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Autore: Mayo Samurai    27/03/2011    2 recensioni
La donna lo fissò con disprezzo, fin da piccola le avevano raccontato che esistevano creature del genere, e da sempre la una famiglia li aveva disprezzati, come lei in quel momento.
Genere: Fantasy, Horror, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Kaito/Meiko
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Buona lettura, e che questo capitolo accenda in voi la lampadina del commento.
 
 
 
Poggiò delicatamente la tazzina al piatto, che stava nella sua mano destra, e guardò fuori dalla finestra.
Pioggia.
Continuava così da giorni ormai, l’unico giorno in cui il cielo non aveva pianto era quello dove era andata a trovare il vampiro maniaco.
Aggrottò le sopracciglia, ricordò della notte in cui se lo era trovato addosso, mentre la guardava con occhio perverso.
Fortunatamente era riuscita a sopraffarlo e a spedirlo in gattabuia, dove ancora adesso marciva.
Già, marciva.
Si ricordò della sua mani scheletriche e del sorriso frastagliato, come poteva ridursi così in poco tempo?
Si alzò e andò verso la sua libreria, ne tirò fuori un libro e cominciò ad esaminarlo:” i vampiri sono creature oscure, che amano la luce della luna e disprezzano quella del sole” lesse ad alta voce:” si nutrono di sangue, loro unico e preferito alimento, che amano succhiare dalla prede, solitamente belle fanciulle. I vampiri si indeboliscono se non assumono sangue a sufficienza, fino a diventare come delle foglie secche” le mai del ragazzo le tornarono in mente.
Chiuse il libro di scatto, rinunciando a leggere, perché non riusciva a togliersi dalla testa il viso sorridente (anche se un sorriso del genere avrebbe solo fato fuggire chiunque) di quel vampiro.
Si morse il pollice come era solita fare quando era nervosa e cominciò a passeggiare per la stanza.
“mi serve un drink” borbottò scoccando un’occhiata alla tazzina sul tavolo, il tè, corretto, era finito e la sua riserva di liquori era in cantina, un brutto incidente durante una festa le aveva consigliato di moderarsi.
Scosse la testa: “no” si disse:” devo rimanere lucida”.
Un bussare insistente le fece distogliere dai sui pensieri e veloce disse a un servo di andare ad aprire e accogliere chiunque fosse alla porta.
“Meiko! Mia cara!” dalla porta del suntuoso soggiorno entrarono due donne, tutte ben vestite e truccate.
“ragazze” Meiko sorrise educatamente, le sue amiche erano diventate molto assillanti riguardo la storia del bel vampiro che l’aveva aggredita, ed ogni giorno venivano lì per farsi raccontare la storia e magari chiedere all’amica se poteva accompagnarle a vederlo.
“hai detto che aveva i capelli blu? Oh che strano colore! Però erano belli vero?” le chiese Marianne sporgendosi da sopra la tazza di tè che le aveva offerto la padrona di casa.
Meiko annuì:” si, forse era caduto in una fogna!” esclamò divertita.
Le altre due si scambiarono un’occhiata:” erm.. cara? Sappiamo di essere un po’ insistenti ma… non è che potresti accompagnarci dal tuo vampiro blu?”
“no, assolutamente no”
“ma perché?” chiese Jolie con voce lamentosa.
“perché è inutile andare a vedere una foglia secca!” citò, ricordandosi delle parole del libro.
Marianne storse il naso:” forse non sei abbastanza coraggiosa” disse con una punto di cattiveria nella voce.
Meiko aggottò le sopracciglia, guardando male l’amica da sopra il brodo della tazzina:” non ci casco tesoro, io sono coraggiosa e sono andata a vederlo se è per questo!”
Le donne succhiarono l’aria, guardandola sorprese l’amica:” davvero!? E non ci hai avvertito!?”
“no, non è un posto per le signore la prigione, non farebbero che allungare le mani sul didietro”
Julie fece una smorfia di disgusto:” però… visto che ci andremo con te, sono sicura che non ci accadrà nulla, ti prego, accompagnaci!”
Meiko sopirò sconsolata, parlare con loro era come parlare al muro:” mi promettete che non ne farete parola con nessuno e che non me lo chiederete più?”
Le due annuirono e le regalarono un enorme sorriso.
 
