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Autore: orkaluka    14/03/2011    3 recensioni
Dal capitolo 1:
"Ripenso a quella volta in cui, interrotto un collegamento, avevano riacceso le telecamere intanto che io stavo bevendo un sorso d’acqua. Ovviamente non avevo pensato di ingoiare il mio sorso, no, da brava picciona* quale sono, l’ho sputacchiata in giro strozzandomi con essa e tossendo come se avessi dovuto sputare i polmoni per terra. Il tempo di riprendermi e il collegamento era ripartito."
Se pensate che le vostre gaffe siano le peggiori del mondo, è solo perché non avete ancora sentito quelle di miss Piiigeon.
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La torta spiaccicata e risate a non finire

Guardo il bel nipote, il dottore e Max e decido che non ho voglia di rispondere, per niente, quindi faccio la cosa più stupida che si possa fare davanti ad un dottore, fingo di stare male (ovviamente sono pessima). Mi prendo la testa tra le manie comincio a gemere (sembro un canarino a cui stanno facendo ingoiare litri d’acqua), il dottore neanche si avvicina a me e dice alle due persone presenti. “Sta fingendo, non è niente.” Accipicchia al dottore intelligente! Ma dico io, per una volta non poteva capitarmi un dottore non competente? Vaglio la possibilità di continuare a fingere ma rinuncio, a quanto pare mi sto riprendendo. “Come fa a saperlo?” Il dottore dice con la sua voce tranquilla “Ho solo provato ad indovinare e a quanto pare ci sono riuscito.” Istintivamente tiro fuori la linguaccia, ratifico, il mio cervello è ancora assente. Il dottore alza gli occhi al cielo e mi chiede “Potresti spiegare ciò che hai detto prima?” Incrocio le braccia sul petto e dico “No” Resta calmo e rilassato (quanto vorrei levargli dal volto quella sua aria da saputello annoiato) e dice “Per favore?” Aspetta cervello, non inviare l’impulso alla bocc…”No” dico io. “Neanche se poi ti do una caramella?” Una bella caramella … magari di quelle gommose che mi piacciono tanto … (adesso basta! Sono una donna adulta perdinci!) “Neanche per le caramelle” D’altronde sono adulta, le caramelle posso anche comprarmele (si, va bene, la voce della coscienza si ritira in una depressione opprimente). Il dottore alza gli occhi al cielo e chiede a Max “Allora lei ci può spiegare come mai la ragazzina ha parlato di affluenza turistica?” Ragazzina? Hey, tu, dottore dal camicie bianco, mai visto uno specchio? Meglio somigliare ad una ragazzina che avere la faccia di un fossile del paleolitico! (Per fortuna non glielo detto, se no altro che ricovero in pediatria! Diretta diretta in neurologia infantile). Max mi guarda divertita e risponde alla domanda. “Questa è la stagione di affluenza turistica perché siamo in primavera, le nevi cominciano a sciogliersi ed arriva il caldo. La mia Piiigeon abita in una grande casa in mezzo a campi e montagne, per cui in questo periodo accompagna in giro per i monti molti turisti,ovviamente a cavallo. È un grande introito per la famiglia e non possono rinunciarvi, i fratelli però sono occupati in altre mansioni e non può essere sostituita, per questo deve tornare a casa e lasciarmi sola ogni anno” (Certo che la dovizia di particolari poteva anche evitarla, sarebbero bastate due parole, non di più. La voce della coscienza torna alla ribalta). Il dottore mi osserva con aria pensierosa, poi passa lo sguardo sul bel nipote ed infine su Max. (La cosa comincia a preoccuparmi) “Lei potrebbe accompagnarla nel viaggio e controllarla?” Max scuote la testa con desolazione “Purtroppo devo lavorare, non ho più ferie.” Il dottore ghigna soddisfatto e sposta lo sguardo sul bel nipote (un giorno saprò il suo nome!) “Che ne dice signore di accompagnare la nostra cara miss Pigeon nel suo viaggio e tenerla d’occhio da parte mia? Mi ha raccontato prima che non aveva niente da fare per il prossimo mese, che avrebbe recitato nel nuovo film tra molto tempo, se lo ricorda? Me l’ha detto proprio quando firmava l’autografo per mia figlia” Oh no! Ci sta per incastrare tutti e due, me lo sento. Di fatti gira lo sguardo verso di me e dice “Ti dimetto solo se lui potrà accompagnarti ovunque.” Sbuffo, se fosse sana a questo punto avrei già detto di no, portare un novellino, per giunta un attore (ecco perché il suo volto mi pareva vagamente familiare), a spalare letame a casa mia? Mi immaginai la scena e cominciai a ridere come una pazza (ah, perché, non lo sono?), provocandomi delle fitte alla testa. “Va bene, che venga pure a spalare letame, vedremo quanto resisterà.” Il bel nipote mi sorride, come se sapesse il fatto suo, io intanto continuo a ridere (caso  perso), il dottore scuote la testa e Max scatta una foto a quella scena che ha del surreale. Non riesco più a smettere di ridere e il dottore mi da dei sonniferi potenti, mi dice che mi dimetterà il giorno dopo. I sonniferi fanno effetto lentamente, io intanto continuo a ridere (mi sta venendo un crampo allo stomaco). Cerco di calmarmi e per fortuna ci riesco, almeno finché Max non pronuncia la fatidica parola che mi riporta alla mente un ricordo sepolto: torta.

