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Autore: Sneezewort    19/01/2006    2 recensioni
Dopo la battaglia all'ufficio misteri. Le mogli di alcuni mangiamorte si ritrovano a Malfoy Manor. Draco osserva.

Storia scritta prima dell'uscita di HBP, quindi alcuni personaggi possono risultare OOc
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Narcissa Malfoy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Malfoy Manor

La luce pomeridiana filtrava dalle pesanti tende, creando un atmosfera cupa, quasi lugubre. Perfetta per quella riunione a base di pianti, singhiozzi e mormorii sconnessi. Sbuffai, vagamente infastidito, appoggiato allo stipite della porta, le bracci incrociate. Poco più in là sedevano Goyle e Crabbe, la testa bassa e in silenzio, mentre ascoltavano i bassi discorsi delle loro madri. Parole pronunciate lente, a fatica tra un singhiozzo e l'altro. A voce bassa, col lo sguardo che correva verso le tende tirate, nervose e spaventate. Come una preda che sa di essere braccata.

Non che come prede potevano essere utili a qualcuno.

Mi misi a guardare mia madre. Narcissa era in piedi, un lungo vestito nero, a collo alto, senza pizzi ne fronzoli. Semplice ed elegante, alle cinque del pomeriggio. Perfettamente pulito, senza pieghe, vestito appena messo, per mantenere le apparenze. Perché Narcissa Malfoy non poteva lasciarsi andare, era una donna elegante, una donna di classe, una donna forte. Così la vedeva che le stava attorno, e così dovevano continuare a vederla. Narcissa non era disperata per l'arresto del marito, ne era dispiaciuta ma si doveva andare avanti. Era quello che le altre donne, in quella stanza, dovevano recepire, ed era quello che in effetti recepivano.

Era ferma accanto alla tenda, voltata di tre quarti verso l'interno. Un mano curata teneva la stoffa grigia, l'altra era ferma davanti alla bocca. Si mangiava nervosamente l'unghia del mignolo. Unica pecca nell'atteggiamento composto e severo.
Ma le signore Crabbe e Goyle non vi facevano caso, troppo intende a piangersi addosso, e i loro figlioli erano troppo stupidi per accorgersi del nervosismo di Narcissa.

« Ma perché ha rischiato così tanto?! »

La voce isterica di Mrs. Crabbe rimbombò nel salone silenzioso, formando uno strano eco. Vidi le spalle di mia madre sussultare. Corrugò le sopraciglia bionde.

« Cosa vorresti dire? »

Mi voltai verso la donna. Sorpresa aveva alzato gli occhi lucidi su Narcissa. La bocca carnosa leggermente aperta, in un espressione ebete che la faceva assomigliare esageratamente a suo figlio, nonostante la corporatura molto meno robusta. Mi sono sempre chiesta come una donna così esile abbia potuto avere un figlio grosso come era Crabbe. Anche se sono da contare le dimensioni di Senior. Comunque se ne stava lì, inebetita a fissare Narcissa, che si muoveva veloce verso di lei.

« Allora Victoria, cosa volevi dire? »
« Oh. Narcissa, io... »

Si voltò verso Mrs. Goyle, cercando appoggio. L'altra, però si limitava a fissarla con un sopraciglio alzato. Narcissa riprese a parlare, feroce. I pugni contratti lungo i fianchi. Tesa, come la corda di un arco. Anche Crabbe e Goyle avevano alzato la testa, distogliendo lo sguardo dalle punte delle loro scarpe.

« Tuo marito, Victoria, ha fatto solamente il suo dovere! Come tutti gli altri! Ha fatto solo quello che doveva fare, in quanto servitore fedele! »

Ecco era esplosa. Mrs Crabbe la fisso tra lo spaventato e il mortificato. La madre di Goyle si alzò, lenta, con una mano poggiata sulla spalla dell'amica.

« Calmati Narcissa, sappiamo bene che hanno fatto il loro dovere. »

Lei non rispose, non disse nulla. Si limitò a guardarle con disgusto. Le labbra serrate, pallida e tesa. Victoria Crabbe sembrava spaventata, la guardava come si guarda un pazzo, o un alcolizzato violento. Goyle continuò, pacata, tenendo ancora una mano sulla spalla di Crabbe, tendendole l'altra, per farla alzare.

« Ora è meglio andare. Gregory, avanti, saluta Draco. »

Si alzarono tutti, Victoria Crabbe, piegata e mortificata, Mrs Goyle calma, sorreggendo l'amica. E anche i due idioti dei loro figli. Gregory mi s'avvicinò traballante, seguito a ruota da Crabbe.

« Ci vediamo Draco. »

Tese la mano, annuendo - in contemporanea all'altro, dietro di lui. – e sorridendo teso. Ricambiai con un sorriso forzato senza preoccuparmi di stingergli la mano. Lui la riabbassò senza farci molto caso. Non che qualunque sua reazione m'importasse.

Uscirono in silenzio uno dietro l'altro. Narcissa sprofondò nel divanetto, le palme davanti al volto. Iniziava a singhiozzare. La maschera s'era rotta momentaneamente. Messa da parte per essere rincollata, pronta per la commedia successiva. Sospirai, avvicinandomi lentamente.

« Mamma? »

Lei mi scaccio con una mano, alzando la testa di scatto, mentre col dorso dell'altra s'asciugava le lacrime. Scosse leggermente la testa, un ciuffo di capelli sfuggì alla crocchia severa. Appariva fragile. Pronta a spezzarsi sotto il peso delle responsabilità. Pensandoci non avevo mai visto Narcissa piangere. Fina da bambino per me era sempre stata una donna tenera e forte. Una donna che non si spezzava mai.

« Sta tranquillo Draco. Sto bene. Va tutto bene. »

Sorrise, le labbra tirate in un sorriso stanco e gli occhi arrossati. Tutto bene. Non è mai andato tutto bene, ora soprattutto non va tutto bene. Una volta ho sentito parlare degli asteroidi, corpi che vanno alla deriva nello spazio. Ecco, noi siamo così, io, Narcissa e Lucius. Siamo tre asteroidi che viaggiano nello spazio, soli, urtandosi a volte, scontrandosi e ritornando ad allontanarsi. In un ciclo continuo, fino all'impatto con una qualche atmosfera.

Ed è quello che sta succedendo.

Ci stiamo disgregando al contatto dell'aria.

Come asteroidi alla deriva.
  
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