 
 
“oooh, la cella è così buia!”
“sshhh!! Sento che qualcosa si avvicina!”
“…è un topo”
“…HAAAAAAAAAAAAAA! Scaccia questa bestiaccia! Via schifoso!” con un calcio all’aria Marianne tentò di far fuggire il topolino, che spaventato a morte si rifugiò nella cella, e venne inghiottito dalla oscurità.
A un certo punto sentirono uno squittio acuto e Marianne e Julie presero a tremare:” l-l’ha preso…” sussurrò Julie a Meiko.
Ma il completo silenzio le fece capire che  il topolino era salvo, fece un passo verso le torce e le spense, facendo scappare un gemito alle amiche, che si strinsero più strette tra loro.
“tranquille fanciulle, non vi verrà recato alcun male” disse una voce velata, proveniente dalla cella buia.
Le tre donne si voltarono, e videro una figura magra non veramente poggiata alle sbarre, che le guardava gentile.
“salve, vedo che siete tornata, come avevo detto”
Meiko gli fece un smorfia altezzosa:” stai zitto, è solo per loro!” disse indicando le amiche che si erano nascoste dietro di lei.
“ooh, delle splendide fanciulle… ma mai quanto lei” sussurrò sorridendo appena.
Marianne e Julien rimasero offese dal suo commento, mentre Meiko arrossiva impercettibilmente.
Il vampiro riprese a parlare:” che ne dite di avvicinarvi un po’?” chiese di punto in bianco, malizioso, allungando appena il braccio verso di loro.
Dapprima Meiko non capì che aveva in mente, ma non appena vide le sue amiche avanzare come ipnotizzate capì.
Scattò verso la cella e mollò un pungo al viso del vampiro, ringraziando di avere buona mira e mani piccole, le sembrò di aver preso a pugni dei fogli, e quando Kaito cadde, si sentì un tonfo leggero, come quello di qualcosa di vuoto.
Marianne e Julien si ripresero subito:” c-che è successo!?” chiesero spaventate quando videro l’amica furibonda accanto alle sbarre.
“andiamocene! Alla svelta!” ringhiò prendendole per le braccia e trascinandole fuori.
“aspetti! Mia signora! Aspetti!” sentì al voce del vampiro giungerle fino alle orecchie, anche se era molto bassa e lontana.
Non si fermò finché non raggiunse il portone, spinse fuori le sue amiche e se lo richiuse davanti, per poi voltarsi e guardare il lungo corridoio di fronte  a sé.
Quando non udì più i richiami della due donne, si avviò verso la cella.
“salve, avrei un favore da chiederle” cominciò il vampiro non appena rientrò nel suo campo visivo (anche se Meiko era certa che potesse vederla anche da lontano)
“che vuoi!? Non ti è bastato provare  a succhiare le mia amiche!?”
“lo fa suonare volgare”
“perché p volgare! Tieni le tue luride zanne fuori dalla mia vita!”
“Oooh, non dica così, le mie zanne sono molto pulite, così anch’io… magari qui non si vede bene… se potessi avere un po’ di sangue…” sussurrò sedendosi per terra e poggiando la fronte alle sbarre, sorrise:” non è che me ne potreste portare un po’?”
“così per farti rinvigorire e poi fuggire? Scordatelo!”
“non siate così dura, vi prometto che non berrò più il vostro sangue…”
“non mi interessa! Se vi liberate andrete da qualche altra povera fanciulla!” lo ribeccò Meiko, furibonda.
L’altro tacque, pensando, poi riprese:” mi basta quello di animale”
“..eh?”
“mi baste quello di animale” ripeté:”un gatto o una lepre, o anche un cane piccolo, me ne basta poco per sopravvivere, ma tanto per rimettermi in forze…”
La donna lo guardò torva:” perché dovrei?”
Il vampiro sorrise:” perché leggo nei vostri occhi voglia di avventura”
La risposta lasciò spiazzata Meiko, che fece addirittura un passo indietro.
“vedo nelle vostre pupille una voglia immensa di andarsene da questa lurida cittadina” il “lurida cittadina” suonava stranamente elegante detta da lui.
“e se mi portate dei piccoli animali ogni giorno, vi prometto che vi porterò con me quando me la sentirò”
Meiko si morse il pollice, aveva ragione, lei amava profondamente l’avventura, ma allearsi con un vampiro, la specie più rivoltante secondo il suo parere… era troppo-
Sospirò:” non se ne parla” disse, sposando un piede, in procinto di allontanarsi.
“… è un peccato che i miei poteri illusori non funzionino su di lei” disse il vampiro con un sospiro”: pazienza…tanto tornerete, vero? Signorina…”
“Meiko, te l’ho già detto se non mi sbaglio”
“aaaah, ora ricordo” sospirò in modo teatrale e sognante:” Meiko, la furia rossa dalle lunghe ciglia” mormorò abbozzando a un sorriso.
“io mi chiamo Kaito, non so se ve ne ricord-“
“Certo che mi ricordo”
Kaito rimase un secondo in silenzio, poi sorrise:” bene…”
Meiko si voltò, decisa più che mai ad allontanarsi.
“arrivederci Meiko la furia rossa! ci vediamo domani alla stessa ora!” la salutò agitando debolmente le lunghe braccia magre.
“brucia all’inferno” sibilò Meiko in risposta, mentre varcava la soglie del portone e se lo richiudeva pesantemente alle spalle.
 
