Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
Segui la storia  |       
Autore: Herit    13/03/2011    2 recensioni
La morte è qualcosa che ha segnato tutto il loro viaggio. Ma essa ha tanti significati ed è proprio mentre Kurogane si trova in bilico tra vita e morte, dopo averlo portato via da Celes sacrificando il proprio braccio sinistro, che Fay si ritrova a pensare ad una cosa che gli era stata insegnata quando ancora era piccolo.
Dal Prologo: La Morte. Mi sembra di ricordare di aver letto in un libro, quando ancora ero a Celes, che è uno degli arcani maggiori dei tarocchi. Non posso scorgere il futuro attraverso i sogni, ma Ashura-ō mi ha spiegato che tramite quelle carte avrei potuto farlo senza problemi, soprattutto dato il mio notevole potenziale magico. In un momento di folle lucidità mi sfiora il pensiero di cercare quei tarocchi per poterli consultare, anche se ora resta ben poco della mia magia. Per poter scoprire che a Kurogane non succederà nulla. Che questa non è ancora la fine del nostro viaggio.
Genere: Dark, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Wanted Dead or Alive.

Prologo: Tarocco numero XIII.


La Morte... durante il nostro viaggio quante volte l'abbiamo affrontata?
In quanti modi l'abbiamo fronteggiata?
Ma la
Morte non si può sconfiggere.


Sbuffo stancamente lasciandomi scivolare con la schiena contro una delle colonne lignee del castello di Shirasagi, trovandomi seduto a terra, alla fine. Le assi del pavimento accolgono il mio peso con uno scricchiolio che avverto a stento. Ovattato. Ripiego le gambe su loro stesse e nascondo il volto contro le braccia incrociate sopra le ginocchia. Non voglio sentire niente. Per un istante spero quasi di diventare un pezzo dell'arredamento. Al momento credo di avere la stessa forza vitale di un tavolino rotto. Voglio solo estraniarmi dal mondo, ora. Dal mondo e dalle percezioni del mio corpo che freme ancora a causa degli accadimenti avvenuti solo... quando? Poche ore...? Giorni...? Anni fa? Ho completamente perduto la cognizione del tempo. Mi sembra quasi di galleggiare sospeso in un istante rimasto immobile, cristallizzato. Ed allo stesso modo mi sembra che tutto scorra attorno a me con una lentezza quasi esasperante. Mi sento così terribilmente ignobile. Così contraddittorio. Desidero fuggire dal mondo rinchiudendomi in me stesso, sperando quasi che il sortilegio che ho utilizzato a Celes contro la mia volontà, possa sortire ancora un qualche effetto, creando una barriera tra me e tutto ciò che mi circonda. Eppure voglio fuggire anche dal mio io, aggrappandomi a quel presente che in questo istante mi sembra così altalenante e poco allettante. Vano. Per chi poi? Di certo non per me. Ho corteggiato la Morte così tante volte dopo che ho abbandonato il mondo in cui sono cresciuto, che ormai la vicinanza della Nera Signora è divenuta fondamentale e quasi rassicurante. E' diventato un qualcosa di abitudinario, tanto che mi potrei tranquillamente definire come un amante assiduo della Dama con la Falce. Ed invece... più di una volta mi è stato imposto di vivere. Ironico. Paradossale. Tanto che se ne avessi la forza riderei. Ancora una volta mi è stato imposto di vivere. E da chi? Da lui! Però io dentro continuo a sentirmi morire in ogni istante.
Ho perso tutto. La mia eterna condanna, questa. Perdere tutto. La persona amata: prima il vero Fay e poi il Ashura-ō. La mia terra: Valeria... Celes... non ho più un posto in cui tornare, ora. Per un'istante mi ero quasi convinto che non importasse più. Quando però Kurogane mi ha condotto all'esterno di quello stesso sortilegio che io ho richiamato, ho pensato che il mio luogo dove tornare non è più materiale. Eppure come tutto, quel pensiero ha lasciato il suo tempo. Come se non fosse bastato, in quel momento avevo rischiato per l'appunto di perdere nuovamente la persona che per me è diventata importante sopra ogni cosa. Il mio posto dove tornare.
