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Autore: Saradream    17/01/2006    8 recensioni
Una serie di momenti nella vita di Alessandro ed Efestione, a volte sereni e felici, a volte difficili e dolorosi, tormentati da dubbi e paure. Ma l'amore, forse, è più forte del destino... Ogni capitolo può essere considerato una storia a sè. E'la mia prima fic, recensite, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL TEMPIO
 
 
Il sole rosso stava tramontando  dietro le colline, il silenzio interrotto solo dalle cicale che annunciavano il crepuscolo.
 
Alessandro era atteso al  banchetto che si teneva a palazzo.
La partenza per la campagna in Asia era imminente e tutti volevano festeggiare nel più fastoso dei modi quelli che avrebbe potuto essere gli ultimi giorni nella loro terra natale.
Eppure il giovane re non sarebbe riuscito a godere di un solo attimo dei festeggiamenti se non avesse trovato al  più presto la persona che stava cercando invano da molte ore.
 
“Alessandro vieni, cosa aspetti” Gridò Clito barcollando addosso a lui “Vogliamo dare inizio alla festa!”
 
“A giudicare dal tuo stato, amico mio, hai dato inizio alla festa da tempo” Rispose il sovrano con un mezzo sorriso “E immagino che lo stesso abbiano fatto gli altri”
Clito rise sonoramente.
 
“Vi raggiungerò presto non temete, ma devo trovare Efestione prima” Disse impaziente .
 
Lo sguardo del suo generale si fece serio “Efestione vuole stare da solo, Alessandro, non so dove sia ma credo che abbia bisogno di un po’ di tempo per sé stesso”
 
Alessandro lo fissò con uno sguardo indecifrabile, non sembrava più tanto ubriaco pensò.
Clito, accortosi di essere risultato inopportuno riprese allegro.
“Ad ogni modo, non credo che rifiuterebbe mai  la compagnia del suo re, dico bene?”tentò con voce maliziosa.
 
Alessandro non si soffermò oltre sul suo atteggiamento, annuì e se ne andò, perdendosi lo sguardo di Clito che si era fatto intenso e forse anche velatamente triste.
                                 
 
                                                                        *****
 “Sapevo che ti avrei trovato qui” sussurrò dolcemente Alessandro abbracciando da dietro il suo amore.
“Davvero?” Rispose divertito il giovane “Allora per quale motivo ho dovuto aspettare quasi due ore prima che mi trovassi?”
“ Ho preferito cercare in tutti gli altri posti prima… in un certo senso se tu fossi stato altrove sarei stato più sollevato”
“ Credo che mi sfugga qualcosa” rise Efestione.
 
“Questo è il nostro posto e o ci veniamo insieme per parlare, o ci veniamo separatamente per pensare” disse il re sospirando e sedendosi accanto a lui.
“E ti fa paura che io pensi?”chiese l’altro ironicamente.
“No, no certo che no, ma…Clito ha detto che volevi stare da solo e…”
“E da quando fai caso a quello che Clito dice?”
“Forse da quando ti sta più vicino di quanto dovrebbe…”
Efestione rise alzando gli occhi al cielo “Lo sai  che…”
“O forse perché anche io avevo la stessa impressione” disse all’improvviso.
 Il bel generale si fece più serio e  non rispose, si limitò a guardare il cielo striato di rosa.
“ E’ bellissimo qui non è vero?”domandò dopo un breve silenzio
 
Alessandro si guardò intorno, e sorrise.
Il loro tempio, pensò con un moto di tenerezza.
 
Avevano trovato le rovine di quel vecchio edificio quando erano poco più che dei bambini, non sapevano che cosa fosse davvero, ma diventò subito quello che volevano credere: le rovine di un tempio abbandonato risalente ai tempi delle imprese di Achille e Patroclo, forse distrutto in una battaglia o forse dall’ira di un dio insoddisfatto.
 
