STRAMALEDETTI ORMONI
“Tesoro! Tesoro presto
è il momento”
Giulio saltò giù dal divano sul quale era
sdraiato e corse, con l’ansia che gli
tappava la gola, nella camera da letto.
“Ada cosa intenti? Mancano ancora due settimane alla
scadenza” Giulio fissò la
moglie e subito dopo il suo pancione terrorizzato, possibile che fosse
arrivato
il momento?
Ada sbuffò infastidita, tirandosi indietro una ciocca di
capelli che le si
erano appiccicati al volto per il gran caldo che faceva. Era stufa di
tutto.
Stanca di tutto quel peso che si doveva portare dietro, stanca delle
gambe
gonfie, stanca di doversi fare cinque docce al giorno e ritrovarsi
sempre ed
immancabilmente sudata… insomma era stanca di essere stanca!
“Bhè parlaci tu con tua figlia”
sibilò seccata indicandosi la pancia “ E
già
che ci sei digli di starsene buona per altre due settimane!”
“Scusa amore… dai non ti agitare ora faccio la
valigia in un secondo e ti porto
in ospedale… ce la fai a resistere? Oppure vuoi che partiamo
subito ? Come ti
senti?”
“Sto bene, sto bene” disse Ada sedendosi sul letto
“Piantala di fare domande
inutili e fai la valigia”
“Si Ada hai ragione” Giulio scosse la testa tra il
mortificato e lo stressato.
Certamente essere incinta dell’ultimo mese, proprio durante
il sol leone di agosto
non era piacevole, però neppure essere il compagno di una
donna ormonale e
umorale era una passeggiata.
Ada era sempre stata una persona solare e pacifica, però
complici la gravidanza
e il caldo torrido di quell’ultimo periodo era diventata
molto facilmente
irritabile.
Fortunatamente a quanto pareva il calvario presto sarebbe finito,
sospirò in un
misto di sollievo e trepidazione. Tra non molto sarebbe diventato
papà! Gli
angoli della bocca si piegarono contro la sua volontà per la
gioia.
“Allora ti dai una mossa?”
La voce incalzante di Ada lo distolse dalle sue fantasie genitoriali,
sua
moglie aveva ragione dovevano sbrigarsi.
Senza perdere più neppure un istante si diresse sicuro verso
il comodino della
donna, anzitutto doveva prendere la biancheria intima di ricambio, poi
avrebbe
preso una vestaglia pulita ed infine lo spazzolino ed il necessario per
il
bagno.
Aprì il cassetto di slancio, senza pensarci
infilò la mano e ne estrasse un
paio di boxer neri. Bene! Le mutande erano prese, le infilò
nella borsa e si
diresse nuovamente verso il comodino per cercare le calze e il
reggiseno.
Un attino! Giulio si bloccò
di colpo
alzando dubbioso un sopracciglio, non sapeva bene cosa, ma
c’era qualcosa che
non quadrava proprio. Ritornò sui suoi passi e
frugò nel borsone.
Accidenti! Che ci facevano i suoi boxer nel comodino di sua moglie?
“Ma che fai?” la voce di Ada gli si
insinuò nel cervello.
“Niente cara sono un po’ agitato ho sbagliato
cassetto!”
“Ufff” sbuffò di rimando la donna.
Giulio si rimise freneticamente alla ricerca del vestiario della
moglie,
possibile che fosse così
su di giri da
sbagliare ad aprire i cassetti?
Ne aprì un altro e poi un altro ancora, l’ansia lo
stava pervadendo e cominciò
a buttare tutto per aria, poco a poco le sue calze, le sue mutande, le
sue
magliette … tutto il suo guardaroba cominciò a
volare per la piccola camera da
letto.
“Non ti preoccupare tesoro tu resta lì seduta, le
trovo tutte le cose che
servono… poi sistemo tutto te lo giuro”
Nel giro di pochi secondi la camera era completamente ribaltata, tutti
i
cassetti del comodino erano aperti e i capi d’abbigliamento
sparpagliati alla
rinfusa sul pavimento.
“Ecco qui, ho fatto Ada, vieni possiamo
andare…”
Giulio tutto trafelato e grondante di sudore si voltò per
aiutare la moglie a
tirarsi in piedi.
