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Autore: Lirit_Du_Coudray    24/03/2011    10 recensioni
Beckett e Castle devono fronteggiare i loro sentimenti. Quanto ancora potranno durare in questa situazione?
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si può fingere che le cose non accadano.
Si può fingere che alcune cose non si notino.
Si può fingere che alcuni sentimenti non si sentano.
Si possono fingere tantissime cose, ma quando la sera, una volta rientrati a casa ci si ritrovava a fronteggiare non gli altri, bensì se stessi: questo la Detective Kate Beckett lo sapeva bene.
Per lei era diventato sempre più difficile nascondere, almeno a se stessa, quel che realmente provava soprattutto quando la sera, immergendosi nella vasca piena di schiuma, con un buon libro e un calice di vino, si rendeva conto che stava semplicemente rileggendo la stessa riga ancora e ancora, mentre i suoi pensieri vagavano molto più in là.
Di tanto in tanto la situazione peggiorava, quando la sua foto troneggiava sul retro del volume.
Lei non si rendeva conto di quel che le stava passando nella testa, piuttosto di tanto in tanto si sorprendeva a sorridere o ad arrabbiarsi ripensando a lui; in quei momenti semplicemente scollegava la testa e metteva tutto a tacere.
Recentemente però aveva cominciato a sentirsi a disagio con Josh, questo era il vero problema: non prestava attenzione a quel che il fidanzato le stava dicendo, non le importava se doveva disdire all’ultimo per un intervento d’urgenza, cercava pretesti per andare via prima e aveva sempre meno voglia di stare con lui.
Quella sera la donna era acciambellata sul divano con il suo fedele calice, stava svogliatamente guardando la tv; d’un tratto sentii il campanello e una voce familiare ad accompagnarlo.
-Tesoro sei in casa?- Urlò Lanie da dietro la porta.
-Arrivo subito!-
Si salutarono, si accomodarono in soggiorno e Kate versò all’amica un bicchiere.
-Non che tu non sia la benvenuta, ma cosa ti porta qui alle undici di sera?-
-Avevo bisogno di fare quattro chiacchiere dopo una pesantissima giornata di lavoro.-
-Ottimo! Anche io ho bisogno di distrarmi un po’…-
-C’è qualcosa che ti turba?- Chiese la dottoressa.
-No, no- Rispose in fretta la detective. –Ma sai, ogni giornata è impegnativa con Castle che elabora le sue sempre più strambe teorie...-
-Aaaahh, allora quel che tiene impegnata la tua testa, è writer-boy.- La donna rise di gusto. -Capisco…-
-Lanie…- Cominciò Kate aggiustandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
-Cosa!-
-Non cominciare! Sai quanto può essere difficile gestire Castle!- Rispose bonariamente all’amica.
-Kate non devi dirmi nulla, prima o poi deciderai di affrontare la realtà. Per noi è evidente, forse per te ci vorrà ancora del tempo…-
-Dai Lanie non scherziamo! Non c’è nulla di evidente…-
-Kate, se vuoi prenderti in giro, mi sta bene, ma non pensare di fregare me! Quell’uomo è pazzo di te tanto quanto tu lo sei di lui, se poi preferisci non vederlo va bene!-
-Non credo le cose stiano esattamente così…- Provò allora ad obbiettare la Detective.
-Non credi? Cos’altro deve fare un uomo per dimostrarti quanto tiene a te? Tutti i giorni mette in pericolo la sua vita per stare al tuo fianco,-
Beckett la interruppe immediatamente. –E’ uno scrittore di gialli che cerca ispirazione!-
Il medico legale la guardò storto.
-Sono più che certa che Esposito ti abbia già comunicato che ha raccolto materiale ormai per decine di manoscritti!- Rispose Lanie con stizza.
-Questo come lo sai?-
-Bella mia, io ci parlo con il mio fidanzato!-
-Che intendi con questo?-
-Intendo dire che io il mio, al contrario di te, non lo evito!- Rispose disperata la donna.
-Questo non è vero!-
-Negalo allora!-
La Detective si sforzò di trovare un buon modo di ribattere, ma senza successo.
-Ok, hai ragione, le cose con Josh non vanno esattamente bene. Pensavo fosse perché non era mai al mio fianco, ma ora che è qui…-
-Ora che è qui?- Incalzò l’amica.
-Non è sparito il senso di disagio, forse addirittura è peggiorato.-
Ci fu qualche attimo di silenzio.
-Kate, non è forse meglio sistemare questa situazione?-
-Lui mi ama ed è un uomo fantastico. Mi fa sentire… Stabile.- Bisbigliò la detective.
-Stabile?- Controbatté Lanie. –Avresti potuto dire qualunque altra cosa, ma non questa!  Potrebbe anche essere l’uomo perfetto, ma forse non è quello giusto per te Kate.-
-Questo non vuol dire che Castle sia la persona adatta a me.- L’espressione della poliziotta era completamente neutra.
-Non è questo quel che ho detto,- Poi aggiunse ridendo -anche se è quel che penso.-
-Castle è inaffidabile, infantile, capriccioso, volubile, incostante, irrispettoso, incosciente e avventato.- Rispose Kate con foga.
-Non che premuroso, onnipresente, attento, leale, amorevole con gli amici e la famiglia, generoso, intelligente, spiritoso, affascinante e ricchissimo.-
-Lanie perché non ti ci metti tu?- Rispose Beckett imbronciata.
-Esposito non ne sarebbe affatto contento.- Disse ridendo. -Castle non è fatto per me, ma per te.
Kate smise di rispondere e la dottoressa cambiò argomento; sapeva che era meglio non spingere oltre l’amica, inoltre aveva già ottenuto quel che voleva: l’aveva fatta riflettere ed era convinta che presto sarebbe giunto il momento di una svolta.
La Detective, dal canto suo, nonostante prestasse attenzione all’amica, era parecchio distratta da un insieme di pensieri sullo scrittore che, in quel momento, non riusciva proprio a sedare.