Eterna condanna, la mia.
Essere privato di tutto quanto per me è importante.
Sospiro rassegnato nella segregazione dell'attesa, inalando il profumo di sangue ancora fresco sui miei abiti. Il mio sangue, mischiato in modo così terribilmente suadente a quello del mio compagno di viaggio. Avverto i miei denti serrarsi con più forza gli uni sugli altri -i canini divenire più lunghi ed aguzzi- quando mi rendo conto di avere fame. Forse è proprio per questo che riesco a far caso al mio corpo che manda evidenti segnali di inedie. Mi maledico da solo per aver formulato pensiero così tremendamente fuori luogo in questo frangente. La principessa Tomoyo mi ha quasi implorato di allontanarmi da davanti la stanza dove hanno ricoverato il Ninja, ma ho deciso che da qui io non mi schiodo. Fossi matto! Assurdo come per lui sia riuscito ad aggrapparmi ad una forza che non ricordavo più nemmeno di possedere. Però... se non posso stare con lui, voglio vegliarlo da qui, a poca distanza. Punendomi. Sperando. Sentendomi impotente. Pregando che la persona che mi ha già salvato due volte -che dico? Più di due volte, sempre-, non mi abbandoni proprio ora che ho accettato di aver bisogno di lei. E' ironico: morto Kurogane, morirei anche io con lui. Lui che mi ha fatto promettere di vivere, perché a porre fine alla mia vita ci penserà lui stesso. Sorrido a me stesso con sarcasmo. Rido di me. Patetico. Lo Shinobi l'avrebbe davvero fatto: avrebbe posto fine alla mia vita con le sue stesse mani. Ed effettivamente lo sta anche già facendo. Maledettamente di parola anche quando non lo pianifica. Ed io accetterei anche di buon grado questa sorte. D'altronde, una volta scomparso lui, non avrei più motivo di continuare ad arrancare per mantenermi in vita. Alla fine sono stato costretto ad ammetterlo a me stesso: quel Ninja scorbutico ed irascibile, è divenuto la mia sola ed unica ancora di salvezza. La mia ragione per vivere.
Deglutisco a vuoto, ingoiando anche il sapore salato ed amarissimo di quelle lacrime che avverto ancora in parte incatenate tra le ciglia. Ne riesco a cogliere il peso ed il riverbero alla fioca luce delle lanterne a muro. Non ricordo di aver mai pianto così tanto da quando è morto Fay. Spesso da bambino mi rinchiudevo da solo davanti alla fontana che custodiva il suo corpo e stavo lì a pregare per lui. Da solo almeno fin quando non ho creato Chii per custodire mio fratello e la piuma della principessina. Ho poi sfiorato il pianto per Ashura-ō, quando l'ho trovato circondato dai cadaveri dei suoi stessi sudditi e delle sue guardie morti per sua mano. Quella volta c'erano state troppe cose. Troppi sentimenti mi avevano riempito la testa ed il petto. Mi sono sentito tradito. Impotente. Distrutto dentro. Eppure non hoo avuto cuore di uccidere il mio re.
Troppo codardo.
Troppo debole.
Troppo legato a quell'amore incondizionato che provavo per quell'uomo che aveva salvato me e Fay e che mi aveva fatto anche da padre. Oltre che da mentore. Vigliacco. Fragile. Troppo fragile. Ho pianto per il mio Re dopo che l'ho costretto ad addormentarsi, come in una favola apocalittica. Ho pianto per il mio Re in quella battaglia che ha svelato a Kurogane, Mokona e Shaoran tutto il mio passato. Quel passato che ho custodito gelosamente per tutto il tempo perché sapevo e temevo cos'avrebbe comportato lo svelarglielo. Di non essere accettato da quei compagni di viaggio sui quali solevo fantasticare tanto da bambino. Ho pianto perché non avevo il coraggio di dirgli addio. A lui. E a mio fratello. Ho pianto di nuovo per Fay. Eppure la stretta forte e calda della mano di Kurogane attorno al mio braccio, mi ha tenuto ancorato al presente. Dovevo lasciarlo “dormire”, come mi ha detto lui. Dovevo lasciarlo riposare in pace, perché era quello che si meritava. D'altronde, non si può riportare in vita una persona, ormai l'ho imparato. L'ho imparato ed è soprattutto per questo che non voglio che Kurogane muoia. Non averlo più accanto mi ucciderebbe molto prima di quella morte per inedie che mi si prospetterebbe non potendomi più nutrire del sangue della mia preda.
