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Autore: Leireel    23/03/2011    0 recensioni
Mamma non sapeva giocare a golf; tirava le mazze in testa alle persone e poi si affannava a chieder loro scusa, mentre la pallina rimaneva immobile. Però almeno ci provava.
Travis non capiva proprio perché suo padre non potesse fare lo stesso.

[Cougar Town]
Rispondo all'iniziativa indetta dal « Collection of Starlight »: The Fandom Show.
Genere: Commedia, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando il fandom ti chiama non puoi non rispondere! The Fandom Show, è un'idea del « Collection of Starlight », said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »
imageTipologia: triple drabble.
Genere: Angst (ehm).
Rating: PG.
Warning: OC.
Pairing: No pairing.
Personaggio: Bambino o adolescente.
Random: Narratore esterno onnisciente che temo sia diventato mezzo interno perché avevo scordato l'avvertimento.
Author's Notes: Prima storia del fandom italiano di Cougar Town, ed è un'emerita schifezza! *applaude* Credo di aver tradito un po' lo spirito di tutta la serie con questa storia, ma l'avvertimento chiedeva angst, non potevo far altro che buttarci tristezza a palate .-. Ho riassunto un po' l'infanzia di Travis - almeno, l'intenzione era quella. Ah, il nome Salerio esiste sul serio, usato da Shakespeare ne Il mercante di Venezia: credo che Travis abbia una vera passione per gli amici (e coinquilini) un po' strambi.

All the small things

Di suo padre non gli mancavano che le piccole cose. Era solo un bambino e tutti gli dicevano che non poteva capire, ma anche a un bambino era concesso sognare.

Non chiedeva tanto, in effetti. Che lo tenesse per mano andando a scuola, un bacio al mattino a mo’ di buongiorno e uno la sera prima di andare a dormire; una mano coi compiti di scuola, magari, perché la mamma era la migliore in tutto, vero, ma coi problemi di matematica s’innervosiva e finiva a bere vino con la signora Torres. Un padre tipo Andy, che lo mettesse a cavalluccio e lo facesse girare.


Gli mancava il sorriso di sua madre quando lui la sorprendeva con qualche gesto carino; una volta le aveva portato un tulipano dal campo da golf, e lei si era illuminata e l’aveva abbracciato fino a stritolarlo, anche se i tulipani non le piacevano affatto. La risata di mamma era strana, ma contagiosa, e a Travis mancava sentirla ridere così.

Avrebbe anche voluto che suo padre insegnasse a giocare a golf, così da diventare bravo come lui, il grande Bobby, un giorno. Il suo amico Salerio andava a giocare tutti i sabati con suo padre; Travis non si spiegava proprio come uno con un nome così stupido poteva divertirsi col suo papà, e lui invece no.

 

Mamma non sapeva giocare a golf; tirava le mazze in testa alle persone e poi si affannava a chieder loro scusa, mentre la pallina rimaneva immobile. Però almeno ci provava.

Travis non capiva proprio perché suo padre non potesse fare lo stesso, al posto di passare i week end fuori casa e far piangere la mamma. Non gli bastava che quello: una domenica tutti e tre assieme, magari nel giardino col barbecue acceso, e ridere fino ad avere male alla pancia.

Non voleva che le piccole cose, in fondo. Un papà che stesse al suo fianco e lo rendesse felice.


   
 
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