 
 
Ma dimenticare quell’incontro fu più difficile del previsto.
Si rintanava nel suo studio e stava lì ore, a far niente, solo a fissare il vuoto e la pioggia che batteva sui vetri, lottando contro sé stessa.
Una parte di lei desiderava ardentemente fuggire dalla città, poter esplorare luoghi fantastici, affrontare nemici e aiutare i più bisognosi: “un po’ come il principe delle fiabe” sussurrò a mezza voce.
Dall’altra, la coscienza le diceva di non cedere alle richieste del vampiro, che quello stava solo aspettando l’occasione per assalirla e berle il sangue.
Scosse la testa a quel pensiero: “sciocca, non l’hai già steso una volta?” borbottò a sé stessa mentre si versava dell’altro tè, corretto, e si sedeva sulla poltrona.
Rimuginò ancora sulla proposta di quel.. Raito? Come aveva detto che si chiamava? Sbuffò scocciata, ricordare i nomi le era sempre difficile, nonostante avesse sempre preso ottimi voti in tulle le materie affrontate.
“l’hai affrontato e battuto, perché non puoi farlo un’altra volta?” le chiese una vocina dietro l’orecchio.
“perché non bisogna mai fidarsi dei vampiri, ecco perché” le rispose un’altra vocina, sulla sinistra.
Credeva in sé stessa e nelle sua qualità, ma chi diceva che il vampiro non le aveva utilizzate tutte?
La prima volta che l’aveva incontrato non aveva l’aria molto sveglia.
Sbuffò e bevve un sorso dalla sua tazza.
Forse un’altra visita le avrebbe schiarito le idee.
 