Morte... nel giro di mezz'ora -può essere passato anche molto più tempo, e non me sono minimamente reso conto-, quante volte ho sfiorato questo pensiero per questo o per quel motivo? Sono veramente un Mago Idiota. Kuro-tan ha ragione. Che ironia. Mi ostino a chiamarlo per nome proprio e lui pare addirittura soffrirne, ma nella mia testa continuo ad affibbiargli quei soprannomi assurdi che tanto lo hanno fatto arrabbiare all'inizio del nostro viaggio. Chissà cosa direbbe se lo sapesse? Che sono un mago idiota, senza dubbio. Appena si sveglierà come potrei chiamarlo? Se... si risveglierà... non voglio pensarci! Devo trovare altro su cui concentrare la mia attenzione. Stringo con stizza i pugni ed è solo perché ho i guanti ancora addosso che non riesco ad impiantarmi le unghie nella mano. Peccato. Un po' di dolore corporeo, magari avrebbe spostato i miei pensieri altrove. Che stupido. Oltre ad essere un mago idiota, ora mi ritrovo anche a formulare desideri autolesionistici? Direi che non mi faccio proprio mancare nulla. Poggio il capo contro la colonna alle mie spalle, e di nuovo un pensiero torna a martellarmi la testa. Quello che è stato un chiodo fisso per troppi anni torna ancora a far capolino tra i miei pensieri. Non che prima non ci stessi pensando, effettivamente, però...
La Morte. Mi sembra di ricordare di aver letto in un libro, quando ancora ero a Celes, che è uno degli arcani maggiori dei tarocchi. Non posso scorgere il futuro attraverso i sogni, ma Ashura-ō mi ha spiegato che tramite quelle carte avrei potuto farlo senza problemi, soprattutto dato il mio notevole potenziale magico. In un momento di folle lucidità mi sfiora il pensiero di cercare quei tarocchi per poterli consultare, anche se ora resta ben poco della mia magia. Per poter scoprire che a Kurogane non succederà nulla. Che questa non è ancora la fine del nostro viaggio. Chiudo l'occhio per rifugiarmi nell'oblio di quell'oscurità che mi avvolge per qualche istante, cercando un distacco sempre crescente con il presente. Lo faccio per ignorare quella figura che mi si presenta davanti. Ne ho colto la presenza già da un po', ma ho il terrore di sentire qualunque notizia mi possano portare. O ancora del fatto che mi possano chiedere di allontanarmi da qui. Finché non mi aggiornano sulle condizioni di Kurogane io non mi muovo di un centimetro. Che lo sappiano! Eppure quella presenza persiste. Continuo ad ignorarla sperando nel mentre che il legno m'inglobi tra le sue venature per farmi sparire, ma niente. Svelo l'occhio sano e lo sollevo sulla figura vestita di bianco e nero che sta in piedi, diritta e fiera innanzi a me. Ha un sorriso delicato ad animarle le labbra ed in parte anche gli occhi. Un sorriso speranzoso. E se non l'avessi conosciuta non appena abbiamo piede in quel mondo -se lei non mi avesse assicurato che non lo avrebbero lasciato morire- in questo momento potrei tranquillamente scambiarla per una giovane Dea della Morte. Giusto per restare in tema. Una Dea della Morte che si è presentata innanzi a me per comunicarmi che il Ninja è deceduto e che di conseguenza doveva portarsi via anche me. Per mia somma gioia e profondo dispiacere, non è così. Non riesco ad immaginare con che razza di sguardo la sto fissando. Probabilmente con uno talmente ridicolo che riesco a suscitare la sua ilarità, visto che si porta una mano innanzi al volto per celarlo parzialmente dietro la lunga manica del kimono che indossa.
