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Autore: Maharet    16/01/2006    8 recensioni
Rieccomi, dopo Amici dìInfanzia, con una nuova storia romantica. Vi anticipo che sarà più lunga, meno sdolcinata ed in un certo qual modo più profonda dell'altra, a me personalmente piace di più, fatemi sapere cosa ne pensate voi. "- Ho bisogno di un motivo per accompagnare la ragazza più bella della città? Mi ritraggo vagamente infastidita. Meno di quello che vorrei in realtà. La sua voce è bassa e morbida, soprattutto quando dice cose del genere. Nell’insieme quasi piacevole da ascoltare. - Direi di no. Salutamela quando la vedi. Ho detto quasi. Non mi piace Biagio, o meglio, non mi piace come mi fa sentire. Indifesa. E io sono un sacco di cose, ma indifesa certamente no." AGGIUNTO UN BREVE EPILOGO!
Genere: Romantico, Commedia, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E’ notte, una notte calda notte di giugno, che ti si appiccica ai vestiti e quasi ti blocca il respiro nel petto, impedendoti di dormire. Ma io non potrei dormire comunque stanotte. La vedete quella finestra illuminata al terzo piano, con i vetri spalancati ed un’ombra seduta accanto al davanzale? Ecco quell’ombra sono io. E quella cosa che tengo in mano è il telefono. Non l’ho odiato mai come in questo momento, in cui vorrei soltanto stare in silenzio ad assaporare la notte. Un pipistrello sfreccia vicinissimo al mio viso e mi strappa un sorriso fugace. Sono strana, me lo dicono tutti. Eppure nemmeno questo mi salva, e paziente ascolto la voce al di là del filo, limitandomi a brevi mugolii d’assenso di tanto in tanto.

-          Ma mi stai ascoltando Mor?

Altro mugolio, stavolta leggermente irritato. Mia madre, in pieno delirio da ‘Le nebbie di Avalon’, mi ha chiamato Morgana. E’ un nome particolare, come lo sono io. Per questo mi piace. Soltanto alla pazza che mi tiene al telefono alle tre di notte poteva passare per la testa di storpiarlo così. Allungo le gambe sulla scrivania e mi sistemo il cuscino dietro la schiena. Pare che ne avremo per un bel po’.

-          Io non ce la faccio davvero più, non capisco perché si comporta così!

Perché è completamente, irrimediabilmente, stupendamente stronzo tesoro. Perché tra tutti gli uomini che smaniano per i tuoi occhioni azzurri hai scelto l’unico che a stento sa il tuo nome. Mi sembrano entrambe ottime motivazioni.

-          Ma io lo amo…

Ma certo che lo ami, come amavi tutti gli altri. Da quando ti conosco (un sacco di anni, ora che mi ci fai pensare) ho sentito questa frase decine di volte. Per te o è odio o è amore, non hai mezze misure. Mai avute. Sospiro quando un lieve alito di vento mi accarezza le braccia nude e sudate.

-          Insomma dì qualcosa mi sembra di parlare con una segreteria telefonica!

Stavolta temo che un mugolio non basterà. Ma perché questa ragazza ha così tanto bisogno di essere rassicurata?

-          Lascialo perdere…

Silenzio dall’altro lato. Non la sento nemmeno respirare, come se avesse trattenuto il fiato dalla sorpresa.

-          Sei bella, popolare, hai un sacco di amici e un corpo da favola.  Chi te lo fa fare di stare così male per lui?

Non sono un’adulatrice, quello che ho detto lo penso davvero. Anzi, lo pensano un po’ tutti all’università. Alice è il sogno proibito di almeno la metà dei ragazzi. Ma non di Danilo, e questo non le va giù.

-          Tu sei mai stata innamorata Mor?

Vediamo…no, decisamente no. Niente batticuore, mani che sudano e farfalle nello stomaco. Niente di niente.

-          Non che io ricordi…

-          Ecco perché non capisci. Io senza di lui non ci so stare!

Oddio ricomincia. Raccolgo le gambe e appoggio il mento sulle ginocchia, aspirando il la fragranza del mio nuovo bagnoschiuma. Muschio bianco, decisamente favoloso.

-          Che dici lo chiamo?

No che non lo chiami. Non voglio ritrovarti di nuovo sotto casa mia, distrutta e piangente, come l’ultima volta. Hai un istinto suicida che ti spinge sempre verso i ragazzi meno adatti a te.

-          E Fede?

-          Fede è tanto dolce, e mi vuole bene davvero. Ma non riesco ad innamorarmi di lui!

Ovvio, è un bravo ragazzo. Se non sono dei bastardi egocentrici tu manco li consideri, vecchia storia. Un giorno dovrai spiegarmi cosa non va nella tua testa.

-          Ali è tardi e io domani ho lezione alle nove. Ti devo lasciare…

-          Per favore, solo altri cinque minuti! Se riattacchi ora finisce che lo chiamo..

Piccola vipera, riesci sempre a toccare il tasto giusto. Sai che ti voglio bene. Anche se rispondo a monosillabi e penso che sei da ricovero, in fondo in fondo ti adoro.

-          Cinque minuti! E non voglio più sentir parlare di Danilo!

Un attimo di esitazione, mi rendo conto troppo tardi che mi sono messa in trappola con le mie mani.

-          Parlami di Biagio allora…

Appunto. Con un gesto stanco sollevo i capelli sulla nuca e li fermo infilandoci in mezzo una matita. Sono in equilibrio precario, il minimo scatto e la mia acconciatura improvvisata crollerà miseramente.

-          Biagio è come Danilo. Stronzo fino al midollo. Fine del discorso.

-          Però ti piace ammettilo…

Mi stiro pigramente, senza rispondere. Non saprei mentire, non a lei. Meglio il silenzio.

-          Tempo scaduto. A domani Ali!

-          Ti chiamo appena esco così pranziamo insieme?

Cosa spinga questa Venere bionda ed estroversa a passare con me ogni minuto libero è un mistero che non sono mai riuscita a spiegare. Né io né il resto del mondo, a quanto ne so.

-          Ok, io finisco all’una. Buonanotte Ali.

-          Notte Mor, ti voglio bene!

Sorrido nel buio e riattacco. Anche io ti voglio bene amica mia. Ma sappiamo entrambe che non te lo dirò mai.

Con un salto scendo dalla scrivania ed attraverso la stanza fino a portarmi davanti allo specchio. Alla luce della luna la mia pelle è ancora più diafana, posso distinguere il reticolato di vene azzurrognole appena sotto la superficie. Alcuni ciuffi neri, sfuggiti alle costrizioni, scendono a sfiorarmi le spalle. Mi passo una mano sul corpo, sentendo sotto le dita le ossa della clavicola che premono sotto l’involucro sottile della pelle. Troppo sottile. Sono dimagrita ancora. Con indosso soltanto la sottoveste e questa luce ingannevole sembro quasi fragile. Mi chino a raccogliere il mio gatto, ombra nera che si confonde nell’oscurità. Lo porto sul letto e lo adagio sul cuscino, affondando il viso in quella massa morbida e vibrante di affetto per me. Pochi istanti dopo scivolo nell’oblio.

 

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Rieccomi qui. Visto Elfie che sono tornata? Col tempo e con la paglia... si usa anche dalle tue parti questo proverbio? Vabbè, questo è solo un assaggino, giusto per presentare un pò la mia Morgana. A tutte le mie lettrici (e recensitrici) di Amici d'Infanzia... leggete e già che ci siete lasciate un commentino, ci terrei molto! A prestisssssssssimo!

   
 
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