“… Ada… Dove sei?” della
donna neppure l’ombra.
“Sono qui in bagno!” la voce dalla consorte gli
arrivò calma alle orecchie.
Giulio si fece largo tra la montagna di vestiti accatastati e raggiunse
la
compagna in bagno.
Per alcuni istanti fissò la sua –dolce-
metà basito e senza parole… Ada si
stava truccando!
“Ma che fai?” mormorò allibito.
Ada sollevò un sopracciglio -perfettamente curato- e lo
guardò come se fosse
pazzo.
“Non lo vedi? Mi sto truccando”
“Ma non serve dobbiamo andare in
ospedale…”
“Ah già… scusa era un falso allarme. Ho
fatto la pipì e adesso sto bene”
concluse placida come se nulla fosse.
Face spostare il marito dalla soglia della porta del bagno e si diresse
sicura
verso la camera da letto, mormorando :
“Manca solo un poco di profumo e poi sono pronta, Carla
dovrebbe arrivare tra
poco”
“Ma cosa devi fare?” Giulio era sempre
più stranito, in una situazione normale
sarebbe andato su tutte le furie, però quella non era una
situazione normale!
Insomma, gli pareva di essere stato catapultato in un universo
alternativo,
dove sua moglie ragionava in un modo assurdo ed incomprensibile.
“Cos’hai oggi?” chiese Ada seccata
“Fai un sacco di domande stupide. Ovvio, se
esco con Carla vuol dire che andiamo a fare shopping, ci sono ancora
alcune
cose che devo comprare per Camilla prima che nasca!”
Poi si bloccò sull’entrata della camera sconvolta
e lanciò un urletto:
“Mio Dio Giulio, ma cos’hai combinato? Guarda che
disastro” mormorò sconvolta e
leggermente incazzata.
“Oh ecco… non trovavo più le tue cose,
così per fare in fretta ho ribaltato
tutto, però tranquilla ora risistemo tutto”
“Sicuramente, questo disastro io non lo metto a posto.
Comunque ci credo che
non trovavi niente, le hai cercate nella cassettiera
sbagliata”
“Ma cosa dici, sono tre anni che viviamo qui e quello
è sempre stato il tuo
spazio”
“Si hai ragione però ieri non avevo nulla da fare
e così ho cambiato la
disposizione dei mobili e della biancheria” disse Ada con
semplicità alzando le
spalle.
“… ma… non potevi dirmelo?”
ecco ora si che Giulio stava veramente perdendo la
pazienza.
“ Suvvia amore non è poi così una
tragedia, mi sono dimenticata, sarà lo stress
della gravidanza” e concludendo con un leggero bacio sulle
labbra al marito,
afferrò la borsetta ed uscì di casa.
Ada non si era ancora richiusa la porta alle spalle che Giulio la
sentì
salutare la sua amica Carla e subito dopo aggiungere:
“Sapessi ti devo raccontare una cosa
divertentissima… ho appena fatto uno
scherzo a Giulio…” il resto della frase si perse
nel silenzio della stanza e
nel ringhio sommesso che uscì dalla gola di Giulio.
L’uomo fece un respiro profondo e scuotendo la testa
sconsolato si apprestò a
risistemare la camera da letto, mormorando di tanto in tanto tra
sé:
“Stramaledetti ormoni… “
END
PICCOLO SPAZIO PRIVATO:
So che può apparire una cosa assurda,
ma
garantisco che essere incinte non è una passeggiata e
l’istinto ogni tanto di
tramare qualche vendetta infantile è fortissimo. Io per
esempio quando
aspettavo mia figlia ho fatto girare il mio compagno per tutta una
mattina
intera a fargli cercare delle crocchette di patate, perché
gli ho detto che
avevo le voglie.
Quando alla fine è tornato a casa con il tesoro io non le ho
mangiate ( non ne
avevo voglia fin dall’inizio, volevo solo farlo correre un
po’ .-.)So che può
apparire da sadiche però capita.
Spero che comunque questa storia abbia strappato un sorriso :D
Partecipante al contest “Vendetta
perché mi va”