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Richard Castle fece il suo ingresso al 12° distretto verso le 10 del mattino con due enormi tazze di caffè fumante in mano.
Ogni mattino, varcando quella soglia, vedeva Beckett sorridere e ringraziarlo per il caffè, da quel momento in avanti cominciava davvero la sua giornata.
-Sai Beckett,- Disse lo scrittore dopo un veloce saluto –Quando entro il mattino in questo posto, mi regali sempre uno splendido sorriso che t’illumina il volto.- Kate arrossì e Castle, seppur compiaciuto, continuò. –ma ho un dubbio…-
-Ovvero?-
-Non capisco se sorridi perché sono arrivato o se sei emozionata e guardi intenerita il caffè…-
Guardandolo la poliziotta notò che, nonostante quella volesse essere solo una battuta, qualche incertezza era ben presente.
-Ovviamente sto accogliendo il caffè!- Rispose ridendo.
-Sei davvero pessima…-
-Lo so.-
Detto questo tornò alla tonnellata di scartoffie che l’attendevano al varco mentre Rick prese a giocare con il suo Iphone.
La Detective neppure provò a chiedere cosa fosse venuto a fare, quella conversazione l’avevano già avuta troppe volte; lei insisteva sul mandarlo a casa, sul fatto che fosse inutile rimanere lì fermi ad osservarla o a giocare con qualche app. e che lo avrebbe chiamato se fosse arrivato un caso: in nessun modo lo scrittore lasciava perdere.
Dopo una giornata lunga e lenta, senza nessun caso che richiedesse l’attenzione di Beckett e la sua squadra, finalmente giunse l’ora di staccare; Kate aveva perso il conto di quante volte aveva dovuto riprendere Castle: “Smettila di fissarmi!, “Non lamentarti, se vuoi torna a casa.”, “Finiscila con i doppi sensi.”, “No, non voglio giocare con il tuo Iphone!” e molto altro ancora.
Si sentiva esausta più che in una giornata d’intense indagini.
-Ehy ragazzi!- Esordì Ryan. –Vi va una birra all’Old Haunt?-
-Io ci sto fratello.- Disse sopraggiungendo Esposito, chiamo Lanie.
-Dopo questa giornata noiosa trovo sia un’idea fantastica!- Disse con entusiasmo lo scrittore.
Si voltarono verso Kate in attesa di una risposta; dopo pochi istanti Castle la punzecchiò.
-Ragazzi, magari la signora ha da fare con il suo dottorino…- Canzonò con voce da bambino dell’asilo.
-Castle, non ho da fare con nessuno, semplicemente non so se riesco a sopportarti oltre!- Disse roteando gli occhi. –Comunque ci sto, meglio annegare la disperazione con un paio di birre…-
-Spero tu sia parecchio disperata. Se ti ubriachi dovrebbe essere più facile no?- Rispose ridacchiando lo scrittore.
-Nei tuoi sogni…-
Rick non rispose, le lanciò semplicemente uno sguardo poco fraintendibile: nessuno dei due credeva alle parole della Detective e volle sottolinearlo.
Con Ryan al telefono con Jenny, a cui stava dando appuntamento direttamente al bar, il gruppo lasciò il commissariato; Beckett, cercando di non farsi vedere, estrasse il cellulare dalla tasca e mandò un messaggio a Josh.
#Scusami, per questa sera non se né fa nulla. Devo fermarmi più a lungo a lavoro. Ci sentiamo domani, buonanotte.#
Senza esitazioni premette invio.
 

Se avete voglia fatemi sapere che cosa nè pensate!
A presto!!!
   
 
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