La Morte. Distacco. Fine necessaria. Disincanto. Rassegnazione. Fatalità ineluttabile.
Non so perché, ma per un istante mi ritrovo a pensare che le definizioni correlate al tredicesimo tarocco si confacciano perfettamente alla giovane Yumemi che ho davanti ed alla situazione che stiamo affrontando. Oltre al fatto che davvero ci siamo trovati ad un passo dalla morte tutti e quattro, in quel regno ormai sigillato dalla mia magia e da un sacrificio per cui non potrò mai perdonare quel cretino di uno Shinobi. Quel... quel... tagliarsi un braccio?! Ma dico! Tra l'altro a lui il braccio sinistro serve per usare la spada, che diamine se l'è tagliato a fare? E per cosa, poi? Per salvare me... Io che gli ho mentito per tutta la durata del nostro viaggio. Mi sento come se mi avessero risvegliato a da un incubo prendendomi a schiaffi e ponendomi innanzi ad una realtà ben peggiore. Disincantato oramai, ma non pronto a rinunciare ancora a nulla. Il sorriso di Tomoyo davanti a me, però, ha quasi la capacità di rassicurarmi e rasserenarmi. E' un'espressione speranzosa. Gentile, così come il tocco della sua mano sul mio capo. E' lei la persona che ha salvato Kurogane. Lei che l'ha liberato dal giogo di Fei Wong. Lei che probabilmente lo conosce meglio di chiunque. E non mi stupisco nell'avvertire un vago moto di gelosa invidia verso quella ragazzina. Che situazione assurda. Mi sembra quasi di capire il perché di quello sguardo velenoso che Kurotan ha rivolto ad Ashura-ō a Celes. Beh, ora ho anche un altro pretesto per prenderlo in giro, quando si sveglierà. Perché si sveglierà, vero?
“Sta riposando, ora. Non è più in pericolo.” Me lo annuncia con tono così calmo ed incoraggiante che sento potrei sciogliermi di nuovo in lacrime da un momento all'altro. Una voce quieta che si insinua gentile nella mia testa. Ed ho modo di trarre un muto ed invisibile sospiro di sollievo. Bene: ora non mi serviranno più i tarocchi per sapere dell'immediato futuro. Osservo meglio questa ragazzina e la sento così incredibilmente simile a me, con quel sorriso che ora si distende incoraggiante sulle sue labbra, seppure non dimostri alcuna allegria, ma solo una muta rassegnazione. Per un attimo -uno soltanto- ho l'impressione di trovarmi innanzi ad uno specchio e la cosa fa quasi paura.
“Vi ringrazio, Hime.” Sempre scivolando contro la colonna, mi metto nuovamente in piedi. Il capo chino appena in avanti in un muto segno di ringraziamento per quella notizia. La Yumemi mi sorride di nuovo, indicandomi con un cenno della manina il corridoio sul quale si affacciano le stanze, separate da pareti scorrevoli decorate da disegni particolari che richiamano stagioni e paesaggi tutti differenti. Non la seguo, però, preferendo indugiare per qualche istante su sei pannelli posti uno accanto all'altro rappresentanti corvi appollaiati su un susino dai rami spogli. Solo qualche gemma ad arricchire il tutto e piccoli frammenti di madre perla pestellata o di foglia d'oro, ravvivano il tutto, dando il senso dello scorrere delle stagioni[1]. E' particolare. Evocativo. Dietro quei pannelli riposa Kurogane e giuro, in questo istante vorrei fare irruzione in quel luogo anche solo per vederlo dormire quieto per una volta. Distolgo lo sguardo per trattenermi dal farlo davvero, limitandomi ad accodarmi alla principessina senza fiatare.
