Eccomi qua con un’altra pazza idea. È da un po’ che ci
pensavo su, poi ieri sera finalmente l’illuminazione che aspettavo.
Fatemi sapere se sono riuscita a cogliere un po’ della
vostra curiosità!!
Lo so che questo capitolo è corto, ma fa un po’ da
apri pista!!
Buona lettura!
La prescelta
CAPITOLO 1
‹‹Ahi che male! ››.
Gridò una
ragazza, dopo che un libro le cadde in testa. La ragazza dai capelli castani si
massaggiò la testa e il bernoccolo che presto le sarebbe cresciuto senza indugio.
‹‹Isabella,
tutto bene?
››.
La voce proveniva
da una donna di circa sessant’anni, che fece poco dopo il suo ingresso nella
stanza, in cui la povera mal capitata ancora si massaggiava il capo.
‹‹Si, zia.
Tranquilla. Mi è solo caduto un libro in testa.››
‹‹Lo dico sempre
ai padroni di casa di spostarli, ma non mi danno mai ascolto! ››. Disse la donna con tono accusatorio. ‹‹Dai piccola, resisti. Almeno
questi soldi sono guadagnati, no? ››. Chiese la
zia cercando di convincere, come ogni volta la nipote, che il loro lavoro
portava sempre i suoi frutti. E così era.
Isabella era una
ragazza di 18 anni, altezza normale, capelli castani e lunghi, occhi marroni ma
con delle strane sfumature d’oro che
andavano verso l’esterno, bella, anche se lei non credeva di esserlo.
Frequentava il quarto anno del liceo di Forks, un piccola cittadina nello stato
di Washington. Qualche volta nel pomeriggio, come quello in cui ha inizio
questa storia, lei aiutava la zia a pulire le due ville di cui si occupava,
mentre i proprietari erano all’estero. La zia non riusciva più ormai a compiere
il lavoro da sola, così aveva strappato un aiuto alla nipote, dietro ovviamente
giusta ricompensa per il lavoro svolto.
Isabella, a
scuola, non era tra le ragazze più popolari, ma per fortuna dal canto suo,
neanche tra quelle che venivano prese in giro saltuariamente , se ne stava
semplicemente per i fatti suoi, seguendo la scuola normalmente.
Quel giorno,
come gli altri, le era capitato di pensare agli strani ragazzi che erano
arrivati alcuni mesi prima nella sua scuola. Erano tutti belli, tutti diversi,
ma anche stranamente simili, eppure non era per questo che attiravano la sua
attenzione qualche volta. No, più che altro era per il fatto che stessero
sempre per i fatti loro. Non li aveva mai visti stringere amicizia con nessuno.
Ma lei poi cosa si stupiva. Era uguale a loro, sotto quel punto di vista.
L’unica persona con cui spesso parlava era anche la sua più grande amica,
Lizzy. Amica d’infanzia che la conosceva profondamente senza giudicarla mai. Però
loro in qualche modo sembravano ancora più distanti e diversi dal suo mondo.
Stava pensando
per l’ennesima volta allo sguardo che il più bello, secondo lei, dei Cullen,
così si chiamava la famiglia, le aveva lanciato la prima volta che l’aveva
incontrato nei corridoi. Era stato un semplice sguardo, ma lei si era sentita
montare dentro mille emozioni contrastanti tra di loro che l’avevano lasciata
spaesata. Ripensava spesso a quell’episodio perché non ne aveva più avuto
seguiti. Lui non l’aveva più guardata nemmeno una volta o di sfuggita,
nonostante frequentassero assieme l’ora di ginnastica e biologia, figuriamoci
parlarsi poi. Ma almeno si consolava sapendo che lo stesso trattamento che riservava
a lei, lo riservava anche al resto dell’istituto.
Proprio mentre
faceva quei pensieri, le era caduto un libro in testa.
‹‹si zia, hai
perfettamente ragione.
››
Dicendo così la
risposta esatta, la donna tornò nella stanza di cui si stava occupando, mentre Isabella,
o Bella per l’amica e i suoi genitori, tornò ad azzuffarsi con i suoi amati
libri.
