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Autore: MelDbH    24/03/2011    1 recensioni
Una ragazza si risveglia in un vicolo, di notte, a fianco di un cadavere. Non sa chi è e non sa cos'è successo, non ricorda assolutamente nulla della sua vita. Drew Hesler è il detective che si occupa del suo caso, tra i due nasce un legame speciale che porterà Drew a cercare la risoluzione di quel caso in un modo quasi ossessivo e pericoloso, per lui, per lei e per tutti quelli che li circondano.
Genere: Azione, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spalancò gli occhi di scatto. Si trovava in un vicolo cieco di notte. La testa le faceva immensamente male, come se l'avessero colpita con forza. Il buio avvolgeva tutto intorno a lei e riusciva a malapena a distinguere i contorni del suo corpo. Il suo corpo. Il corpo di chi?
“Ma io chi sono?” disse ascoltando il suono della sua voce che le era del tutto estraneo. Si guardò intorno per poi scoprire inorridita il corpo esanime
di un uomo accanto a lei. Con un foro di proiettile in fronte.
Prima di potersi anche solo spaventare la ragazza cadde svenuta sull'asfalto insanguinato.



 

Drew Hesler era un uomo come tanti. Sposato da tre anni, non aveva nessun figlio. Faceva il poliziotto, ma non conosceva l'azione. Era quasi come se i pericoli lo temessero. La sua esistenza lo aveva sempre annoiato finché non era arrivata lei.
Sentì chiaramente il pericolo entrare con lei attraverso la porta quando la portarono alla stazione.

“Quegli occhi azzurri portano problemi”, pensò entrando nella stanza degli interrogatori.

Era una ragazza sui trent'anni, dai lunghi capelli corvini e inquietanti occhi azzurri che lo accompagnarono per tutto l'interrogatorio; indossava un vestito sgualcito che un tempo doveva essere stato bianco ed era sporca, di sangue e fango.
“Salve, sono il detective Drew Hesler, si accomodi.” disse lui imbarazzato, quella ragazza lo metteva a disagio e lo faceva sentire come uno stupido adolescente imbranato.
“Grazie.” disse lei, quasi sorprendendosi del suono della sua voce.
“Qual è il suo nome?” le chiese Drew
“Io... Non lo so.” rispose incerta lei.
“Non lo sa?”
“Non lo ricordo.”
“Cosa ricorda?”
“Ricordo di essermi svegliata in un vicolo accanto al cadavere di un uomo.”
“Conosceva quest'uomo?”
“Può darsi di sì,” disse stortando la bocca. “Può darsi di no, non ricordo nulla.”
Sorrise, quasi divertita da quella situazione.
“Non sembra molto sconvolta da quello che le è accaduto.”
“Non penso che disperarmi possa essere d’aiuto”
“Ricordare qualcosa lo sarebbe.” disse freddo Drew.
“Insomma ci sarà un modo,” disse lei scocciata “in questo cavolo di pianeta, ci sarà pure qualcuno che mi riconosca e quando avrò trovato qualcuno che mi dica chi sono, forse potrò iniziare a ricostruire la mia esistenza.”
“Sotto quello strato di sporco deve essere incredibilmente bella.” si trovò a pensare Drew “Ma che ti succede? Sei in un’indagine per omicidio e la ragazza di fronte a te è la sospettata numero uno, dovresti smetterla di essere gentile e provare a farla crollare!”
“Quindi lei,” disse Drew tornando in sé “vorrebbe farci credere di non ricordare nulla, nemmeno il suo nome e così liberarsi tranquillamente di ogni accusa?”
Un’ombra di rabbia si dipinse sul viso della ragazza.
“Non voglio farvi credere nulla,” disse con voce tremante. “Certo, per quel che ricordo, cioè nulla, potrei averlo ucciso io quell'uomo, eppure lo sento, io non sono così, io non potrei mai uccidere qualcuno.”
“Chiunque potrebbe uccidere qualcuno, siamo tutti potenziali assassini.”
“Ah sì? Anche lei?”
“Non mi pare che sia dalla parte del tavolo dove si pongono le domande”
Lei sorrise.
Quel sorriso aveva così tanto dentro.
Quella ragazza non aveva bisogno di parlare, di ricordare, Drew lo vedeva nel suo sguardo, nelle sue labbra, nel suo modo di muoversi, di sorridere: era innocente, e non solo, era speciale.
Peccato che non si potessero risolvere i casi di omicidio così, Drew aveva bisogno di prove, ma come trovarle?
Lasciò la stanza degli interrogatori sentendo sulla sua schiena lo sguardo incantevole della ragazza dagli occhi azzurri, cercò invano di togliersela dalla testa, ma il suo viso splendente anche in tutta quella sporcizia rimase impresso nella sua mente per tutto il resto della giornata, e oltre.

