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Autore: emrys_    25/03/2011    6 recensioni
'Odi et Amo. Quare id faciam fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior.' - Odio e Amo. Ma che gran cazzata dai! come si fa ad amare e odiare la stessa persona?- dico tra me e me gettando il libro sul comodino e lasciandomi cadere sul letto.
Porto le mani dietro alla testa e fisso il soffitto pensierosa. - No dai sul serio, è impossibile odiare chi ami. - concludo come per convincermi.
Ah, ma se solo avessi saputo, se solo io Judith Lennon, la sorella del mitico Johnny avessi saputo che un giorno avrei incontrato Paul McCartney. Bè se avessi saputo, quella poesia mi sarebbe sembrata geniale.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Paul McCartney , Quasi tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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This one

*Who said?*

“Aaaah alla mia sorellina piace Pauliee!! La piccola Judith vuole un bacino da Paulie!! “

Avevo quattordici anni quando mio fratello John di diciassette ha iniziato a cantarmi questa canzoncina tutte le volte che il suo amico Paul veniva a trovarci.

Bè, chi l’avrebbe mai detto?

 

 

Paul è stato qualcosa come la mia prima cotta.

Mi ricordo benissimo il primo giorno in cui l’ho incontrato, ero andata insieme a mio fratello John a vedere un suo noiosissimo spettacolo suo e del suo stupidissimo gruppetto, i Quarrymen. Eravamo dietro le quinte quando è apparso quel ragazzo, bellissimo, io ero rimasta senza parole e probabilmente anche con la bocca aperta.

Oh, ma John non si è certo lasciato scappare una così succosa opportunità di far impazzire sua sorella, infatti, dopo aver stretto amicizia con Paulie, come lo chiamava lui, aveva iniziato a prendermi in giro.

Paul dal canto suo non aveva mai fatto storie, anzi era diventato un mio grande amico, mi aveva persino trovato un soprannome : Juice.

Sì, mi chiamava “ succo ” perché diceva che ogni volta che veniva a trovarci, io bevevo qualcosa.

 

La cotta per Paul però non era chiaramente qualcosa di serio, io non ho mai fatto mosse azzardate nei suoi confronti e lui si è sempre comportato normalmente, l’unico a cui piaceva questa storia era mio fratello.

Quello stupido, spocchioso, pazzo, dolce e tenero di mio fratello John.

Che rapporto meraviglioso il nostro, ne abbiamo passate tante insieme, ora lui è la mia casa, la mia famiglia, LUI è il mio tutto.

Ovviamente non mancano i litigi, ma tutto si supera con una risata.

Come stavo dicendo, non passava giorno senza una più o meno volgare battutaccia di John sul mio presunto amore platonico per McCartney; canzoncine, frecciatine e spintoni ecco quello che il mio caro fratellone utilizzava per farmi sbattere/avvicinare a Paulie.

La canzone di oggi è: “ Judith e Paulino nello sgabuzzino, si danno un bel bacino e ci scatta anche il bambino”.

Nonostante io sia abituata a questo tipo di allusioni, oggi mi sono soffermata a fissare Paul e quando ho incrociato il suo sguardo verde scuro ho sentito il viso avvampare.

Ora ho diciassette anni mentre lui ne ha diciannove ed entrambi siamo cresciuti, McCartney è rimasto sempre un gran bel ragazzo, si è fatto crescere i capelli e adesso forse i suoi occhi sembrano ancora più grandi e dolci di prima.

Anche io sono cresciuta, molto, i miei capelli color miele mi arrivano fin sotto al seno, e nonostante il mio colore sia leggermente tendente al rossiccio, non ho nemmeno una lentiggine sulle guancie, i miei occhi invece sono come quelli di John, scuri, solo leggermente più grandi.

 

La mia fissazione per Paul, comunque non mi aveva impedito di avere anche altri ragazzi, l’ultimo un certo Stephen, era solo un maniaco e insomma, diciamo che era interessato solo ad una precisa zona del mio corpo. Nonostante sia stata io a lasciarlo, sono rimasta delusa dal suo comportamento infantile.

Forse, è per questo motivo che oggi mi è tornato in mente Paul.

Con i suoi modi di fare dolci e raffinati, al contrario degli altri Beatles, lo guardo mentre accarezza gentilmente le corde del suo basso, lui è molto più elegante di George e di quel gradasso di John.

