Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Lyra Snape    23/03/2011    3 recensioni
Alcuni dei cugini Weasley-Potter sono andati in vacanza insieme, senza genitori.
Naturalmente, essendo tutti minorenni, devono fare le pulizie senza magia, il che naturalmente comporta un grande dispendio di energie soprattutto da parte delle ragazze.
Finchè un giorno Rose non decide che ne ha abbastanza e obbliga Hugo e James a fare il bucato...
Quarta classificata al contest "Guida alla disinfestazione domestica, capitolo 1", infdetto da Robinki, nonché vincitrice del "Premio Risata"
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hugo Weasley, James Sirius Potter, Rose Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I contest finiranno per uccidermi, lo so. XD

In any case, la storia che state per leggere ha partecipato al contest "Guida alla disinfestazione domestica, capitolo 1", si è classificata quarta e ha vinto il premio risata. <3 Non credo di dover dire altro, la presentazione qui sotto dice tutto...
Ah, sì, ehm...il titolo è orrendo, ma giuro che mi ci sono sfracellata la testa per un'ora e non ho trovato niente, quindi ho scelto qualcosa a caso....

Nick autore: Lyra_weird (sul forum); mrs snape (su EFP)
Genere: Commedia, Comico
Rating: Verde
Contesto: Nuova Generazione
Avvertimenti: One-shot
Personaggi: Hugo Weasley, James Sirius Potter, Rose Weasley
Nome pacchetto: Cats aren’t man’s best friends.
Note autore: non credo ci sia molto…posso dire questo: dopo avere a lungo osservato, ho capito che gli uomini non sanno usare la lavatrice. Puoi insegnare loro a fare il letto, a stendere la biancheria, a pulire il pavimento, a far partire la lavastoviglie, a cucinare, ma la lavatrice è un eterno nemico. Ho sempre detto a tutti i miei amici che se mettessi due di loro davanti a una lavatrice, vincerebbe sempre e comunque la lavatrice…Rose invece questo non l’ha capito, e ha obbligato i due ragazzi a lavare i vestiti di tutti…


