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Autore: Tinotina    24/03/2011    13 recensioni
Voldemort e Bellatrix, nulla più che semplice passione - solo questo - sfociata però in una bellissima bambina, non voluta, abbandonata, ma mai lasciata.
E quando si ritroveranno, su schieramenti opporti, cosa scegliere?
Cosa fare? Chi essere?
Questa è una Fanfic On Demand presa dal forum di EFP. Idea originale di jaybree88
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Tom Riddle/Voldermort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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1.Settembre 1979
 

 
Di Bellatrix Black si potevano dire innumerevoli cose.
Alcune vere, la maggior parte false; ma in ogni caso lei restava la più chiacchierata tra tutte le streghe che era solita frequentare.
Era sempre stata una bella donna dai ribelli ricci neri come l'inchiostro e con due occhi penetranti; tuttavia ciò che ammaliava gli uomini era il suo temperamento forte, determinato, potente, folle, indomabile.
Era quest'ultimo aggettivo forse a dover essere rimesso in discussione, poiché tra tutti gli uomini che avevano cercato di plagiarla e spezzarla, alla fine aveva ceduto.
Aveva ceduto a quegli occhi rossi come il sangue che erano gli unici, nell'intero mondo magico, a farla tremare; e lei non tremava mai, non mostrava mai il suo terrore, chiunque fosse l'osservatore. Mai.
Eppure ... eppure davanti a quegli occhi era crollata.
Sciolta come pozione al sole.
Ricordava con chiarezza tutto quello che era successo mesi prima, per l'esattezza nove mesi prima, e tutte le decisioni che avrebbero seguito quell'assurdo, folle gesto di pura passione.
Folle e sconsiderato come lei.
 
 
Era inginocchiata di fronte a un mago dalla scura veste. Un brivido correva lungo la colonna vertebrale. Un brivido di puro piacere. Puro come il sangue che le scorreva nelle vene.
Era eccitata.
Aveva atteso questo giorno da tanto tempo.
Era il giorno in cui sarebbe stata finalmente insieme a Lui e non solo, l'avrebbe aiutato e sostenuto nella sua impresa, avrebbe fatto tutto per Lui, perché Lui era tutto per lei.
Giurargli fedeltà e obbedienza nella vita e nella morte era stato di quanto più appagante avesse fatto negli ultimi anni della sua vita; e quando Lui pronunciò l'incanto che la rese a tutti gli effetti una di loro, lei non urlò per il dolore causatole – come fuoco sulla carne viva – bensì sorrise.
Sorrise lasciandosi sfuggire una sola lacrima prima di svenire.
- Finalmente sono una Mangiamorte - l'ultimo pensiero logico nella sua mente.
 
 
Ricordava anche dove si era risvegliata, dopo ore. L'avevano portata in una bellissima camera dall'arredamento regale. Una stanza i cui toni di colore erano esclusivamente il verde e l'argento, tinte che potevano apparire fredde e neutre ma che per lei rappresentavano un'unica cosa : casa.
 
 
Aveva impiegato un po' di tempo per vedere l'ambiente intorno a se in modo più nitido.
Dapprima tutto era sfuocato, poi vedeva semplicemente doppio fino a che tutti i contorni non tornarono alla normalità.
Solo che non riconosceva nulla di suo in quella stanza.
La sua intelligenza, per nulla scarsa, la portarono ad un'unica soluzione possibile: non era nella sua camera; era ovvio.
<< Finalmente Bellatrix Black. Iniziavo a cambiare idea su di te >>
Si voltò verso la voce che aveva appena parlato. Il cuore accelerò impetuosamente quando vide che apparteneva all'uomo dai tormentati occhi color rubino.
Lord Voldemort.
<< Mio Signore, non penso che lei debba ricredersi. Lei non sbaglia, mai. >>
La strega aveva deciso di non lasciarsi intimidire.
Era forte, era orgogliosa, lei.
E a quella risposta insolente lui … lui la guardò come mai aveva fatto.
Iniziò a bramarla con gli occhi così tanto che si poteva scorgere l'iride in fiamme.
<< Bene. Molto bene. A quanto pare hai proprio ragione. Non ho bisogno di cambiare idea … veramente bene. Sono estasiato, Bellatrix. Dico davvero >>
Ed ecco che, con le movenze di un serpente, si avvicinava strisciando ad ogni parola, ad ogni sussurro.
<< Su cosa non dovete cambiare idea, se posso chiedere >>
E per la prima volta, da che lo conosceva, lo vide ridere.
Rideva di scherno, con la sua risata ferrosa e fredda.
<< Bella, Bella >> la chiamò mentre si sedeva sul letto, al suo fianco << Stavo pensando di fare sesso con te >>
 
 
Oh quel tono … quel tono di voce che ancora la tormenta e la tiene sveglia la notte, impossibile da dimenticare. Così suadente. La faceva sentire sporca di lussuria, ma con in mano un potere immenso. Era lei la causa di quell'eccitazione nella voce e questo le piaceva.; le piaceva da impazzire.
Ancora oggi dopo nove mesi ricorda tutto alla perfezione, ogni gesto, ogni suono, ogni sapore ...
 