Per la prima volta in vita mia sto facendo la cameriera, il mio sogno di carriera (e che brava, riesco anche a fare le rime). Certo, servo i miei famigliari, ma è comunque una gran soddisfazione. Il dessert l’ho preparato io, una bella torta al cioccolato fatta con tutto il mio amore (e non in senso figurato, proprio letteralmente). Sono una bambina di dieci anni che porta una torta in tavola, ma ovviamente non sono una bambina normale, io sono Piiigeon (e si ragazzi, maldestri e pazzi come me si nasce, non si diventa). Inciampo inavvertitamente in un gatto sonnacchioso che mi taglia la strada. La torta vola e vola, sotto  lo sguardo stupefatto dei miei famigliari e si spiaccica contro un muro, rimane incredibilmente intera, appiccicata ad un muro, ma intera. (Ovviamente a quell’età non mi feci domande riguardanti lo strano fatto, ero solo felice che la mia torta fosse ancora intera). Così mi avvicino al muro e con tutta la forza di volontà la stacco dal muro, per poi servirla ai miei famigliari che l’assaggiano esitanti (mi vogliono un gran bene). Dei versi di apprezzamento abbandonano le loro labbra, io sono soddisfatta. “Cosa ci hai messo dentro, cara? È così buona” Dice la mamma, io  le sorrido e rispondo. “L’ho fatta con tutto il mio cuore” Continuano tutti a mangiare, tranne il piccolo Jack che si insospettisce alle mie parole (che io produca qualcosa di relativamente mangiabile in cucina non è esattamente probabile, diciamo sul’impossibile andante). “Cosa ci hai messo esattamente dentro sorellina?” Io sorrido e rispondo (beata gioventù) “Tutto il mio cuore: cioccolato, latte, l’impasto e poi ci ho aggiunto il resto che era a scelta e, visto che dovevo farla con tutto il mio cuore ci ho messo dentro un po’ dei capelli di ognuno di voi, più un orecchio del mio peluche preferito, un po’ del grano che cresce nel nostro campo ed infine un po’ della polvere della soffitta” Le forchette cadono rumorosamente sui piatti, ebbene si, sono stata e sempre sarò Theresa Piiigeon, un’inguaribile pasticciona.

A quel ricordo le risate ricominciano, finché mi sembra di svenire (o forse sono i sonniferi?) Non faccio problemi di sorta e cedo al sonno con un sorriso stampato sulle labbra, so già che quando mi risveglierò non mi sentirò più la faccia: causa? Paralisi facciale a causa del sorriso a trentadue denti.

 

Note dell’autore

Per questo capitolo non dovete ringraziare niente di meno che Fall, che mi ha dato la spinta necessaria a scrivere, ma il merito non è stato solo suo, grazie anche al mio compagno di classe che oggi durante storia mi ha raccontato dei Franchi che cavalcavano i leopardi delle nevi alti tre metri e con gli artigli d’oro. Ma questo probabilmente non vi interessa, volevo regalarvi un pezzetto del passato di Piiigeon, spero che vi sia piaciuto. Per il resto non penso di dover aggiungere altro, se avete domande chiedete pure, cercherò di rispondervi il prima possibile, spero che il capitolo vi abbia fatto ridere! Al prossimo capitolo allora e mi raccomando, quando volete mettere il cuore in qualcosa non fatelo mai come la nostra Piiigeon, le cose potrebbero rivelarsi un disastro.

Ciao ciao Luka

Ringraziamenti

Grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie ( e sappiate che li ho scritti tutti a mano, niente copia incolla, ci tengo a voi) a tutti quanti, a chi segue in silenzio e a chi commenta, a chi ha aggiunto la storia tra le preferite e a chi tra le seguite e a chi semplicemente legge questa storia. GRAZIE non sapete quanto mi renda felice questo racconto (o forse ne avete una vaga idea perché probabilmente sto rompendo tantissimo, quindi smetto).

Passo e chiudo, sarà per la prossima

  
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