«E giuro che se quando torno non vedrò tutto pulito, mi occuperò personalmente a infilare VOI in lavatrice!» strillò Rose, prima di uscire di casa sbattendo la porta.
James e Hugo si guardarono, profondamente sconfortati. «Ripetimelo ancora…perché abbiamo deciso di andare in vacanza tutti insieme, senza genitori?» chiese James, depresso.
«Perché pensavamo sarebbe stato divertente», lo informò Hugo.
«E perché non abbiamo pensato che siamo minorenni e che niente genitori vuol dire anche niente magia?» chiese nuovamente James.
«Perché siamo adolescenti e facciamo le cose prima di pensarle», rispose Hugo, sospirando.
James fece un sbuffo, e osservò la lavatrice. «Non ho la più remota idea di come si debba utilizzare questa cosa», confessò.
«Nemmeno io», rispose Hugo. «Però insomma, se da un mese le ragazze riescono a farla funzionare senza fare danni, non potrà essere così difficile, no?»
James annuì, convinto. «Hai ragione!» esclamò, un po’ più sollevato. «Cosa mai ci vorrà? Basta metterci dentro i vestiti sporchi e schiacciare un bottone, ci riuscirebbe anche un idiota».
«Non capisco perché Rose si lamentava tanto per il fatto che lo facciamo sempre fare a lei e a Lily».
«Sono ragazze, che vuoi farci», disse James, con l’aria di chi la sa lunga. «Se non si lamentano non sono contente. Comunque cominciamo, no? Così finiamo subito e ce ne andremo al mare
».
«Giusto!» convenne Hugo, e corse fuori dalla cucina. Dopo circa trenta secondi rientrò. «Hai idea di dove si trovino i vestiti sporchi?» chiese, vagamente perplesso.
«Non so, io li lascio sempre sul pavimento della mia stanza aspettando che Rose li raccolga…» rispose James, pensieroso. «Prova a chiedere ad Al».
Hugo lo guardò come se fosse matto. «Al è uscito un’ora fa!»
«Come sarebbe a dire, ‘è uscito un’ora fa’?»
«Ha detto che secondo lui tirava aria di tempesta ed era meglio defilarsi…»
«Tipico di Al. Scappa e lascia che urlino sempre addosso a me. Anche a casa lo fa sempre».
«Comunque, parlar male di lui non ci aiuterà affatto», disse Hugo, in tono definitivo. «Adesso ci dividiamo e andiamo a cercare questi maledetti vestiti. Capirai, questa casa ha solo quattro stanze, tanto lontani non potranno essere».
Dopo dieci minuti, risuonò l’urlo di James. «Ehi, Hugo, credo di averli trova…AAAAARGH!»
«Che diavolo succede?» strillò Hugo, istericamente. «È entrato un ladro? Voldemort? Mia madre?» si affacciò sulla porta dello sgabuzzino, sul cui pavimento James era lungo disteso, completamente coperto di vestiti. «È…questo stupido…gatto…» esalò. «Avevo in mano la cesta dei vestiti, perciò non vedevo dove andavo, e lui mi si è messo in mezzo ai piedi! L’ha fatto apposta!»
Hugo sospirò. «Sei paranoico riguardo a quel gatto, James».
«Ma lui mi odia! Mi guarda sempre male!» protestò il cugino. «Vado a dormire e la mattina dopo mi risveglio coperto di graffi! Secondo te perché?»
«Ti è successo una volta ed era un taglietto minuscolo», precisò Hugo. «E sicuramente non era stato Grattastinchi».
«Non capisco perché Rose abbia voluto a tutti i costi tenerlo con sé», brontolò James. «Voglio dire, se trovi un gatto mentre sei in vacanza, lo porti dal primo veterinario che incontri, mica te lo tieni! Rose non è normale! E poi Grattastinchi, che razza di nome è?»
«Boh, l’ha suggerito mia madre», fece Hugo, facendo spallucce. «Non so da dove le sia venuto».
«Forse aveva sbattuto la testa», ipotizzò James, «e anche Rose, visto che ha deciso che andava bene. Grattastinchi…ma dico io». Si rialzò e cominciò a raccogliere i vestiti sparsi per il pavimento. «È incredibile, quanta roba c’è. Siamo al mare, siamo sempre in costume da bagno, come diavolo facciamo a sporcare tutti questi vestiti?»
«Penso che la maggior parte siano delle ragazze. Sai, sono fissate con questa cosa di avere tutti i vestiti puliti e robe del genere…» rispose Hugo.
«Cose da matti», ripeté James, imbronciato. «Va bene, io porto tutta questa roba, tu fammi strada e dimmi se c’è il gatto appostato da qualche parte!»
Hugo alzò gli occhi al cielo, ma non disse niente e precedette il cugino in cucina. James posò la cesta sul pavimento e si inginocchiò. «Ok, allora, come si apre?»
«Boh, tira da qualche parte, le ragazze fanno sempre così», rispose Hugo. James tirò con tanto entusiasmo che finì lungo disteso per terra, ma lo sportello della lavatrice non si mosse di un millimetro. «Non mi sembra che funzioni», sentenziò poi, quando si fu ripreso dalla sorpresa.
«Ma come diavolo fanno?» si chiese Hugo, perplesso. Entrambi cominciarono a tirare lo sportello e a prendere a calci l’elettrodomestico, ma nessuno dei loro tentativi funzionò. Dopo una decina di minuti, si accasciarono a terra, ansimanti. «Questo…maledetto…aggeggio…» soffiò Hugo, senza fiato.
«Credo di averlo sentito ridere» borbottò James. «Lo prendiamo a calci, e ride. Si sta divertendo».
«Non dire idiozie, James, le lavatrici non ridono».
«Questa lo fa».
«No che non lo fa».
«Invece lo fa».
«D’accordo, certo», si rassegnò Hugo. «Comunque non si spiega come mai le ragazze riescano ad aprirlo subito, e noi no».
«Forse sono più forti di quello che pensiamo», rifletté James. «Non avrei dovuto prendere tanto in giro Lily, quando si è presentata alle selezioni per i Battitori…»
«Come no.
No, senti, dev’esserci un sistema. I Babbani non fanno mai le cose complicate».
«Lo dici tu», borbottò James, ripensando all’ultima volta che si era trovato in mano il telefonino di Rose. «Quindi secondo te dev’esserci qualcosa che fa aprire questo maledetto sportello senza fare fatica?»
«Per forza», rispose Hugo, avvicinandosi per guardare la lavatrice da vicino. «Ma certo! Guarda qua! C’è una leva!» tirò e finalmente lo sportello si aprì. «Te l’avevo detto che non poteva essere complicato».
«D’accordo, avevi ragione tu. Ora facciamo partire questa cosa», fece James, e cominciò a prendere i vestiti a caso dalla cesta e a infilarli in lavatrice.
«Non sono proprio sicuro che si faccia così…» fece Hugo, guardandolo titubante.
«E in che altro modo dovrei farlo, scusa?»
«Boh, Rose e Lily stanno sempre interi minuti a dividere i vestiti in mucchi diversi…tipo, uno con solo vestiti bianchi, l’altro con solo vestiti rossi, l’altro con solo vestiti neri… servirà a qualcosa, no?»
«Ma va, è solo perché sono delle perfettine precisine», lo rassicurò James. «Alla fine, cosa vuoi che cambi?»
«Ne sei sicuro?»
«Tua sorella divide le mutande nel cassetto per colore».
«Hai ragione», concordò Hugo, leggermente più tranquillo. «Non dev’esserci tutta questa differenza..le ragazze sono proprio delle fissate».
Cominciarono quindi a prendere i vestiti a gruppi di ventidue e a buttarli senza riguardo nel cestello della lavatrice.
«Cos’era quel rumore?» chiese James quando ebbero finito, chiudendo lo sportello.
«Quale rumore?»
«Non lo so…mi è sembrato di sentire un lamento…»
«Sarà stato il frusciare dei vestiti, no?»
«Oppure la lavatrice che si lamentava perché finalmente abbiamo capito come si usa!»
«Le lavatrici non si lamentano, James».
«Sì che si lamentano! E ridono anche!»
«D’accordo, è come dici tu», si rassegnò Hugo, sforzandosi di non alzare gli occhi al cielo. «ora cosa facciamo?»
«Boh…Lily mette sempre una roba liquida qui dentro…» borbottò James, aprendo il cassettino per il detersivo.
«E sai dov’è, questo liquido?» chiese Hugo, guardandosi intorno.
«Penso che sia sotto il lavello, una volta ho visto che lo prendeva da lì», rispose James, aprendo l’antina. Per un momento fissarono sbigottiti lo spettacolo che si parò loro davanti, senza parole.
«Quale di queste sarebbe quella giusta?» chiese Hugo dopo qualche secondo, guardando l’interminabile quantità di bottiglie.
«Non lo so», rispose James, sentendosi invadere dalla disperazione. «Mi ricordo solo che è verde».
«Be, questo restringe il campo», disse Hugo, leggermente più sollevato, afferrando due bottiglie. «Ci sono solo queste».
«Sì, ma quale di queste? Su tutt’e due c’è scritto ‘Detersivo’!»
«Boh. Una vale l’altra!» sentenziò Hugo. «Sempre di sapone si tratta. Prendiamo questa, c’è disegnato sopra un limone, tanto schifo non potrà fare», continuò, versando una generosa dose di detersivo per piatti nel cassettino e richiudendolo. «E ora?»
«Rose ha detto che bisogna scegliere un programma e farla partire», disse James, apparentemente ignaro del significato della frase che aveva appena pronunciato.
«Cioè?»
«Che ne so! Quelle parlano arabo!»
«Credo che dobbiamo far girare questa manopola», rifletté Hugo, studiando la lavatrice da vicino.
«Ma ci sono un sacco di scritte! Quale scegliamo?» chiese James.
«Rose una volta ha detto a Lily di non lavare mai i suoi vestiti a 90°», si sforzò di ricordare Hugo.
«Perché?»
«Forse non vuole che soffrano il caldo! Sai come sono le ragazze…»
«Va bene, allora non laviamoli a 90°, per farle piacere», decise James, girando la manopola che indicava 60°. «Questi andranno bene, però», disse rivolto a Hugo, che non poté fare a meno di annuire. «E ora non dobbiamo far altro che aspettare che finisca!» concluse James, soddisfatto. «Siamo stati bravissimi!»