Abbarbicato su un’altura, l’edera ancora intrecciata ai capitelli caduti, un piccolo stagno, le rovine coperte dai fiori.
Il panorama era splendido: si poteva scorgere tutto il paesaggo circostante, i ruscelli e  i boschi.
Le stelle di notte brillavano tanto che da piccoli erano convinti di aver trovato il addirittura il monte Olimpo piuttosto che una semplice collina.
Il tempio era abbastanza lontano dal palazzo da permettere loro di incontrarsi indisturbati o da essere utilizzato come rifugio nel caso volessero scappare dagli obblighi o sofferenze.
 
Vi avevano passato così tante notti clandestine, abbracciati e trepidanti, fantasticando sul futuro, eppure nessuno aveva li aveva mai scoperti, e questo li aveva resi ancora più certi che quel posto fosse speciale, solo per loro.
 
Il primo bacio, la prima volta, avevano avuto quelle rovine come testimoni, nessun altro luogo sarebbe stato altrettanto sacro.
 
 
“Si” rispose in un soffio Alessandro
 
Efestione appoggiò la testa sulla spalla di lui.
“Che cosa ci aspetta, Aessandro, lontani da qui?”
La sua voce era strana, non propriamente triste ma forse…malinconica.

Alessandro strinse forte la sua mano e come sempre quando si parlava di sogni e progetti i suoi occhi si infiammarono.
“Ma non lo vedi Efestione?” disse infervorandosi
“C’è il mondo, oltre queste colline io vedo il mondo, pronto ad essere conquistato, aspetta solo noi!
Ci sono popoli da sconfiggere, civiltà da conoscere, palazzi scintillanti, oro e argento e mille altre ricchezze, paesaggi esotici, mari e fiumi mai visti, che aspettano di essere scoperti…e poi costruiremo qualcosa, io lo so, qualcosa che sarà ricordato da chiunque…
Voglio vedere quei posti di cui si parla solo in antiche leggende, voglio creare la nostra leggenda.
Voglio scrivere la storia Efestione e alla fine…” si fermò quasi ansante.
 
 “ Esistono davvero i confini del mondo, amore mio?”riprese “Perché io voglio trovarli e superarli”
“Tu sarai con me vero?”chiese bisognoso di rassicurazione.
 
Si voltò lentamente e sul suo volto si dipinse un’angosciosa inquietudine nel vedere che gli occhi di Efestione trattenevano a stento le lacrime.
 
Fece per chiedere spiegazioni, ma l’altro lo anticipò.
“Non è nulla, Alessandro, davvero”mormorò “ tutte le volte che parli dei tuoi sogni, riesci a farli sentire anche miei con un’intensità tale che mi spaventa” si strinse a lui “ io sarò con te, lo sai, qualunque cosa accada sarò al tuo fianco… ma ora, comincio ad aver paura…ho paura”confessò sorridendo nervosamente.
 
Alessandro non sapeva cosa rispondere, conosceva il suo amante troppo a fondo per poter pensare che la sua fosse paura  di affrontare la guerra, o i pericoli o le insidie che potevano incontrare, sapeva che era paura di qualcos’altro, qualcosa con cui l’onore e il coraggio non avevano nulla a che fare e questo lo preoccupò ancora di più, ma lasciò che fosse Efestione a spiegarsi.
 
“A volte ho l’impressione che il mondo intero non sia sufficiente per contenere i tuoi sogni, Alessandro.
Dentro di te hai uno spirito che ti rende inquieto ogni volta che ti fermi troppo a lungo nello stesso posto, il tuo animo brucia e anche io la maggior parte delle volte desidero ciò che desideri tu: la gloria, l’onore, le ricchezze, l’ignoto.
Eppure in questo momento, in questo preciso istante sento di non aver bisogno di nient’altro.
Vorrei che il mondo e il tempo si fermassero così, qui, con il sole che tramonta e io stretto nel tuo abbraccio.
Quando partiremo non ci sarà più un nostro tempio.
Non torneremo mai più qui…lo sappiamo entrambi anche se non lo abbiamo ancora ammesso”
 
Alessandro abbassò lo sguardo.
 