Si trovava nella
stanza adibita a biblioteca. Se non fosse stato per il caos che vi regnava,
Isabella credette che quella sarebbe stata per lei la sua sala preferita,
semmai un giorno avesse potuto abitarci.
Vi era un camino
sul quale vi erano posate diverse mini sculture di cui non si capiva bene il
significato, ma che rimandavano senza dubbio alla cultura celtica e anche
cinese, del resto come la maggior parte degli oggetti e del mobilio dell’intera
casa. I proprietari infatti erano di origine celtico-irlandese, ma vivevano e
lavoravano ad Hong Kong e venivano lì a Forks solo per vacanze natalizie. Su
tutti i muri della stanza, se non vi erano finestre, c’erano solo ripiani,
ripiani e ancora ripiani pieni zeppi di libri. Al centro , posizionate verso il
camino, due poltrone separate da un tavolino. Isabella, se avesse potuto, lo
avrebbe scelto come suo bunker segreto dove rifugiarsi dal mondo esterno, di
cui non si sentiva pienamente parte integrante.
La ragazza era
appena salita su una scala per spolverare la facciata della libreria quando tre
volumi pressoché identici attirarono la sua attenzione. Erano decisamente
antichi e agli occhi suoi, preziosi, e di questo non si sbagliava minimante.
Prese il primo e con molta delicatezza lo sfogliò. Non capiva cosa c’era
scritto però era affascinata dalle figure che spiccavano tra le pagine. Figure
mitologiche a parer suo, ma decisamente bellissime, nonostante alcune, secondo
lei, non erano buone.
Stava per
rimettere il volume al suo posto quando un luccichio nel posto dove prima si
trovava il libro attirò la sua attenzione. Sembrava una spilla d’oro
raffigurante uno strano simbolo celtico. Allungò la mano per poterlo afferrare
e vedere meglio da vicino, ma nel momento in cui Isabella sfiorò l’oggetto, una
scarica elettrica le percorse il braccio, diffondendosi per tutto il corpo. Le
parve quasi che il tempo si fosse fermato, e chissà, forse, era veramente
successo, anche se non per tutti allo stesso modo.
Ripresasi da
quello strano episodio, Isabella stava cercando ancora una volta di mettere al suo posto quel libro
solo che non ci riusciva, continuava a fissare quell’oggetto. Si sentiva
strana, perché credeva che quell’oggetto le appartenesse, non sapendo
ovviamente come mai lo sapesse. Ci pensò su ancora qualche secondo, poi
decisasi si infilò in tasca la spilla e rimise a posto il libro, continuando
nel suo lavoro, mentre nel suo animo sentiva che quella era stata la cosa
giusta da fare e un’altra strana sensazione familiare di forza la invadeva. Non
sapeva però quanto quel gesto, presto, le avrebbe cambiato la sua intera
esistenza.
Contemporaneamente,
in più luoghi differenti nel pianeta, creature fantastiche, che popolano soprattutto
gli incubi dei bambini, presero coscienza che presto il mondo stava per
cambiare.
Per alcuni si
trattava di una minaccia, di un nemico da combattere il più presto possibile.
Tra questi vi era specialmente una perfida famiglia dagli occhi rossi, che con
la forza, nel passato, si era presa il posto di cui oggi famelica si vantava su
tutti i suoi simili, comandava su di loro per il proprio interesse, non importandogli
se potevano creare scompiglio e odio, perché sicuri della propria supremazia.
Per altri invece
si trattava di una liberazione, di un sogno che si avverava e che bisognava
aiutare a difendersi dall’oscurità che presto l’avrebbe attaccata. Tra questi
vi era specialmente una splendida famiglia dagli occhi oro, che aveva vissuto
finora nella più ricercata tranquillità, cercando di stare alla larga, per
quanto possibile, dalle grinfie della casata reale della sua specie che si era
autoincoronata sovrana centinaia di anni fa. Il suo compito ora, come quello di
tanti altri, era quello di aiutare la prescelta a compiere il suo destino e
prendersi quello che gli spettava di diritto da secoli.
Una pensiero
però che accomunava entrambe le fazioni nel mondo era solo uno. Dove e specialmente
chi era la prescelta che, finalmente, si era risvegliata?