Un’ora dopo, i ragazzi si diressero verso la lavatrice, che sembrava aver finito.
«E ora?» chiese James.
«Dobbiamo portar fuori in giardino tutti i vestiti e stenderli», rispose Hugo, sospirando. «Mi sa che è una cosa lunga, ma almeno dopo avremo finito!»
«D’accordo, facciamolo», disse James, chinandosi per aprire lo sportello. «Tanto ormai il tempo l’abbiamo perso, cosa vuoi che...»
Fu interrotto da uno strillo disumano che sembrò provenire da dentro la lavatrice. I due ragazzi si ritrassero, spaventati.
«Che cos’era quello?» chiese Hugo, isterico.
«La lavatrice si è arrabbiata! Te l’avevo detto! Tu continuavi a ripetere che le lavatrici non provano sentimenti…»
Osservarono terrorizzati la massa di vestiti dentro il cestello che sembrò cominciare a muoversi.
«Pensi che ci manderà contro i vestiti per strangolarci?» sussurrò James, ormai prossimo allo svenimento.
In quel preciso momento, il mucchio di vestiti si aprì e ne uscì Grattastinchi, col pelo ritto e soffiando come un disperato. Li guardò furibondo e corse fuori dalla stanza come un razzo.
James si sentì morire. «Oh, mio Dio», esalò. «Ecco cos’era quel lamento che avevo sentito prima…»
«Abbiamo rinchiuso il gatto in lavatrice! L’abbiamo lavato! E centrifugato!» strillò Hugo, in preda ad una crisi isterica. «Rose ci ucciderà! Ci infilerà in lavatrice, ci laverà dalla testa ai piedi, ci stenderà in giardino e poi ci ucciderà! Cosa facciamo?»
«Ora stai calmo!» rispose James, alzando la voce e prendendolo per le spalle. «Adesso noi prendiamo questi vestiti e li stendiamo, poi prendiamo quel maledetto gatto, lo asciughiamo col phon, lo pettiniamo e sarà come se nulla fosse successo, ok?»
«D’accordo!» concordò Hugo.
Un’ora dopo, completamente sudati e ricoperti di graffi, si abbandonarono sul divano.
«I gatti non sanno parlare, Rose non lo verrà mai a sapere», disse James, rassicurato.
«Hai ragione», disse Hugo. «Sarà assolutamente fiera di noi…»
«James! Hugo! Cosa CAVOLO avete fatto al mio maglione rosso?»
I due ragazzi si guardarono, sconfortati. «O magari no», sospirò James.