 
<< Il mio Signore sarà così magnanimo da dirmi perché tra tante donne più affascinanti abbia scelto proprio me, poiché io non ne comprendo la ragione >>
<< Cosa c'è Bellatrix Black? Mi ritieni così stolto nel prendere decisioni? >>
<< No, mio Signore. Io mai insinuerò una cosa tanto ignobile nei vostri confronti. Non mi ha mai neanche accarezzato il pensiero. Non pensate che non ne sia onorata >>
<< Allora non vedo il motivo della tua reticenza nei miei riguardi, Bellatrix Black >>
<< Mio Signore, lei lo sa che presto sarà moglie di Rodolphus Lestrange … se non fosse io … >>
<< Tu cosa, sciocca? Credi forse che a me importa qualcosa di un insulso legame che d'altronde ancora neanche c'è! Ti ricordo che mi hai giurato fedeltà e obbedienza poche ore fa, Bellatrix Black. Vale cosi poco per te un giuramento? >>
<< No! MAI! Io sono fiera e orgogliosa di quello che sono, Mio Signore, e lo sa che farei qualunque cosa... >>
Ma Lord Voldemort non la lasciò neanche finire di parlare, di elogiarlo.
Semplicemente la baciò. La baciò e le fece capire che aveva accettato le scuse, e che ora potevano fare tutto ciò che volevano, che voleva, con lei.
<< Sai di pericolo Bellatrix Black >> sussurrò suadente quando interruppe per un attimo il contatto tra le loro labbra.
Lei, a quell'adulazione non arrossì, non indietreggiò.
Lo guardò fiera, come se avesse appena detto ciò che già tutti sapevano.
Lei era pericolosa.
Lei sapeva di pericolo.
Lei era pericolo.
Per dimostrare questo avvicinò il suo volto a quello diafano del suo Signore, e lo morse.
Lo morse forte e lo sentì ridere sotto i suoi denti.
Forse aspettava questo momento. L'attimo in cui la scintilla di passione del suo carattere uscisse fuori e cominciasse ad essere attiva su di lui.
E da quel morso partì la furia di due anime impetuose e indomite.
Fu un attimo; un secondo e, mentre prima erano composti seduti all'estremità del letto, ora stavano rotolando tra le coperte di quel morbido materasso, pronti a godersi ogni gemito e urlo di piacere.
Continuarono così a lungo. Esploravano il corpo estraneo, baciando, leccando e graffiando quanta più pelle arrivavano a toccare, fino a che di due non decisero di farne uno.
Quando ebbero finito, il Lord Oscuro si alzò da quel letto caldo, da quel corpo caldo, si rivestì e le disse, in ultimo saluto: << Solo questo, Bellatrix Black >>
 
 
Solo questo. Solo questo.
Quante notti si era ripetuta che era stato solo questo.
Solo questo. Solo questo.
Quante notti, dopo che aveva scoperto che quel ritardo mestruale non era un semplice ritardo, aveva pianto su quel cuscino sapendo che per Lui era stato solo questo.
Solo questo. Solo questo.
Quante notti passate a riflettere se fosse il caso di una soluzione più semplice e drastica per affrontare quest'inconveniente. Inconveniente di cui Lui non ne era neanche a conoscenza. Per Lui era stato solo questo. Non voleva altro.
Solo questo. Solo questo.
Le sentiva ancora rimbombare dentro la testa quelle parole. Se le avesse seguite; se anche per lei fosse stato solo questo, probabilmente ora non avrebbe quel fagottino rosa tra le mani.
Bellatrix Black infatti aveva deciso di tenere per sé il problema, aspettare i nove mesi lontano da tutti, come se fosse in missione per Lui; mentre invece era nascosta in un Maniero della famiglia.
Voleva dimostrare che anche lei, per una volta, poteva essere umana, poteva permettersi di provare emozioni, poteva permettersi di avere una figlia.
Ed ora l'aveva.
Una bellissima bambina che la guardava sorridente, come per ringraziarla di averla fatta nascere.
Bellatrix ricambiò il sorriso, l'unico che avrebbe mai potuto darle, perché non avrebbe potuto crescerla, poiché nessuno sapeva di lei.
<< Kreacher! >> urlò la strega.
Un attimo dopo un esserino verde con enormi orecchie da pipistrello e due occhi verdi e sporgenti, grandi come palle da tennis e vestito di stracci fece la sua comparsa.
<< Si, padrona >> chiese umile.
<< Prepara un pugnale, e una cesta con un lenzuolo e delle garze. Veloce! Guai a te se non ritorni in meno di due secondi >>
La creaturina sparì e riappari poco dopo, con tutto ciò che gli era stato ordinato.
La strega lo guardò con sufficienza, prese l'arma e poi rivolse le sue attenzioni verso la piccola.
Non poteva rischiare … non poteva.
La volse a pancia in giù, e delicatamente, con la punta del pugnale incise un segno indelebile sulla neonata. Una linea, da spalla a spalla.
Una linea che, lo sperava, l'avrebbe ricondotta da lei.
Non poteva rischiare di perderla.
La bambina iniziò a piangere per la ferita appena subita.
La strega, d'altro canto, non provò più a toccarla. Si scostò da lei con il pugnale sporco di sangue e impartì l'ultimo ordine.
<< Kreacher, vedi di guarirla. Fasciala, e incestala. Poi portala dove sarà al sicuro e all'oscuro da tutto. Non voglio più vederla. In quanto a te, la tua testa farà parte della nostra collezione privata se solo oserai parlare con qualcuno di questo >>
Poi, silenziosa come la notte, lasciò la camera.
  
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