“Tu sarai il re, io il generale e dovremo pensare a tante altre cose, forse godremo ancora momenti come questi, ma nessuno sa cos’ha in serbo il fato per noi, quali cambiamenti, quale destino”
 
Le parole di Efestione turbarono profondamente il giovane re che prese il volto dell’amato fra le mani e guardandolo negli occhi gli sussurrò
 
“Non parlare così, ti prego amore, quello che ci lega non è qualcosa di comune, valica la concezione stessa dell’amore, è profondo, così profondo da essere parte integrante della mia anima
Quella stessa anima che desidera il mondo non potrebbe resistere un giorno senza di te”
 
Efestione scostò il volto e rispose amaro:
 
 “Quanti innamorati si saranno scambiati parole come queste, promesse e giuramenti come i nostri e quante volte il fato ha mostrato rispetto per le loro volontà?”
 
Alessandro si alzò bruscamente.
 
“Quindi non credi alle mie parole?Non credi che io ti ami più della mia vita”Gridò
Era triste e amareggiato.
L’altro sospirò, si alzò e lo abbracciò forte.
“Certo che credo alle tue parole, ma non promettere qualcosa che non sei certo di poter mantenere.
Questa esperienza potrebbe cambiarci  entrambi, in modi che non conosciamo, potremmo perdere di vista le cose importanti, dimenticarci come siamo ora, tu potresti allontanarti da me quando avrai bisogno di un erede e…”
 
Alessandro lo interruppe con un bacio profondo, quasi violento, le sue mani affondate nei capelli dell’altro.
Si staccarono dopo qualche minuto, ansanti ed eccitati.
 
“Non ti prometto quello che non posso mantenere” mormorò con voce roca “Forse le cose cambieranno, hai ragione, noi potremmo cambiare… così… non ti prometto che non litigheremo, che non ci allontaneremo mai, che non rischieremo mai di perderci” un altro bacio intenso prima di continuare “ma ti prometto che farò di tutto per ritrovarti se questo dovesse accadere…”
 
Efestione lo fissava con il cuore che batteva furiosamente nel petto.
 
“Puoi promettermi lo stesso?”domando accarezzandogli una guancia.
 
“Si”rispose dolcemente .
 
“Non posso prevedere cosa accadrà, ma se ti guardo negli occhi l’unica cosa di cui sono sicuro è che ti amerò fino alla fine…e tu?’
 
“Ti amerò fino alla fine”
Alessandro gli sorrise raggiante prima di chinare nuovamente il capo e unire le loro labbra in una lieve carezza.

Efestione sospirò sollevato: in pochi attimi Alessandro era riuscito a spazzare via dal suo cuore tutti i dubbi e le incertezze che lo tormentavano.
La paura, forse, restava, rilegata in un piccolo antro oscuro del suo cuore, pronta a rifarsi viva un giorno lontano, ma faceva parte della natura umana e lui era pronto ad affrontarla ancora, sempre per il suo Alessandro.
 
I festeggiamenti non poterono godere della presenza del re.

I due fecero l’amore tutta la notte sotto quel cielo stellato.
Quando l’alba li colse, Efestione dormiva serenamente tra le braccia del suo re, che lo osservava e lo accarezzava, non voleva perdersi un instante di quel momento prezioso.
Quel posto sarebbe mancato anche a lui, pensò triste.
 
Segretamente pregò Zeus che i campi elisi fossero simili al loro tempio, così , forse, una vita vissuta sacrificando tutto per ottenere onore e gloria eterna sarebbe stata ricompensata con l’eternità da trascorrere con Efestione, nell’unico luogo dove avesse mai trovato la pace.
 
 Il cuore del suo amato.
 
 
 
Fine…forse ^___________^
 
Commentate!!!!
 


  
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