Quarta classificata: Lyra_weird
grammatica: 9.2/10
lessico e stile: 9.9/10
originalità: 9/10
caratterizzazione personaggi: 10/10
attinenza al tema e sviluppo trama: 15/15
gradimento personale: 9/10
punti bonus pacchetto: 6/6

Totale: 68.1/71

Ed ecco qui la medaglia di legno! Come potrai notare qui il giro si stringe e le valutazioni sono molto vicine! La tua storia mi è piaciuta troppo! Oltre ad essere scritta con uno stile scorrevole e piacevole, mi ha stupito molto la caratterizzazione dei personaggi! Mi piacciono molto i tuoi James e Hugo! E ho gradito anche i rimandi alla generazione precedente! Per la grammatica ho tolto 0.8 per via di un “Bo”, ripetuto più volte, che correttamente in italiano dovrebbe essere “Boh” e per una virgolina zoppicante. Per il resto nulla da dirti, nonostante ci fossero molti dialoghi non hai mancato nemmeno un segno d'interpunzione! Tutti al posto giusto, brava! Per lo stile ho tolto 0.10 per un errore di battitura (stanza, anziché stanze), altrimenti, come ho già detto, avresti meritato un bel dieci. L'originalità, mi ripeto, ha perso solo perché parlando della Seconda Generazione è più facile inserire delle novità. A parte tutto ciò, complimenti, hai scritto una storia simpaticissima e nella quale ho potuto riscontrare diversi punti in comune con una mia esperienza!

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Lyra Snape