“Chiamami Tomoyo.” Si raccomanda nel mentre, facendo scivolare uno dei pannelli che danno sul corridoio, lasciando intravvedere parte della stanzina. I tatami disposti ordinatamente e coperti in parte da un futon già steso a terra, pronto ad ospitarmi. Un basso tavolino poco distante ed un terrazzino che dà sul giardino interno, reso visibile dalle porte scorrevoli lasciate aperte per arieggiare l'ambiente in quella tiepida primavera. Abiti puliti e tipici di quel mondo sono posati a terra, accanto al giaciglio.
“Lo farò.” Le assicuro, prima di chiudermi alle spalle il pannello lasciando fuori dalla stanza la Principessa. Il resto del mondo. Parte delle mie sofferenze. Quello che resta, invece, entra assieme a me ed assieme a quella brezza fresca che mi accoglie come una carezza quasi materna. Avverto un sorriso, troppo debole per essere convincente, distorcermi le labbra in quelle ultime parole che rivolgo alla principessa. Mi sento improvvisamente stanco. Ho bisogno di togliermi questi abiti insanguinati. Ho bisogno di lavarmi. Cambiarmi. Coricarmi. Di riposare e rimettere a posto quel folle flusso di pensieri che si stanno mano a mano ammonticchiando nella mia testa. Esausto mi sfioro l'occhio coperto dalla benda. Morte.
Vita.
L'esito di questo viaggio è avvolto ancora in panni incerti. Labili.
Vita.
Morte.

















[1]Unkoku Tōgan, Corvi e susino, secolo XVII, periodo Momoyama, inchiostro, colore, madreperla e foglia d'oro su carta, Kyoto National Museum, Kyoto.








Su, su, non fare quelle facce. Lo so. Ho ancora tipo duemila fiction avviate, ma questa neccessitava di vedere la luce. Perché?
Per il semplice motivo che questa piccolina avrebbe dovuto partecipare ad un contest -tale (Slash contest) I tarocchi - i Trionfi indetto da RiflessoCondizionato&
Crystalemi- al quale però non ha partecipato perché il mio PC ha deciso di disertare e resettare la mia cartella FanFic, ribellandosi completamente alla sottoscritta T^T Il tarocco da me scelto, come credo abbiate intuito, è "la Morte", con i relativi significati.
Alla fine mi sono ritrovata con un prologo da riscrivere completamente, e sei capitoli in meno X°D Quindi questa povera storia verrà pubblicata un poco a rilento (spero di riuscire ad aggiornare almeno una volta ogni due settimane >_<), mentre io cerco di raccogliere nuovamente i pezzi di quello che avevo creato e che -in tutta sincerità- mi piaceva molto ç_ç
Un piccolo avvertimento sul rating. Io l'ho segnalato come arancione, e nella stesura originale, avrebbe dovuto essere tale. Ciò non toglie però, che visto che i capitoli precedenti sono andati perduti, potrei ricredermi ed allungare un poco la broda =P  E siccome so che i personaggi mi sfuggiranno di mano, perché Kuro-chan e Fay fanno quello che vogliono (soprattutto Fay o_ò), non vorrei che il rating salisse a Rosso. Siete avvertiti :)
Tenetemi comunque a bada voi con i vostri consigli e le vostre recensioni <3
Ultima cosa... Usare il POV di Fay è davvero difficile, quindi vi prego di avvertirmi in caso il pericolo OOC incombesse sulla Fic. Così come vi prego di avvertirmi in caso di errori di battitura, perché mi rendo benissimo conto di averne commessi troppi, passando dalla terza persona singolare al passato remoto, alla prima persona presente >_< E' stata devvero una "pazza idea"! X°D


Vi abbraccio tutti! <3

Herì

Queste cosine carinissime qui sopra vengono da deviantart ed appartengono ai relativi autori.
Io li uso solo per sfizio =P
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC / Vai alla pagina dell'autore: Herit