McCartney ha classe, non ci sono altri modi per descriverlo, è elegante.

Ammalia, incanta, cattura.

Chissà quante altre ragazze la pensano come me però, forse sono tutte attratte, siamo tutte attratte, dalla sua fierezza, perché Paul è spavaldo, eccome se lo è.

Come dargli torto in fondo?

Quando sei nella stessa stanza con McCartney la sua presenza eclissa la tua, il suo carisma lo ingigantisce, facendoti sentire piccola, piccola.

La cosa strana è che questa sensazione è così piacevole.

- Abbiamo finito per oggi ragazzi! – afferma l’oggetto dei miei pensieri, mentre con estrema cura appoggia il suo basso nella custodia di pelle.

Eravamo a casa mia, e di John ovviamente, da due ore i Beatles stavano provando qualche canzone e io li ammiravo estasiata.

Sono fatti per il successo.

- a casa finalmente!! – commenta Ringo da dietro la batteria esaltato, che lavoraccio fare il batterista, però il Signor Starr deve avere un abbraccio poderoso.

- Si mangia! – non devo nemmeno voltarmi per capire chi è stato a parlare, era stato George, come sempre pensa solo al cibo, la cosa che tuttavia mi fa rabbia è che lui rimane magro come un grissino!! Se io mangiassi quanto lui diventerei una gigantessa in meno di una settimana!

- Paul, rimani qui a mangiare stasera? Ho voglia di infastidire mia sorella! – dichiara John all’improvviso, facendo ridere tutti quanti.

Come se gli servisse Paul per rendermi la vita un inferno.

Ripensandoci Paul è la cosa più positiva che il dover sopportare costantemente Johnny mi implica, alla fine è sempre un bel ragazzo da guardare!

- Secondo me tua sorella diventerà santa, Santa Juice martire, per aver sopportato Lennon per metà della sua vita! – gli ha risposto a tono Paulie facendomi sorridere per il tono serioso con cui aveva detto la frase.

- McCartney lo so che ci vuoi provare con mia sorella, ma non così spudoratamente!! – ribatte John brandendo l’asta del microfono come una lancia – potrei essere geloso! È sempre la mia sorellina! –

- disse colui che si è fatto mia cugina! –

- rispose l’altro che si è fatto mezza Liverpool!! –

- Vuoi litigare Lennon?? – risponde a questo punto Paul prendendo un'altra asta.

- non aspetto altro McCartney! – replica come di consueto mio fratello, scatenando una delle loro solite guerre civili.

 

- oh signore.. – commenta Ringo sulla porta di casa al fianco di George che lo tira per la manica del cappotto con l’intenzione di farlo sbrigare. – c’è la fai a sopportarli entrambi?-

- oh certo, adesso li lascio litigare, così dopo mangiato crollano sul divano esausti! – rispondo al batterista, sicura di me e delle mie doti di tutrice, tutto sommato ho vissuto per diciassette anni con John Lennon, le sue liti con Paul sono il male minore.

Dopo aver salutato i due Beatle mentalmente non disturbati torno in garage dove trovo John seduto sulla custodia della sua chitarra che è a sua volta chiusa sulla testa di Paul, il quale ci è dentro fino alle spalle.

Il povero bassista urla imprecazioni varie a mio fratello, che invece mi guarda con aria innocente accavallando le gambe.

- Johnny quando avete finito con la guerra fredda fatemi un fischio, io vado in cucina a preparare la cena.-  faccio per andarmene, ma presa dalla compassione delle urla del povero Paulie, mi giro nuovamente – e Johnny liberalo, tu non sei bravo a suonare il basso. –

Ascoltate le mie parole John si è lentamente sollevato, lasciando respirare il povero McCartney che dopo averlo offeso in svariati modi, si è lamentato della palese superiorità fisica di Johnny rispetto a lui.

Prima di andare in cucina ho potuto sentire la perla di mio fratello:

- Ingrassa Paulie, se diventi un tricheco! Dopo non ci stai nella custodia!!-

 

Stavo preparando l’insalata quando Paul mi è apparso alle spalle in tutto il suo splendore facendomi sobbalzare.

- Paulie dov’è John? – gli domando cercando con lo sguardo quel demente di mio fratello sperando che non sia nascosto in nessun anfratto della cucina con l’intenzione di farmi un agguato.