 
 
Avanzò silenziosa sotto la pioggia, se aveva fortuna non avrebbe incontrato nessuno, e quindi nessuna scocciatura.
Sgattaiolò nella prigione, e senza nemmeno chiedere il permesso superò le guardie, che ormai avevano rinunciato a ragionare con lei.
Le diedero la chiave a la lasciarono passare senza troppe domande, senza nemmeno accorgersi del rigonfiamento ben nascosto sotto il mantello.
Si precipitò di fronte alla cella, spense le prima due torce  e attese.
Non per molto, dal buoi sbucarono le mani rinsecchite di Kaito, che andarono a stringere la sbarre per sostenersi.
“s-siete tornata…” mormorò. Meiko fece un passo indietro.
Era peggio di prima, ora le ossa del viso spuntavano spigolose dalla pelle bianca, sembrava no avesse nemmeno la forze di sorridere, perché rimase in silenzio ad osservarla.
“… ripetimi la proposta… se ne hai la forza…”
Il vampiro tentò di sorridere, ma senza grandi risultati, si lasciò scappare un mugolio di dolore e ci rinunciò:” verrebbe… con… me… a casa… mia?” sussurrò stremato.
Meiko chiuse gli occhi e prese tempo e aria.
“accetterò a una condizione” cominciò:” ma devi stare ben attento a quello che ti dico, so come sopraffarti, viaggerò son acqua santa, aglio e santini chiaro? Così se provi ad avvicinarti non esiterò ad usarli, primo.” Disse e mostro il dito.
“secondo, voglio sapere esattamente perché mi hai attaccato, ne ho il diritto” mostrò il secondo dito.
“e terzo…non attaccherai mai più un essere umano, capito? Vivrai di animali”
L’ultima proposta sembrò accendere qualcosa nel vampiro, che aggrottò le sopracciglia e la guardò male per un secondo, ma poi annuì impercettibilmente:” d’accordo…” sussurrò.
“bravo” Meiko si rizzò e tirò fuori dal mantello un lepre, che gettò nella gabbia, in grembo al vampiro.
Chiuse gli occhi e si voltò, le bastava sentire suoni gorgoglianti e famelici senza vedere l’attaccato diretto.
Aspettò che finisse di bere e un leggero tonfo, simile a quello di stracci secchi, si voltò e notò, con una strana nota di piacere, che sembrava essersi ripreso leggermente.
La ossa non si vedevano più, ma le mani erano ancora secche e raggrinzite.
“te ne porterò una ogni due giorni, spiegherò loro che sto preparando il processo per ucciderti” spiegò pratica Meiko, sistemandosi il mantello.
“se vengo tutti i giorni si insospettiranno, e vedranno che ti stai rimettendo in forze”
“chiaro” rispose Kaito, sorridendo gentile.
“ah, e quarto” disse chinandosi verso di lui e fissandolo negli occhi:” se provi a ipnotizzarmi… sarà l’ultima cosa che farai, capito?” sibilò minacciosa.
Se fosse stato umano probabilmente sarebbe sbiancato, ma visto che era già candido come la neve si limitò a sgranare gli occhi ed ad annuire impercettibilmente.
Meiko annuì a sua volta e si voltò per uscire, ed andare a prepararsi per la grande avventura che l’aspettava.
 
 
 
 
Chiedo scusa per il ritardo a chi è piaciuta la fic e la stava aspettando di grazia.
Spero che ora comincerete a commentare…no?
Bhè, comunque io andrò avanti, e se a nessuno interessa tanto vedrò di farlo coi tempi che capitano.
Sembra che mi sia dimenticata di mettere il link per la canzone da cui mi sono ispirata, bhè, scusate ed eccolo qua: http://www.youtube.com/watch?v=8rDGdFbDvrY
Io lo trovo semplicemente geniale, Kaito è troppo scemo! XD
 
 
 
commentate! Perché i commenti sono il cibo per noi scrittori, non costiamo tanto e regaliamo sorrisi e risa, e anche qualche lacrima! Quindi orsù! Sfamate le bocche insaziabili degli artisti! *fa un inchino teatrale*
Ciaossu!
   
 
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