta di fatto che in quel momento, con i vestiti fradici, senza ombrello né portafoglio, senza biglietti per il pullman e senza idee per la missione, fu come se fosse uscito il sole sopra di me per illuminarmi. Avevo trovato una soluzione.
 
Martedì 4 novembre, ore 21.30.
The Cavern Club, Liverpool
Fistul of Mercy in concerto.
 
 
Grazie ragazzi,  sapevo che non mi avreste lasciato sola. 


 My Little Nowhere Corner.
 
Finalmente, ce l’ho fatta! Eccovi di nuovo Liv alle prese con la richiesta d’aiuto dei nostri amati ex-beatles. Spero che il capitolo non vi abbia deluso.
Con tanto affetto coccoloso, un bacione a tutti.
  


  
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