- è andato a fare la doccia dato che puzzava di morto! – mi risponde lui con disinteresse sedendosi sulla sedia dietro di me, appoggiando il gomito sulla tavola e guardandomi pensieroso – siamo da soli! – conclude con un’astrusa malizia nel tono di voce.

- ci stai provando con me McCartney? – gli chiedo sorridendo e voltandomi per tornare alla mia insalata.

Improvvisamente però sento la presenza di Paul dietro di me, le sue mani appoggiate sulle mie spalle e il suo respiro sulla nuca. – se anche fosse? Penso di essere in grado di conquistarti. – mi sussurra il bassista all’orecchio spostandomi i capelli dalle spalle.

In quel momento ero completamente soggiogata da lui, dal suo profumo, dal suo calore, persino il suo respiro mi sembrava tremendamente eccitante.

- cosa faresti per sedurmi? – gli rispondo cercando di mantenere quel poco di autocontrollo rimastomi mordendomi il labbro.

Paul, intanto passa delicatamente il suo nasino perfetto sul mio collo, irrazionalmente piego indietro la testa, appoggiandola sulla sua spalla, con la coda dell’occhio posso vederlo ridacchiare soddisfatto.

- bè vediamo per prima cosa, ti bacerei il collo..- continua lui con una voce irreale, mentre le sue mani scivolano sinuose lungo i miei fianchi.

Il suo petto aderisce alla mia schiena, mentre le sue mani raggiungono il mio ventre e si soffermano a giocherellare con il bordo della maglia.

La sua bocca intanto continua imperturbabile a tormentare il mio collo, la mia pelle arde sotto le sue labbra turgide, che lasciano baci e morsi sommessi.

Non posso aspettare ancora, ecco cosa penso quanto in un impeto di desiderio mi giro verso di lui, che mi lascia ruotare cingendomi i fianchi, successivamente mi solleva appoggiandomi a sedere sul ripiano della cucina facendo ribaltare l’insalata.

Paul ricomincia a baciarmi il collo, scendendo anche sulla gola, mentre si posiziona con il bacino tra le mie gambe comprendo che io non ci sto a fare la preda, così,  con una mano mi aggrappo ai suoi capelli e fermo la sua meravigliosa tortura.

Mi guarda negli occhi con una smorfia di disappunto, che però tramuta in un ghigno di soddisfazione quando si accorge del mio respiro irregolare.

- hai caldo Juice? O sono solo bravo in quello che faccio? – mi domanda spavaldo, ma io ignoro il suo quesito vanesio, avvicinandomi maggiormente a lui.

- sei pazzo di me, non è vero Paulie? – gli chiedo con tono seduttore e di sfida, tirandogli leggermente i suoi fragranti capelli neri.

- non lo ammetterò mai. – ribatte lui senza cancellare quel suo sorriso sicuro e deliziosamente affascinante – tu piuttosto, non vedi l’ora di saltarmi addosso. – continua con quell’aria da prepotente che sto cominciando ad adorare.

- non lo confesserò mai, razza di sbruffone – lo sfido incastonando i miei occhi nei suoi.

A questo punto Paul tenta di ricominciare a lambirmi il petto, ma io cerco di azzerare le distanze tra le nostre bocche, è troppo che lo sogno.

Paulie si scosta leggermente, lasciando che il mio viso vada ad appoggiarsi sulla sua spalla, dopodiché mi stringe in un abbraccio e mi sussurra dolcemente – no Juice, mi hai chiamato sbruffone, ora mi vendico. –

Io dalla sua spalla mugugno contrariata e sommersa nuovamente dai suoi baci riesco solamente a sibilare

- me la pagherai cara McCartney! –

- Non vedo l’ora!! – mi risponde allusivo.

Dopo questa sua ultima dichiarazione di guerra torna a sedersi sulla sedia accanto al tavolo, mentre io cerco d ricompormi scendendo dal ripiano.

 

Di sorpresa sento la voce di mio fratello Johnny che mi sbraita:

- Judi, sei sempre la solita sbadata! Guarda che casino hai fatto con quell’insalata!! –

Paul ridacchia, mentre io accampo delle scuse cercando di ripulire la cucina.

Si John, sono molto, molto sbadata.

  
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