Hesler, qualcosa dalla sala degli interrogatori?” chiese speranzoso Charles Dalton, partner di Hesler nelle investigazioni.
“Nulla, a quanto pare la ragazza non ricorda, nessun riscontro nel database?”
“No, è molto strano, non c'è traccia di lei, è come se non fosse mai esistita”
“Questo è impossibile, dal 2021 sono state registrate le schede di tutti i nati, dubito che la sua nascita sia anteriore a quella data.” Drew era esterrefatto
“Nascondersi ormai è impossibile, se esisti sulla Terra, esisti anche nel database.”
“Allora dev'essere stata cancellata per forza.” Drew fece un paio di giri intorno alla scrivania cercando disperatamente nel suo cervello qualche idea “Una morte inscenata, le schede dei defunti vengono conservate per dieci anni dalla morte e poi vengono cancellate, abbiamo buone probabilità che la sua, vista la giovane età, sia ancora presente: controlla tra i morti.”
Un barlume di speranza si accese nella mente di Drew, avrebbe scoperto la sua vera identità e l'avrebbe aiutata a riappropriarsi della sua vita.
“Provvedo subito, tu intanto va a casa, Helen ti starà aspettando e qui non c'è molto altro che puoi fare.”
Sentendo il nome di sua moglie, Drew si rabbuiò: quel caso, la ragazza dagli occhi azzurri, aveva portato la sua mente lontano dai problemi coniugali e non aveva alcuna voglia di tornare a essi. Però doveva.



 

Giunse a casa giusto per l'ora di cena, Helen lo attendeva in cucina, pronta per mangiare.
Drew Hesler non aveva mai conosciuto l'amore. Pensava di averlo provato quando diciassettenne aveva perso la testa per Cindy Monroe, un anno più grande di lui. Cindy era bella, aveva lunghi capelli color miele che teneva rigorosamente intrecciati e gambe candide che muoveva sinuosamente con la più grande naturalezza del mondo. I suoi occhi erano come due pozzi d'acqua cristallizzati, tremavi solo a guardarli. Cindy non si era mai accorta di lui
e Drew era troppo timido, o troppo orgoglioso per chiederle di uscire. La cotta per Cindy passò in poche settimane ed egli ebbe la certezza che quello non era amore.
Al ballo del liceo portò Abby Comb, una biondina esile con il viso da scoiattolo, silenziosa e poco socievole come lui.
Abby gli piaceva e, anche se non bruciava d'amore per lei, pensò a lungo a un futuro insieme e immaginò la villetta con il prato, il cane, la macchina, e i figli.
All'immagine dei figli la sua mente si bloccò, andò in paranoia e lasciò Abby dopo solo un mese insieme.
Dopo Abby le ragazze furono solo un passatempo, come un gioco, nemmeno troppo divertente; molte donne rimanevano affascinate in principio dal suo fare misterioso e riservato, ma poi scoprivano dietro la maschera un uomo noioso con cui non avevano voglia di stare a lungo e, se non erano loro a stancarsi di lui, Drew provvedeva a lasciarle dopo breve senza validi motivi: faceva un po' quello che gli andava.
Al matrimonio del suo migliore amico Dan Åström Drew conobbe Sarah Kinley che confermò il suo debole per le bionde con la sua chioma dorata e confermò l'incapacità di Drew di mantenere un rapporto: dopo quattro mesi Drew lasciò Sarah per fidanzarsi con la sorella di essa, Helen, che sposò otto mesi più tardi.
Il rapporto con Helen era semplice, lei non pretendeva che lui fosse diverso da ciò che era, non lo pressava, non lo infastidiva, era ordinata e rigorosa e lo trattava un po' come le mogli trattavano i mariti un secolo prima.
Le cose non andarono così bene a lungo, però, e dopo un anno di matrimonio Helen cominciò a stancarsi della vita monotona e fredda che conduceva con Drew e iniziarono i problemi fra loro. Drew un giorno trovò nella giacca di Helen la ricevuta di un hotel, di quelli tipici degli adulteri, con le camere a ore. Non indagò, non aveva voglia, non gli interessava, ormai si muovevano in casa come due estranei, a stento si parlavano e dormivano in camere differenti. Il loro matrimonio era sul lastrico e mancava veramente poco perché uno dei due mettesse la parola fine.

  
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