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Autore: AliceInAshbaLand    19/03/2011    2 recensioni
Giusto una piccola One-Shot per ricordare Randy Rhoads, che il 19 marzo di ventinove anni fa ci lasciava.
E' in assoluto il mio chitarrista preferito e volevo ricordarlo, in qualche modo :)
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hey, Randy.

Ventinove anni, eh? Ventinove anni che non ci sei più, e a me sembrano secoli.

Sai, non ti saprei dire come l’ho passato tutto questo tempo, ma insomma, mi hanno chiesto di scrivere qualcosa per la celebrazione che si terrà domani, e ora in qualche modo devo tirare fuori tutti i ricordi che ho di te, di noi, della mia vita senza di te. Insomma, un qualunque frammento, anche insignificante, pescato dal passato.

«Non sono sicuro di volere tutto questo.»

Sono le ultime parole che mi hai detto. Eravamo sul tour bus, quella sera. Io, strafatto come sempre, e tu con le tue fidate sigarette, che fumavi nervosamente, tenendo gli occhi bassi.

«Cosa??» non ero sicuro di aver capito bene, ma il tuo sguardo, quella notte, diceva tutto.

«Forse… Ozzy, io mi sono stancato di questa vita. Non sono sicuro di voler continuare.»

Ecco, ora dimmi: lo sapevi vero? Lo sapevi che stava per finire male? Perché veramente, io non me lo spiego. Avevi tutto, Randy. Avevamo il mondo in pugno. E invece tu ci avevi visto giusto.

Sei ore dopo, non c’eri più.

Ed è il mio più grande rammarico, averti lasciato lì senza dire una parola. Potevamo continuare a parlare, potevamo bere insieme, e potevamo addormentarci sfiniti.

Così tu non ti saresti svegliato nel cuore della notte. Non saresti salito su quell’aereo, e adesso saresti ancora qui. Non meritavi tutto questo.

Cosa volevi, quel giorno? Un brivido, una ragione per vivere? Forse, volevi solo divertirti. Che sarà mai, un breve volo? Una disgrazia, Randy, ecco cos’è.

Per colpa di un cocainomane, tu te ne sei andato. Non è ingiusto questo mondo?

I'm living with something that just isn't fair.

Ci ho pensato a lungo e, insomma, i più buoni se ne vanno sempre per primi. Sì, perché tu eri buono, Randy, buono dentro. Non ho mai conosciuto un ragazzo che avesse la tua stessa genuinità, la tua stessa voglia di vivere.

Di VIVERE, ragazzo. Fino alla fine. E invece no, ci hai lasciato a venticinque anni, e il mondo ti ha presto dimenticato. Ma io no. Io ci penso ogni giorno.

Sei passato alla storia come “il musicista che morì in un incidente aereo”, ma non era così che doveva andare. Dovevi essere ricordato come il miglior chitarrista di tutti i tempi, dovevi essere un esempio per intere generazioni. “Un’ispirazione per tutti i giovani”, c’è scritto anche sulla tua lapide. Ma troppo presto, troppo presto il mondo ha deciso di farla finita con te.

Ma forse, sai, forse eri tu che volevi farla finita col mondo.

Non hai mai amato stare sotto i riflettori. Quello famoso ero io, il Principe delle Tenebre. Cosa ho fatto poi per meritarmi quel soprannome, proprio non lo so.

Ma sai che ti dico? Che se così mi chiamava la gente, allora tu eri il mio paggio. Servivi un principe, per imparare a diventare re.  

Eri il mio uomo fidato, giovane, con quei lineamenti da eterno bambino, timido e schivo. Lo sguardo di riverenza quando parlavi con me, i piccoli occhi timidi abbassati costantemente sulle mani, e quelle dita affusolate che non stavano mai ferme. Era destino che ci incontrassimo, prima o poi. Era destino che tu mi seguissi ovunque, e insieme avremmo fatto grandi cose.

Diamine, Randy, ma ci pensi a come sarebbe il mondo se tu fossi ancora qui? Saresti il migliore, in ogni senso. Avresti una famiglia tutta tua, dei figli da crescere, saresti ancora qui con me a suonare, saremmo più felici di prima e tutti ti amerebbero più di quanto amano me.

Avresti scritto la storia.

Ma so che non posso portarti indietro, e ovunque tu sia ora, ci rimarrai per sempre. Già, chissà dove sei… forse sei, che ne so, su una nuvola a guardarmi mentre scrivo questa lettera. Mi piace immaginarti con le ali da angelo e con quel sorriso radioso che mai ti abbandonava, mentre spensierato galleggi nel cielo blu, proprio sopra di me.

Ti raggiungerò, amico mio.

Quando verrà il mio momento, allora verrò lassù, sulla tua nuvola. Tu mi sorriderai e finalmente saremo di nuovo insieme. E lì dall’alto lo domineremo il mondo, come non abbiamo potuto fare prima.

Oh sì, lo domineremo. E tu, sì proprio tu, sarai il protagonista.

Il Principe delle Tenebre, lassù in alto, uno sguardo sul mondo intero. E al suo fianco, quel piccolo grande paggio, un sorriso luminoso, una chitarra tra le mani, e tanta, troppa voglia di vivere.

 

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Ecco, non uccidetemi. Volevo solo ricordare la morte di Randy in questo modo, con una semplice one-shot che, lo so, non è il massimo. Ma Randy non merita di cadere nel dimenticatoio, per niente, è e rimarrà sempre un grandissimo musicista. E la smetto di rompervi, ma volevo rendervi partecipi di quello che per me è Randy. Un artista e uomo fantastico, che non meritava di andarsene così.

 E il titolo è preso dalla canzone “Blackbird” degli Alter Bridge :)

  
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